Recensione Humour Collection 5 – Zio Paperone e la Bontà Natalizia® e altre storie di Silvia ZicheImmagine promozionale per il quinto numero della collana con copertina inedita dedicata alla prima storia.
Prosegue la sua corsa la testata Humour Collection dedicata al talento di Silvia Ziche.
Questo numero ha la sua importanza dato che si tratta del primo volume che non propone una singola storia lunghissima (il
terzo numero propone due vicendi brevi ma il fulcro è evidentemente la storia principale), marchio di fabbrica dell’autrice veneta – ma tre storie meno lunghe, tra le 57 e le 80 tavole, tutte come sempre da autrice completa.
Si tratta di un indice con storie meno note, ma sicuramente robusto e che permette di avere un’ottima visione su storie più “ordinarie” ma non meno complesse, oltre ad avere la possibilità di mostrare i rapporti tra Paperone e i vari personaggi secondari che dipendono da lui come i satelliti attorno al pianeta.
Si parte con i paperopolesi, in una
spietata satira natalizia. A partire dal titolo, la Bontà Natalizia®, in cui fa capolina il simbolo dei marchi registrati,
Ziche squaderna il reportorio dell’analista sociale, in cui a finire sul tavolo operatorio è Paperopoli, pronta per essere analizzata a fondo. Paperone decide di scuotere i suoi affari e mettere al bando il cinismo e la svogliatezza verso i regali che una festa, in maniera inevitabile, porta con sè. E lo fa ovviamente lanciando sul mercato un prodotto assurdo, quello del titolo, una bevanda capace di calmare le persone, riempirle di gioia e spingerle a fare acquisti.
Si tratta dello spirito del consumismo vero e proprio, inscatolato in lattina e pronto per essere venduto, rilasciando svariate sensazioni positive e che travolgono Paperopoli e i parenti prossimi di Paperone. Questi ultimi mostrano tutto il loro cinismo, preoccupati che un socio in affari, il giovane e volenteroso Trent Percent, possa estrometterli dal testamento. Si tratta di aspetti presenti già nella
Papernovela ma, senza il filtro dello sceneggiato televisivo,
risultano ancora più graffianti. I paperopolesi poi, superando le storie di Giorgio Pezzin, risultano una turba anonima di beoti incapaci, pronti a seguire la moda del momento e a cambiare idea in un istante, senza nessuna capacità analitica.
Innovativa corsa al rallentatore.
La novità introdotta da Trent Percent risulta decisamente rilevante. La sua giovane età, il suo abbigliamento informale e la sua capacità autodidatta rimandano ai guru della new economy – a partire da Zuckenberg – capaci di usare le nuove tecnologie per proporre al consumatore quello di cui non sapeva di avere bisogno.
Ziche parla di “finanza emotiva”, concetto economico davvero esistente, e lo mette in burletta, portandolo alle sue estreme conseguenze in modo non banale e decisamente attuale. Nel
furto quasi perfetto, Ziche ricrea le premesse del
Grande Splash, organizzando una rapina geniale nella sua totale stravaganza. Utilizzando il nuovo personaggio femminile di Belinda, una bassotta fresca di laurea all’università del crimine,
mette in scena una non banale guerra dei sessi, tra un riflessivo e analitico pensiero femminile e uno maschile mosso esclusivamente da motivazioni ferine di rancorosa rivalsa.
L’arrivo di Belinda, come quello di Trent Percent, scombina gli equilibri e mette in competizione i Bassotti con Nonno Bassotto, decisamente aperto alla ventata di aria fresca che la forza femminile può portare.
La tematica dei “parenti serpenti” ritorna più cinica che mai, insieme a quella di uno Scrooge sopra le righe, obnubilato dalle possibilità che il “freemium”, altro moderno concetto economico, si porta con sè.
Infine, nell’
alleanza disastrosa, a subire il predominio di Paperone sono Amelia e Brigitta, che cercano di buggerare il vecchio taccagno. La trama, decisamente esile, risulta incredibilmente spassosa, dato che Ziche parte da una piccola situazione di disordine- Paperone in preda ad un insopportabile prurito magico deve abbandonare il deposito – che
degenera in una situazione di surreale caos cosmico, capace di coinvolgere tutta Paperopoli, tra abitanti, cugini vari e criminali incalliti.
Le gag non si fermano mai.
Nella storia regnano il paradosso e la confusione dei ruoli, con Amelia al deposito, Brigitta sul Vesuvio e Paperone bloccato in casa di Brigitta.
Tutti spunti formidabili per scatenare una ridda di gag, che occupano le vignette in maniera costante, utilizzando anche il trucco dello sguardo in camera, con Brigitta che riflette sul da farsi osservando il lettore e riflettendo, mentre Amelia e Gennarino di sfondo giocano a carte per ammazzare il tempo.
Da un punto di vista grafico, con storie separate nel tempo,
si vede la linea sempre più sintetica di Ziche, tutta rivolta all’azione e all’effetto comico, più che agli sfondi e agli elementi di insieme. Risulta decisamente innovativa la tavola della corsa al rallentatore di Paperone verso la cassaforte della seconda storia, mentre è perfettamente frentico il Paperone “palla di mani” (citazione dall’autrice) della terza.
Paperone palla di mani.
Il volume viene completato da una lunga e interessante intervista all’autrice, e dal processo di lavorazione della copertina della prima storia. Spiace che non siano state inserite le copertine dedicate alle altre due storie, forse perche non realizzate da Ziche. Ma ci pensiamo noi, e inseriamo quella di
Francesco D’Ippolito e
Alessandro Perina.
Si tratta di un albo ottimo, che propone storie ingiustamente meno note ma decisamente brillanti,
capaci di essere specchio della società, mostrandone vizi e difetti, in maniera mai banale.
Editore: Panini Comics –
Autori: Silvia Ziche –
Uscita: novembre 2023 –
Pagine: 212 –
Formato: Cartonato 18×24 –
Prezzo: € 16,00 –
ISBN 9 772285 615005
Voto del recensore:
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