Recensione Grandi Autori 90 – Topolino Writers Edition: Alessandro Sisti Ha scritto
Yukio Mishima: «L’istante in cui finisce un bacio è carico del malinconico dispiacere che comporta un risveglio forzato». Proprio come un bacio al culmine di una tiepida serata estiva, anche la collana denominata
Writers Edition si conclude lasciando in noi un misto di emozioni contrastanti. Questo quarto volume, dedicato ad
Alessandro Sisti, presenta due volte la parola
“maestro”, che ritroviamo sia in copertina che in controcopertina, nelle parole del caporedattore
Davide Catenacci. Non è scopo del presente articolo ragionare su cosa sia un maestro e se il brillante sceneggiatore lombardo meriti di essere definito tale (in questo caso sarebbe, secondo chi scrive, un maestro senza allievi all’altezza) ma ammetto di essere rimasto colpito da questa
attestazione di stima.
Un bel verde cinabro è il colore scelto per questo volume conclusivo che, nelle sue consuete 292 pagine, ci offre una selezione di nove storie preceduta da una prefazione di
Gianni Bono, fondatore di Edizioni IF, in cui racconta il suo primo incontro con il futuro sceneggiatore; si chiude il tutto con una postfazione dello stesso Sisti. Come già accaduto per il primo volumetto della
Writers Edition,
il disegno di copertina è riciclato non da una storia interna, ma prelevato di peso da
I Grandi Classici Disney 275 del 2009 e, di conseguenza, non rispondente in alcun modo al contenuto del volume.
La prima avventura proposta è la divertente
Zio Paperone e il premio… povertà illustrata da
Massimo Dotta: pubblicata originariamente nel gennaio 1982, questa storia dallo svolgimento non proprio imprevedibile e dai disegni a dir poco datati
rappresenta la primissima sceneggiatura Disney per l’autore lombardo ed è qui inclusa per ovvi e apprezzabili motivi.
Metafumetto purissimo
Diverso è il caso dell’interessantissima
Topolino e il caso dei fumetti solidi, di due anni successiva. In questa bizzarra avventura, che considero
una delle sue vette artistiche e che vede protagonisti Topolino e un Pippo in forma smagliante, Sisti si diverte a giocare con le potenzialità del
medium, fra linee cinetiche solide,
balloon potenzialmente letali e ben quattro tavole in bianco e nero per ragioni narrativamente impeccabili.
Ai disegni di questo geniale thriller meta-fumettistico (che già da solo vale il prezzo dell’albo) un efficace
Sandro Dossi, adeguato anche nelle scene di obbligato dinamismo. Per ciò che riguarda questo volume,
Il caso dei fumetti solidi può essere considerato parte di
una “trilogia ideale” caratterizzata dalla tematica fantascientifica e dalla determinante presenza del professor Enigm. Personalmente non disdegnerei una versione estesa e ridisegnata di questa storia, un “nuovo
cut” nel quale Sisti possa divertirsi ancora di più, e noi con lui.
A seguire la simpatica
Paperino e il veloce velocipede del 1990, con soggetto di
Guido Martina e disegni di un ottimo
Valerio Held, apprezzabile per il ritmo sostenuto e per il parziale
twist finale che dà un tocco di originalità a una storia di fatto molto semplice.
Torniamo ai capolavori con la storia che considero a mani basse
la migliore del volume: edita nel 1993, disegni di un impeccabile
Massimo De Vita,
Il fantasma di Topolino è la mia storia preferita di Sisti al di fuori del suo lavoro su
PKNA. Lo spunto di partenza è assolutamente originale, ma lo sceneggiatore lombardo è eccezionale soprattutto nel riuscire a svilupparlo esplorando tutte le possibilità che questo offre, al punto che anche il lettore più esigente si ritrova alla fine del tutto sazio.
Un velo di tensione, un bel po’ di malinconia, una sana dose di violenza e qualche ottima gag rendono
Il fantasma di Topolino una delle mie storie Disney italiane preferite degli ultimi anni. Seconda apparizione di Enigm in questo volume, lo ritroveremo poi in un’altra splendida occasione.
Tsk! Tsk! Subito dopo possiamo apprezzare una parodia non dichiarata di
Dylan Dog,
Topolino e il talismano elfico. Numerose le citazioni al celebre personaggio bonelliano, frontespizio, font e il tema stesso della storia, legata al mondo dell’occulto e della magia. Splendidi i disegni di De Vita, per un giallo fantasy estremamente interessante con
una Minni ben utilizzata e una gestione dell’“aspetto indagine” impeccabile, cosa che sulle pagine del settimanale non si vede ormai da diversi anni.
Simpatiche anche le tre avventure successive, veloci e ricche di citazioni:
Paperino e il Grande Zio del 2000, disegni di
Lara Molinari; la non riuscitissima
Topolino e l’ora illegale del 2010, illustrata da
Ettore Gula (che si fa apprezzare anche solo per la gag finale e per la presenza dei comprimari del Commissariato di Topolinia, purtroppo mere comparse);
Qualcuno volò dal nido del Bassotto del 2014, disegnata da
Giada Perissinotto.
La perfetta regia di Cavazzano
Ultima storia, ultimo capolavoro, ultima apparizione del professor Enigm in questo volume: si tratta di
Topolino e il naufrago dell’abisso, saggiamente posizionata in chiusura nonostante sia del 2011 e quindi precedente al
Nido del Bassotto. Seconda miglior storia di questa selezione, di pochissimo inferiore al
Fantasma di Topolino, questa avventura vede la compresenza di un soggetto interessantissimo, di uno svolgimento ricco di tensione e dei disegni di un
Giorgio Cavazzano all’apice della propria bravura tecnica:
le tavole sono ricche di sfumature, la “regia” è una gioia per gli occhi e per il cuore. Perfetto il finale.
Chiude il volume, come detto, una simpatica postfazione di Sisti in cui spiega un po’ il criterio scelto per selezionare le storie.
In apertura di recensione ho parlato di emozioni contrastanti. Non c’è dubbio, per quanto mi riguarda, che vi sia
un abisso qualitativo fra i primi due e gli ultimi due numeri di questa collana. Banale e poco ragionata la selezione delle storie di
Pezzin e
Martina, interessanti gli albi dedicati a
Salvagnini e a
Sisti, l’ultimo dei quali si presta forse ad essere definito il migliore dei volumi Writers. È la conclusione “al bacio” di una serie nel complesso non esaltante, il miglior modo che ha attualmente a disposizione un nuovo lettore per conoscere lo stile, le passioni e i personaggi di Alessandro Sisti, autore dotato di una solidità incredibile, capace di generare soggetti di estrema originalità e sceneggiature blindate, dal ritmo perfetto e ricche di dettagli (spesso scientifici) che a fine lettura sanno lasciarci soddisfatti e, perché no, felici. Ma alla felicità si mescola il malinconico dispiacere per una collana che avrebbe potuto e forse dovuto dare molto di più. Se non altro, per rispetto ai grandi nomi coinvolti.
Vorrei concludere questa mia disamina con una
piccola nota relativa al cofanetto dedicato ai quattro volumi Writers. Da tempo Panini non realizzava un prodotto del genere per una serie
Special Edition e, visto il risultato finale, sarebbe stato meglio proseguire su quella linea. Il cofanetto cartonato risulta scomodo (i volumi vanno inseriti o estratti dall’alto), presenta una incomprensibile “finestra” che lascia di fatto sguarnita una buona porzione della costa degli albi e, per di più, nel realizzare il motivo colorato che dovrebbe andare a continuarsi con le coste stesse sono stati invertiti Martina (rosso) con Pezzin (giallo), modificando l’ordine delle uscite nella logica estetica del cofanetto stesso.
Si spera che in futuro l’editore riesca a confezionare un prodotto più curato e dotato di maggiore senso.
Voto del recensore:
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