Ho dato solo due voti, per il Capitano Setter e per Musone... il secondo, in effetti, non saprei neanch'io come potrebbe essere utilizzato (come spalla, è mille volte meglio Pippo!)
Non sono d'accordo e non lo era neanche Leonardo Gori in un articolo sull'Eternauta di venti anni fa dedicato alla storia 'Topolino e il misterioso S, flagello dei mari':
"Mickey recita in coppia con Musone, l'irresistibile meccanico che aveva già incontrato anni prima in
Topolino Aviatore. Gloomy, perennemente imbronciato, pessimista per vocazione, è un character straordinario che avrebbe meritato ben altra sorte di quella riservatagli da Gottfredson e collaboratori. E' una spalla perfetta, appena inferiore al Pippo 'definitivo' post
Casa dei fantasmi. E' quanto di meno eroico si possa immaginare: cerca di frenare in ogni modo gli entusiasmi di Topolino, si rifiuta di condividerne le iniziative e i pericoli. Ma poi, al momento decisivo, la sua presenza è di grande aiuto. E' un eroe anche lui, ma assolutamente antiretorico, capace di slanci sinceri e disinteressati. Basti guardare la sequenza finale, quando organizza la costruzione delle zattere di salvataggio per Orango e per i suoi, dopo l'affondamento del sommergibile. Musone è solidale, disciplinato, efficiente, ma soprattutto è entusiasta di essere vivo. Niente di più lontano del modello ideale di eroe italico 'pronto alla morte' che i lettori di 'Topolino' si vedevano propinare a scuola e alle adunate del Sabato fascista. Musone sarebbe potuto diventare la 'spalla' definitiva di Topolino...
...Dopo Musone sarà la volta (definitivamente) di Pippo, che in pochi anni passa da 'scemo del villaggio' ad una sorta di filosofo surrealista, con una profonda riscrittura anche del suo aspetto esteriore. Sarà un gregario senz'altro memorabile ma si cristallizzerà ben presto in un ruolo da macchietta, specialmente nelle storie italiane del Dopoguerra. Peccato per Musone che avrebbe potuto essere riutilizzato con ottimi risultati, vista la complessità del suo carattere.
Quella di Musone è poi un'assenza che si fa particolarmente sentire quando Orango torna, una volta, dal passato di Topolino per vivere con lui un'avventura che certo non ha nulla a che vedere con quella splendida del 1935. La cosa succede alla fine degli anni Cinquanta, quando Martina e Chierchini realizzano la storia
Il ritorno dell'artiglio magnetico (1959), in un periodo in cui anche altri autori (da Scarpa a Bottaro) 'riciclano' con una punta di nostalgia le vicende irripetibili degli anni Trenta. Ma il Pirata Orango, nella sonnolenta Italietta del
pre-boom, è un povero ergastolano che intreccia canestri (per quanto diabolici) e il Pippo di Martina, per quanto godibile, è lontano mille miglia dal grande Musone degli anni eroici..."