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Sconvolgente; è una storia che sconvolge chi la legge, e che sconvolge l’universo dei paperi. E’ questo il primo atteggiamento che ho avuto alla fine della prima lettura della storia; e la seconda lettura, se possibile, mi ha sconvolto ancora di più. C’è di tutto: la storia, l’avventura, la religione, la famiglia; ed alla fine ho voluto, anzi dovuto approfondire un po’ di cose. La storia: ho consultato l’enciclopedia Rizzoli-Larousse edizione 2001 ed ho letto la storia dei Templari ivi riportata, che ovviamente coincide con quella riportata (altrettanto ovviamente a grandi linee) da Don Rosa nel prologo; ma vi ho scoperto una cosa interessante: il nome dell’ultimo gran maestro dell’ordine, mandato al rogo nel maggio del 1314, era Jacques de Molay; proprio così, Don Rosa ha dato al “cattivo” della storia il nome dell’ultimo dei Templari. L’avventura: forse non è questa la storia più avventurosa del clan dei paperi, ma è senz’altro una di quelle che lascia maggiormente con il fiato sospeso nell’attesa degli avvenimenti che via via si susseguono senza che il ritmo rallenti minimamente; in ogni pagina c’è un colpo di scena. La religione: qui ci sarebbe da fare una tesi di laurea, e sono da riprendere alcuni accenni fatti nel thread Disney e la religione; è evidente che l’argomento religioso interessi Don Rosa, se non altro perché gli dà una moltitudine di spunti per le sue storie. Era una storia con ampi significati religiosi quella di Kalevala, per esempio; nel thread sopra nominato si è accennato al paradiso dei de’ Paperoni visualizzato nella saga; qui la storia è intrisa di religiosità sin dall’inizio, con la visita di Paperone alla tomba dei genitori (ma perché nelle lapidi si leggono bene le date, ma non i nomi?), e fino alla fine, anzi anche oltre la fine (avete fatto caso allo scrigno che i nipotini aprono nell’ultima vignetta? Avete visto che lo stesso scrigno era già apparso nella quinta vignetta di pagina 21? E lì si parlava di una certa Arca dell’Alleanza…). La famiglia: alla fine il vero fulcro di tutta la storia; Don Rosa ha infatti sfruttato la ricerca del tesoro dei Templari per risolvere diverse cose all’interno del microcosmo dei paperi. Le discussioni tra Paperino e Paperone sono ripetute ed al limite dell’astioso; non parliamo poi del rapporto tra Matilda e Paperone, che definire burrascoso all’inizio della storia è niente; ma alla fine della vicenda la famiglia si ritrova unita. E’ un passo fondamentale nella storia dei de’ Paperoni: da ora in poi credo che Don Rosa non potrà, anzi non vorrà “dimenticare” Matilda, e che prima o poi dovrà anche dirci che fine ha fatto Ortensia (comunque sempre presente, se non altro in ritratto…). In conclusione: una storia bellissima, che una volta ancora mostra ciò che è possibile fare con il fumetto, anche se protagonisti sono dei paperi.