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Che libro c'è sul comodino?

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    Re: Che libro c'è sul comodino?
    Risposta #1230: Giovedì 14 Mag 2015, 18:48:04
    L'edizione non è male, scritta in caratteri molto chiari e leggibili e la copertina è pure vellutata. Tanto moooorbida :P

    Perfetta per nascondere le peggiori insidie in pieno stile Lovecraftiano. Cominciamo bene.

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      Risposta #1231: Sabato 16 Mag 2015, 11:31:16
      Io invece mi sono presa Il mondo incantato di Bettelheim. Ne ho letto solo qualche pagina (università, detto tutto), ma mi pare molto interessante, è un saggio che analizza le fiabe dal punto di vista pedagogico e psicanalitico.
      « Ultima modifica: Sabato 16 Mag 2015, 11:31:41 da Piccola_Pker »

        Re: Che libro c'è sul comodino?
        Risposta #1232: Martedì 2 Giu 2015, 14:38:53
        PICCOLO MONDO ANTICO - Fogazzaro
        L'aria fredda ed umida del lago di Lugano sembra avvolgere la mente del lettore, quasi incatenandolo alle vicende di questo piccolo mondo, fatto di uomini e donne che vivono, amano, soffrono, subendo gli echi della storia, alcuni ignari di ciò che accade, altri protagonisti, altri ancora fieri della propria meschina vita fatta di avidità di cuore e di denari.
        Fogazzaro unisce molti elementi narrativi in questo denso romanzo, la componente storica pur rimanendo sullo sfondo fa da tessuto connettivo di tutta la vicenda, il canovaccio su cui si stende la trama che prende vita a partire dai personaggi così ben delineati da sembrare vivi.
        Ognuno di essi nell'intreccio delle loro vite non assume mai atteggiamenti non in linea con la personalità che Fogazzaro ha voluto disegnare loro addosso e allora ecco che la donna voluta come protagonista, Luisa Rigey, è moderna e forte, pronta a difendere ad ogni costo le proprie idee.
        Luisa ha un carattere fiero, è intelligente, ha un modo del tutto personale di credere in Dio, la sua fede, però, non è lineare, non è indottrinata dalla Chiesa, crede, ma lo fa a modo suo e non capisce il marito che invece ne possiede una cieca, così come la madre.
        I due ragazzi contraggono un matrimonio di manzoniana memoria; come Renzo e Lucia decidono di sposarsi nottetempo, col favore delle tenebre, nascosti da tutto e da tutti, ma Franco Maironi a differenza di Renzo deve combattere contro la nonna, ricca e nobile che non vede di buon occhio questo matrimonio tra un nobile e una borghese.
        Le vicende che da qui si susseguono disegnano una trama fatta di tragedie e di cattiverie, di menzogne, di atti vili e spregevoli, ma a risaltare e a rimanere impressi nella mente sono i personaggi, che non sono mai descritti nel fisico, ma solo nel carattere e in modo sapiente l'autore riesce a far penetrare le loro sensazioni sotto la pelle del lettore soprattutto nelle fasi più drammatiche.
        Luisa e Franco, l'amato zio Piero, l'odiata Marchesa Orsola, la dolce Maria interagiscono tra di loro in modo così semplice e naturale che pur essendo, la vicenda, ambientata in un passato remoto a noi lettori contemporanei sembra dimostrare l'univesalità dell'animo umano, come i rapporti tra le persone rimangano i medesimi attraverso il tempo e lo spazio, come le tragedie possano sconvolgere le menti più razionali e come la fede possa aiutare, più della ragione, più della fantasia, più della speranza ad affrontare il dolore più grande.
        Non tutto il romanzo è a tinte scure, un barlume di speranza si intravede alla fine, anche se incombe, ancora una volta lo spettro della morte e della solitudine che sembra caratterizzare la vita della povera Luisa.
        La sapiente penna di Fogazzaro riesce a fondere insieme molti elementi, rimanendo su quello che può essere definito un romanzo contemporaneo, pur risentendo in qualche modo del tempo; è senza dubbio necessaria una contestualizzazione storica per comprendere a pieno i pensieri dei personaggi.
        Pur essendo il primo volume di una tetralogia risulta completo, per le vicende narrate e del tutto fruibile anche come volume singolo.
        La lettura è consigliata, soprattutto per come il personaggio di Luisa riesce a penetrare nella mente e a svegliare degli istinti che forse sembravano perduti!

          Re: Che libro c'è sul comodino?
          Risposta #1233: Mercoledì 3 Giu 2015, 23:23:35
          Piccolo Mondo moderno – Fogazzaro

          Se il passato, quando ancora è presente appare così duro e difficile non si può non trovare una speranza nel futuro che apparirà allora così roseo e ricco di doni per i  figli e solo quest'illusione potrà dare la forza di vivere e sopportare, ma forse è bene portarsela nella tomba quest'illusione.
          Con questa sensazione ho chiuso il volume, naturale continuazione di “Piccolo mondo antico”, in cui è narrata la vita di Pietro Maironi, figlio di Franco e Luisa.
          Il tratto autobiografico che Fogazzaro ha dato a tutta la vicenda non riesce a donare quella vivacità che invece risulta esserci nel precedente volume; i personaggi seppur numerosi e interessanti sono risultano incisivi e i protagonisti, Pietro e Jeanne appaiono superficiali, pur volendo interpretare sentimenti molto profondi.
          Ciò che si va a rappresentare è un mondo moderno pieno di intrighi e meschinità, ma ricco e agiato che si pone in netta contrapposizione con un mondo antico in cui la povertà  dilagava, ma la forza delle idee e dei valori vinceva su tutti, vera colonna vertebrale di una società che si stava formando.
          Sono molti i livelli sul quale si svolge la narrazione, politico, sociale, personale, ma nessuno di questi appare ispirato, così come nessun tema risulta davvero importante, anzi sembra che tutto venga oscurato dalla crisi del protagonista che cerca in modo disperato la propria strada senza trovarla, combattendo con sentimenti contrastanti.
          Le parti del racconto che sfiorano la poesia e che trasmettono emozioni sono quelle in cui si ritrovano le atmosfere di Oria, il piccolo cimitero con le lapidi, la corrispondenza tra Franco e Luisa, il resto appare freddo, lontano, inutile.
          Analizzando più in profondità questa scelta stilistica, così lontana dal precedente non può non sorgere il dubbio che l'autore abbia voluto sottolineare il degrado a cui il mondo tende, allo stillicidio di valori che non potrà essere fermato se non con la fede.
          Molte volte durante la lettura si scorge la volontà di analizzare gli animi dei personaggi, ma è chiaro che qualcosa non funziona, non riescono a far breccia nell'immaginario;  tutto il mondo politico, per esempio, appare soltanto meschino, triste e ancora una volta inutile.
          Non si può non consigliarne la lettura perché in ogni caso, emozioni a parte racconta uno spaccato della nostra storia ed è anche attraverso di esso che si può forse imparare a comprendere un po' meglio il nostro presente.

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            Risposta #1234: Venerdì 5 Giu 2015, 14:31:56
            Signori! In preparazione alla ripubblicazione sotto i cieli di giugno di Ritratto dell'eroe da giovane ho letto, tutto d'un fiato, Dedalus (Portrait of the artist as a young men di James Joyce. (In realtà non era premeditato, mi sono accorto della coincidenza solo a lettura iniziata.)
            Non ho ora il tempo di fare un commento, ma... bello! Moolto ben scritto e molto interessante. Ora, spinto dall'entusiasmo, ho cominciato Ulisse: quando l'avrò finito (diciamo... due o tre annetti) proverò ad esprimere qualche osservazione!

              Re: Che libro c'è sul comodino?
              Risposta #1235: Lunedì 8 Giu 2015, 00:40:22
              L'ulisse è  bellissimo, ti consiglio di procurarti la guida alla lettura, perché è intriso di riferimenti e richiami che possono sfuggire.... da quache parte indietro deve esserci una mia recensione al riguardo...

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              Juro
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                Re: Che libro c'è sul comodino?
                Risposta #1236: Lunedì 8 Giu 2015, 19:03:33
                Presa una piccola pausa (più piccola di quanto pensassi, mi è durata dalle 10 alle 18 di oggi :P) da Lovecraft con Assassinio sull'Orient Express. Sempre fenomenale il buon Poirot. Però mi accorgo di farmi guidare troppo dai trucchi della Christie, ero totalmente sviato da quella che era la soluzione.

                Una piccola cosa che non mi è mai chiara, in tantissimi libri che leggo... ma noi italiani che abbiamo fatto per essere accomunati sempre a pugnali e omicidi violenti?

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                  Re: Che libro c'è sul comodino?
                  Risposta #1237: Martedì 9 Giu 2015, 08:47:58
                  Una piccola cosa che non mi è mai chiara, in tantissimi libri che leggo... ma noi italiani che abbiamo fatto per essere accomunati sempre a pugnali e omicidi violenti?
                  Tanto per cominciare, il Rinascimento. E piu' tardi, immagino, brigantaggio, gangsterismo e affini.

                  Comunque, immagino che i libri che leggi siano per lo piu' di autori anglosassoni. Per quanto ne capisco, nel mondo anglosassone questa caratterizzazione degli italiani e' ricorrente (se non predominante) almeno dai tempi di Marlowe e Shakespeare.
                  « Ultima modifica: Martedì 9 Giu 2015, 08:49:28 da ML-IHJCM »

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                    Re: Che libro c'è sul comodino?
                    Risposta #1238: Martedì 9 Giu 2015, 11:23:53
                    Tanto per cominciare, il Rinascimento. E piu' tardi, immagino, brigantaggio, gangsterismo e affini.

                    Comunque, immagino che i libri che leggi siano per lo piu' di autori anglosassoni. Per quanto ne capisco, nel mondo anglosassone questa caratterizzazione degli italiani e' ricorrente (se non predominante) almeno dai tempi di Marlowe e Shakespeare.
                    Vabbè, a parte tutto quello, dicevo :P :P

                    Sì, in effetti la maggioranza dei miei libri è anglosassone e, con una certa frequenza, vi ritrovo questo cliché.
                    Nella Christie, però, è la prima volta che lo noto.

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                      Re: Che libro c'è sul comodino?
                      Risposta #1239: Martedì 9 Giu 2015, 11:47:12
                      Sì, in effetti la maggioranza dei miei libri è anglosassone e, con una certa frequenza, vi ritrovo questo cliché.
                      C'era uno dei racconti di padre Brown in cui il cliche' veniva abbastanza preso in giro, col riferimento ad un "italiano", che, prima di essere ammazzato a pugnalate (muoiono tutti cosi', questi italiani), era passato a portare la civilta' ai britanni. E c'e' anche quella famosa osservazione di Welles, sul fatto che in Svizzera, dove il pugnale non l'usavano, hanno prodotto gli orologi a cucu', ma non certe altre cose. Gli stereotipi sono armi a doppio taglio.

                      *

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                        Re: Che libro c'è sul comodino?
                        Risposta #1240: Martedì 9 Giu 2015, 13:52:17
                        Ispirato da Federico Buffa racconta, sto leggendo ora Eureka Street, una storia ambientata a Belfast con protagonisti due amici nordirlandesi, uno cattolico e uno protestante. Una lettura veramente scorrevole, penso di divorarlo in pochi giorni!
                        "Se nato cigno nessuno ti trasformerà in avvoltoio"

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                          Re: Che libro c'è sul comodino?
                          Risposta #1241: Venerdì 12 Giu 2015, 17:17:39
                          Continuo la mia discesa nell'orrore con Lovecraft e, dopo Herbert West - Rianimator, penso di poter iniziare a capire perché il suo nome è tanto rinomato.
                          Fin'ora i suoi racconti non mi stavano prendendo più di tanto, lo confesso, pochi brividi, anche se piacevoli e molto ben scritti (cosa che mi sta sorprendendo, spesso ne sentivo parlare come di uno stilisticamente quasi nullo), ma con questa storia era un crescendo di orrore e inquietudine, davvero ottima.
                          Ok, avanti tutta, e spero che Cthulhu mi riservi gli stessi terrori.

                          *

                          L._Vertighel
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                            Re: Che libro c'è sul comodino?
                            Risposta #1242: Giovedì 9 Lug 2015, 18:28:31
                            In queste ultime settimane mi sto cimentando in una full immersion nella letteratura classica antica, in particolare, in questi primi tempi, teatrale.
                            A varie commedie e tragedie sia greche che latine che ho concluso o che sono in procinto di essere cominciate, da Aristofane a Plauto a Terenzio e a Euripide, ho fatto anticipare due splendidi volumi di Indro Montanelli dedicati ognuno a una panoramica storico/letteraria delle due civiltà, appunto Storia dei Greci e Storia di Roma.
                            Non è un'opera super approfondita, in totale sono un po' più di 800 pagine, ma è scritta in modo sorprendentemente scorrevole, fresco, con una capacità davvero ammirevole di riuscire a non far cadere mai l'attenzione. Li consiglio a chiunque volesse rifarsi un'idea ben fatta della civiltà del tempo (per cominciare).
                            E a chi piacessero particolarmente, come a me, segnalo che Montanelli ha continuato la sua opera in un monumentale viaggio attraverso la Storia d'Italia lungo una ventina di volumi ognuno dedicato a un ben definito periodo storico.

                            *

                            AndyHawkGamma
                            --
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                              Re: Che libro c'è sul comodino?
                              Risposta #1243: Martedì 28 Lug 2015, 18:04:57
                              Finito ora di leggere Chiedi alla Polvere di John Fante, ossia quello che è considerato il suo capolavoro, il suo libro più famoso e più apprezzato.

                              La lettura mi ha lasciato alquanto straniato: la scrittura è particolare come lo è il modo di raccontare gli eventi da parte del protagonista, Arturo Bandini, che spesso fantastica, critica sé stesso e gli altri, constata e così via.
                              Una cosa assolutamente importante è che Bandini non è un personaggio perfetto, bensì debole, coi propri difetti e i propri sbagli, il che porta - almeno per me - a provare simpatia, compatimento per quello che gli capita.
                              La storia è interessante e altrettanto interessante è l'analisi che Baricco ne fa all'inizio: tre storie che coinvolgono un ventenne fusa in una (Bandini scrittore, Bandini cattolico, Bandini innamorato), tre storie che si articolano col giusto spazio e che non prevalgono mai l'una sopra l'altra.

                              Tuttavia - e qui forse è un mio limite - il libro mi ha lasciato solo una lettura piacevole, che scorre molto velocemente e con un personaggio interessante. Ma a parte questo, non ho colto alcuno spunto di riflessione, e credo che Fante volesse proprio parlare di qualcosa raccontando questa storia di Bandini, ma, ahimé, non l'ho colta...

                              In ogni caso, ne consiglio la lettura, sono un duecento pagine che si possono leggere anche in mezza giornata: non vi renderete conto del tempo che passa  ;)

                              *

                              Chen Dai-Lem
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                                Re: Che libro c'è sul comodino?
                                Risposta #1244: Mercoledì 7 Ott 2015, 19:29:16
                                Tempo incerto che non invoglia ad uscire e bisogno di distrarmi..decido quindi di affidarmi a una "vecchia amica" che mi ha già tenuto compagnia varie volte e prendo Trappola per topi che mi ha consigliato è prestato Kim :-) .
                                Agatha Christie riesce come sempre a coinvolgere il lettore, tenendolo letteralmente incollato al libro e le pagine scorrono velocemente, tanto velocemente che quando arrivo alla fine già mi manca quella tensione che mi aveva tenuta sospesa durante la lettura.
                                La fama che accompagna quest'opera teatrale è ampiamente giustificata e non nascondo che mi piacerebbe molto vederla rappresentata. L'atmosfera che si respira è molto simile a quella di Dieci piccoli indiani e in effetti il meccanismo è simile: un gruppo di persone rimane isolato senza possibilità di comunicare con il mondo esterno e tra loro si cela un potenziale assassino. La Christie è brava perché gioca con i suoi personaggi, seminando il dubbio fra loro e portandoli a diffidare l'uno dell'altro..in questo modo gioca anche con il lettore, che non sa da che parte andare non avendo punti fermi e lo porta a simpatizzare ora per l'uno e ora per l'altro ma al tempo stesso per nessuno in particolare perché l'autrice ci insegna sempre a non abbassare la guardia fino alla soluzione finale.
                                Detto questo tra le due opere che ho citato preferisco Dieci piccoli indiani, che per me è il suo capolavoro.
                                "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
                                - Carlos Ruiz Zafón -

                                 

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