Ottime storie anche in questo numero,
le meraviglie del domani su tutte.
Tutta questa rappresentazione continua dei temi della guerra in modo così esplicito mi trasmette a volte strane sensazioni in un fumetto disney, perlopiù perchè la maggior parte delle storie di Gottfredson che ho letto prima di questa collana risalgono ai periodi precedente o successivo a quello trattato in questi ultimi volumi, nei quali i temi bellici non emergevano in modo così evidente.
Mi manca l'uso di Pippo, in queste pagine, davvero utilizzato pochissimo (ma disegnato nelle sue brevi apparizioni in modo sublime!).
Come ho appena scritto, le mie storie preferite di Gottfredson (e Walsh!) non sono quelle che trattano della guerra in modo così marcato. Complice il fatto che fin da piccolo, ho avuto l'opportunità di leggere un sacco di storie di Barks, che essendo create per i comic-book, si riferivano ad un target diverso rispetto a quello delle strisce, che invece potevano sconfinare in temi più adulti e trattarli anche in modo diretto.
Barks come è stato detto e ridetto, ha saputo parlare di temi forti nelle sue storie in modo da farsi leggere da un pubblico di tutte le età, in un modo di narrare per me universale, nonostante le numerose costrizioni a cui era soggetto.
Per questo queste vignette in cui si vede topolino che tira pomodori a manifesti con la faccia di Hitler, o in cui segue il coprifuoco, o prende i bollini delle razioni di cibo durante il periodo di guerra mi interessano moltissimo per la loro potenza comunicativa e e per la loro capacità di trattare temi così attuali nell'epoca in cui vennero create, ma non raggiungeranno mai, per me, la capacità di rapirmi completamente al loro interno, appassionandomi fino all'estremo, come è successo in altre storie di Barks e Gottfredson meno incatenate alla realtà.
Insomma, i paperi di Barks vivono a paperopoli, i topi di Gottfredson di queste storie a tema bellico vivono proprio nell'america del 1944! (anche se, ripeto, anche Barks sa essere realistico e attuale).
Da una parte questo è un grande pregio, ma per il mio singolo gusto personale questo toglie loro molta "magia"
Sia chiaro che parlo solo di quelle storie di Gottfredson così radicate nei temi bellici. Perchè molte altre (e sono tante!) sue storie mi hanno emozionato tanto quanto quelle barksiane.
Per dire, Io adoro
Mafalda di Quino che mi parla nelle sue strisce di fame nel mondo, di emarginazione, di disoccupazione, della guerra del Vietnam, sovrappopolazione e disarmo nucleare, ma lo fa in un modo sublime che non riesco proprio ad equiparare a queste "storie belliche" di Topolino, anche se forse il paragone con Barks era più calzante.
C'è qualcuno che la pensa come me o, diversamente da me, non la pensa affatto così? XD