Bel topic. Mi pare di capire si parli di vignette che ci hanno toccato non solo perché divertenti, ma per quel qualcosa in più.
Evito di citare gli evergreen che tutti conosciamo, come il Paperone da Only a Poor Old Man postato da Bacci in prima pagina, o il calcione di Paperone al nipote che sancisce la "fine" dello Scrooge in evoluzione della saga e la nascita del vero Scrooge che tutti amiamo.
Ce n'è una marea di Barks, ne cito solo due che mi hanno colpito cosí tanto che a volte mi tornato in mente senza motivo apparente.
In Paperino in Vulcanovia (Volcano Valley, 1947) Paperino si ritrova in prigione e constatato che neanche i nipoti sono andati a salvarlo lo vediamo dire in una vignetta in ombra di profilo: "nobody loves me anymore". La vignetta è uno schiaffone perché, come sa chi l'ha letta, quella storia è un climax di delirio comico. E quella vignetta vuole essere al contempo comicissima come tutte le altre, ma fa anche da contrappunto depressivo. Come un musicista che d'improvviso cambia tempo e va in levare, o qualcosa del genere.
L'altra, in qualche modo simile a quella descritta qui sopra, è la vignetta nella storia dello zombie (Voodoo Hoodoo, 1949) con cui Barks mostra l'arrivo di Paperino in Africa. Campo lungo, aeroporto, Donald che ammira il panorama e esclama (traduco a naso, non l'ho letta in italiano): "Però che bel posto. Quanto vorrei che i nipoti fossero qui con me a morire di fame!". Si noti che non è una battutaccia in riferimento alle difficoltà alimentari del continente, si riferisce al fatto che ha già esaurito i pochi soldi che gli ha dato lo zio per la sua missione. È una vignetta che sintetizza credo tutto Barks, e il suo Donald: sguardo meravigliato sulla natura, amore per la famiglia, sarcasmo e auto ironia a mille.