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« il: Lunedì 30 Nov 2020, 20:20:18 »
Mi introduco per la prima volta a questo forum, rallegrandomi che un vetusto mezzo dell'era pre-wifi e della comunicazione con messaggistica istantanea sia ancora in piedi e resista. Complimenti!
Quanto al tema del thread, mi associo con quanto riferito da alcuni di voi (Garalla e Zotnam su tutti).
Questo albo non supera le mie aspettative (credevamo tutti che Sisti sarebbe stato incluso come autore, o come consulente, e stavamo per essere delusi di questo), ma si fa perdonare con una seconda parte più lineare, meno sensazionalistica, meno arraffata, più tranquilla. Queste sarebbero dovute essere le caratteristiche anche degli altri due albi, e pensare che solo ora ci si sia arrivati fa capire che ogni tanto sbattere le scarpe sul tavolo conta. Ma fa anche capire che le idee messe in campo non erano chiare, non davano il senso alla storia.
Continuo a pensare che sarebbe stato meglio un unico albo diviso in capitoli, mentre arrivare ora a vedere la trama che comincia a schiarirsi mi sembra troppo pretenzioso.
Ma torno a procedere con ordine.
Sui disegni: anche io penso che Vian sia abbastanza confusionario, le sue pose forzate e non proprio plastiche non esprimono nulla della situazione che si descrive nella vignetta. La scena di ognuna risulta essere arricchita, sì, ma anche affollata. In molti casi, poi, aver trovato pipette dei baloon non propriamente direzionate o tagliate o sovrapposte, unita all'affollamento e alla poca chiarezza di cui prima, ti costringe a stare sulla vignetta qualche minuto in più per avere cognizione di quanto stia accadendo.
Bene se si considera l'atmosfera dark e molto fantasy che le vignette suscitano singolarmente: scene simili mi hanno ricordato moltissimo il Conan il Barbaro colore, o (per rimanere in tema Disney pikappico) anche Underground. Qualitativamente eccellenti, ma poco funzionali alla storia.
E veniamo alla storia in sé. Anzitutto, lo shift tra prima e seconda parte è evidente, proprio per i motivi sopra esposti. Non saprei dire se sia un bene o un male, ma sicuro trovarmi con una decina di pagine leggibili su 150 circa (i tre albi messi assieme) significa davvero che la storia poteva essere scritta in un unico volume. La prima parte risulta essere fin troppo in linea con i precedenti albi: una storia raffazzonata, buttata lì, senza troppa volontà di spiegare il dove si va o il come si va, ma solo interessata a definire dettagli pressoché inutili (da alcune dida non chiare e forse troppo cantate, in stile sigla di Giorgio Vanni, appunto; ad alcune battute fuori luogo o non appropriate) fino a scene che nulla dicono della storia, ma che sono utilizzate per generare finti sentimenti. Come detto, 140 pagine circa da bocciare.
Sulla seconda parte, premetto che solo gli occhi più esperti potranno dire se ci sia o meno la mano di un secondo autore. Io, provenendo dall'accademia e avendo visto papers scritti a 4 mani almeno, posso dire che il sistema più semplice per terminarlo è la suddivisione in parti. Ma non saprei dire se su questa seconda sia intervenuto qualcun altro, o se abbia semplicemente dato suggerimenti. Tuttavia, la seconda parte risulta essere più chiara. Perché? Perché non esagera rispetto alla prima, e qui si evidenzia come finalmente la storia prenda piede, ma anche che molti dei dettagli evidenziati nelle 140 pagine precedenti erano da scartare a priori. Una parte che scorre bene, che mette in evidenza alcune dei possibili topics su cui si spera si lavorerà per il prossimo numero. Una seconda parte che ha anche il merito di trovarsi di fronte a disegni più azzeccati (la doppia splash page finale è qualcosa che appunto riporta al fantasy più gotico che si possa immaginare). Ed è lineare anche e soprattutto perché porta finalmente a capire il punto su cui si voleva andare a parare da un anno a questa parte.
Nel complesso, siamo ancora lontani dalla sufficienza, ma ci sono primi barlumi di speranza. Se la storia proseguirà, davvero spero che segua questi barlumi e possa arrivare ad essere qualcosa di apprezzabile totalmente. Al contrario, sarà il segnale che era da cestinare sin dall'inizio.