Implemento le interessantissime informazioni biografiche su Federico Pedrocchi, riportate da Alec, con altre riguardanti più nello specifico la produzione fumettistica di questo primo grande Maestro del fumetto, non solo Disney, italiano. Entrato nello staff della Walt Disney-Mondadori nel 1935, quando diviene direttore artistico delle pubblicazioni della casa editrice, si dedica insieme ad Antonio Rubino alla cura degli ampi giornali a fumetti, curandone personalmente la grafica di impaginazione e, al fine di sopperire alla mancanza di materiale americano del King Features Syndicate( a causa anche dell'embargo al fumetto made in USA stabilito dal MinCulPop a partire dal 1938),assumendo come collaboratori nomi storici del fumetto italiano come Guido Moroni Celsi, Luigi Motta, Kurt Caesar, Rino Albertarelli, Pier Lorenzo De Vita e Cesare Zavattini. Proprio quest'ultimo, divenuto direttore editoriale della sezione periodici della Mondadori nel 1936, firma il soggetto di una delle più longeve serie creata dalla fucina creativa nascente della Mondadori. Nel numero 93 del settimanale I tre porcellini, datato 31 dicembre 1936, prende avvio il primo episodio di "Saturno contro la Terra": il suo successo è tale da determinare la creazione di altre sei avventure, l'ultima delle quali sarà pubblicata addirittura nel Dopoguerra. Se il soggetto, come già detto, è ascrivibile a Zavattini, la sceneggiatura è opera del prolifico Pedrocchi, mentre i disegni sono realizzati da Giovanni Scolari. La serie proseguì poi su Topolino, settimanale con cui I tre porcellini si fonde, a partire dal numero 216 del 11 febbraio 1937.
Fu comunque su Paperino, altro importante periodico della scuderia Mondadori, che la scuola fumettistica italiana nata con Pedrocchi ebbe il maggior campo di sperimentazione. Oltre ad essere culla dei primi Disney italiani, esso è notevole anche per i fumetti naturalistici, firmati perlopiù da Pedrocchi, ospitati al suo interno. Ricordiamo "Zorro della metropoli", realizzato in tandem con Guido Martina per la sceneggiatura e da Walter Molino ai disegni; "Will Sparrow pirata del cielo", sceneggiata da Pedrocchi sotto lo pseudonimo di Luigi Cordero e rappresentata graficamente da Kurt Caesar; "La primula rossa del Risorgimento", fondamentale feuilleton a vignette scritto in collaborazione con Cesare Zavattini e disegnato da Pier Lorenzo De Vita; "La compagnia dei 7", realizzata insieme a Walter Molino; le tre avventure del ciclo di Saturnino Farandola, tutte visualizzate graficamente da De Vita, ovvero: "Saturnino Farandola", "Le quattro regine" e "Saturnino farandola contro Fileas Fogg";"Il diamante azzurro", disegnata sempre da De Vita; "La lampada di Aladino", in collaborazione con Guido Moroni Celsi; "La mia avventura tra gli Arussi", disegnata da Nino Pagot. Ma le due serie forse più importanti realizzate da Pedrocchi, oltre al Saturno, sono la seminale "Virus il mago della foresta morta", che si fregia dei disegni di Walter Molino, storia fondamentale nel suo porre le basi del fumetto avventuroso italiano; e "Il dottor Faust", ricercata trasposizione a fumetti del Faust di Goethe e Marlowe, impreziosita dai disegni spettacolari di un Rino Albertarelli a cui viene concessa molta libertà artistica sul piano grafico-espressivo, autore di ampie tavole ad acquarello davvero meravigliose.
Analizzando la sua produzione Disney, Pedrocchi si concentra sul personaggio di Paperino, intuendone per primo le grandi potenzialità all'interno di storie di più ampio respiro, assegnandoli una spalla, Meo Porcello, e un antagonista, Bartolomeo Circonlocuzioni, mai più apparsi in produzioni disneyane successive. Nel settimanale Paperino e altre avventure vengono pubblicate "Paolino Paperino e il mistero di Marte", "Paolino Paperino inviato speciale", "Pippo viaggiatore di commercio", "Paperino fra i pellirosse", "Biancaneve e il mago Basilisco", "Paperino chiromante", "I sette nani cattivi contro i sette nani buoni" e "Paperino e il vaso cinese", mentre su Gli Albi d'Oro esordiscono "Paperino e la pietra filosofale" e "Clarabella fra gli artigli del Diavolo Nero. I disegni sono spesso affidati a Enrico Pinochi e Nino Pagot, anche se i risultati grafici migliori gli ottiene lo stesso Pedrocchi, in veste di autore completo.
Nel 1942, ormai allontanato da Mondadori e dopo una breve collaborazione con Bonelli, la carriera fumettistica di Pedrocchi si spegne in sordina con la sceneggiatura di alcune storie di Cucciolo e Beppe, con i disegni di Rino Anzi, realizzate per le Edizioni Alpe, poco prima del tragico incidente che ne decreterà la morte nel 1945