Ultime letture:
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La cripta dei cappuccini, di Joseph Roth. Scritto nel 1938, mentre lo scrittore era esule a Parigi, racconta la solitudine sia morale che spirituale di un giovane rampollo di una nobile famiglia austriaca che vede tramontare la propria epoca , attraverso l’esperienza della prima guerra mondiale che porta in lui rivelazioni sull’inettitudine collettiva di fronte all’epilogo di una civiltà che pareva bloccata ed eterna.Un addio struggente e lucidissimo dello scrittore alla sua epoca destinata a scomparire per sempre sotto i colpi del terzo Reich.
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Ellery Queen e il caso dei fratelli siamesi. Questo giallo del 1933 dei cugini Dannay e Lee vede agire l’investigatore dilettante al di fuori della città di New York, e più precisamente in un’abitazione isolata posta cucuzzolo della “montagna della freccia”, in una antica
regione indiana. Un incendio sta risalendo lentamente dai lati della montagna imprigionando e circondando gli abitanti della casa, che sono anche alle prese con un caso di omicidio avvenuto tra quelle mura. Un caso niente male, che come sempre offre buoni colpi
di scena e vari capovolgimenti di situazioni, fino al classico finale con la rivelazione del colpevole.
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Jules e Jim, di Henri-Pierre Rochè. Il famoso triangolo amoroso adattato per il cinema da Truffaut. Una testimonianza di un epoca stimolante, della Parigi capitale dell’arte mondiale dove dove artisti del calibro di Picasso, Brancusi, Braque e Derain stanno rivoluzionando l’arte moderna, e con i quali lo stesso Rochè ebbe rapporti diretti.
I personaggi sono pieni di fascino anche se le loro azioni vengono narrate con il fare distaccato ed edulcorato proprio dei ricordi relativamente lontani. Rochè scrisse Jules e Jim in tarda età rivivendo certi episodi anche tragici della sua vita sotto una luce diversa, idealizzando e abbellendo molti momenti che avrebbe potuto descrivere in modo più drammatico.
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Il Partenone, di Mary Beard. Un interessantissimo saggio su quello che è uno dei più famosi simboli della Grecia antica, analizzato nel corso dei secoli attraverso le ricostruzioni e le testimonianze degli antichi. Mi ha aperto gli occhi su un sacco di cose che ignoravo bellamente.
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Ellery Queen e lo studio in nero. Questo è un giallo un po’ atipico, un’ avventura storica che si svolge attraverso i decenni per trovare conclusione nei giorni in cui è ambientato il libro. Ellery Queen riceve per posta un manoscritto originale del dottor Watson, il co-protagonista delle avventure di Sherlock Holmes. Si tratta di un avventura inedita, mai data alle stampe per volere dello stesso Holmes, che narra i fatti relativi allo smascheramento di Jack lo squartatore, nel 1888. Ma non tutto quello che è accaduto in realtà è contenuto nel manoscritto, e Ellery dovrà aggiungere il tassello
mancante. Lettura abbastanza appassionante, soprattutto nel finale, anche se di Ellery Queen ho letto molto di meglio.
Adesso mi sono ributtato nei delitti della camera chiusa, quello specifico sottogenere del romanzo poliziesco in cui la vittima viene uccisa in un luogo apparentemente inviolabile, chiuso magari dall'interno. Sempre amati gli enigmi del genere