Davvero bella "La dilagante scherzelletta" di Casty/Mazzarello.
Si tratta di una storia che ho apprezzato molto nella sua costruzione ben studiata ed orchestrata in modo puntuale ed intrigante sin dal suo incipit, con la convocazione del burbero critico letterario nella villa avvolta nell'oscurità per uno strano pretesto quale quello di sentire la "scherzelletta" del titolo.
Mi è piaciuto molto il modo con cui Casty tratteggia Topolino e il suo coinvolgimento nella storia intuendo che se a prima vista è solo curioso vedere certi atteggiamenti dei suoi concittadini (il vigile che evita di commutare la multa al guidatore irrispettoso o il cameriere prima licenziato e che viene riassunto nel giro di pochi minuti dal principale solo al sentire recitata questa irresistibile barzelletta), da lì a poco il passaparola che porta la scherzelletta ad appannaggio di sempre più persone generando delle risate innaturali lo induce a credere che ci
deve essere qualcosa di losco dietro a tale epidemia di ridarella incontrollata.
Molto calzante anche il ruolo che assume Minni nella vicenda, al fianco del fidanzato in maniera attiva fungendo da ottima spalla con cui portare avanti le indagini e la risoluzione del caso.
Mi ha poi divertito con gusto il personaggio della signora Burberose nei suoi "scontri" con il Topo dalle grandi orecchie, così come mi ha fatto ridere il confronto straniante tra Topolino e Doppioscherzo nella villa di quest'ultimo con il primo che prova ad arzigogolare una conversazione che sia il più possibile normale nonostante, di fatto, per proteggersi dal potere della "scherzelletta" si è turato le orecchie e non senta nulla di ciò che il suo avversario gli sta dicendo!
Molto gradevole e simpatico anche il finale della storia che mi ha strappato dei bei sorrisi nel modo di riportare la cittadinanza alla normalità, senza più essere preda della "dilagante scherzelletta".
Una storia quindi che, in sintesi, mi è proprio piaciuta dal punto di vista narrativo in quanto mi ha intrattenuto benissimo nel suo carattere sì giocoso ma, al contempo, anche parecchio straniante nel vedere diffondersi tale epidemia di innaturale ed artificioso buonumore e della quale ho sinceramente apprezzato, più che in altre occasioni, anche il comparto grafico curato da Marco Mazzarello.