Bleah! :(
Per carità, massima fiducia per Bruno Enna, ma una storia che racconta i paperotti di Quack Town da grandi, non avrei mai voluto vederla... /
Già, non dico che sono perplesso, né che sono sorpreso... Perché in effetti prima o poi me la aspettavo... Ma mi sarebbe piaciuto che i paperotti di Quack Town rimanessero sempre idealmente bambini. Vederli da adulti mi farà un pò perdere la sensazione quella atmosfera trasognata e persa nel tempo che percepivo durante la lettura delle storie di Quack Town.
E qui non ho potuto non polliciarti. :(
Come sempre, rispetto per l'opinione di tutti.
Ma non mi è chiaro il *perché*.
Solo Gumi ha provato a spiegarlo, ma con una motivazione assolutamente personale o quantomeno "emozionale", che per quanto importante nell'ambito della lettura, ha poche basi "concrete" di giudizio.
Il concetto alla base è interessante, invece, e se provassimo a lasciare da parte la visione che abbiamo costruito sopra quel mondo narrativo in 15 anni di letture, potremmo scoprire che è un'idea piuttosto innovativa per il fumetto Disney. Mostrare personaggi conosciuti per anni in una certa età... cresciuti. Più frequente il contrario, ma così è un'idea molto forte, e credo molto buona.
Soprattutto perché affidata a un autore che ha curato e amato l'universo di Paperino Paperotto come pochi, e che ha dimostrato più volte di avere il tatto e la capacità adeguate per scrivere una cosa del genere.
Non sta scritto da nessuna parte che questo aprirà a una nuova serie, sarà un unicum simpatico e intrigante. Un esperimento, da che un lato fa qualcosa di fresco per il fumetto Disney e dall'altro concretizza una fantasia di molti lettori, che pensavano utopistica. Senza contare che è anche in linea con un certo andamento della narrativa cinematografica, fatta di ritorni di saghe in cui i protagonisti di un tempo tornano invecchiati (Harrison Ford/Han Solo in
Episodio VII).
Inoltre, ci sono moltissime saghe che mostrano capitoli aggiuntivi in cui i protagonisti sono cresciuti e il mondo attorno a loro cambiato, e spesso sono fatti davvero bene (penso a
The Cursed Child per Harry Potter, a
La bellezza è un malinteso per il Gorilla di Sandrone Dazieri e, perché no, a
Potere e potenza per PK). Capisco la sottile malinconia che si prova leggendo una cosa del genere, ma contribuisce a rendere quei personaggi reali e concreti.
E, in ogni caso, checché ne dica Gumi questo non andrà a cambiare di una virgola le storie del Paperotto lette finora, che restano belle come lo sono sempre state, né quelle che verranno