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Ciò dovrebbe stare a significare che in un anno sono andati in perdita?

Benvenuto Magick81
Relativamente a questo punto, potrebbe semplicemente significare una riduzione della redditività nel conto economico, non necessariamente una perdita netta.

Citazione da: magick81 - Lunedì 19 Giu 2023, 23:55:30

Ciò dovrebbe stare a significare che in un anno sono andati in perdita?

Benvenuto Magick81
Relativamente a questo punto, potrebbe semplicemente significare una riduzione della redditività nel conto economico, non necessariamente una perdita netta.

Non penso che vada in perdita, non sarebbe logico, e neanche giusto! Però, da quel che mi sembra di aver capito, Topolino non è una testata particolarmente remunerativa, anche per il prezzo basso (aridaje! ): quelle che "tirano la carretta" sono le testate di ristampe, che, avendo un costo limitato, portano un guadagno quasi netto...
Probabilmente, il direttore si riferisce ad una soglia minima di guadagno, che quando ci si scende sotto si è costretti ad aumentare il prezzo...

... ma sono tutte illazioni di un ignorante che in realtà non ha mai visto il bilancio, quindi lasciano il tempo che trovano!

Non penso che vada in perdita, non sarebbe logico, e neanche giusto!

Certo che non sarebbe logico o giusto e forse ho anche capito cosa intende il direttore, , volevo solo far constatare che, a mio avviso, questo riferimento al passato che avrebbe voluto creare empatia e comprensione, finisce per avere l'effetto contrario. Ma come dicevo non è semplice dover comunicare queste notizie e neanche trovare il momento giusto: la comunicazione in questo caso è avvenuta nello stesso numero che ha visto l'aumento, quindi quando gli acquirenti se lo sono ritrovato in modo inaspettato. Di sicuro non avrei voluto essere nei suoi panni.

A proposito di costi, mentre quelli di stampa e distruzione potrebbero essere definiti costi fissi, mi incuriosirebbe sapere sceneggiatori e disegnatori che tipo di contratto hanno.

Grazie per il benvenuto.

Voglio aggiungere alle meritatissime lodi già attribuite alla storia di Pastrovicchio, un plauso per la strepitosa tavola della partita a scacchi con Ghimel (nome quanto mai appropriato nel contesto): tutte le mosse che portano al Matto sono coerenti e assolutamente argute, il sacrificio della regina che costringe il cavallo nero in F6, permette all'alfiere di dare il Matto da E7, protetto dal cavallo in D5 che allo stesso tempo preclude la fuga in C7, mentre un rientro alla casella di re in E8 è impedito dall'altro cavallo in G7. Completamente assenti le condizioni per un arrocco corto o lungo.
Peccato solo per la svista in fase di colorazione che ritrae nella prima vignetta il pedone di regina in D7  e nella seconda vignetta il pedone in F7 come bianchi.

Si tratta della partita "immortale" tra Andersen e Kieseritzky, giocata nel 1851 a Londra, vero?

Citazione da: tang laoya - Martedì 20 Giu 2023, 05:58:28

Voglio aggiungere alle meritatissime lodi già attribuite alla storia di Pastrovicchio, un plauso per la strepitosa tavola della partita a scacchi con Ghimel (nome quanto mai appropriato nel contesto): tutte le mosse che portano al Matto sono coerenti e assolutamente argute, il sacrificio della regina che costringe il cavallo nero in F6, permette all'alfiere di dare il Matto da E7, protetto dal cavallo in D5 che allo stesso tempo preclude la fuga in C7, mentre un rientro alla casella di re in E8 è impedito dall'altro cavallo in G7. Completamente assenti le condizioni per un arrocco corto o lungo.
Peccato solo per la svista in fase di colorazione che ritrae nella prima vignetta il pedone di regina in D7  e nella seconda vignetta il pedone in F7 come bianchi.

Si tratta della partita "immortale" tra Andersen e Kieseritzky, giocata nel 1851 a Londra, vero?

Grandissimo NRW_Radler! È proprio lei! Finale che mi "suonava" ma che non riuscivo a identificare, finale titanico come in una sinfonia di Mahler, Matto al nero che ancora poteva contare su due cavalli, due torri, due alfieri e la regina!

Sono impressionato!
Io so a malapena muovere i pezzi su una scacchiera, e questi mi riconoscono le partite del 1851!

Applausi a voi, e anche a Pastrovicchio per l'eccezionale citazione!

Innanzitutto grandissimi Tang e Ciclista per lo spirito d'osservazione, però mi sembra ci sia qualche errorino: nella seconda vignetta mancano i due pedoni in G4 e H5 e ci sono altri due errori di colorazione: il pedone in B5 diventa bianco così come quello in F7. Ciò detto... Bella chicca, apprezzatissima.

Ciao!

Il Grande Tiranno

Sono impressionato!
Io so a malapena muovere i pezzi su una scacchiera, e questi mi riconoscono le partite del 1851!

Applausi a voi, e anche a Pastrovicchio per l'eccezionale citazione!

Eh ma per me è vera goduria! quando l'ennesimo genio in ufficio ti chiede sardonico: whaaat? you're still reading Mickey Mouse comics at your age..?, cartucce come questa ti aiutano a stenderlo definitivamente 

Sperando che non ci siano errori negli editoriali nello stesso numero... 

La "citazione scacchistica" si inserisce in un filone recente di autori che nel redigere le loro storie vogliono farsi belli. E' successo anche un anno fa più o meno (non ricordo l'autore né la storia, ma fu intervistato da fisbio in una live serale) in cui in una storia a puntate mise dentro un'enormità di personaggi 'dal passato'.
Ebbene, l'inserimento di questi personaggi o la medesima citazione scacchistica sono funzionali al flusso della storia? se nella scacchiera fossero stati messi i pezzi 'a caso', pur rispettando le regole del giuoco, se nella storia citata fossero stati inseriti personaggi diversi, la trama avrebbe funzionato lo stesso? sì.
Io credo che Bertani stia prendendo una pericolosa deriva verso l'estremizzare le sceneggiature, troppo particolareggiate, a scapito della qualità media dei disegni, che in certe storie, soprattutto le corte centrali, a volte sono inguardabili.

La "citazione scacchistica" si inserisce in un filone recente di autori che nel redigere le loro storie vogliono farsi belli. E' successo anche un anno fa più o meno (non ricordo l'autore né la storia, ma fu intervistato da fisbio in una live serale) in cui in una storia a puntate mise dentro un'enormità di personaggi 'dal passato'.
Ebbene, l'inserimento di questi personaggi o la medesima citazione scacchistica sono funzionali al flusso della storia? se nella scacchiera fossero stati messi i pezzi 'a caso', pur rispettando le regole del giuoco, se nella storia citata fossero stati inseriti personaggi diversi, la trama avrebbe funzionato lo stesso? sì.
Io credo che Bertani stia prendendo una pericolosa deriva verso l'estremizzare le sceneggiature, troppo particolareggiate, a scapito della qualità media dei disegni, che in certe storie, soprattutto le corte centrali, a volte sono inguardabili.

Io penso che qui si stiano confondendo un po' i problemi tra loro. Innanzitutto la sceneggiatura è interamente di Pastrocchio, quindi è imputabile alla sua volontà l'aver voluto inserire la citazione, e non certo a un Bertani il quale non ha certo le mani in pasta in ogni singolo dettaglio: sarebbe come dire che Don Rosa inseriva citazioni a Barks nelle sue storie perché glielo imponeva il suo editor alla Egmont.
Per ritornare in argomento, certo che mettendo in scena una partita a scacchi casuale la qualità della storia sarebbe rimasta inalterata, ma è appunto da dettagli come questo che si capisce la profonda cura con la quale l'autore ha realizzato "Topolino e il fattore gamma", dettagli che sebbene non indispensabili arricchiscono la storia. Di scarsa qualità dei disegni non mi sento di accusare la direzione Bertani, valutando i picci grafici raggiunti in alcune lunghe; se poi i disegni delle brevi non ti piacciono, questo mi sembra un problema a sé stante, privo di relazioni con questa citazione scacchistica.

Questo è il colmo! Pur di prendersela con Bertani, ci si attacca alle cose più assurde!
D'ora in poi, arricchire una storia con citazioni di qualità non sarà più "arricchire una storia", ma "sceneggiatore che vuole farsi bello"!

Cose da pazzi...

la trama avrebbe funzionato lo stesso? sì.

Mai parole fur più veritiere!
Si parva licet componere magnis, si dice che Visconti pretendesse che in scena, nel cassetto portagioie di Violetta, fossero riposti veri gioielli di Cartier, sebbene tale cassetto non sarebbe mai stato aperto nel corso della recita. D'altra parte nella Sistina, il formidabile artefice avrebbe potuto senz'altro soprassedere a immortalare il proprio autoritratto nella pellaccia del San Bartolomeo.
La trama (rispettivamente della Traviata o del Giudizio) avrebbe funzionato lo stesso? sì

La "citazione scacchistica" si inserisce in un filone recente di autori che nel redigere le loro storie vogliono farsi belli. E' successo anche un anno fa più o meno (non ricordo l'autore né la storia, ma fu intervistato da fisbio in una live serale) in cui in una storia a puntate mise dentro un'enormità di personaggi 'dal passato'.
Ebbene, l'inserimento di questi personaggi o la medesima citazione scacchistica sono funzionali al flusso della storia? se nella scacchiera fossero stati messi i pezzi 'a caso', pur rispettando le regole del giuoco, se nella storia citata fossero stati inseriti personaggi diversi, la trama avrebbe funzionato lo stesso? sì.
Io credo che Bertani stia prendendo una pericolosa deriva verso l'estremizzare le sceneggiature, troppo particolareggiate, a scapito della qualità media dei disegni, che in certe storie, soprattutto le corte centrali, a volte sono inguardabili.

Ma è proprio necessario fare polemica per qualsiasi cosa? Se gli autori utilizzano un linguaggio e immagini semplici, allora Topolino ha perso la sua complessità ed è diventato un fumetto esclusivamente per bambini, se vengono inserite citazioni un po' meno immediate e più complesse da cogliere, lo fanno sicuramente per pavoneggiarsi e fare i fighi. Tra l'altro minacciando una presunta correlazione tra questi riferimenti e uno scadimento generale della qualità dei disegni (quando, nel caso specifico, la storia di Pastrovicchio è disegnata letteralmente da Dio, forse una delle migliori dal punto di vista grafico del 2023).

Posso capire le critiche ad autori che farciscono le loro storie di citazioni come Gagnor, Nucci o Gervasio... Ma finché un autore non ne fa abuso, non vedo perché criticare lui oppure chi approva la storia in redazione.