Menzione d'onore alla facciniana Magia del Teatro che riporta in auge quella splendida prosa comico-realistica semplice e ricercata allo stesso tempo che ha caratterizzato alcune delle più belle pagine del Topo italiano nel corso di questi decenni.
"Ciondolare con gli accoliti, tanghero, abboccare, sonorità belluine, irretire, venustà d'amazzone, occhioni glauchi, turbinare e trasecolare, languida, estenuata etereità, protervo, ottuso, sibillino, sfuggente, scorrazzare,sproloquiare, melensaggini, fare lo gnorri, i lazzi di quei buzzurri, Erinni scatenate".
Il mondo del teatro è trattato con una competenza di linguaggio quanto mai appropriata e mai stucchevole: animale da palcoscenico, istrione, mattatore, atelier, fonazione, dizione, flocculazione (termine di altro ambito semantico), monologo, sipario, avanspettacolo, plasmare come creta. Notevole il climax "perduto, rovinato, demolito, sbriciolato"
Ardito anche lo sberleffo a certo teatro engagé o underground trascorso nell'immaginario comune come pertinenza quasi esclusiva di attori e registi gay o quantomeno effeminati: il rifacimento ibseniano di "casa di bambolo" con Paperino tenero principesso sul pisello che mostrando al pubblico il posteriore dichiara di essere estremamente sensibile al tatto, all'olfatto e all'udito e attentissimo alla propria alimentazione, crea sicuramente atmosfere raramente intraviste prima nelle pagine del topo.
Mi piace infine menzionare i piacevoli echi danteschi dei dialoghi, "la malabolgia dei crapuloni" e "il becco atteggiato a trombetta" (altri ne atteggiò il cul...)