Buongiorno a tutti e grazie di aver, chi più chi meno, accettato di buon grado il mio rientro nel forum.
Infatti sono l'utente che in passato, sotto l'esagitata identità di Maniac Cop era stato allontanato a tempo indeterminato.
Ringrazio in particolare il moderatore Pacuvio che per mettere una buona parola - a volte anche a mia insaputa - ha fatto ben più di quanto avrebbe dovuto (della serie:
ma chi gliel'ha fatto fare? ).
Comunque meglio sorvolare su tale questione, poiché oggi sono qui solo per far conoscere agli utenti interessati un po' del materiale raro/inedito in Italia che durante la mia assenza sono riuscito ad accaparrarmi in un modo o nell'altro.
Oggi voglio parlare di un episodio della serie
Mickey à travers les siecles, episodio che non è stato tradotto in italiano e in sostanza non è stato neanche ristampato nella stessa Francia, a parte un album che funzionò da raccolta a poca distanza dalla prima uscita dell'episodio.
MICKEY ET LE VASE DE SOISSONSVoto: 8
E' un episodio del famoso ciclo
Mickey à travers les siecles, che al tempo aveva già superato la ventina. Dovrebbe essere il ventitreesimo, ma digitando "Mickey à travers les siecles" nell'Inducks, nell'elenco che ne deriva gli episodi del 1953 sono forse messi in disordine (
53006 precede
53003), quindi è meglio non dare dati precisi.
Comunque, quest'episodio è tra i migliori del 1954, cioè uno dei più movimentati, un po' più profondi e più complessi nella costruzione delle
gags.
La costruzione delle
gags è infatti quella che permette di differenziare in qualità un episodio dall'altro, dato che dal lato tecnico - storicamente parlando - sono accurati, nei minimi dettagli, tutti gli episodi, e quindi tecnicamente sono tutti realizzati con attenzione, tanto da risultare molto simili.
In particolare,
MICKEY ET LE VASE DE SOISSONS (il titolo è ovviamente stato assegnatogli in futuro, in funzione puramente indicativa) mette mano alla celebre leggenda del Vaso di Soissons, di cui oggi gli storici mettono in dubbio l'autenticità, attribuendogli un valore simbolico.
Praticamente Clodoveo I (il nome originario è Clovis, e ovviamente così si presenta nella storia in questione), re dei Franchi, aveva conquistato Soissons combattendo contro Siagro, e Soissons divenne la capitale del regno dei Franchi.
Come riportato nell'
Histoire de France, un meraviglioso calice trovato in una chiesa saccheggiata fu reclamato da un importante vescovo, e quindi Clodoveo cercò di tenerselo per sé al fine di consegnarlo per motivi politici. Un soldato "brutale e geloso" (secondo l'
Histoire), effettivamente irritato perché il suo sovrano non rispetta la tradizionale spartizione del bottino, distrugge il vaso con un'ascia.
E tempo dopo lo stesso sovrano gli spaccherà la testa alla stessa maniera, ricordandogli: "Così hai fatto tu al vaso di Soissons".
In
MICKEY ET LE VASE DE SOISSONS, oltre a Clodoveo, compare anche il gigantesco soldato dei Franchi che spaccherà il vaso. Topolino tenta di convincerloi a non farlo poiché potrebbe pentirsene, ma il soldato non gli dà retta e lo spacca, mentre Topolino con nonchalance gli dirà "
Mio povero amico! Ti ricorderai in futuro del vaso di Soissons". e poi si rivolge al lettore riflettendo sul fatto che fino a quel momento nelle sue scorribande spazio-temporali non gli è stato possibile modificare gli eventi storici, in nessun modo (il tema della morte è presente anche nella prima storia francese,
LE TOUR DE FRANCE DE MICKEY). Ecco quindi una differenza con le più moderne storie della macchina del tempo di produzione italiana, in cui i paradossi spazio-temporali non si contano, e servono appunto a vivacizzare il plot che sarebbe forse troppo "educativo", per certi versi.
In generale, la serie
Mickey à travers les siecles è profondamente diversa anche dalle parodie in costume italiane, dato che, come diceva New Amz, le Parodie italiane non avevano certo funzioni "educative", piene com'erano di paradossi e anacronismi, con cui gli autori - in special modo Guido Martina - volevano creare dei paralleli con l'Italia contemporanea.
Perfettamente plausibile è anche l'inedita figura dell'Unno rancoroso e prigioniero dalla nascita dei Franchi con cui Topolino si allea per riuscire a scappare da Clodoveo. Tra i due potrebbe nasce un'amicizia calorosa (se non fosse per l'esiguità di pagine), e questo effetto fortunatamente non è annullato dalle brutte didascalie che continuano a ripetere che non bisogna fidarsi degli Unni. Battuta: "
Je suis un Hun", e Topolino che lo reputa erroneamente balbuziente.
I dettagli storici sono sempre corretti: abbiamo anche una prateria in cui pascolano gli uri, che al tempo pascolavano liberamente nelle praterie gallesi.
Una nota per le
gags: Topolino che fabbrica dei pattini a rotelle e l'Unno li applica a sua insaputa agli zoccoli dei cavalli e Topolino che apostrofa "cugino" un ratto che trova in deposito di vettovaglie.
Inoltre, è caratteristico come nelle storie francesi a Topolino viene quasi assegnata una vera e propria nazionalità francese: infatti definisce i Galli suoi antenati.
Purtroppo, in questa storia, come in altre del ciclo, non si raggiunge il capolavoro, ed è un peccato: l'occasione c'era. L'occasione c'era perché, essendo una serie a tempo indeterminato, si sarebbe potuto aumentare il numero di pagine delle varie "stazioni" temporali approfondendo maggiormente la sceneggiatura.