https://inducks.org/story.php?c=I+TL+2050-1Paperino vive una situazione di malessere psicologico dal momento in cui perde la possibilità concreta di trovare un impiego che possa tamponare la sua cronica mancanza di denaro.
Giacché il suo stato di afflizione non accenna a stemperarsi, il nostro decide di recarsi da uno specialista per comprendere come trattare il proprio problema e da quella che per lui sarà una dispendiosa seduta ricava un buon consiglio che lo instrada verso la direzione giusta da seguire.
Secondo l'esperienza del professore Arcibaldo Buoncuore le persone più felici sono coloro che dedicano il proprio tempo e le proprie energie al prossimo, specialmente nei riguardi di chi ha delle mancanze e vive delle condizioni di disagio.
Ed è pur vero che in quanto a sfortuna e sorta avversa il buon
Donald detiene ahilui il
guiness dei primati nell'universo narrativo disneyano ma c'è qualcuno, nella sua stessa famiglia, più bisognoso di lui.
Non da un punto di vista strettamente economico ma piuttosto in ciò che riguarda la dimensione degli affetti e tale profilo lo si riscontra nel cugino
Smorfio, il quale vive una condizione di emarginazione che egli stesso si autoimpone per via del suo carattere scorbutico e irritante, isolato nei pressi di una triste e desolata magione la cui incuria e il cui stato di abbandono rispecchiano la solitudine del suo animo.
Vincendo la ritrosia del gretto parente, il papero con la giubba da marinaio riesce a portarlo fuori da quell'ambiente lugubre e deprimente ma l'atteggiamento di Smorfio nei confronti degli affetti più cari di Paperino (i nipotini e la fidanzata) rivela quanto sia arido e provocatorio il suo carattere, che si scaglia apertamente e senza alcuna ragione contro lo stesso cugino che generosamente lo sta ospitando fino a quando quest'ultimo ne ha giustamente fin sopra i capelli.
Il
tandem Gentina/De Vita confeziona una vicenda di quotidianità paperopolese godibile e briosa, che scorre via piacevolmente e avente il merito di presentare un Paperino determinato a portare fino in fondo il proprio proposito di altruismo nonostante l'evidente mancanza di collaborazione da parte del suo "assistito", il quale fa di tutto pur di rendersi insopportabile.
La storia regala dei siparietti gustosi per l'ilarità che suscitano, legati in particolar modo agli insulti gratuiti cui il cugino Smorfio dà sfogo nella sua arroganza indifendibile e nell'aridità di carattere che dimostrano, indirizzati a chiunque gli capiti a tiro (dai critici deputati a giudicare la bontà della sua opera di noiosissimo drammaturgo all'arredamento di casa di Paperino) e tuttavia racchiusi talvolta anche in dei piccoli ma sfiziosi dettagli che puntellano la vicenda, quale ad esempio la peculiare specializzazione del professor Arcibaldo, esperto (tra le altre cose) anche in singhiozzo e insonnia dei pesci!
La gradevolezza della sceneggiatura di Carlo Gentina viene abilmente trasposta su carta dalle matite vivide e peculiari di Massimo De Vita, capaci di fare recitare i personaggi in maniera spigliata e tanto espressiva da renderli dei caratteristi perfettamente in grado di veicolare l'ampia gamma delle emozioni che essi provano sulla propria pelle.
Tra tutti è sicuramente il titolare della storia a passare in rassegna una folta varietà di stati d'animo e sentimenti vissuti in prima persona, dalla giovialità con cui si reca ad invitare bonariamente l'emarginato cugino all'allucinata reazione di fronte all'ennesimo ingiustificabile comportamento del suo ospite indisponente, fino alle sensazioni di stupore e di ritrovato amor proprio che lo avvolgono piacevolmente nel finale della storia, quando può meritatamente gustare quel "
segreto della felicità" che adesso comprende appieno quanto sia prezioso e irrinunciabile!