Recensione Le Grandi Saghe 18 - Minaccia dall’infinito-Master Story 1 (di 2)L’evento scatenante l’avventura delle GM.
La gestione di Paolo Cavaglione è ricordata soprattutto per lo sperimentalismo che connaturò la seconda parte degli anni ’90 del secolo scorso. Accanto a nuovi autori che pian piano prendevano posto nel già ricco
parterre redazionale, vennero anche
lanciate alcune curiose ma estremamente interessanti iniziative editoriali. Si è detto molto (o comunque è risaputo) delle testate avviate in quegli anni:
Minni&co.,
Topolino Adventure,
Paperinik New Adventures (PKNA),
i Maestri Disney e
Disney MEGAzine sono solo alcune delle testate che si trovavano in edicola, accanto ad altre storiche che in quegli anni furono rinnovate o rilanciate. Tra le testate che si potevano reperire,
tra il 1995 e il 2000 vi era anche una serie di albi di gradimento per le allora giovani generazioni: le Giovani Marmotte. Non era stata la prima iniziativa relativa alle “Junior Woodchucks” create da Carl Barks nel 1951, come ricordato dal primo editoriale di questo volume ad opera di Davide Del Gusto.
Già nel 1969 la passione per la natura e per le esperienze di questa “parodia” degli scout americani portò all’elaborazione di
un primo manuale, scritto da Mario Gentilini ed Elisa Penna per i disegni di G.B. Carpi. Il successo fu tale che
tra il 1976 e il 1983 venne avviata anche una piccola testata di 82 numeri, con albi di 32 pagine l’uno,
che riproducevano una storia inedita a tema GM (solitamente di provenienza estera).
Questi prodromi sono utili per capire anche il contesto in cui venne varata questa
“seconda” testata sulle GM, ora più organizzata, con cento pagine in più di storie, ma anche di approfondimenti naturalistici e di vario tipo. Ma soprattutto, è utile per inquadrare le nuove storie inedite che uscivano mensilmente.
Immagine promozionale per il secondo volume che completa la Master Story, in uscita il 18 marzo 2023.
Le testate che apparivano in edicola in quegli anni
presentavano ormai quasi tutte una storia inedita di apertura dell’albo: famose eran quelle che apparivano su
Paperinik e altri supereroi,
Topomistery e
PaperFantasy, senza dimenticare quelle del mensile
Zio Paperone nella sua nuova veste sobria ed elegante (la famosa “serie bianca”). Anche le nuove
Giovani Marmotte non vennero meno a questo proposito, e il loro incipit nel febbraio del 1995 fu caratterizzato da questa rodata iniziativa. Più ancora,
lo sperimentalismo di cui sopra, unito alla volontà di dare carattere di novità agli albi di dette testate, ci portano ad avere, nell’aprile del 1996, il primo episodio di quella che è rimasta una fortunata saga del mondo Disney Italia. Minaccia dall’infinito – Master Story è un
ottimo tentativo che accompagnava le richieste sempre più sentite dei lettori dell’epoca di avere maggiore coerenza tra le varie storie e di avere quella tanto discussa continuity, che già qualcuno riuscì a trovare nelle storie della
Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa, che proprio in quel periodo usciva in Italia.
Ed ecco che
Alessandro Sisti, sceneggiatore di questa saga, propone qualcosa che avrebbe portato ad un nuovo livello di valorizzazione non solo le vicende delle GM, ma anche le inedite di queste testate parallele. Più ancora, Sisti propone un
esperimento (in realtà già avuto con Martina e la sua
Topolino e la grande impresa di “Lascia o t’accoppo” nel 1956, quando viene giustificata l’assenza di Paperino con il suo viaggio a
Hondorica nella storia di Carl Barks)
di collegare due storie e dare coerenza all’universo narrativo. Sotto questo punto di vista,
la coerenza fu creata con la testata di punta in edicola in quel periodo, ovvero PKNA.
In questa, molte delle caratterizzazioni tipiche delle storie di Paperinik o di Paperino erano state messe temporaneamente da parte.
Ci si chiedeva, anzitutto, dove fossero finiti i nipotini di Paperino. E fu così che
Il tropico ipnotico (terza avventura di questa
Master Story) e
PKNA#03 – Xadhoom! trovarono la loro coerenza interna e si diede vita all’esperimento. Ancora oggi,
un simile collegamento, ravvisato solo da quei pochi lettori di entrambe le testate all’epoca,
viene apprezzato e ritenuto un interessante spunto per la narrativa Disney contemporanea.
In questa maniera, Sisti perfeziona il suo esperimento di coerenza interna alle storie Disney.[/size][/i]
La
Master Story non è solo famosa per simili esperimenti narrativi. Sono
notevoli anche la costruzione di un worldbuilding suo proprio, dove una formazione delle GM ampliata incontra, nuovamente, le Giovani Esploratrici, con a capo una nuova Mogolessa, e con cui convivrà le proprie avventure; ma anche
la definizione di una trama che si dipana su diversi continenti e luoghi di importanza storico-culturale e che sembrano dare spunto a teorie storiche fantasiose. Infine, importante fu
anche il messaggio ambientalista finale e la considerazione che c’è solo un pianeta Terra dove abitare. Insomma, si trattava anche di una
saga figlia di una mentalità rinnovata degli autori e della redazione di Topolino, che in quegli anni era molto attenta ai cambiamenti e alle sensibilità sociali e ambientali.
In questi due volumi de
Le Grandi Saghe è quindi possibile calarsi ancora in quelle sensazioni. Al di là delle coerenze narrative e dei messaggi portati dalla storia, la
Master Story rimane un interessante esperimento che ancora oggi riesce ad affascinare, non solo i nuovi lettori ma anche coloro che intendono riscoprirla dopo anni.
Voto del recensore:
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