Allora... per me la De Poli è stata senza dubbio la migliore direttrice del Topo: ha riportato grandi autori che se ne erano andati sotto la direzione precedente, sotto la sua direzione Topolino assunse una grande freschezza, dalle storie alle grafiche, dagli articoli ai suoi editoriali (molto personali e interessanti), sono state sfornate delle 'storione' sotto la sua gestione (ne cito 4 che sono tra le mie storie preferite in assoluto: Zio Paperone e l'ultima avventura, Zio Paperone e la sfida da 50$, Topolino e l'impero sottozero e Dove osano le papere)...
Sì, il suo ultimo anno di gestione e soprattutto gli ultimi mesi dopo il restyling del 2018 sono stati tragici: storie brutte, autori mal sfruttati, pessima grafica (che per altro sacrificava pagine per la pubblicità, come l'editoriale e l'indice, che passarono da 3 a 1 pagina, cedendo quelle 2 a pagine pubblicitarie), sacrifici di pagine importanti (come i gulp) e di rubriche interessanti per cose incredibilmente infantili (come sgrunt...) e molto altro. Ma io mi permetto di mettere in dubbio che sia stata sua responsabilità: non è possibile che in pochi mesi abbia dimenticato di essere la fantastica direttrice che è stata per anni e lasciare tutto in caciara, per come la vedo io le sono stati imposti dei paletti, delle limitazioni, delle decisioni esterne... dalla Panini (ad oggi ancora non si sa se se ne sia andata lei o se sia stata cacciata, ma secondo me è stato un po' e un po'). Bertani è arrivato e mi sembrava un nuovo Cavaglione come stile di gestione (quindi davvero ottimo, essendo Cavaglione il mio secondo direttore preferito); ancora adesso si sta dimostrando un direttore capace, interessato e competente, ma parallelamente noto che la sua 'origine' dal marketing (essendo da anni responsabile di questo per Panini) e in generale dalla Panini (che, checché se ne dica, per quanto dimostri spesso interesse per favorire l'arte che vende, è moooooolto commerciale in svariate occasioni), punta veramente tanto, forse troppo, sul marketing, su scelte prettamente commerciali (dalle storie divise a puntate che costringono i lettori non abituali a comprare vari numeri di seguito, ai gadget con prezzi accessibili ma spesso non in buon rapporto con la qualità, spesso scadente, dei gadget stessi, dal ringiovanimento dei personaggi per puntare, fallendo, agli adolescenti, alla divisione di storia originali anche su altre testate oltre a quella principale...)