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Dittatura politicamente corretta?

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Rockerduck87
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    Re: Dittatura politicamente corretta?
    Risposta #195: Lunedì 6 Lug 2015, 17:32:16

    Non vedo sinceramente cosa ci sia da vincere.

    Questa è una guerra contro l'intelligenza delle persone, non contro il razzismo.

    Mi preoccupa un po' il concetto di "educazione" : educazione a cosa? Al rispetto di tutte le etnie? Ma non c'entra niente con il fondamentalismo linguistico, con l'ossessione paranoica.

    E poi c'è un fondamentale concetto da capire che a molti sfugge : è impossibile eliminare il razzismo. E' insito nell'essere umano. Sarebbe come voler eliminare la rabbia o la gioia, o il libero arbitrio. Non si può fare.

    Si può solo fare in modo che non porti ad episodi di intolleranza e violenza, che la legge tuteli tutti indistintamente.

    Quindi, questo genere di politiche folli e fanatiche serviranno solo a farlo crescere, il razzismo. Censure, violenza verbale e fisica verso chi esprime opinioni non conformi...non sono esattamente qualcosa di democratico e civile.
    Combattere odio e intolleranza diffondendo a propria volta odio e intolleranza...ha davvero senso?

    Ma la vera domanda è : cosa intendiamo, esattamente per razzismo? Sono ragionevolmente sicuro che non esiste una visione condivisa del termine.


    Può essere. Ma comunque si dice negro.
    Checchè ne dicano americani e americanofili.


    Razzismo ha oggi il connotato della generale istigazione alla violenza e alla discriminazione verso il prossimo sulla base di etnia, religione, provenienza, sesso, riferimento politico
    E l'educazione che tanto temi ha un ruolo fondamentale in questo spartito. Perché fa paura l'educazione? Una ragazzino che sputa addosso ad una persona non è educato per definizione, dobbiamo considerarlo una diminuzione della sua libertà se lo "educhiamo"? Una dittatura verso il suo pensiero che ritiene giusto sputare addosso ad altri?
    Gli uomini fondano tra loro un contratto sociale che pone limiti in considerazione del fatto di ottenere più protezione, e la loro dignità è uno di questi beni.
    Eliminare il razzismo è impossibile (?), quindi per questo va bene tutto? Nel calduccio di casa propria ognuno può divertirsi a fare e dire quello che vuole, in ambito sociale no.
    Non vedi una guerra da vincere? strano, perchè è grossa e furiosa, ma soprattutto sta dando risultati strepitosi. Negli anni '60 c'era la segregazione in America, non so se hai ben chiaro cosa significa nel concreto. Tutto è iniziato dalla battaglie di MLK, Rosa Parks, dagli studenti del North Carolina, e dell'Arkansas e dalle sentenze della Corte Suprema... chi è stato sottomesso per anni ha rivendicato il diritto ad avere una sua posizione rispettabile e vanno sentite anche le sue ragioni. Da qui nasce l'educazione che tanto mette paura, dal fatto che certi comportamenti, parole, azioni, tipiche degli anni bui della storia non sono oggi più ammesse, perché connotazione di una cultura che giustamente va sconfitta, sradicata, neutralizzata fino a che i razzisti non diventano una quota sempre minore in un mondo che si distanzia sempre di più dal loro assolutismo etnico, di cui le parole sono un tratto fondante ed identificativo. Tutto comincia con la parola, il verbo si fa carne, se ti piace l'effetto biblico.

    Si diceva "negro", oggi non si dice più. Chi lo dice è un razzista o semplicemente un'ignorante decontestualizzato dal mondo in cui vive (non mi riferisco neanche lontanamente a te, ovviamente sono sicuro che non appartieni a questa schiera). I neri hanno lottato una vita per cancellare quella parola dispregiativa nei loro confronti. Perchè dovrei difendere una parola che porta con sé tanto male? Se qualcuno ha impellente bisogno di utilizzare quella parola, il problema è suo, non di una società che si sta evolvendo in una direzione integrativa e di rispetto reciproco che evidentemente a lui sfugge. Tutto ammesso che non si stia parlando di "antropologia", in quel caso è termine tecnico.
    « Ultima modifica: Lunedì 6 Lug 2015, 17:40:16 da Rockerduck87 »
    Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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      Re: Dittatura politicamente corretta?
      Risposta #196: Lunedì 6 Lug 2015, 18:49:18
      Una dittatura verso il suo pensiero che ritiene giusto sputare addosso ad altri?

      Mi pare ci sia ancora una netta differenza fra parole e azioni.

      E che io sappia la Psicopolizia non esiste ancora. Quella che stanno facendo adesso è un tentativo maldestro di arrivarci.

      Citazione
      Eliminare il razzismo è impossibile (?), quindi per questo va bene tutto? Nel calduccio di casa propria ognuno può divertirsi a fare e dire quello che vuole, in ambito sociale no.
      Non vedi una guerra da vincere? strano, perchè è grossa e furiosa, ma soprattutto sta dando risultati strepitosi. Negli anni '60 c'era la segregazione in America, non so se hai ben chiaro cosa significa nel concreto. Tutto è iniziato dalla battaglie di MLK, Rosa Parks, dagli studenti del North Carolina, e dell'Arkansas e dalle sentenze della Corte Suprema.

      E che c'entra? Quella guerra è già vinta. Tutte le etnie in America sono di pari livelli, non esistono privilegi o condizioni di inferiorità per legge.
      La storia di MLK la conosco bene. Ci facemmo pure una recita, alle elementari. E ricordo che le maestre dicevano chiaramente che MLK "è stato un eroe che lottava contro la discriminazione dei negri".

      Citazione
      Si diceva "negro", oggi non si dice più. Chi lo dice è un razzista o semplicemente un'ignorante decontestualizzato dal mondo in cui vive (non mi riferisco neanche lontanamente a te, ovviamente sono sicuro che non appartieni a questa schiera)

      Ma veramente si dice ancora. Gli stessi negri americani si chiamano così l'un l'altro.
      Il fatto che a loro sia concesso non è una forma di discriminazione? ::)

      Citazione
      I neri hanno lottato una vita per cancellare quella parola dispregiativa nei loro confronti

      Ma veramente no. Sono stati perlopiù bianchi infoiati a volerla cancellare per loro.
      Martin Luther King si definiva "negro". Poi magari era razzista pure lui, chi può dirlo...

      Cerchiamo di non finire al livello di Spike Lee, per cui il mondo è tutto razzista tranne lui. ;)

      Citazione
      Perchè dovrei difendere una parola che porta con sé tanto male?

      Perchè? Perchè è l'unica parola corretta in lingua italiana. L'italiano fino a prova contraria deriva dal latino e non dall'inglese.
      Perchè è l'unica parola che trovo sui testi medici e scientifici.

      E non porta nessun male, come ogni parola, dipendendo in toto dal contesto in cui viene usata e dal tono con cui viene pronunciata.

      E infine perchè la battaglia contro il politicamente corretto è una guerra ancora più importante da vincere.
      Secondo me.


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        Re: Dittatura politicamente corretta?
        Risposta #197: Lunedì 6 Lug 2015, 19:40:42

        Mi pare ci sia ancora una netta differenza fra parole e azioni.


        Se di educazione parliamo, allora vale dappertutto. La differenza non c'è perché parliamo di beni tutelati dalla Costituzione. Il modo  è poco irrilevante, conta la lesione del diritto.


        E che io sappia la Psicopolizia non esiste ancora. Quella che stanno facendo adesso è un tentativo maldestro di arrivarci.

        No. Confondi il pensiero con l'esternazione pubblica. Sono 2 cose diverse. Nessuno potrà decidere cosa devi pensare, ma può decidere come devi comportarti in base alla legge. Istigare all'odio razziale è reato perchè le società hanno capito che l'esternazione del razzismo è da combattere per il male che ha fatto nel mondo e che continua a fare. Nessuno chiede di essere d'accordo, bisogna adeguarsi.


        E che c'entra? Quella guerra è già vinta. Tutte le etnie in America sono di pari livelli, non esistono privilegi o condizioni di inferiorità per legge.
        La storia di MLK la conosco bene. Ci facemmo pure una recita, alle elementari. E ricordo che le maestre dicevano chiaramente che MLK "è stato un eroe che lottava contro la discriminazione dei negri".

        Ma come che c'entra? Per favore, o ragioniamo o giochiamo a scappare dalla realtà. La segregazione non c'è più, ma il razzismo c'è ancora. E perchè c'era la segregazione? Perchè c'era razzismo. E ce ne è ancora. Tanto. Troppo. Arriviamo al punto che si arresta un nero perché è vicino ad una villa, sicuri che sia un ladro. Ed è una battaglia vinta? Mi sono perso degli episodi in questa fantafiction  ;D


        Ma veramente si dice ancora. Gli stessi negri americani si chiamano così l'un l'altro.
        Il fatto che a loro sia concesso non è una forma di discriminazione? ::)

        Ma veramente no. Sono stati perlopiù bianchi infoiati a volerla cancellare per loro.
        Martin Luther King si definiva "negro". Poi magari era razzista pure lui, chi può dirlo...

        Cerchiamo di non finire al livello di Spike Lee, per cui il mondo è tutto razzista tranne lui. ;)

        Si certo, vai dai quelle stesse persone lì e chiamale "negri"  ;) Poi ne parliamo. E' uno slang che usano tra di loro, spesse volte. Sul fatto che siano razzisti a loro volta è facile, esiste un contro-razzismo bianco (Malcolm X, Farrakhan, Pantere Nere, Nation of Islam... e via dicendo).
        Tra di loro non è una forma di discriminazione perché manca la volontà offensiva, oltre che l'oggetto del reato...


        Perchè? Perchè è l'unica parola corretta in lingua italiana. L'italiano fino a prova contraria deriva dal latino e non dall'inglese.
        Perchè è l'unica parola che trovo sui testi medici e scientifici.

        E non porta nessun male, come ogni parola, dipendendo in toto dal contesto in cui viene usata e dal tono con cui viene pronunciata.

        E infine perchè la battaglia contro il politicamente corretto è una guerra ancora più importante da vincere.
        Secondo me.


        Te lo ripeto: è una parola corretta solo in ambito antropologico. In ambito sociale ha un connotato ben  preciso, riconosciuto anche da certi vocabolari. E chi la dice pubblicamente se la vede, a mio parere giustamente, con la giustizia. Si può non essere d'accordo, puoi fare le tue valutazioni, puoi anche usarla se ti fa stare meglio. Ma la società condanna questa parola... poi ognuno è libero di fare come vuole, e di accettarne le conseguenze che la stessa società ha deciso dato che le leggi sono emanate in nome del popolo (come le sentenze, e con il lavoro che faccio sull'argomento ne ho sentite più di una).

        Non capisco, non capirò mai questa ossessione contro il politically correct, che a volte esagera, sono il primo a dirlo, vede fantasmi dove non ci sono, ma mettere in dubbio che sia una battaglia che va combattuta non riesco a capirlo. In che modo vedi la tua vita "limitata" dal fatto che ci siano attenzioni che devi prestare nel parlare al tuo prossimo? E' così importante avere a disposizione la parola negro o qualsiasi altra identificata come offensiva? Faccio veramente fatica a capire, forse qualcuno si immagina il futuro veramente come una super dittatura con le telecamere che ti seguono anche in casa...

        L'errore è dare alla parola un carattere teologico. "La parola è sacra e si può dire tutto". Il che è estremismo, estremismo come quello islamico, "nel nome di Allah posso fare tutto". Ragiona su questo fatto: che la vera libertà ce l'hai solo quando ci sono dei limiti da rispettare.

        Sei liberissimo di pensare che la battaglia per dire tutte le parole offensive sia più importante che combattere il pensiero che una persona di colore sia inferiore ad una bianca, ognuno ha le sue priorità, rispetto le tue ovviamente. Ma non sorprenderti se il mondo sta andando in direzione opposta...
        « Ultima modifica: Lunedì 6 Lug 2015, 19:53:16 da Rockerduck87 »
        Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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          Re: Dittatura politicamente corretta?
          Risposta #198: Martedì 7 Lug 2015, 02:34:10
          Se di educazione parliamo, allora vale dappertutto. La differenza non c'è perché parliamo di beni tutelati dalla Costituzione. Il modo  è poco irrilevante, conta la lesione del diritto.

          E' una questione di priorità e di importanza. E la libertà di espressione viene prima del diritto a sentirsi offesi, per come la vedo io.

          Citazione
          No. Confondi il pensiero con l'esternazione pubblica. Sono 2 cose diverse. Nessuno potrà decidere cosa devi pensare, ma può decidere come devi comportarti in base alla legge. Istigare all'odio razziale è reato perchè le società hanno capito che l'esternazione del razzismo è da combattere per il male che ha fatto nel mondo e che continua a fare. Nessuno chiede di essere d'accordo, bisogna adeguarsi.

          Tu confondi una cosa fondamentale : il pensiero deve poter espresso, altrimenti che libertà è?
          Non è pensabile porre limitazioni perchè sarebbero troppo soggettive, volubili a seconda del governo del momento.

          Non è questione di essere d'accordo, e che qui facciamo l'esempio degli USA, dove, pur essendo ottusi e fissati e pronti a fare sciocchezze tipo non trasmettere più Hazard, non hanno leggi repressive in tal senso.

          Tutte le organizzazioni tipo Ku Klux Klan, vari gruppi di Suprematismo bianco e cose simili sono legali, vanno in giro, espongono simboli, fanno comizi, parlano, delirano. Nessuno li va ad arrestare, a meno che non gli venga in mente di far del male a qualcuno.

          Citazione
          Ma come che c'entra? Per favore, o ragioniamo o giochiamo a scappare dalla realtà. La segregazione non c'è più, ma il razzismo c'è ancora. E perchè c'era la segregazione? Perchè c'era razzismo. E ce ne è ancora. Tanto. Troppo. Arriviamo al punto che si arresta un nero perché è vicino ad una villa, sicuri che sia un ladro. Ed è una battaglia vinta? Mi sono perso degli episodi in questa fantafiction

          E il razzismo si combatterebbe con la repressione poliziesca, la censura e il controllo militare sui discorsi, le parole e perfino le singole lettere?

          A occhio mi sembra una battaglia persa in partenza, oltre che inutile e dannosa.

          Citazione
          Si certo, vai dai quelle stesse persone lì e chiamale "negri"  Occhiolino Poi ne parliamo.

          Bè, questa argomentazione la sento tante volte e ogni volta mi suona più debole.

          Io non ho l'abitudine di rivolgermi alle persone in base alla loro etnia. Se una persona la conosco la chiamo per nome. Sennò, si può provare con "Ehi, tu" o "Scusi, lei".

          Poi, prova ad immaginare di finire in un sobborgo di Chicago e andare da uno e dirgli "Ehi, nero!" oppure "Ehi, tizio di colore!"...penso che la prenderebbero come una cosa strana, direi sicuramente offensiva...perchè chiamare qualcuno per razza, quale che sia il termine?

          Peraltro vedo che sei rimasto indietro : autorevoli (?) associazioni anti-razziste si sono espresse anche contro il termine "nero", "di colore" e "afroamericano", tanto che adesso nessuno sa esattamente quale sia la parola adatta ad evitare ogni problema, quella che va bene a tutti.

          La cosa più sicura e non chiamarli proprio, o usare una perifrasi.

          Citazione
          Te lo ripeto: è una parola corretta solo in ambito antropologico

          Ma senti...stai scherzando? Che accidenti è l'ambito antropologico?  >:(
          Ma se io devo riferirmi all'etnia di appartenenza...sto facendo "ambito antropologico" o no?

          Te lo ripeto : ti sbagli di grosso. Non mi risulta che Edoardo Vianello, ad esempio, fosse un antropologo.

          Così come non lo sono tutte le persone che conosco che usano questo termine e mi hanno insegnato ad usarlo da sempre.

          Citazione
          E chi la dice pubblicamente se la vede, a mio parere giustamente, con la giustizia.

          Il tuo concetto di giustizia mi risulta di difficile comprensione. E senza offesa, è veramente indice di un certo fanatismo.
          Di solito erano le dittature a vietare le parole.

          Peraltro, ancora una volta ti sbagli : che la parola negro sia reato non è assolutamente vero.
          Ricordo una sentenza in cui si stabiliva che lo era solo se accompagnato da epiteti offensivi o usata in un certo contesto.
          Per fortuna a certi livelli di integralismo non siamo ancora arrivati.

          Del resto mi pare semplice logica capire che non può essere tale.

          Citazione
          Si può non essere d'accordo, puoi fare le tue valutazioni, puoi anche usarla se ti fa stare meglio. Ma la società condanna questa parola... poi ognuno è libero di fare come vuole, e di accettarne le conseguenze che la stessa società ha deciso dato che le leggi sono emanate in nome del popolo (come le sentenze, e con il lavoro che faccio sull'argomento ne ho sentite più di una).

          La società non condanna proprio niente. Ripeto per l'ennesima volta che abbiamo importato questa ossessione dagli USA, che hanno tutta un'altra storia in merito.
          Non è un'evoluzione normale della lingua italiana per cui non ha valore.

          Il principio che conta è che la lingua non può essere martoriata da fanatismo, dalle ossessioni e dalle pippe mentali di questo genere. Non è che uno un giorno si sveglia, decide di offendersi e i vocabolari si devono adeguare.

          Citazione
          Non capisco, non capirò mai questa ossessione contro il politically correct, che a volte esagera, sono il primo a dirlo, vede fantasmi dove non ci sono, ma mettere in dubbio che sia una battaglia che va combattuta non riesco a capirlo. In che modo vedi la tua vita "limitata" dal fatto che ci siano attenzioni che devi prestare nel parlare al tuo prossimo? E' così importante avere a disposizione la parola negro o qualsiasi altra identificata come offensiva?

          Si, è importante. Importantissimo. Un paese libero e democratico non può sbatterti in galera per una parola che hai detto.
          Non si può vivere nel terrore di dover pesare ogni singola parola, addirittura ogni singola lettera, dato che qui è una G a fare la differenza.
          Non si può vivere nella costante paura che c'è una nuova parola di moda e quella di prima non va più bene che la gente ti guarda male e arriva qualcuno che ti minaccia di morte se la dici.

          E poi trovo odioso questo perbenismo, questa febbricitante, inutile, ridicola attenzione alla forma, che uccide ogni variazione, che annienta alla libertà di opinione e all'intelligenza della gente.
          E' qualcosa che sparge odio, intolleranza e violenza, anzichè combatterle, come tutti i fanatismi.
          E gli esempi sono tanti.

          Si, direi che è assolutamente una battaglia da combattere.

          Tenere duro è una questione di principio, su parole come "negro", "cieco", "disabile" e simili. Non bisogna cedere all'oscurantismo fanatico, alla ferocia censoria degli integralisti, agli esaltati dogmatici in cerca di eretici.

          E di questo che parliamo.
           La PC è esattamente come la Santa Inquisizione, o l'ISIS, o il nazismo.
          C'è differenza fra bruciare dei libri "impuri" rispetto alla nuova visione dell'umanità, e censurare, quindi metaforicamente bruciare, libri e serie TV non più in linea con i nuovi dogmi?
          C'è differenza fra disintegrare statue di precedenti religioni e disintegrare vocaboli in nome della nuova religione linguistica?
          C'è differenza fra il processare qualcuno per eresia perchè c'era una nuova visione dell'universo, e processare qualcuno perchè non si è adeguato alla nuova visione attuale, e quindi è costretto a fare pubblica ammenda pena la morte?
          C'è differenza fra sterminare gli infedeli e sterminare socialmente i presunti "infedeli" odierni?
          Assolutamente no.

          Il principio di base e i metodi sono sempre gli stessi. E per quanto mi riguarda, sono assolutamente deleteri per il mondo civile e la libertà dell'uomo e quindi vanno combattuti.

          IMHO. Poi ognuno avrà le sue priorità.
          « Ultima modifica: Martedì 7 Lug 2015, 02:50:15 da Sergio_di_Rio »

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            Re: Dittatura politicamente corretta?
            Risposta #199: Martedì 7 Lug 2015, 11:31:45

            E' una questione di priorità e di importanza. E la libertà di espressione viene prima del diritto a sentirsi offesi, per come la vedo io.


            Tu confondi una cosa fondamentale : il pensiero deve poter espresso, altrimenti che libertà è?
            Non è pensabile porre limitazioni perchè sarebbero troppo soggettive, volubili a seconda del governo del momento.

            Non è questione di essere d'accordo, e che qui facciamo l'esempio degli USA, dove, pur essendo ottusi e fissati e pronti a fare sciocchezze tipo non trasmettere più Hazard, non hanno leggi repressive in tal senso.

            Tutte le organizzazioni tipo Ku Klux Klan, vari gruppi di Suprematismo bianco e cose simili sono legali, vanno in giro, espongono simboli, fanno comizi, parlano, delirano. Nessuno li va ad arrestare, a meno che non gli venga in mente di far del male a qualcuno.


            E il razzismo si combatterebbe con la repressione poliziesca, la censura e il controllo militare sui discorsi, le parole e perfino le singole lettere?

            A occhio mi sembra una battaglia persa in partenza, oltre che inutile e dannosa.


            Bè, questa argomentazione la sento tante volte e ogni volta mi suona più debole.

            Io non ho l'abitudine di rivolgermi alle persone in base alla loro etnia. Se una persona la conosco la chiamo per nome. Sennò, si può provare con "Ehi, tu" o "Scusi, lei".

            Poi, prova ad immaginare di finire in un sobborgo di Chicago e andare da uno e dirgli "Ehi, nero!" oppure "Ehi, tizio di colore!"...penso che la prenderebbero come una cosa strana, direi sicuramente offensiva...perchè chiamare qualcuno per razza, quale che sia il termine?

            Peraltro vedo che sei rimasto indietro : autorevoli (?) associazioni anti-razziste si sono espresse anche contro il termine "nero", "di colore" e "afroamericano", tanto che adesso nessuno sa esattamente quale sia la parola adatta ad evitare ogni problema, quella che va bene a tutti.

            La cosa più sicura e non chiamarli proprio, o usare una perifrasi.


            Ma senti...stai scherzando? Che accidenti è l'ambito antropologico?  >:(
            Ma se io devo riferirmi all'etnia di appartenenza...sto facendo "ambito antropologico" o no?

            Te lo ripeto : ti sbagli di grosso. Non mi risulta che Edoardo Vianello, ad esempio, fosse un antropologo.

            Così come non lo sono tutte le persone che conosco che usano questo termine e mi hanno insegnato ad usarlo da sempre.


            Il tuo concetto di giustizia mi risulta di difficile comprensione. E senza offesa, è veramente indice di un certo fanatismo.
            Di solito erano le dittature a vietare le parole.

            Peraltro, ancora una volta ti sbagli : che la parola negro sia reato non è assolutamente vero.
            Ricordo una sentenza in cui si stabiliva che lo era solo se accompagnato da epiteti offensivi o usata in un certo contesto.
            Per fortuna a certi livelli di integralismo non siamo ancora arrivati.

            Del resto mi pare semplice logica capire che non può essere tale.


            La società non condanna proprio niente. Ripeto per l'ennesima volta che abbiamo importato questa ossessione dagli USA, che hanno tutta un'altra storia in merito.
            Non è un'evoluzione normale della lingua italiana per cui non ha valore.

            Il principio che conta è che la lingua non può essere martoriata da fanatismo, dalle ossessioni e dalle pippe mentali di questo genere. Non è che uno un giorno si sveglia, decide di offendersi e i vocabolari si devono adeguare.


            Si, è importante. Importantissimo. Un paese libero e democratico non può sbatterti in galera per una parola che hai detto.
            Non si può vivere nel terrore di dover pesare ogni singola parola, addirittura ogni singola lettera, dato che qui è una G a fare la differenza.
            Non si può vivere nella costante paura che c'è una nuova parola di moda e quella di prima non va più bene che la gente ti guarda male e arriva qualcuno che ti minaccia di morte se la dici.

            E poi trovo odioso questo perbenismo, questa febbricitante, inutile, ridicola attenzione alla forma, che uccide ogni variazione, che annienta alla libertà di opinione e all'intelligenza della gente.
            E' qualcosa che sparge odio, intolleranza e violenza, anzichè combatterle, come tutti i fanatismi.
            E gli esempi sono tanti.

            Si, direi che è assolutamente una battaglia da combattere.

            Tenere duro è una questione di principio, su parole come "negro", "cieco", "disabile" e simili. Non bisogna cedere all'oscurantismo fanatico, alla ferocia censoria degli integralisti, agli esaltati dogmatici in cerca di eretici.

            E di questo che parliamo.
             La PC è esattamente come la Santa Inquisizione, o l'ISIS, o il nazismo.
            C'è differenza fra bruciare dei libri "impuri" rispetto alla nuova visione dell'umanità, e censurare, quindi metaforicamente bruciare, libri e serie TV non più in linea con i nuovi dogmi?
            C'è differenza fra disintegrare statue di precedenti religioni e disintegrare vocaboli in nome della nuova religione linguistica?
            C'è differenza fra il processare qualcuno per eresia perchè c'era una nuova visione dell'universo, e processare qualcuno perchè non si è adeguato alla nuova visione attuale, e quindi è costretto a fare pubblica ammenda pena la morte?
            C'è differenza fra sterminare gli infedeli e sterminare socialmente i presunti "infedeli" odierni?
            Assolutamente no.

            Il principio di base e i metodi sono sempre gli stessi. E per quanto mi riguarda, sono assolutamente deleteri per il mondo civile e la libertà dell'uomo e quindi vanno combattuti.

            IMHO. Poi ognuno avrà le sue priorità.

            Non ho voglia di quotare tutto. Rispondo random.

            Prendo atto che ti senti in uno stato di polizia (!), di nazismo (!), di dittatura oscura (!), repressione violenta (!), di assenza di libertà (!), controllo militare (!!!!), ISIS (!!!  :-?), Inquisizione (!!!! ).
            Evidentemente queste cose per te sono davvero importanti, poter chiamare uno negro è di vitale importanza, auguri con questa  battaglia, francamente il mio punto di vista l'ho espresso, io vivo tranquillo stando attento a non ferire gli altri nè con gli oggetti nè con le parole. Sarò strano io che mi sento in un paese totalmente libero, libero di rispettare tutti.
            Ammetto che nella realtà che ti stai raccontando tu ti senta accerchiato, controllato e giudicato ogni secondo. Deve essere dura vivere braccato da questo complotto dittatoriale. Good luck.

            Interessante poi come derubrichi il diritti alla dignità come diritto a "sentirsi offeso". Di sicuro un'interpretazione singolare. Ma d'altronde il concetto di giustizia ti risulta "fanatico", quindi non vedo perchè perdere tempo.

            Sulla parola "negro", che ti sta veramente a cuore vedo, te lo ripeto un'ultima volta, poi puoi costruirti la realtà che ti piace di più. Negro oggi ha un connotato negativo e non più di un mese fa ho assistito ad una condanna di un ragazzo che ha chiamato negro una persona via social network. Non solo: chi la usa ne conosce perfettamente il connotato negativo, perciò la usa, nel 99% dei casi, con disprezzo.
            E il problema non è se ti scappa tra amici, in casa e via dicendo. E' se ti esprimi pubblicamente, in quel caso ci sono 2 possibilità, e le sottolineo ancora: o si tratta di un razzista, o si tratta di una persona semplicemente ignorante (nel senso che ignora) l'evoluzione della lingua.

            Non è vero che nessuno sa come riferirsi ad un nero. Nero è una parola accettata da tutti, che si usa tranquillamente, come afroamericano... stai dicendo cose senza senso per avvalorare il tuo discorso. Quello che dicono o meno le miliardi di associazioni del mondo è poco rilevante fino a che non ottengono un riconoscimento sociale.

            Poi assolutamente distorte, e francamente mi fanno anche sorridere, le conseguenze che vedi e ti racconti per chi sarebbe non politically correct. Nella stragrande maggioranza dei casi non succede assolutamente nulla, in alcuni casi c'è un'ammenda. Ma la galera mi giunge nuova (ma d'altronde siamo in pieno nazismo alleato con l'Inquisizione e con l'ISIS)  ;D ;D ;D

            Ultima chiosa su Vianello ( ::)) una canzone così, oggi, non sarebbe possibile. Bisogna contestualizzare il tempo. In quel periodo negro era una parola abitualmente usata, si sente anche in molti filmati del tempo (primi del '60 se non erro).

            In definitiva: c'è un po' di eccesso nella guerra a questi comportamenti, non si può negare. Un chiaro esempio è colpire bersagli che non c'entrano nulla, come la bandiera di Hazzard, per tornare da dove siamo partiti.
            La tua idea è chiara, e ti ripeto che la rispetto in quanto tale, ma ti ripeto anche: non sorprenderti se il mondo va in direzione totalmente opposta.
            Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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              Re: Dittatura politicamente corretta?
              Risposta #200: Martedì 7 Lug 2015, 12:08:44


              E poi c'è un fondamentale concetto da capire che a molti sfugge : è impossibile eliminare il razzismo. E' insito nell'essere umano. Sarebbe come voler eliminare la rabbia o la gioia, o il libero arbitrio. Non si può fare.



              Su questo non sono d'accordo. In un appartamento nella palazzina accanto alla mia vive una famiglia di persona di colore. L'altra sera ero affacciato al balcone e nel loro cortile i bambini giocavano con due amici bianchi (non dico italiani, perché magari anche gli altri hanno la cittadinanza). Chi li guardava giocare vedeva due bambini neri e due bianchi andare d'amore e d'accordo.
              Loro vedevano quattro bambini che giocano insieme.

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                Re: Dittatura politicamente corretta?
                Risposta #201: Martedì 7 Lug 2015, 14:01:55
                Sarò strano io che mi sento in un paese totalmente libero, libero di rispettare tutti.

                E se uno volesse anche essere libero di non rispettare qualcuno?
                Capita, sai.

                Un paese libero dovrebbe permettere anche quello.

                Io credo fermamente nella democrazia e nella libertà di parola, ma evidentemente abbiamo concetti ben diversi di queste cose.
                Tu aspiri ad una libertà limitata da una visione politicamente corretta che hai stabilito arbitrariamente come l'unica possibile, in maniera del tutto soggettiva. Ma uno Stato dovrebbe evitare di prendere a modello la morale dei singoli.


                Citazione
                Interessante poi come derubrichi il diritti alla dignità come diritto a "sentirsi offeso". Di sicuro un'interpretazione singolare. Ma d'altronde il concetto di giustizia ti risulta "fanatico", quindi non vedo perchè perdere tempo

                A me risulta fanatico il TUO concetto di giustizia, che mi ricorda più o meno quello di una qualunque dittatura volta a colpire chiunque usi parole non approvate dal regime.

                Citazione
                Sulla parola "negro", che ti sta veramente a cuore vedo, te lo ripeto un'ultima volta, poi puoi costruirti la realtà che ti piace di più. Negro oggi ha un connotato negativo e non più di un mese fa ho assistito ad una condanna di un ragazzo che ha chiamato negro una persona via social network. Non solo: chi la usa ne conosce perfettamente il connotato negativo, perciò la usa, nel 99% dei casi, con disprezzo.
                E il problema non è se ti scappa tra amici, in casa e via dicendo. E' se ti esprimi pubblicamente, in quel caso ci sono 2 possibilità, e le sottolineo ancora: o si tratta di un razzista, o si tratta di una persona semplicemente ignorante (nel senso che ignora) l'evoluzione della lingua.

                Allora, te lo ripeto io per l'ultima volta, non sai di che parli.

                Tu ti permetti di contraddire vocabolari e testi scientifici che  usano precise parole solo perchè fanatici senza alcun titolo per parlare hanno stabilito che si deve usare un'altra parola.

                L'unico termine realmente corretto in italiano è "negro", fattene una ragione ed evita di usare questo tono perentorio come se fossi il titolare della lingua italiana.
                "Nero" indica un colore, non un'etnia. "Di colore" è una sciocca derivazione dall'inglese "coloured" - che fra l'altro è un termine su cui negli USA ci si scanna quotidianamente fra favorevoli e contrari - le grandi battaglie americane!

                La lingua non si evolve con queste stupidaggini, non cambia perchè i fanatici hanno deciso di fare casino. Non ci si piega alla stupidità e non si manda al diavolo la propria lingua per le ossessioni altrui.
                E non mi interessa nulla se a qualcuno viene in mente di fare leggi idiote in materia.

                Non si tratta di andare in giro a chiamare "negro" qualcuno. Come ho detto io non lo faccio, non mi capita mai di riferirmi a qualcuno apostrofandolo con la sua etnia di appartenenza...del resto a chi verrebbe mai in mente di rivolgersi a qualcuno dicendo "Ehi, bianco"?

                Ma se dovesse capitare di fare un discorso in cui si parla di razza o gruppi etnici di qualunque tipo, esistono termini precisi.

                Peraltro, hai mai notato che solitamente i razzisti più esposti tendono ad usare i termini politicamente corretti? Ormai l'ossessione è così forte che pur facendo considerazioni chiaramente discriminatorie, si adeguano comunque :P

                Ultimamente credo di aver sentito centinaia di volte Salvini in televisione parlare di "neri" e "persone di colore". Ma anche quel tizio di Casapound che ogni tanto intervistano.  Loro usano termini politicamente corretti eppure tutti sospettano abbiano un vago disprezzo verso di loro ::)

                Mi è capitato di sentire più volte amici, conoscenti o gente per strada dire "Mi stanno sulle scatole i neri". Al che io, non abituato ad usare questi termini ignoti, ingenuamente chiedevo : "I neri? Cioè i fascisti?" "No, no, i neri, quelli dell'Africa"
                E io : "Ah, i negri!". E quelli sorridono e ti dicono "eh si ma non si dice"
                Certo, perchè il razzismo sta nell'usare una parola piuttosto che nel dichiarare di odiare un'intera etnia magari sulla base di un'esperienza personale o per pregiudizo. :o

                Ma continuiamo pure a pensare che una "G" faccia la differenza fra l'odio e il rispetto...faremo strada.



                Su questo non sono d'accordo. In un appartamento nella palazzina accanto alla mia vive una famiglia di persona di colore. L'altra sera ero affacciato al balcone e nel loro cortile i bambini giocavano con due amici bianchi (non dico italiani, perché magari anche gli altri hanno la cittadinanza). Chi li guardava giocare vedeva due bambini neri e due bianchi andare d'amore e d'accordo.
                Loro vedevano quattro bambini che giocano insieme.

                Ma che c'entra? Io parlavo di un'altra cosa.

                E cioè che l'essere umano è per natura portato ad identificare con la maggior facilità possibile i nemici in base a caratteristiche comuni, spesso quelle più visibili e superficiali.

                Bastano tre-quattro notizie di cronaca coinvolgenti i rumeni, perchè molta gente, che magari fino ad allora non aveva avuto alcun pensiero razzista, inizi a dire : "Eh, però, questi rumeni"...che è un modo comodo per poter dire che il nemico è altro, è quello li che ha diverso nazionalità quindi si può mettere a parte, cacciarlo, che noialtri siamo invece puliti.
                Oppure gli zingari, o qualunque altro gruppo etnico a scelta.

                Ma anche senza voler andare sull'etnia...ad esempio persone che abitano in un'altra città.
                O caratteristiche fisiche o comportamentali o anche solo nominative di qualunque tipo.

                E' un istinto naturale purtroppo insopprimibile. Per questo dico che non si può eliminare davvero e definitivamente. E' utopico. Si può solo ridurre, contenere e fare in modo che non faccia danni.
                L'unico modo per eliminare del tutto il razzismo è sterminare l'intera razza umana. O lasciare una sola persona in vita, che a quel punto non avrebbe nessuno con cui prendersela.


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                  Re: Dittatura politicamente corretta?
                  Risposta #202: Martedì 7 Lug 2015, 14:53:44
                   :P
                  Mi avevano dato le mappe del percorso, ma nessuna idea circa i bizzarri paesaggi che avremmo attraversato durante lunghi mesi. - Per Nettuno Capitano! Con questa luna di sghimbescio gli sgombri cremisi fluttuano flessi!

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                    Re: Dittatura politicamente corretta?
                    Risposta #203: Martedì 7 Lug 2015, 15:10:01

                    E se uno volesse anche essere libero di non rispettare qualcuno?
                    Capita, sai.

                    Un paese libero dovrebbe permettere anche quello.

                    Io credo fermamente nella democrazia e nella libertà di parola, ma evidentemente abbiamo concetti ben diversi di queste cose.
                    Tu aspiri ad una libertà limitata da una visione politicamente corretta che hai stabilito arbitrariamente come l'unica possibile, in maniera del tutto soggettiva. Ma uno Stato dovrebbe evitare di prendere a modello la morale dei singoli.



                    A me risulta fanatico il TUO concetto di giustizia, che mi ricorda più o meno quello di una qualunque dittatura volta a colpire chiunque usi parole non approvate dal regime.


                    Allora, te lo ripeto io per l'ultima volta, non sai di che parli.

                    Tu ti permetti di contraddire vocabolari e testi scientifici che  usano precise parole solo perchè fanatici senza alcun titolo per parlare hanno stabilito che si deve usare un'altra parola.

                    L'unico termine realmente corretto in italiano è "negro", fattene una ragione ed evita di usare questo tono perentorio come se fossi il titolare della lingua italiana.
                    "Nero" indica un colore, non un'etnia. "Di colore" è una sciocca derivazione dall'inglese "coloured" - che fra l'altro è un termine su cui negli USA ci si scanna quotidianamente fra favorevoli e contrari - le grandi battaglie americane!

                    La lingua non si evolve con queste stupidaggini, non cambia perchè i fanatici hanno deciso di fare casino. Non ci si piega alla stupidità e non si manda al diavolo la propria lingua per le ossessioni altrui.
                    E non mi interessa nulla se a qualcuno viene in mente di fare leggi idiote in materia.

                    Non si tratta di andare in giro a chiamare "negro" qualcuno. Come ho detto io non lo faccio, non mi capita mai di riferirmi a qualcuno apostrofandolo con la sua etnia di appartenenza...del resto a chi verrebbe mai in mente di rivolgersi a qualcuno dicendo "Ehi, bianco"?

                    Ma se dovesse capitare di fare un discorso in cui si parla di razza o gruppi etnici di qualunque tipo, esistono termini precisi.

                    Peraltro, hai mai notato che solitamente i razzisti più esposti tendono ad usare i termini politicamente corretti? Ormai l'ossessione è così forte che pur facendo considerazioni chiaramente discriminatorie, si adeguano comunque :P

                    Ultimamente credo di aver sentito centinaia di volte Salvini in televisione parlare di "neri" e "persone di colore". Ma anche quel tizio di Casapound che ogni tanto intervistano.  Loro usano termini politicamente corretti eppure tutti sospettano abbiano un vago disprezzo verso di loro ::)

                    Mi è capitato di sentire più volte amici, conoscenti o gente per strada dire "Mi stanno sulle scatole i neri". Al che io, non abituato ad usare questi termini ignoti, ingenuamente chiedevo : "I neri? Cioè i fascisti?" "No, no, i neri, quelli dell'Africa"
                    E io : "Ah, i negri!". E quelli sorridono e ti dicono "eh si ma non si dice"
                    Certo, perchè il razzismo sta nell'usare una parola piuttosto che nel dichiarare di odiare un'intera etnia magari sulla base di un'esperienza personale o per pregiudizo. :o

                    Ma continuiamo pure a pensare che una "G" faccia la differenza fra l'odio e il rispetto...faremo strada.



                    Ma che c'entra? Io parlavo di un'altra cosa.

                    E cioè che l'essere umano è per natura portato ad identificare con la maggior facilità possibile i nemici in base a caratteristiche comuni, spesso quelle più visibili e superficiali.

                    Bastano tre-quattro notizie di cronaca coinvolgenti i rumeni, perchè molta gente, che magari fino ad allora non aveva avuto alcun pensiero razzista, inizi a dire : "Eh, però, questi rumeni"...che è un modo comodo per poter dire che il nemico è altro, è quello li che ha diverso nazionalità quindi si può mettere a parte, cacciarlo, che noialtri siamo invece puliti.
                    Oppure gli zingari, o qualunque altro gruppo etnico a scelta.

                    Ma anche senza voler andare sull'etnia...ad esempio persone che abitano in un'altra città.
                    O caratteristiche fisiche o comportamentali o anche solo nominative di qualunque tipo.

                    E' un istinto naturale purtroppo insopprimibile. Per questo dico che non si può eliminare davvero e definitivamente. E' utopico. Si può solo ridurre, contenere e fare in modo che non faccia danni.
                    L'unico modo per eliminare del tutto il razzismo è sterminare l'intera razza umana. O lasciare una sola persona in vita, che a quel punto non avrebbe nessuno con cui prendersela.


                    No, tu non credi nella parola, credi nell'anarchia della parola.
                    La mia libertà non è limitata semplicemente perchè ad offendere qualcuno io non mi sento libero, non la voglio questa libertà come non voglio la libertà di prendere a pugni uno. Non voglio che la mia libertà sia un sopruso per un altro. Il resto è un capriccio. E i capricci non vanno assecondati.
                    Tu hai il diritto di non rispettare chi vuoi. Tra l'altro questo a me non interessa neanche, nel tuo libero arbitrio puoi fare quello che vuoi. Poi, quando ci si scontra con la vita vera, fatta di limiti e diritti e di una società di cui fai parte, inutile piangere al complotto quando metti in atto comportamenti che la società stigmatizza e punisce.
                    Ma il giudizio non è tuo e non è suo, è di organi prestabiliti e competenti a cui il popolo delega l'esercizio del potere giudiziario. Il bilanciamento dell'interesse alla libertà di parola e alla dignità di una persona è un bilanciamento che si esegue di volta in volta a seconda del caso, perché essendo principi costituzionali hanno pari valore. Sul fatto che hanno pari valore e non c'è una classifica non sto cercando di convincerti, è così, e se non lo capisci ti consiglio di prendere un libro di diritto e cominciare da pagina 1, nozioni base di diritto costituzionale. Purtroppo le cose non sono come le decidiamo noi, c'è una realtà fatta di sociale. Poi quello che ognuno pensa nel suo piccolo è un suo diritto pensarlo, e per quanto mi riguarda hai piena facoltà di pensare che la dignità non abbia valore di fronte alla parola. Purtroppo la società del diritto, al momento, la pensa diversamente. Per fortuna.

                    Morale? Chi attacca la morale? Continui con questa errore grossolano di considerare morale l'esternazione di un pensiero. L'esternazione di un pensiero è un'azione, un'azione potente, da usare con intelligenza. Chi non lo sa fare, stia a casa, a pensarla come vuole, sotto il tetto di casa proprio ognuno può divertirsi a dire tutto quello che vuole.

                    Ancora una volta mi viene da ridere al concetto di dittatura, come avessimo davvero i soldati fuori di casa pronti a controllare come parliamo. Questa è paranoia. "Ce l'hanno tutti con me". Ma a questo non posso farci niente, ti ho già detto come la penso: mi dispiace che tu ti senta intrappolato, perchè non c'è nessuna gabbia. Forse devi ancora capire cos'è un vero regime se usi questo termine per descrivere la società occidentale. Non c'è nessuno pronto a metterti in galera come pensi, anzi, ti ripeto che a livello giudiziario in genere non accade assolutamente nulla, la maggior parte dei casi hanno riflessi solo all'interno delle organizzazioni di cui fai eventualmente parte, come nel caso di Sterling e Trump, o di Balotelli se ricordi il caso (che nel caso concreto fu pure abbastanza ridicola la soluzione della Premier secondo me).
                    Continua a celebrare la divinità parola, ma promettimi che non ti farai saltare in aria per essa  ;)


                    Sul rapporto policies di immigrazione - razzismo emergente non sono assolutamente intenzionato ad aprire questa parentesi, che ne implica irrimediabilmente altre 3 o 4. E' un problema diverso, ma ritengo vada pure fuori topic, ed aprire un nuovo fronte di discussione significherebbe indubbiamente inserire altri discorsi dove siamo di posizione diametralmente opposte.

                    Sul termine "negro" in particolare sono stufo, e un po' frustrato a cercare di spiegarti cose che evidentemente non vuoi capire. Passo. Possiamo metterci d'accordo solo sul fatto che non troveremo mai un incontro. Continua la tua battaglia, ognuno ha bisogno di un obiettivo da raggiungere, la buona fortuna te l'ho già augurata.

                    « Ultima modifica: Martedì 7 Lug 2015, 15:12:56 da Rockerduck87 »
                    Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                    (G. Testori)

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                      Re: Dittatura politicamente corretta?
                      Risposta #204: Martedì 7 Lug 2015, 19:25:48



                      E cioè che l'essere umano è per natura portato ad identificare con la maggior facilità possibile i nemici in base a caratteristiche comuni, spesso quelle più visibili e superficiali.



                      Rispondo anche se si va un po' fuori topic e probabilmente per parlarne più compiutamente dovremmo spostarci su qualche altro topi già esistente o crearne uno ad hoc. Il razzismo nasce dalla logica dei gruppi, ovvero dal voler dividere l'Umanità in gruppi: bianchi, neri, pellerossa, italiani, spagnoli, francesi, etero, gay, ecc... E' questa una delle origini di tutti i mali.

                      Per il resto, il mondo contemporaneo è ossessionato dal politicamente corretto, questo è certo. Quello che però mi sembra che Sergio tema di più, e pur non trovando la situazione così grave come la dipinge lo capisco, è la dittatura del pensiero unico. Ma questo è un problema che ci portiamo dietro dagli albori dell'Umanità. Nei secoli è cambiato il pensiero, ma non il fatto che si volesse fosse unico. E' una battaglia dura da vincere e si vince solo con la tolleranza e il rispetto di ogni opinione, senza per questo cadere nel relativismo. Esistono idee giuste e sbagliate. Non sono io ovviamente a decidere quali siano e non è nemmeno la società. Ma giusto e sbagliato esistono

                      *

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                        Re: Dittatura politicamente corretta?
                        Risposta #205: Martedì 7 Lug 2015, 21:41:33

                        No, tu non credi nella parola, credi nell'anarchia della parola.
                        La mia libertà non è limitata semplicemente perchè ad offendere qualcuno io non mi sento libero, non la voglio questa libertà

                        Io invece la voglio eccome.
                        Perchè, a differenza di quello che pensi tu, non è affatto un'offesa.
                        Nessuno chiede la libertà di poter insultare qualcuno impunemente....e che proprio non ci si intende sul termine "offesa".

                        Non è che ognuno può decidere a seconda di come si sveglia la mattina, che una parola è offensiva perchè così ha stabilito una sedicente associazione americana per la lotta contro le discriminazione o altre robe.

                        Non si può decidere, arbitrariamente, che una parola passa ad essere offensiva per non meglio precisate fissazioni di qualcuno. Neanche per legge.
                        La lingua italiana ha un'evoluzione secolare, ci manca solo che adesso debba piegarsi a queste sciocchezze!

                        Citazione
                        Il resto è un capriccio. E i capricci non vanno assecondati.

                        E' il contrario. Capriccio è quello che si fa cavillando sulle parole in crisi mestruale. Qui parliamo di attuare una rivoluzione (?) eliminando una "G".

                        Se non è un capriccio questo...

                        Citazione
                        Poi, quando ci si scontra con la vita vera, fatta di limiti e diritti e di una società di cui fai parte, inutile piangere al complotto quando metti in atto comportamenti che la società stigmatizza e punisce.

                        Ma sai, se la società non piace si può anche tentare di cambiarla, non bisogna per forza adeguarsi. Io nel mio piccolo cerco di farlo.
                        E alcune persone sono riuscite a convincerle ad abbandonare certe pruderie linguistiche.

                        Citazione
                        Il bilanciamento dell'interesse alla libertà di parola e alla dignità di una persona è un bilanciamento che si esegue di volta in volta a seconda del caso, perché essendo principi costituzionali hanno pari valore. Sul fatto che hanno pari valore e non c'è una classifica non sto cercando di convincerti, è così, e se non lo capisci ti consiglio di prendere un libro di diritto e cominciare da pagina 1, nozioni base di diritto costituzionale

                        Non mi interessa il diritto costituzionale, perchè principi piegati a logiche da fanatici non sono pensabili.

                        Qui non è in discussione la dignità della persona, ma il fatto che questa dignità possa essere lessa secondo tare mentale ogni giorno diverse a seconda dell'umore di questo e quello.

                        E comunque, per come la vedo io la libertà di parola è il principio sommo della democrazia e tutto il resto deve essere in funzione di questo.

                        Citazione
                        Ancora una volta mi viene da ridere al concetto di dittatura, come avessimo davvero i soldati fuori di casa pronti a controllare come parliamo. Questa è paranoia

                        Io direi che vedere razzismo dappertutto, anche nelle singole lettere, è paranoia.

                        Citazione
                        Non c'è nessuno pronto a metterti in galera come pensi, anzi, ti ripeto che a livello giudiziario in genere non accade assolutamente nulla, la maggior parte dei casi hanno riflessi solo all'interno delle organizzazioni di cui fai eventualmente parte, come nel caso di Sterling e Trump, o di Balotelli se ricordi il caso (che nel caso concreto fu pure abbastanza ridicola la soluzione della Premier secondo me
                        ).

                        Mi pareva avessi detto tu che se uno dice negro va in galera, peraltro aggiungendo "giustamente". So che non è vero, e infatti lo avevo fatto notare. Ma mi pareva lo auspicassi.
                        I casi Sterling-Trump ecc. sono emblematici del livello di follia raggiunto.

                        Citazione
                        Sul termine "negro" in particolare sono stufo, e un po' frustrato a cercare di spiegarti cose che evidentemente non vuoi capire

                        Sei tu che non capisci, vedo, quindi non posso fare altro che suggerirti di aprire un vocabolario o aprire un testo medico.
                        Scoprirai che ti sbagli, sempre che ti interessi farlo.

                        Io intanto aspetto che anche in Italia si arrivi a fare come negli USA dove la gente finirà per non pronunciare le parle neanche per fare esempi...la famosa "N-word"...cioè livello intellettivo sui 4 anni.
                        Prima o poi a forza di prendere esempio dai peggiori ci arriveremo anche noi.
                        Meglio rimediare finchè siamo in tempo.

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                          Re: Dittatura politicamente corretta?
                          Risposta #206: Mercoledì 8 Lug 2015, 14:25:17
                          Qualcuno dovrà fermarsi, lo faccio io. Anche perchè non c'è più niente da dire. Come diceva un mio professore, il resto lo decide la realtà.

                          « Ultima modifica: Mercoledì 8 Lug 2015, 14:26:50 da Rockerduck87 »
                          Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
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                            Re: Dittatura politicamente corretta?
                            Risposta #207: Venerdì 24 Lug 2015, 23:56:44
                            Sperando che quest'intervento non butti benzina sul fuoco, volevo spingere a due riflessioni:


                            A) A fine agosto debutterà su Italia1 la nuova serie di Lupin. Ho letto in questi giorni che il ladro gentiluomo fumerà molto meno o non fumerà affatto, in rispetto al politically correct voluto dal salutismo. Lupin non deve fumare perché non è educativo. Su un giornale (mi sembra Il Corriere),  qualcuno saggiamente scriveva "Ladro sì, si può. Fumatore no". Speriamo lascino la sigaretta al povero Jigen

                            B) Oggi hanno trasmesso il corto Pluto cane da punta, con un Topolino che tutto entusiasta annuncia a Pluto che per pranzo avranno succulenta selvaggina. Un cartone del genere oggi non si potrebbe più fare.

                            Che ne pensate?

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                              Re: Dittatura politicamente corretta?
                              Risposta #208: Sabato 25 Lug 2015, 00:20:12
                              Che ne pensate?

                              Personalmente, quello che penso di tutte le modifiche fatte a cartoni/fumetti per renderli più "politicamente corretti" : uno scempio e un insulto all'intelligenza di chi legge/guarda.

                              E io non fumo nè vado a caccia, anzi, sono comportamenti che deploro entrambi...ma è giusto che vengano rappresentati se serve, senza tante storie.

                              Sul fatto di non poter fare cartoni con la selvaggina non sarei così drastico, comunque.


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                                Re: Dittatura politicamente corretta?
                                Risposta #209: Sabato 25 Lug 2015, 00:24:27

                                Sul fatto di non poter fare cartoni con la selvaggina non sarei così drastico, comunque.


                                Quando dico che oggi non si farebbero, mi riferisco ai personaggi Disney più popolari, non ai cartoni in generale.

                                Trovo difficile oggi vedere rappresentato Topolino che va a caccia, ma magari è una mia idea :)

                                 

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