I Maestri Disney #33 - Bottaro e la Scuola di Rapallo
Lo vogliamo dire una volta per tutte? Diciamolo. Per quanto si possa confezionare un prodotto come questo con estrema cura, con redazionali competenti, con informazioni scelte e una gran considerazione per gli appassionati, se il tutto non viene supportato da storie buone, o quantomeno che non facciano sbadigliere, allora tanta devozione si rivela inutile. Un numero doveroso questo, il terzo del ciclo delle grandi scuole dopo quella veneziana di Scarpa e quella genovese di Carpi, un numero che ha modo nelle prime pagine di fare un giusto tributo al Papersera, alla sua community. Fa di certo piacere aprire l'albo e trovarsi a far capolino in una foto collettiva che comprende Bottaro, Alle, Warren, Rom, Paolo e mille altri figuri ben noti qui e in altri lidi. E vedere un Bottaro felicissimo stringere in mano una certa statuetta pure. Se a questo aggiungiamo la copertina del volume che abbiamo realizzato tutti insieme, gli elementi ci sono tutti per potermi bullare con amici e familiari "Vedete questo titolo? L'ho inventato io!". Ma dopo che hai stressato tutta Padova e provincia facendo il galletto, l'hype finisce e ti ritrovi solo con le storie. Che, purtroppo, non sono certo granchè. Certo, ho apprezzato moltissimo la pubblicazione dell'ultimo lavoro, postumo, di Bottaro (anche se metterlo su Topolino avrebbe avuto un altro significato) ma per il resto...sigh, prodotti mediocri dello Studio Program. Vacche magre insomma, ma veniamo al dettaglio.
Zio Paperone e il Trabiccolo (Bottaro): L'ultima storia di Luciano Bottaro. Senza dubbio emblematica, visto che vi appare lo spazio, l'amato Paperone, le deformazioni, i personaggi sghimbesci, la colorazione psichedelica e Zantaf. Non il miglior Bottaro, certo, si nota infatti un certo affaticamento. Il suo testamento artistico rimane la storia che precede questa, quel Pippo e la Corona delle Streghe che fornisce un poeticissimo esito al tormentone di Pippo e Nocciola, chiudendo idealmente il discorso una volta per tutte. Qui non si giunge a tanto ma è pur sempre gradito. Addio Luciano.
Zio Paperone e la Festa Mascherata (Studio Program-Chendi/Bottaro): Breve storia su quattro strisce tratta dall'Almanacco. Piattume evitabile, messa evidentemente per riempire un buco, visto che il vero tributo a Chendi viene dopo.
Le Miniere di Re Paperone (Chendi/Bottaro): Preceduta da un articolo su Chendi ecco la sua prima storia, tratta da un Albo d'Oro. Un Chendi acerbo in coppia con un Bottaro acerbo, nel complesso una storia acerba significativa più per valore storico che per altro.
Topolino e la Banda Ombra (Studio Program/Milazzo): Dopo un articolo di presentazione su Milazzo, ero già a sbavare, ma la storia è stata una doccia fredda. Una banalissima storiella western tutta sbadigli e stereotipi murryani. Illeggibile.
Zio Paperone e la Melodia Misteriosa (Scala): Articolo su Scala e e una sua storia da autore completo appartenente al filone di Acciuga. Niente di che, gradevole per i virtuosismi grafici e nulla più.
Zio Paperone e la Stella di Burbank (Studio Program/Rebuffi): Articolo sul terzo esponente dello studio Bierrecì, Rebuffi. Ma la storia...cioè questo Studio Program andrebbe obliato con infamia e invece ce lo mettono in tutte le salse. Pietà.
Topolino e il Ritorno dello Struzzo Oscar (Chendi/Colantuoni): Malgrado sia accreditata a Colantuoni pare che i disegni siano prevalentemente della Uggetti. La storia è piacevole, un interessante sequel della storia di Gottfredson. Certo non ne ha la genialità, è poco più di un more of same for dummies, ma almeno si lascia leggere, a differenza del mare di robetta delle pagine precedenti.
In conclusione? Bè...se la tendenza attuale è questa, non capisco dove si voglia andare a parare. Intendiamoci, non ho nulla contro le storie poco significative. Lette in un certo contesto mi stanno bene, e questo contesto è i Grandi Classici, un mattoncino di millemila storie, che mensilmente offre capolavori misti a brevi e storie mediocri. Un pasto completo dove ce n'è per tutti e nulla viene trascurato, e allora si apprezzano di più le cose belle mentre le meno belle passano via velocemente. E non ci si arrabbia. Zio Paperone e I Maestri Disney invece si pongono in maniera diversa, visti i prezzi, la veste e le rubriche sarebbe logico aspettarsi un po' di più.