[size=14]Spoiler come se piovesse![/size]Se ancora non avete letto la storia dovete fare due cose:
1. Non leggere quanto segue
2. Più importante: precipitatevi in edicola a comprare il miglior numero di Topolino da anni a questa parte! Altrimenti, davvero, che ci state a fare sul Papersera? Mi ripromettevo sul thread dedicato a Topolino 3077 di approfondire maggiormente il commento su questa incredibile storia del duo Faccini-Casty, e lo faccio volentieri, anche saltando la pausa pranzo, che male non mi fa… hai visto mai riuscissi a perdere quei 20-30 grammi...
Curiosamente, a poca distanza dal Ratkyll di Enna & Celoni, un’altra storia affronta il tema del "doppio".
Si introduce il lettore alle vicende narrate prima tramite i registri del comico, direi quasi dello
slapstick (del resto i boglins sono attori di teatro), con la prima esilarante parte di Faccini: basti pensare alla vignetta dove Topolino è seguito dai suoi "cloni" tutti allineati e con la stessa espressione.
Gran merito di questa prima parte è di non far capire dove si vuole andare a parare, di raccontare quello che succede (fondamentale per la seconda parte, ovviamente) in maniera indipendente da questa. Per assurdo si potrebbe anche ipotizzare che Faccini non fosse a conoscenza della parte realizzata da Casty.
E' in pratica una storia indipendente, che come ha già detto qualcuno, sarebbe potuta finire lì, senza la seconda parte, con una battuta finale che lasciava la situazione nell’ambito del comico-assurdo, non così inusuale nella produzione facciniana.
Il Topolino che all'inizio della storia gira per casa ricorda molto quello delle prime vignette di "
Topolino contro Topolino", sebbene lo stile di Faccini sia molto distante da quello di Gottfredson: in quest'ultimo temevamo realmente per la sorte di Mickey, mentre con Faccini ci si aspetta un colpo di scena surreale in qualunque momento, ma nulla di veramente "pericoloso" per il protagonista. Paragonate la scena in cui Topolino rimane chiuso nella doccia in "Topolino contro Topolino" e quella ambientata in bagno in "Topolino e i 7 Boglins", dove la "presenza" nella sua casa si limita a... passargli l'asciugamano: c'è qualcuno di sconosciuto in casa, ma mentre in Gottfredson è un pericolo, qui è "solo" un mistero.
Ci sono poi altri echi “walshiani” come nelle fasi dell’inseguimento dei sosia da parte di Topolino: sembrava essere nella Parigi del Tesoro di Moook!
Il registro folle-straniante comunque lascia presto il passo a quello destabilizzante della perdita dell'identità: trovatosi fronte a fronte con i suoi sosia, tangibili e reali, Mickey esclama "io… sono Topolino", con tre puntini di sospensione ad indicare una fase di esitazione, un dubbio che razionalmente nessuno dovrebbe avere: la certezza di sè, di chi si è realmente non è qualcosa che può vacillare facilmente.
Tale dubbio diventa più serio quando Topolino crede che il tutto sia dovuto ad un'invasione aliena, che gli permette di riconoscere l'esistenza degli altri "Topolino", attribuendo loro una spiegazione razionale: da allucinazioni ad alieni, possono essere accettati come reali.
E' solo dopo, quando il loro comportamento sfocia nell’onirico, che Topolino ipotizza che siano solo sogni.
Tutte ipotesi che Topolino è costretto a scartare verso il finale della prima parte quando il mistero si svela in una scena che ha dei risvolti inquietanti: Topolino (che ancora non ha capito bene cosa sta succedendo) si trova in piedi su una pedana ed attorno a lui avviene un allucinato girotondo dei sosia, i quali man-mano svelano il loro inganno... fino al momento dell' Evento, la svolta verso il
mistery, con lo spegnimento delle luci e l'incidente: il lettore rimane col fiato sospeso:
cos'è successo? Chi è stato oggetto dell'incidente?Al ritorno della luce solo i personaggi (e non il lettore) vedono cos’è realmente successo, quando Clarabella chiama un dottore non sappiamo ancora nulla, dobbiamo girare pagina
sia realmente sia metaforicamente per fare il nostro ingresso nella parte
noir del racconto, dove avviene subito uno scambio di ruoli: ora è Topolino (o chi per lui...) a non sapere cosa sia successo, mentre noi lettori, che abbiamo "seguito" Minni nell'altra stanza sappiamo che la persona sul letto non è (non dovrebbe essere) Mickey! Questo veloce rimescolamento di carte contribuisce a far sì che anche il lettore perda di vista la linearità della vicenda, chi è Topolino e chi è il sosia. Eccellente!
La seconda parte, insomma, inizia già con un colpo di scena, che viene spiegato, o comunque portato avanti, con sapienza: le avventure di Mickey/Zickey a Topolinia continuano ad essere piene di echi gottfredsoniani: come nell’avventura del 1953, anche stavolta il giro di Topolinia prende la mosse da Orazio, sebbene con comportamenti molto diversi: invece della diffidenza e del rancore c'è la solidarietà espressa verso il "povero ragazzo" che si crede Topolino.
Graficamente non riesco a visualizzare la vignetta "ispiratrice", ma l'ultima di pagina 47 è molto simile a qualcosa che ho già visto... forse in Topolino e l’illusionista?
Infine, quando anche Pippo, il più fedele degli amici e il più scevro da pregiudizi, emette il suo verdetto su chi sia il reale Topolino, e quando poi anche la scienza (tramite il dentista) conferma questa ipotesi, il lettore è davvero spiazzato, non sa più chi sia Topolino tra i due personaggi! Incredibile. Questo non avveniva nemmeno in Gottfredson!
Qualcosa sul finale reale della storia, però, mi era venuta in mente a pagina 52, nella doppia vignetta che richiama molto il camerino di Miklos nella già citata "T. contro T.", ma i capelli rossi, sommati alla serietà filologica di Casty mi hanno fregato, mi sono detto che mai l'autore avrebbe commesso una svista del genere: Topo Grigio è appunto, grigio, non rosso!
Destabilizzato anche il sottoscritto, Casty tira fuori dal cilindro un altro colpo di scena: il circo con l'ennesimo bel personaggio femminile della sua carriera: Ombreline. Sarei curioso di chiedere all'autore – hai visto mai ci leggesse? – da dove derivi questo nome.
Zickey ha una ragazza, con la quale viveva, sinché non l’ha lasciata per unirsi ai Boglins; il suo ritorno al circo è subito accettato da tutti, che lo riconoscono come Zickey, senza esitazioni o dubbi, e questo "capitolo" si chiude in maniera serena con tanto di battuta sdrammatizzante.
Equilibrio ristabilito? Bene, è ora di
un'altra spallata!
A pagina 57 tutte le pseudo certezze nelle quali iniziavamo a credere anche noi lettori ricrollano con un comportamento palesemente sospetto da parte di Topolino: attaccare bottone con "
la donna più ricca di Topolinia"... talmente strano da insospettire anche Minni!
Anche Zickey al circo inizia a far sorgere dubbi con gli episodi dell’orsa Rosetta e della reazione di Ombreline ai fiori... qualcosa non va!
Si scopre addirittura che le "vitamine" sono in realtà una droga(!!!) per inibire le facoltà intellettuali di Topolino.
Con l'episodio del tatuaggio poi le carte sono scoperte: mistero svelato?
No, ovviamente, già nella pagina seguente Topolino deve capire chi e perché ha ordito questa macchinazione.
E come lo scopre?
Tempo fa, da qualche parte su queste pagine, si discusse sullopportunità, o meglio sui modi di introdurre oggetti tecnologici "dei giorni nostri" nelle storie Disney, spesso c'erano delle forzature che stonavano, altre volte erano usati con maestria. Stavolta è un cellulare con il viva voce ad essere utilizzato per evitare il consueto "spiegone a voce alta" da parte del
villain, e narrativamente tutto scorre liscio come l'olio, nessuna forzatura, nessuno spiegone, ottimi disegni con il vaso di fiori in primo piano mentre Ombreline lo guarda commossa e in cuor suo ha già deciso – probabilmente – di non uccidere Topolino.
E poi il "botto": il sosia è davvero Miklos! Diavolo di un Casty!
E dove si svolge lo scontro finale tra i due?
Già il circo sembra richiamare un "paese dei balocchi" che, con la presenza dei criminali si trasforma in un luogo mostruoso, e addiritture si arriva all'interno del labirinto di specchi, luogo per eccellenza della perdita/moltiplicazione del "sé",
colpo di classe!
Vabbè, spero di aver trasmesso anche a voi l'entusiasmo, il divertimento e il piacere che mi ha prodotto la lettura di questa storia, e che mi perdonerete la prolissità.
Grazie Faccini, grazie Casty! Che meraviglia!
- Paolo