Anch'io ho un paio di domande per Carlo:
il finale dell' "Uomo del Giorno" non è un po' troppo velocemente roseo?
Leo Wonder, imputabile di tentata truffa e di tentato omicidio plurimo (nei riguardi di Topolino e Pippo), 'solo' per aver salvato la vita allo stesso Pippo (inizialmente neanche troppo convinto nel fare ciò) non può salutare ed essere salutato da Mickey così amichevolmente;
la seconda è più 'leggera' e di curiosità:
Mickey, tornando a casa dopo mesi passati in Borneo, dice di aver voglia di relax nella sua tranquilla e ridente cittadin... a. Sappiamo che Topolinia è meno estesa di Paperopoli ma non credo possa essere considerata una cittadina, bensì una città comunque grande se non una vera e propria metropoli come da diversi scorci si può appurare. Lo stesso Scarpa, nel riprendere Zia Topolinda, faceva notare come la città si fosse estesa fino alla sua dimora, un tempo di campagna ed oggi di periferia urbana (con alti grattacieli sullo sfondo). Oltretutto la malavita molto sviluppata con fior di ladri e geni del male non la fanno certo pensare come particolarmente 'tranquilla' (e questo Topolino dovrebbe saperlo molto bene).
Ciao Cornelius Coot,
ti rispondo, come sempre, volentieri.
Per quanto riguarda la prima domanda, il finale della storia rispecchia quello che ho scritto a Lucandrea: il mio intento era quello di mostrare come il facile successo, inseguito oggi da molti, rappresenti una perdita di umanità perchè il vero successo, quello che gratifica davvero, secondo me, va costruito giorno per giorno, mattoncino dopo mattoncino.
La situazione drammatica dell'incendio costituisce perciò una sorta di shock per Leo Wonder: in un istante, il suo animo incontra e lotta con il suo
"lato buio" e ne esce vincitore! Ovviamente, non potevo tirare per le lunghe la fase della sua
"redenzione" (anche perchè avevo esattamente a disposizione 55 tavole complessive), così ho lasciato al lettore riflettere come talvolta una decisione, un avvenimento, portino allo scontro tra il "lato buio" e quello giusto... è un istante, non occorre altro, ma a volte fa la differenza tra il riscatto e la perdita della propria umanità, ecco perchè nel finale Topolino perdona Leo il quale, d'altra parte, devolvendo tutto quello che ha guadagnato in beneficenza e rinunciando definitivamente al suo progetto criminoso, dopo aver salvato Pippo ci appare redento, desideroso di guardare al mondo con occhi nuovi.
Ha sbagliato, è vero, ma è sinceramente pentito perciò Topolino gli offre un'altra chance. Del resto, in concreto, i suoi reati sono essenzialmente intenzionali: il progetto con Hanson è solo, appunto, un progetto che non ha realizzato, la pistola spianata contro i personaggi (minaccia a mano armata, il tentato omicidio è qualcosa di più grave) viene ampiamente compensato, secondo me, dal salvataggio di Pippo e dello stesso Topolino che, sicuramente, non avrebbe mai abbandonato l'amico! Mostrare un Topolino troppo inflessibile, anche perchè in fondo non è un poliziotto, l'avrebbe reso, a mio parere, piuttosto antipatico...
Riguardo alla seconda domanda, ho ripreso la mia sceneggiatura e letto che facevo dire a Topolino di avere "voglia di un po' di relax nella quiete delle pareti domestiche!" una frase un po' sullo stile di certe storie di Scarpa, in cui di ritorno da un'impegnativa avventura, il nostro eroe si gode il piacere della vita tranquilla. Immagino che, però, non sia stata trovata troppo adatta al personaggio, così è stata sostituita con il riferimento alla tranquilla e ridente cittadina... penso che l'ultima parola, comunque, sia stata usata in modo affettuoso, tipo "la mia adorata casetta" (poi magari è un appartamento di 100 mq o più!) sappiamo tutti bene che Topolinia è una grande città se non una metropoli.
Ti saluto con simpatia e, come sempre, buon Topolino!