I Maestri Disney

23 GEN 2018

Introduzione

Immagine promozionale del secondo numero dei Maestri Disney Oro.

Nel febbraio 1997 di vent’anni fa faceva capolino nelle edicole italiane una testata che ridefiniva completamente il concetto di rivista per collezionisti di fumetto disneyano, andando oltre ciò che faceva Zio Paperone con la serie bianca dal luglio 1995.

A seguire il varo della nuova collana erano i prodi filologi disneyani: Lidia Cannatella, Luca Boschi e Alberto Becattini, le menti dietro a tutto il materiale di pregio che è uscito in casa Disney a partire dalla cessione della licenza Mondadori e la fondazione della The Walt Disney Company Italia. Ma se con la direzione di Gaudenzio Capelli il loro apporto fu marginale, per quanto capace di gettarne le basi, il nuovo taglio intrapreso da Paolo Cavaglione diede molto più spazio all’apparato critico e ad un approccio più serio e più corretto al fumetto disney.

E furono proprio i Maestri a sottolineare in maniera esplicita questa visione.

Storia

La testata fu lanciata con una buona campagna pubblicitaria sulle altre pubblicazioni Disney, collocandola subito come un prodotto “importante”, diverso dal resto delle pubblicazioni di ristampe.

Nel primo numero Cavaglione parla proprio di “un giornale da collezionare” e descrive come la testata voglia privilegiare storie poco note, rare, da pubblicare come erano state concepite in origine, con i loro colori e i loro difetti dell’epoca, per permettere al lettore di capire meglio le basi del fumetto disney. Ma non basta: la testata si proponeva più come un fornitore di articoli e di conoscenza, che non come un mero contenitore di storie gettate alla rinfusa. Il filo conduttore sarebbe stato quello di presentare i grandi autori di fumetto disneyano, i Maestri del titolo, nomi noti all’epoca solo ad una cerchia di appassionati, e che con questa rivista si intendeva diffondere il più possibile.

Il primo numero è la perfetta sintesi di questa visione, cui si è tenuto fede con una certa coerenza per tutti i suoi dodici anni di vita. A vederlo oggi, il coraggio della rivista è ancor più sbalorditivo: solo tre storie, 34 pagine di articoli su un totale complessivo di 132 (un quarto della foliazione complessiva!), carta di pregio e di peso, una brossura solida, un elegante effetto marmo in copertina, un layout interno e una grafica di testata molto intelligenti, giocati sulla costruzione del disegno, dallo schizzo puro alle proporzioni fino all’effetto finale, il focus su di un unico artista, concentrandosi quindi sulla persona e non sui personaggi disneyani, per concludere con l’ambiziosa cronologia dell’autore.

Si partì da Giovan Battista Carpi, artista poliedrico e multiforme, vincitore in tutti i campi del disegno umoristico, formidabile illustratore nonché primo direttore dell’Accademia Disney, negli anni in cui la nuova grande generazione muoveva i primi passi, da Ziche a Celoni, da Mottura a Sciarrone.
Se diamo un’occhiata all’elenco degli artisti coinvolti e del piano dell’opera, a posteriori, possiamo capire meglio che cosa si volesse portare in edicola. Soprattutto autori italiani, solo due stranieri – Paul Murry e Floyd Gottfredson – solo due sceneggiatori – Guido Martina e Rodolfo Cimino – ed un poker di volumi dedicati alle scuole territoriali, di cui parleremo in maniera approfondita più avanti.

Per comodità del lettore, vista l’esiguità dei numeri – solo 37 volumi – pubblichiamo di seguito l’elenco dettagliato degli stessi.

Immagine promozionale dedicata al primo numero dei Maestri Disney dedicato ad uno sceneggiatore, e non ad un disegnatore. Viene anche indicata la vendita del volume in libreria.

1. Giovan Battista Carpi (Febbraio 1997)
2. Paul Murry (Aprile 1997)
3. Luciano Bottaro (Giugno 1997)
4. Giorgio Cavazzano (Luglio 1997)
5. Floyd Gottfredson (Settembre 1997)
6. Massimo de Vita (Novembre 1997)
7. Romano Scarpa (Gennaio 1998)
8. Giovan Battista Carpi (Marzo 1997)
9. Paul Murry (Maggio 1998)
10. Luciano Bottaro (Luglio 1998)
11. Giorgio Cavazzano (Settembre 1998)
12. Floyd Gottfredson (Novembre 1998)
13. Massimo de Vita (Gennaio 1999)
14. Romano Scarpa (Marzo 1999)
15. Giovan Battista Carpi (Maggio 1999)
16. Luciano Bottaro (Luglio 1999)
17. Pier Lorenzo de Vita (Settembre 1999)
18. Giorgio Cavazzano (Novembre 1999)
19. Romano Scarpa (Maggio 2000)
20. Giorgio Cavazzano (Settembre 2000)
21. Luciano Bottaro (Gennaio 2001)
22. Massimo de Vita (Maggio 2001)
23. Giovan Battista Carpi (Gennaio 2002)
24. Romano Scarpa (Maggio 2002)
25. Guido Martina (Gennaio 2003)
26. Luciano Bottaro (Maggio 2003)
27. Giorgio Cavazzano (Gennaio 2004)
28. Floyd Gottfredson (Maggio 2004)
29. Romano Scarpa (Gennaio 2005)
30. Marco Rota (Maggio 2005)
31. Romano Scarpa e gli artisti veneti (Gennaio 2006)
32. G. B. Carpi e gli artisti genovesi (Maggio 2006)
33. Luciano Bottaro e gli artisti liguri (Gennaio 2007)
34. Le più belle storie disneyane degli artisti milanesi (Maggio 2007)
35. Rodolfo Cimino (Gennaio 2008)
36. Romano Scarpa (Maggio 2008)
37. Luciano Bottaro (Gennaio 2009)

Da questo elenco si può notare come tutta la collana sia stata basata su quattro artisti italiani – Carpi, Bottaro, Cavazzano e Scarpa – e su di loro sono stati declinati i volumi sulle scuole.

Per gli altri autori c’è stata molta meno regolarità e passaggio. I Maestri erano comunque una testata unica nel panorama dell’edicola, sia come prezzo (da 5500 lire fino ad 8 €) che come numero di pagine (da 132 a 196), molto maggiore rispetto a quello di Zio Paperone, la sua testata gemella. Insieme alle Grandi Parodie, poi, insieme formavano il terzetto per collezionisti, con pubblicità in comune e con le stesse persone dietro le quinte.

Due immagini promozionali che, seppur con alcune somiglianze, sono alla fine diverse, per il terzo e quarto numero della serie Oro. Non c’era chiarezza nell’approccio promozionale della testata.

La prima serie, bimestrale, durò tre anni, 18 numeri con i suoi raccoglitori da comprare via posta, sullo stile di quelli di Zio Paperone. Ma qualcosa si inceppò. Una testata così di nicchia, così attenta all’aspetto di saggistica che a quello squisitamente fumettistico, non poteva durare a lungo. Venne operato così un restauro a fine 1999. Sempre Cavaglione, nel numero 18, illustrava a linee vaghe come si sarebbe proceduto, senza però dare indicazioni di date. Solo a Maggio 2000, quasi per caso, con pochi annunci, atterrò in edicola la nuova serie, stesso nome con l’aggiunta Oro in copertina. Molte più pagine, brossura rigida, si presentava davvero come un volume prezioso e ricco, pronto a deliziare parecchi palati. Ma anche così qualcosa doveva cambiare nella periodicità. Dapprima trimestrale, ma in un paio di numeri divenne semestrale, con una bizzarra periodicità, un numero a gennaio dopo il Natale, e uno a maggio, prima della fine delle scuole.

In questa stranezza, per otto anni i Maestri Disney Oro arrivarono puntuali in edicola, sempre più come volumi a sé che come testata autonoma. Il progetto delle cronologie per singoli autori fu abbandonato, perché non era più possibile gestirlo. Se all’inizio vi era un piano di rotazione rispettato, con due numeri all’anno non aveva più senso. Andando avanti con i numeri, poi, si nota come i curatori volessero andare oltre i singoli disegnatori, per approfondire gli sceneggiatori oppure artisti minori che non avrebbero sostenuto il volume singolo. Da qui nascono le scuole artistiche, concetto molto interessante anche se, a parte il caso di Rapallo, non sono mai stati gruppi precisi e auto organizzati. Semmai, si trattava di una naturale collaborazione aiutata dalla vicinanza geografica.

Numeri comunque molto interessanti, che variavano la pubblicazione, troppo vincolata dai soliti, le cui storie rilevanti alla lunga andavano ad esaurirsi.

La pubblicità dell’ultimo numero della collana, dove nonostante la scritta “Fumetti d’autore”, l’impostazione della pagina è meno “seriosa” delle precedenti.

Ogni numero, fino alla fine, e specie nei numeri introduttivi in cui si presentava un autore, aveva diverse sezioni molto gustose: una cronologia anno per anno con gli eventi più rilevanti, un album fotografico con foto, anche personali, dell’autore, una ricca intervista, pagine dedicate ai colleghi ed amici che dedicano un omaggio, le pagine di diario, in cui l’autore in persona parla di un tema particolare, come l’ingresso di Bottaro in redazione mentre stava ancora svolgendo il periodo di leva, la cronologia, e un articolo dedicata all’ultimo lavoro ancora in corso d’opera, come la saga di Dragon Lords, all’epoca in piena lavorazione preparatoria. L’indice, insomma, valorizzava a 360° il lavoro dell’artista, e permetteva di conoscerlo da vicino, anche in aspetti non direttamente collegati al fumetto.
La collana, che ha spesso presentato copertine inedite e che non aveva pubblicità in quarta di copertina, ha vinto numerosi premi del settore, da quelli ANAFI fino a Lucca Comics, sintomo di quanto innovativa e propedeutica fosse. La missione dei Maestri Disney era proprio di andare a fondo dell’autore, e di farlo conoscere ai neofiti, che potevano finalmente capire meglio il variegato e vasto mondo del fumetto Disney. La sua impostazione saggistica era il punto di forza e di debolezza al tempo stesso, e che ne ha minato la vita editoriale. Il tentativo di sbarco in libreria – forse il fine ultimo del restyling dorato – con la foliazione maggiorata e una speciale cartonatura, durò solo per otto numeri, e non permise una vita alternativa alla testata.

Immagine promozionale che univa le testate da collezionisti: Zio Paperone, Le Grandi Parodie Disney e i Maestri.

I Maestri Disney è stata una testata formidabile, capace di portare la filologia in edicola ai massimi livelli ad un costo sostenuto, prima delle collaborazioni con i quotidiani. Raffinata, accurata, precisa, fiera di un certo fascino retrò che proponeva colori desueti e alternanze in bianco e nero, sperimentazioni come le tavole carpiane di prologo dei Classici Disney, oltre che tutta una serie di storie inedite, come le danesi di Scarpa, le francesi di Cavazzano oppure le ultime di Bottaro, è stato un faro per i collezionisti. La sua chiusura, insieme a quella contestuale di Zio Paperone, ha generato un punto di non ritorno.

Sebbene le testate attuali portino avanti filoni cominciati sui Maestri, ad oggi mancano quell’eleganza e quel rigore di avere in mano qualcosa di prezioso e raffinato, preciso e curato fin nel minimo dettaglio. Ma i Maestri hanno generato comunque buoni frutti, e tutto il lavorio che oggi è ben presente sull’autore come artista e persona, deve le sue fondamenta sicuramente a questa testata, che fu capace di generare una lunga onda di passione e di appassionati.

Curiosità

  • In Brasile nel 2005 fu pubblicata una collana di sei numeri uguali ai Maestri Disney Oro, stessa testata e formato. Tra gli autori presentati c’erano Don Rosa e Renato Canini, una star del fumetto Disney brasiliano, un esempio chiaro di come la proposta editoriale si prestasse bene anche ad altri paesi.

Altra immagine promozionale usata spesso per la serie Oro. Si noti come il testo sia corto rispetto a quello per Martina e come venga solo indicata la presenza in edicola, dato che la presenza in libreria si era interrotta.

  • Sempre in tema di testate estere, nei paesi delle Egmont, quindi Nord Europa più Germania, a partire dal 2004 uscì la Hall of Fame, stesso approccio per presentare i migliori autori. A far la parte del leone erano Don Rosa, Carl Barks e gli artisti della cosiddetta scuola danese, uno dei focus di Zio Paperone.
  • L’approccio dei Maestri non chiuse del tutto nel 2009, comunque. Nel 2011, solo per le librerie, sotto l’etichetta Disney Libri, uscì la collana Disney d’Autore, poderosi volumi da 500 pagine dedicate ad un singolo autore. Dalla periodicità annuale, durò solo per quattro numeri, dedicati a Ziche, Cavazzano, Mastantuono e Celoni. La particolarità di questi volumi risiedeva nel fatto che fossero gli stessi autori a scegliere e presentare le storie, raccontandosi in prima persona e con un buon apparato iconografico.
  • Invece, Panini Comics, dopo aver preso la licenza Disney ha lanciato le cosiddette color edition, volumi dalla pagine colorate dedicate ad un singolo autore. Di fatto, una versione economica dei Disney d’Autore, con un piano editoriale di quattro volumi alla volta, raccolti poi in cofanetto. Ben curata, ha sempre rivolto la sua attenzione più agli sceneggiatori, partendo da Tito Faraci per poi passare a Casty, Artibani, Marconi, Bosco, Pezzin e Cimino.
  • Il numero 35 della collana, dedicato a Rodolfo Cimino, contiene il primo grande riconoscimento del “Premio Papersera“, presentando al suo interno un esauriente articolo relativo al giorno della consegna – presso l’abitazione dell’autore – del volume a lui dedicato in occasione dell’assegnazione del sopra citato riconoscimento.

Statistiche

  • La collana ha pubblicato ben quattro storie inedite, una di Carpi, una di Cavazzano e due di Bottaro. Nel caso di Carpi si trattò di una delle ultime storie realizzate dall’artista genovese, rimasta peraltro incompiuta; quella di Cavazzano è un breve omaggio a Federico Fellini; le due di Bottaro sono tipiche del lavoro degli ultimi anni dell’artista, con i paperi deformati e trame oniriche.
  • Oltre alle 4 inedite, la collana ha presentato anche altre storie pubblicandole per la prima volta nel nostro paese: 7 di Cavazzano, 5 di Scarpa e 5 di Rota.

Visualizza le informazioni relative a I Maestri Disney sull’INDUCKS

Psichedelica immagine promozionale per il primo Maestri Disney Oro dedicato a Carpi. Si noti come l’approccio promozionale cambiasse spesso, senza mantenere una linea precisa.

Le nostre recensioni

NumeroVoto del recensoreVoto medioForumInducks
I Maestri Disney 26 - Luciano Bottaro 44.2
I Maestri Disney 27 - Giorgio Cavazzano 44.7
I Maestri Disney 28 - Floyd Gottfredson 55.0
I Maestri Disney Oro 30 - Marco Rota 44.2
I Maestri Disney 31 - La scuola veneta 55.0
I Maestri Disney 33 - Bottaro e la Scuola ligure 33.7
I Maestri Disney 35 - Rodolfo Cimino 54.4
I Maestri Disney 37 - Luciano Bottaro 22.9

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.