Questa sera ho avuto il piacere di incontrare per la prima volta questa storia di Carl Barks che volevo leggere già da tempo e, una volta ultimata la lettura, voglio condividere con altri appassionati Disney le mie sensazioni sulla stessa.
Innanzitutto è una storia che, come il Grande Maestro mi ha già testimoniato più volte con altre sue avventure, non ha momenti di stanca o in cui l'attenzione del lettore possa venire meno, tanto la vicenda risulta appassionante, intrigante e dotata di un ritmo irresistibile e che inanella una serie di situazioni in modo fluido, scorrevole, naturale e che ti fa sembrare che la vicenda narrata sia davvero qualcosa accaduto nella realtà e che si porta appresso i suoi strascichi del passato e le nuove "interazioni" del presente.
E sono proprio queste ultime (vale a dire le relazioni tra i personaggi che prendono vita grazie alla fantasia narrativa e all'abilità grafica dell'Autore) insieme alle caratterizzazioni dei personaggi gli elementi che trovo più amabili e profondi della vicenda.
Ci sono tante vignette della storia che trovo veramente bellissime, come le prime scene in cui Paperone si strugge al ricordo della ragazza incontrata nel Klondike all'epoca della corsa all'oro e che rivela e trasmette tutta la sua intensità emotiva e di significato con quel suo sguardo perso nella nostalgia e nei ricordi di un sentimento che però rimane ancora vivo nel suo cuore.
Non mancano i momenti divertenti, come lo "scontro" in gabbia tra Paperone e Cappuccetto Nero o ancora i tappeti di zanzare ma quello che voglio sottolineare di questa vicenda è l'umanità con cui Barks muove i suoi personaggi...
Come riesce a descrivere con tatto e Maestria il decadimento fisico della bella "Stella del Polo", la comprensione dei due nipotini che gli tendono teneramente la mano, la stessa differenziazione caratteriale tra Qui e gli altri due fratelli e che dimostra che non sono tre gemelli tutti uguali e che soprattutto non hanno la stessa personalità...
Infine, voglio spendere due parole in merito ai due personaggi che, secondo me, si "stagliano" ulteriormente nella vicenda per come l'Uomo dei Paperi riesce a descriverli e a rappresentarli soprattutto nei loro atteggiamenti e nel loro modo di fare.
E se l'uno è chiaramente intuibile per il gesto di amore che compie nel finale, l'altro è quello che si dimostra il più comprensivo e anche il più furbo nel capire veramente l'indole più profonda e intima del primo, conservando solo per i suoi cari più vicini e per sè stesso il segreto di avere intuito quel "cuore d'oro" che, a mio avviso, non alberga soltanto nella personalità di quel personaggio ma che permea tutta la bellezza di questa avventura e che la fa risplendere di una luce intensa e veramente amabile all'interno del firmamento delle Grandi Storie Disney.