Penso che un lettore veramente interessato alle vicende di paperi e topi, che ami le loro storie e non le legga tanto per, non possa che essere fautore della continuity. Un lettore a cui poco importa se Paperone sia nato in Scozia o nel Klondike, indifferente al fatto che Paperopoli sia sull'oceano o all'interno, non può certo considerarsi un appassionato del genere. Come la continuity non può esser considerata un freno alla fantasia degli autori ma, al contrario, un qualcosa in più, un arricchimento, uno spessore maggiore riguardante fatti, personaggi e situazioni che hanno così una loro ragion d'essere, anche in un fumetto generalmente comico destinato ad un pubblico infantile (almeno in teoria).
Si pensa che certi autori possano essere 'vittime' della continuity imposta da altri ma non è così: tutti gli autori dotati di passione e fantasia costruiscono, a loro volta, in ogni singola storia, un pezzettino in più di continuity, introducendo nuovi personaggi o allargando il campo (senza stravolgerlo) di certificate situazioni. Creandone magari altre ex novo, un poco alla volta, in ambiti diversi fino a quel momento inesplorati (penso ai parenti di Amelia - Rosolio, Minima e Nonna Caraldina - ideati da Artibani; al Bum Bum in trio con Paperino e Archimede creato da Mastantuono; l'Eurasia Tost di Casty come gli Zapotec e Marlin di DeVita). Starà poi ai loro colleghi (oltre che alla redazione) 'accettare' queste novità, se convincenti, riprendendole nelle loro personali storie dandogli così una sorta di generale ufficialità che non farà altro che arricchire le basi per nuovi plot.
Tutto ciò, da lettore ma anche, immagino, da autore, mi pare molto divertente e stimolante: rispettare, accettare, arricchire alcune situazioni consolidate o, come dicevo, iniziare a realizzarne di nuove in campi diversi, piuttosto che inoltrarsi in plot 'alternativi' senza senso (in situazioni già 'consolidate') che lasciano il tempo che trovano visto che poi non saranno più ripresi. A meno che non siano all'interno di storie palesemente demenziali o parodistiche, le quali giustificherebbero certi 'voli pindarici'.
In questi ultimi anni ho notato da parte della redazione una maggior attenzione nel rimando a storie pubblicate in passato in cui ci sono collegamenti con fatti e personaggi protagonisti di storie presenti. Tanti asterischi che invitano il lettore più attento, interessato e curioso a riprendere vecchi libretti o a ricercarli se non li ha per riallacciare meglio le diverse situazioni: è anche un modo per aumentare il giro d'affari degli 'arretrati', sia in redazione come nei mercatini o nelle fiere.