La vostra, e in particolare quella dell'Avvocato, mi sembra una visione molto "domestica", quasi "bonelliana", dei comics americani. Quella del vecchietto (
mi scuso in anticipo se sembro offensivo nei vostri confronti con questo paragone) che alla fine di ogni mese va a comprarsi l'albetto in edicola, sperando di trovare ogni volta storie nuove, ma in fondo in fondo sempre
uguali a sé stesse (e il paragone con le nostrane testate della Bonelli, da sempre molto poco attente alla continuity o agli stravolgimenti, calza a pennello, a mio parere), con cui passare venti minuti.
Il problema è che da ormai tantissimi anni (almeno dagli anni Novanta) il fumetto americano non ragiona più in questi termini: ha ormai fatto proprio il linguaggio delle serie TV (e in questo senso vanno letti gli spezzettamenti sempre più frequenti in archi, sottarchi, crossover e quant'altro), veloce e dinamico, ha fatto propria la realtà dei nostri giorni (con un'invasione, a tratti molto fastidiosa, di tematiche tipo sjw - la cosiddetta "giustizia sociale" -, lgbt, e chi più ne ha più ne metta), e si è sempre più fatto volubile agli umori cangianti dei lettori, con continui cambi di personaggi, ambientazioni, ecc... Pubblico che in prima istanza non siete (o siamo) noi italiani "conservatori", ma gli americani: perché non dovete mai dimenticarvi che queste storie sono scritte prima di tutto
da americani per il mercato
americano (sarà un caso che i pochi dati di vendita che escono non sono mai riferiti alle vendite globali, ma ai soli USA?).
Quindi quando il pubblico chiede continui cambiamenti allo
status quo, gli sceneggiatori, che ormai lavorano pensando solo più, purtroppo, al guadagno, non possono fare che accontentarli.
E i cambiamenti li vogliono perché, semplicemente, dopo seicento numeri Peter (prendiamo ad esempio proprio Spiderman), sposato con Mary Jane, che esce la mattina per andare a lavoro e si trova sulla strada il solito supercriminale da strapazzo che sconfigge in quattro e quattr'otto
non entusiasma più.
Bonelli - continuo a prenderla come esempio perché mi sembra davvero calzante in questo senso - qui in Italia fa proprio questo. Quanto
appeal possono avere seicento (o settecento? Non sono informato sui numeri) episodi di
Tex che scazzotta e pistoletta a destra e a sinistra sempre allo stesso modo?
Tex vende ancora perché il pubblico italiano è esattamente un pubblico conservatore, ma se fate caso gli albi acquistati sono sempre, inesorabilmente in calo, perché i conservatori di cui parlavo sono appunto i "vecchietti" che, dopo un po', per cause ovvie e "naturali", non comprano più, e al pubblico nuovo (io in testa) non può fregargliene meno di
Tex o
Zagor (mentre personalmente
Dylan Dog saltuariamente lo seguo ancora volentieri).
Con questo non voglio difendere i terribili albi che la Marvel propone ultimamente (illeggibili davvero!), solo cercare di farvi comprendere che il tipo di fumetto che cercate voi non esiste più da un sacco. Fa quasi "tenerezza" in questo senso l'ostinazione dell'Avvocato a voler continuare a chiamare Spiderman "Uomo Ragno".
Non sarà forse il caso di ammettere che, in fondo in fondo, non fate più parte del target di riferimento di queste storie?
Vabbé, dai, è una cosa temporanea e sono solo dieci numeri... Noi abbiamo avuto Octopus nel corpo di Peter per 31 + 2 + Ragnoverso!
In compenso, a quanto ho capito, Hulk non è più Banner, ma tale Amadeus Cho
!
Se è per questo, Thor e Wolverine ora sono donne, e Captain America è afroamericano (Falcon ne ha preso il posto)!