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Mai e poi mai avrei pensato di arrivare a tanto, né di importunare così a lungo tanta brava gente!
E, visto che finora sono OffTopic, vorrei dedicare questo trecentesimo post alla storia monumento che, insieme alla Collana Chirikawa, occupa un posto importante del mio cuore.
Parlo della prima storia di questa saga, parlo della magnifica, superba, eccezionale Topolino e la spada di ghiaccio. Anche stavolta, non sono in grado di fare una grande recenzione. Perlomeno non bella come quella di Gunni, che non conosco, ma che poco sopra di me (e un po’ di tempo fa) ha scritto parole sante.
Questa storia ha tutto per affascinare un bambino: un paese misterioso, una missione pericolosa, una atmosfera degna dei migliori romanzi fantasy, i personaggi che tanto amiamo e un pizzico di sana ironia che, come sempre accade nelle storie Disney, viene messa nei momenti più topici per sdrammatizzare la situazione. Tutti ricorderete la scena del cartello sopra il picco inaccessibile, all’ingresso della valle d’ombra, dove perennemente ristagnano le nebbie, dove ha la sua dimora uno dei più inquietanti antagonisti che Topolino ricordi. Il principe delle Nebbie è brutto, diciamocelo, anche se di lui non rimane che l’ombra... e cattivo anche... anche se mi sono sempre domandato come mai mi risultasse tanto inquietante!!! Risposta non me la sono mai data! Come dubbi che mi sono sempre rimasti sono.. ma funzionava davvero il corno di Giallar? Pippo come fece a uscire dall’ipnosi della regina? E soprattutto.. sto Alf che fine ha fatto????
Altre domande sono state col tempo (molto tempo) risolte... ad esempio ho passato molto molto tempo a cercare di capire come facessero i nostri ad entrare nella città di Zolde!! C’è da dire che si erano nascosti proprio bene!
Ciò che ti rimane dopo aver letto questa storia è l’atmosfera. Essa ti accoglie, ti avvolge e poi difficilmente ti lascia. Le saghe ben riuscite si evidenziano da quanto riesci ad attaccarti ai personaggi, quelli secondari, quelli che sai che probabilmente non rivedrai mai più e sai che ne sentirai la mancanza, tanto ti sono rimasti dentro e oramai fanno parte di te. Per fortuna De Vita non ci ha lasciato rimpiangere le terre dell’Argaar a lungo, ci ha trasportato altre due volte in quei luoghi favolosi, che non possono essere dimenticati, ma queste sono altre storie... Gunni Helm, Yor, Boz e gli altri restano degli amici lontani, di quelli che non vedi mai, ma di quelli che, ne sei certo, quando li incontri di nuovo è come se il tempo non fosse mai passato, e fossero sempre rimasti assieme a te.