Finora non avevo partecipato alla discussione (che vedo bella allegra
) perchè, non avendo tempo di leggere il settimanale, mi ero accuratamente tenuto alla larga dal topic.
Solo ora, a lettura ultimata, sono venuto a vedere l'ampia disquisizione che ne è scaturita. 10 pagine di topic, in un momento dove alle volte se ne trovano 2, è un risultato che parla da solo.
Nella società attuale dobbiamo comprendere che la platea di lettori è molto cambiata. I giovani sono attratti da numerosi e variegati hobby che hanno una fruizione più immediata e legata a standard differenti da quelli che hanno forgiato la nostra gioventù. Sono cose ovvie e risapute ma ogni volta che si fa un esame di ciò che un'azienda mette in campo per contrastare tali fenomeni è basilare ricordarsi di ciò.
Ogni azienda ha il dovere di combattere quotidianamente per permettere utili ai propri azionisti. E ogni dipendente, soprattutto quelli delle sfere dirigenziali, ha il compito di attuare tutto ciò che è in suo potere per dirigere o invertire la rotta.
In questo contesto si possono valutare le varie operazioni commerciali ed editoriali che il direttore Bertani e la redazione tutta stanno mettendo in atto. Dopo un anno intero dove il settimanale è guidato nel consueto modo, anche se con variazioni sul tema (Variant, gadget, storie a puntate, serie divise in "stagioni", ecc), non capisco come si possa ritenere deleterio o straniante un esperimento narrativo del genere.
Qui non si stanno cambiando le regole basilari del canone Disney (e anche qui ci sarebbe da disquisire se un giorno questo potrà diventare irrimediabile....) ma si sta provando ad offrire nuove soluzioni e nuove letture d'insieme a trame che giovano, ma allo stesso tempo "soffrono", di decenni e decenni di pregresso.
C'è poi da valutare un ulteriore aspetto: Topolino non è del singolo lettore o del determinato gruppo di lettori, per quanto affezionati possano risultare. Una rivista settimanale per sopravvivere, puntando magari a farsi ulteriore spazio nel campo editoriale, ha bisogno di affermarsi ma anche rinnovarsi.
Affermarsi per fidelizzare i clienti, rinnovarsi per puntare a nuove fasce di lettori.
Io leggo Topolino praticamente da quando ho memoria (come tanti altri) e so con certezza che, per come è impostato adesso, non è una lettura che consiglierei a determinati amici/conoscenti che vivono il medium in modo completamente opposto al nostro.
Proprio ieri sera invece, quasi a lettura ultimata, ho consigliato l'acquisto di questi tre numeri ad altri che mai avrebbero acquistato un Topolino "normale". E non perchè questo attuale lo ritengo un numero più degno rispetto ad altri, ma proprio perchè offre una lettura differente dai soliti stilemi disneyani.
E loro, incuriositi, hanno accettato di buon grado di affrontare la "sfida".
Con questo non voglio dire che diventeranno acquirenti abituali del settimanale (so già che al ritorno alla "normalità" non si sentirebbero in sintonia col prodotto) ma che potrebbero essere convinti ad acquistare il settimanale per i propri fratellini, per i figli o regalare un abbonamento ad un amico/parente. Questo significa cercare di battere qualsiasi strada per poter ottenere un riscontro necessario alla continuità del libretto.
Già questo dovrebbe convincerci ad affrontare con spirito diverso esperimenti del genere