Mi sveglio e vado. Dopo un viaggetto in treno alquanto tranquillo in cui, a dispetto del mio disamore calcistico, ho modo di apprezzare il primo volumetto di Topo Goool, giungo a reggio Emilia sulle 11.00. Da lì mi adopero per raggiungere Mancasale Fiera, cercando di tenere a mente il nome pensando di continuo alle zucchine che mangio a casa. Durante il viaggio in autobus un vecchio cerca di attaccare bottone, parlandomi della sua passione per i fumetti "quelli vecchi che costano venti lire". Al capolinea gli sfuggo ed entro in fiera. Fiera che è abbastanza piccola e stracolma di vecchiacci che raccontano ai bancarellieri le loro prodezze collezionistiche e di come usino strappare di mano i Topolini a figli e nipoti troppo piccoli. Mentre con terrore penso se sia questa la proiezione di me a novant'anni scorgo in lontananza il Papersera. C'è Paolo, Alle, New Amz e sopratutto un Maghetto che sembra sempre più disegnato da Uderzo, ma la cosa che più mi preme sapere è una e una sola: DOV'E' DONOCCHIO? Per capire il perchè di ciò bisogna fare una piccola premessa: lo gnagno in questione aveva millantato per giorni il suo poter venire,
malgrado un incredibile numero di impegni che includevano recite teatrali, conferenze, scrittura di saggi e partite a strip-monopoli, ma al dunque sembrava essersi volatilizzato. Con l'animo appesantito dall'angoscia per la sua assenza decidiamo che non ha più senso continuare così e il gruppo si disperde momentaneamente dedicandosi ad acquisti & compere dandosi appuntamento fra un oretta per poter finalmente pranzare. O meglio, ci si disperde per modo di dire perchè gira e rigira le bancarelle sono sempre quelle e si finisce sempre per incontrarsi. Mentre gironzolo mi rendo conto di una terribile verità: io NON sono un collezionista di fumetti. Non ho alcun interesse a rintracciare le edizioni antiche, non metto i fumetti nelle buste di plastica, cerco sempre di prestare tutto in giro, preferisco rintracciare una storia in un'antologia recente piuttosto che sui topi originali. E quindi non compro nulla. O quasi. Trovo infatti in una bancarella il volumetto degli Oscar Mondadori Tutto Sappo, che raccoglie in poche pagine l'opera omnia di Segar (quello di Braccio di Ferro) sul suo secondo personaggio. Nel mio vagare alla fine finisco per ritrovare tutti quanti al cospetto di Luciano Bottaro. Nel trovarmi davanti il maestro all'inizio non so bene che fare/ dire. Lo fisso come un serial killer, gli sorrido come uno spasimante, ammutolisco come un demente. Poi mi ricordo che la cosa migliore da fare in questi casi è stringere la mano, lo faccio e come per magia lui mi fa un bell'autografo sulla prima tavola del Dottor Paperus. Poi mi giro e vedo la Ziche. E a questo punto le emozioni cominciano a diventare troppe, le corro incontro scodinzolando e con un bastoncino in bocca, e lei col suo fare timido svanisce, dandomi appuntamento a dopo alla premiazione Anafi.
Poi ci raduniamo per andare a mangiare, ci redistribuiamo nelle macchine e ci mettiamo alla ricerca di un ristorante aperto. Durante il pranzo hanno modo di sfilare davanti a me persone & persone che non conosco minimamente tra esperti, collezionisti, critici e cose così e io mi rendo tristemente conto di essere in assoluto il più giovane lì in mezzo. Rimaledico Donocchio.
Tornati in fiera ci prepariamo per le premiazioni e al gruppetto si aggiungono altre persone che io snobbo simpaticamente prima di accorgermi che le conosco bene e sono Rom, Giona, Cecco e Piccolobush. Compare anche Warren e consorte, assai meno nerd di come me lo aspettassi, e raggiungiamo la sala delle premiazioni. Ed è un florilegio di targhe e gratifiche che riguardano un discreto numero di Bonelliani, Topolino Story, e la Silviuccia Ziche come miglior autrice completa, che ricevuto il premio dice un modestissimo "grazie..." e torna dietro le quinte. Amo fortemente questa donna.
E poi tocca a Bottaro e alla premiazione Papersera. E con somma gioia del maestro ecco che gli viene consegnata una statuetta in resina di Nocciola fatta realizzare dal prode Paolo, e una copia del libro
Luciano Bottaro - Un Gioviale Omaggio, colmo di omaggi scritti e disegnati da parte di autori, sceneggiatori e forumisti. Il momento della celebrazione è la parte migliore. Passiamo un po' di tempo con Bottaro e Rebuffi, mentre la divina Ziche svanisce come per magia. Ma in compenso c'è Luca Boschi, a cui mi attacco come una cozza sullo scoglio mettendomi a discutere di nerdaggini filologiche tipo l'ubicazione geografica di Topolinia sotto l'occhio scandalizzato di Bottaro, che ci ricorda che "sono solo fumetti".
La giornata finisce col disperdersi del gruppo un'ennesima volta, con Boschi che mi fa un disegno (di Lupo Nolberto, suo personaggio che mi sa che ricordo solo io) e con Bottaro che, impossibilitato a disegnare per via del tremito alla mano, mi offre invece una tonica (o meglio me la offre un signore che era con lui) mentre insieme disquisiamo dell'appiattimento odierno degli stili. E forse ho capito male ma il Maestro ha lasciato intendere che una sua ultima storia Disney è già stata consegnata e presto o tardi potrebbe vedere la luce. Ad una certa ora la fiera viene smantellata, e le persone tornano alle loro case, io durante il tragitto verso la stazione mi rendo conto di come Reggio sia pieno di gnocca. Ma subito afferro il librottaro e mi metto a leggerlo. Tzé, sono un nerd, io.
Qui il disegno di Luca Boschi
E qui la cover dell'omaggio a Bottaro.