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..complice la prospettiva di un'oretta di tragitto di treno, nell'edicola della stazione mi son fatta tentare dalla suggestiva copertina del numero 11 di questa collana, che è il primo che leggo, quindi, così, un pò per caso...
..poi in treno ho pure dormito alla grande ..ma vabbè, il volumetto l'ho poi letto a casa con calma..e non mi son pentita, comunque, dell'acquisto!

Non un capolavoro, non originalissimo, e più o meno intuibile da certi indizi, fin dall'inizio, dove potesse andare a parare il finale..comunque è stata una lettura piacevole. Una vicenda triste, malinconica, che è gestita bene..e il finale non è buttato là, pur un pò prevedibile per certi versi. Anzi, piuttosto mi spiace quasi sia stato un pochino "frettoloso", più che altro senza maggiori approfondimenti sulle sorti dei vari personaggi...ma le pagine son quello che sono, d'altronde...

Comunque la cosa migliore rimane la resa dell'atmosfera. L'isolamento, la solitudine, il paesaggio invernale e l'inquietudine di quell'aria rarefatta, impalpabile, soffice come la neve che tutto copre...fino ad essere quasi claustrofobica in certi momenti..

Disegni ottimi e adattissimi, in questo senso, anche se ad una prima occhiata non mi avevano fatta impazzire.

Comunque le copertine sono splendide a quanto pare, a vedere anche l'anteprima del prossimo numero che mi sembra ancora migliore!..complimenti a chi le disegna quindi, sono decisamente un bel biglietto da visita!


ps. non ho proprio idea di cosa tratterà questo nuovo "Orfani" pubblicizzato a fine albo..ma l'immagine mi ha fatto sorridere un casino: l'iconografia dei personaggi rappresentati, a me fa tanto tanto "versione baby" di Lost!!!

Concordo, Il lungo inverno mi ha dato le stesse sensazioni! Anche i disegni, a prima vista sembravano grezzi, poco definiti... invece durante la lettura si sono rivelati perfetti per rendere le atmosfere indefinite e claustrofobiche della storia, con la neve soffice che isolava tutti i personaggi nella loro solitudine interiore, separandoli dal mondo... in poche parole li ho trovati veramente adatti ed evocativi. Anche se la trama non brilla per originalità è stata senza dubbio una buona lettura anche per me
Ma quello che si vede a pag. 41 nella neve è un maglioncino, vero? E dovrebbe essere quello di uno dei bambolotti della madre che stava stendendo a pag 25, giusto?

quello che si vede a pag. 41 nella neve è un maglioncino, vero? E dovrebbe essere quello di uno dei bambolotti della madre che stava stendendo a pag 25, giusto?

beh, credo proprio di si..ma dici che è stato il colonnello, così maniaco e pure un pò infame di suo, a fargli sparire i bambolotti alla madre?..Che poi..la madre non ha retto, e l'illusione che i bambolotti fossero in realtà i figli ancora vivi a quel punto si è spezzata del tutto, credo..ma, se ne è andata lei spontaneamente dalla clinica dici..o che altro?..cioè, più "consapevole"..o addirittura sarà pure peggiorata e i familiari sono andati forse a riprendersela?...e da lì poi la destabilizzazione, e la rottura dell'equilibro di tutto il gruppetto, ovvio...?

uff..quante domande..e quanto giallo!!sorry..!

Beh visto che molte cose vengono solo lasciate intuire e non mostrate, credo che sarebbe una soluzione ragionevole, o perlomeno pure io avevo pensato a qualcosa del genere durante la lettura, ma soprattutto dopo, nella fase di "rielaborazione"

Concordo con Bacci ed Eruyomè, finalmente un numero che ho apprezzato! L'atmosfera è resa benissimo, inoltre per me il finale è stato un vero colpo di scena (non avevo affatto capito cosa stesse succedendo in realtà!). Questo numero viene in un momento di scoramento in cui avevo deciso di smettere di seguire la testata con il numero 12. Forse invece proverò ad andare un po' avanti, chissà.

Per quanto riguarda la domanda di Euroymè secondo me la madre è stata allontanata dal dottore stesso quando ha visto che rischiava di compromettere l'equilibrio stabilitosi. Almeno, mi pare che il dottore nel discorso finale lasci intendere così...

Ed ecco l'anteprima delle prossime Storie che ci attendo sino a Dicembre 2013. Link da UBC Fumetti:

http://www.ubcfumetti.com/preview/?27679

Non ne doveva uscire uno anche di Fausto?
Sono mesi che guardo le preview e non lo vedo...

Non ne doveva uscire uno anche di Fausto?
Sono mesi che guardo le preview e non lo vedo...

A reggio ci disse che le sue storie erano ancora tra le grinfie degli editor...
probabilmente ci vorrà ancora del tempo /

A reggio ci disse che le sue storie erano ancora tra le grinfie degli editor...
probabilmente ci vorrà ancora del tempo /

Una ci ha detto che doveva finire di essere disegnata Spero che escano presto pure io!

Una ci ha detto che doveva finire di essere disegnata Spero che escano presto pure io!

si ci disse che occorreva che Mottura (si proprio lui) finisse di disegnarla..perche' ancora serve il disegnatore, aggiunse...

I disegni sono stati ultimati da Paolo Mottura - già dal mese di luglio, in realtà. Quindi, presto o tardi la prima delle mie quattro storie verrà pubblicata. E, anche se io detesto la “politica degli annunci e delle anticipazioni”, vi dico che si intitolerà “Il Legionario”. Ambientazione, Indocina della metà degli anni Cinquanta. Vedremo come sarà.

Bene! Titolo e ambientazione mi attirano particolarmente.

Per quanto riguarda le altre tre storie, considerato che l'autore è restio ad anticipazioni, ho solo una domanda: tratteranno argomenti diversi o dobbiamo aspettarci un filo conduttore come per le storie giapponesi di Recchioni?

Seguo anch'io questa collana perchè mi ricorda tanto l'Intrepido negli anni '70, ma con storie di maggior spessore e disegni più ricchi.

Sono curiosa di leggere anche la tua storia, Fausto.

Le Storie #12 - La Pazienza del Destino (Barbato/Freghieri)



In edicola è già uscito il nuovo numero, ma io ho potuto leggere solo pochi giorni fa La Pazienza del Destino, dodicesimo numero della bonelliana Le Storie.
Stavolta l'acquisto non è stato motivato dal nome dell'autore, dal momento che conosco la Barbato di fama ma credo non aver mai letto niente di suo, quanto piuttosto dalla tematica trattata, per cui ho un debole: quel noir/hard-boiled che fa del detective in impermeabile e di vicoli stretti bagnati dalla pioggia il proprio biglietto da visita.
Ammetto di non essere stato deluso: la sceneggiatura scorre pulita per tutta la durata dell'albo, facendo il suo mestiere in modo impeccabile. Questo vuol dire che non offre nulla di particolarmente strabiliante o innovativo, ma aderisce perfettamente ai canoni narrativi di questo genere. Ed era esattamente quanto mi aspettavo da una storia di questo tipo. Certo, il colpo di scena finale c'è, ma anche questo come stilema è ampiamente previsto, così come il famigerato "spiegone finale", che mai come ora è accettabile e anzi funzionale al racconto.
L'investigatore protagonista è caratterizzato perfettamente, avendo quegli atteggiamenti e quei dialoghi ricchi di sarcasmo che tanto mi fanno amare i personaggi dei romanzi appartenenti a questo genere. I comprimari rappresentano bene la Hollywood nel suo lato "dark" che l'autrice voleva mettere in risalto.
Mi sono piaciuti molto anche i disegni di Freghieri, che ho trovato adatti all'atmosfera generale.

E' un po' che nessuno commenta più questa collana, l'avete abbandonata tutti?
Io ero rimasto un po' indietro con la lettura, ma nei giorni scorsi ho recuperato terreno.
In particolare mi è molto piaciuta "il moschettiere di ferro", una avventura classica nel più puro senso del termine, un albo che scorre via in un niente e con un finale che in fondo mi ha colto di sorpresa (piacevolmente perchè per certi argomenti ho da sempre una passione particolare!).
Non un capolavoro da tramandare ai posteri ma una storia che fa ottimamente il suo lavoro, cioè intrattenere. Raramente mi è capitato fare dei complimenti a gualdoni ma stavolta per me se li è meritati.
Un po' deluso invece da "i fiori del massacro": se la prima avventura nipponica di recchioni mi era piaciuta assai, questa mi è sembrata un po' manieristica. I disegni di accattino sono bellissimi ma non succede molto, o per meglio dire, succede esattamente quello che uno si aspetta, nè più, nè meno. Considerando che dovrebbero esserci altre storie della stessa tipologia è probabile che questa sia solo una avventura di transizione, comunque non mi ha lasciato un granchè

Io non l'ho abbandonato, ma "Il moschettiere di ferro" non sono  riuscita a finirlo!
Mentre l' ultimo, quello di Bilotta l'ho trovato davvero bello...