Paperino

26 NOV 2023

Introduzione

Topolino, in Italia, diventa titolare di una testata a fumetti nel 1932 con lo storico Topolino Giornale, mentre Paperino attende cinque anni per sbarcare in edicola, grazie a Paperino e altre avventure. Sembra quindi che, a partire dal 1937, i due eroi del mondo Disney debbano vivere in edicola un’esistenza parallela, ma sarà la II guerra mondiale a scombinare i piani a favore del topo.
Se infatti il declino di Mickey Mouse nell’animazione è ormai affermato e anche il Topolino di Gottfredson, costretto a sole strisce autoconclusive, non si sente molto bene, la testata italiana, trasformata in un agevole formato tascabile, diventa un appuntamento fisso in edicola (e, con gli anni, un classico), mentre il settimanale dedicato a Paperino esce di scena nel 1940, dopo 149 numeri. Bisognerà aspettare il 1980 per avere di nuovo sugli scaffali entrambi.

Storia

Immagine promozionale anni 90.

Nel luglio 1980 arriva in edicola Super Almanacco Paperino, pubblicazione su cui non ci soffermeremo molto. Ci limitiamo a ricordare come fosse una sorta di gemello dell’Almanacco Topolino, con un maggior focus sulle storie di paperi. E, proprio come l’almanacco del topo, anche quello di Paperino deve subire una analoga trasformazione che lo porta a diventare prima Paperino Mese e poi Paperino, ovvero la longeva testa di cui parleremo nel presente articolo.

Varare una pubblicazione dedicata a Paperino, che da tempo ha una popolarità uguale se non superiore a quella del suo “collega”, appare del tutto sensato. La Mondadori, allora detentrice dei diritti per i fumetti Disney in Italia, cambia quindi il nome dell’almanacco con uno decisamente più snello, mantenendo pressoché inalterato il resto, a partire dalla numerazione.

Paperino Mese esordisce, infatti, nel gennaio 1986 con il n. 67, prendendo il posto del Super Almanacco di dicembre 1985, che reca il n. 66. Alle copertine abbiamo sempre Marco Rota, all’epoca coordinatore grafico per le testate disneyane e copertinista di quasi tutto. Inoltre, l’artista milanese realizza svariate illustrazioni inedite, che presentano alcune storie o che fungono da vera e propria introduzione illustrata. L’albo si apre infatti con la rubrica “I grandi di Paperino Mese”, ovvero celebri personaggi storici ridisegnati con le fattezze di Paperino: Dante, Gengis Khan, Garibaldi e altri ancora, con i nomi paperizzati. Ne vengono realizzate 12, fino al n. 78 del dicembre 1986.

Immagine promozionale dedicata al restyling avventuo con il n. 239 del maggio 2000.

Il menu delle storie è focalizzato principalmente sui paperi, continuando comunque a pubblicare anche alcune avventure con i topi. Ogni mese vengono proposte due storie inedite e varie ristampe dall’almanacco, mantenendo il formato a quattro strisce, con una numerosa, e doverosa, presenza di Carl Barks.

Il primo cambiamento rilevante avviene con il n. 87 del settembre 1987. La testata cambia misure, adottando un formato decisamente più piccolo (14,6×20,9 cm), mentre gli strilli in copertina sottolineano quelli che dovrebbero essere i punti salienti del restyling: “Più grinta”, “Più grosso”, “Più simpatia”.
Effettivamente, da 148 pagine, si passa a 260, lasciando invariato il prezzo a 3000 lire. In questo modo, inevitabilmente, il numero di storie, ovvero di ristampe, aumenta considerevolmente, mantenendo comunque la presenza di storie inedite (tra una e due a numero).

Sotto la testata viene inserito il claim “Il mensile della banda Disney”: Paperino diventa, insomma, il leader dei personaggi, guidando una pubblicazione in cui pubblicare storie da tutti gli universi, con una particolare predisposizione per i paperi e per le storie a quattro strisce, nonostante il formato ora più piccolo. Da sottolineare anche la presenza di storie d’annata provenienti dagli albi d’oro spesso, però, ospitate in precedenza dallo stesso Super Almanacco Paperino.
In sintesi, la testata appare decisamente variegata, proponendo storie italiane antiche, materiale moderno, storie straniere con personaggi extra paperi e topi (ad esempio questa o questa) e tanto Barks. Insomma, una scelta che cerca di soddisfare tutti i gusti.

Immagine promozionale con il gadget.

L’approccio resta sostanzialmente immutato per diverso tempo, contraddistinto dalle copertine realizzate da Rota che vanno a costituire cicli di 12 mesi. Ogni anno ha, infatti, un tema ben preciso: se il 1986 risulta abbastanza generico, il 1987 è dedicato all’oroscopo, mentre il 1988 e il 1989 ospitano le paperizzazioni (di dubbio gusto) di alcuni celebri cantanti dell’epoca, da Gianni Morandi a Tina Turner, passando per Michael Jackson.
Le caricature si interrompono, per fortuna, nel settembre 1989, quando le copertine vengono realizzate da mano anonima, mantenendo il tema musicale e declinandolo con i più disparati personaggi Disney, fino al dicembre 1990. Il 1991 vedrà il tema sportivo per nove mesi, poi i cicli annuali verranno interrotti.

A partire dal n. 121 del luglio 1990, la presenza di storie inedite si stabilizza a due per numero, arrivando poi in seguito anche a tre, quattro e addirittura cinque, con parecchie avventure in due tempi. Questo è conseguenza anche dell’innesto dei nuovi talenti formatisi all’Accademia Disney guidata da Giovan Battista Carpi, come Francesco Guerrini, Enrico Faccini, Andrea Freccero e altri ancora, che vengono usati per produrre nuovo materiale destinato a testate diverse dal settimanale.

L’aumento delle inedite si accompagna però ad una riduzione delle pagine (da 292 a 260) con il n. 134 dell’agosto 1991. Inoltre, dato che le storie realizzate appositamente per la testata sono a tre strisce per tavola, le storie a quattro strisce vanno ad occupare la seconda metà della testata per poi posizionarsi al centro, riducendosi via via sempre di più, contestualmente ad un aumento di ristampe dallo stesso PM, a partire da questa. Tali cambiamenti, insieme all’intenzione di dare coerenza alla testata, portano a trasformare il claim in “Il mensile della banda dei paperi” con il n. 140 del febbraio 1992.

Immagine promozionale con la nuova testata.

Il mensile prosegue senza particolari scossoni fino al 1994. Segnaliamo solo una stabilizzazione delle pagine a 244 pagine e il definitivo abbandono delle storie a quattro strisce con il n. 155 del maggio 1993.
Il 1994 non è un anno casuale per Paperino, dato che si festeggiano i 60 anni dalla sua prima apparizione ne La gallinella saggia. Disney Company realizza numerose iniziative a livello mondiale (come le carte Disney di Giorgio Cavazzano), all’insegna dello slogan “60 anni per una stella”.

Il mensile propone quindi, nel giugno del 1994, il mese del compleanno, un albo speciale di 292 pagine, il n. 168: si tratta di un numero celebrativo di alto livello. Luca Boschi, il celebre critico Disney, realizza un indice di pregio, ricco di articoli brevi ma curati, adatti al pubblico generico della testata ma che costituiscono comunque fonte di preziose informazioni di ogni tipo.
Tra gli autori ospitati nel fascicolo, Don Rosa, all’epoca ancora poco noto e Federico Pedrocchi, direttamente dagli anni Trenta; completano il sommario capolavori di Scarpa, Rota e Carpi. Casualmente, manca solo Barks, presenza invece fissa nei primi anni del mensile.

Il n.168 porta anche alcuni piccoli cambiamenti: la rivista si snellisce, con il Paperino nel logo che perde il busto per restare solo con la testa (scomparirà definitivamente con il n. 187 del gennaio 1996), mentre si dà maggior risalto a mese, numero e prezzo con un apposito box accanto al nome. Il numero di inedite si stabilizza sulle tre per albo. Infine, ed è il cambiamento più importante, viene introdotta la ristampa di una storia classica commentata con un breve articolo da Luca Boschi in una rubrica fissa: “Storie da incorniciare”. L’avventura viene pubblicata integralmente e caratterizzata da una cornice nella parte superiore della pagina, con il titolo della rubrica e dei fregi per sottolinearne l’importanza. Infine, la copertina comincia ad essere dedicata ad una delle storie inedite di apertura.

Si decide insomma di rendere la rivista più matura, aggiungendo anche altri brevi articoli che inquadrino alcuni temi generici, come le vacanze o la natura, per presentare le storie collegate. Altro particolare degno di nota, tutte le storie vengono ricolorate. Come per le altre testate, inoltre, viene realizzata una raccolta, con i resi incollati insieme tre per volta.

Immagine promozionale con nuovo slogan. Presentiamo anche la variante, con l’abitudine di pubblicare due storie inedite generalmente brevi ma a quattro strisce.

Il nome della testata perde definitivamente la parola “Mese” a partire dal n. 171 del settembre 1994 e, nel gennaio 1995, perde anche il claim. Inoltre, a partire dal n. 175, la copertina diventa metallizzata e presenta un argomento sempre diverso intorno a cui ruotano le storie inedite e le ristampe (tranne quelle da incorniciare, che restano a tema libero). Paperino, nelle cover, si cimenta nella tematica scelta, come “Paperi sugli sci”, “Paperi innamorati” e via dicendo. Le storie inedite si riducono a due, che aprono e chiudono l’albo.

Gran parte degli autori delle inedite arrivano da Topolino, come Alessandro Sisti, Fabio Michelini e Rodolfo Cimino, ma alcuni debuttano sulla testata stessa, vista come una sorta di palestra: è il caso di Tito Faraci, che esordisce con i personaggi Disney nel n. 191 e Sergio Tulipano (sarà quasi una presenza fissa, insieme a Ezio Borciani), in maniera simile a quanto succederà, successivamente, su PaperFantasy. A livello grafico, invece, abbiamo autori come Sandro Dossi, Danilo Barozzi, Lucio Leoni, Vincenzo Arcuri e Anna Marabelli, nomi già noti ma non molto presenti sul settimanale. In questo modo, le inedite risultano decisamente omogenee, numero dopo numero. Il n. 239 del maggio 2000 presenta un restyling della testata, con la sparizione della copertina metallizzata. Viene anche pubblicizzata in coppia a Paperinik, in modo da parlare a due pubblici diversi, ma potenzialmente comunicanti.

Si tratta probabilmente del momento più roseo del mensile, che abbina ad ottime storie inedite una buona selezione di ristampe e articoli semplici ma istruttivi, in una proposta editoriale capace di soddisfare un pubblico diversificato. Questo approccio sarà stabile, al netto di qualche argomento ripetuto e qualche storia riciclata, fino al n. 250 dell’aprile 2001.
A partire dal numero successivo, il tema del mese scomparirà, sostituito dal claim, generico ma sempre funzionante, “Grandi storie di paperi”, la storia inedita sarà solo una per albo e scompariranno anche gli articoli. Questo minimalismo sarà quello che contraddistinguerà tutto il proseguo della testata, in maniera praticamente inalterata, fino ad oggi.

Immagine promozionale con i festeggiamenti del grande traguardo dei 500 numeri.

L’indice presenta sempre più storie già apparse in precedenza, diventando un contenitore di scarso interesse per il collezionista assiduo e decisamente più adeguato ad un lettore occasionale. La selezione resta comunque di qualità, nonostante le eccessive riproposizioni. Il n. 299 del maggio 2005, fatto praticamente di ristampe delle storie un tempo realizzate appositamente, fa della testata una pubblicazione assolutamente autoreferenziale, che pubblica esclusivamente se stessa. Da questo numero, inoltre, una nuova, leggera modifica al logo: sulla seconda “p” di “Paperino”, compare il suo berretto da marinaio.

A livello di inedite non c’è molto da segnalare, a parte una lunga serie che tiene banco per ben sei numeri consecutivi: la legge dei paperi, scritta da Caterina Mognato, disegnata da Marco Forcelloni e costituita da 18 brevi episodi di poche pagine (dalle 3 alle 9) ciascuno.

Nonostante le ristampe, che arrivano quasi tutte dalle storie della testata, la foliazione torna a 244 pagg. con il n. 309 del marzo 2006, lasciando inalterato il prezzo a 2,80 €, per poi diminuire nuovamente con il n. 320 del febbraio 2007, che ha in allegato un mousepad. Evidentemente si è trattato di un esperimento che non ha dato i risultati sperati.

A partire dal n. 344 del febbraio 2009, alcune delle inedite sono storie a tre strisce di produzione danese disegnate da Cavazzano, Massimo Fecchi, Flemming Andersen e Pasquale Venanzio e spesso sceneggiate da Laura e Mark Shaw o da Pat e Carol McGreal.
Va ricordato come in quegli anni fosse proprio Paperino l’unica testata ad ospitare delle storie inedite, del tutto assenti nelle altre pubblicazioni fatte solo di ristampe di storie già pubblicate in passato. La penuria di inedite è sottolineata anche dal calo della loro foliazione che, per le italiane, oscilla tra le 18 e le 25 tavole. Molte sono sceneggiate da Tea Orsi e Riccardo Pesce, con disegni di Antonello Dalena, Fabio Pochet, Umberto Fizialetti e Nicolino Picone.

La pubblicazione diventa, nei fatti, un gigantesco dejà vu, con indici che si riciclano in continuazione, con storie il cui unico minimo comun denominatore è proprio quello di essere state già pubblicate nei numeri precedenti, anche se di dieci o vent’anni prima.

A “vivacizzare” la testata c’è solo Alessio Coppola che, a partire dal n. 257 del novembre 2001, diventa il copertinista fisso. Il suo Paperino viene calato in situazioni spesso surreali e legate al logorio della vita moderna. Con ormai oltre 250 copertine all’attivo, possiamo ben dire come Coppola sia il volto stesso della testata, mimetizzandosi con quello del protagonista, quasi sempre da solo, con espressioni facciali sempre diverse eppure, inevitabilmente, sempre simili.

Il n. 379 mostra un leggero restyling della rivista, con una testata modificata – tutta gialla con il cappello di Paperino spostato sulla “i” – e che leggermente ricorda quella del settimanale Topolino. All’interno tutto resta sempre identico. E ormai dal n. 353 del novembre 2009 la pubblicazione presenta 196 pagine.

La pubblicazine non celebra quasi mai i numeri tondi, facendo un’eccezione per il n. 408 del giugno 2014, dedicato agli 80 anni di Paperino. Un numero dalla roboante foliazione di 388 pagine con storie, per la prima volta dopo tanti anni, che non arrivano dalla testata stessa, ma da Topolino (più una inedita) con una selezione piuttosto buona, anche se siamo lontani dai festeggiamenti fatti per il sessantennale del personaggio.

Immagine promozionale per la testata quasi gemella dedicata al ricco zio.

Nel n. 440, in maniera sorprendente, viene pubblicata una storia con Pippo di quattro tavole, probabilmente per riempire un buco. A luglio 2018 compare in edicola una testata gemella di PM, nel formato e nel prezzo: si tratta di Zio Paperone, edito da Panini. Ovviamente non ha nulla a che vedere con la blasonata rivista che ha pubblicato Carl Barks e Don Rosa, ma è interessante come questo approccio, evidentemente funzionale, sia stato replicato per l’altro personaggio davvero importante del fumetto disneyano. Il font della testata è molto simile, con la tuba di Paperone presente come il cappello di Paperino.

A partire dal n. 466 di marzo 2019, la testata si apre anche a storie di altre pubblicazioni, rendendo un po’ più vari gli indici e aggiungendo materiale nuovo alle storie sempre pescate dai precedenti numeri, che restano comunque la maggioranza. Nell’estate 2020 viene persino realizzato un numero speciale, dedicato al calcio e collegato al classico album Panini dei calciatori. Inoltre, dal n. 494 di luglio 2021, ogni numero presenta una storia della PIA, ovviamente in ordine non cronologico e del tutto casuale. L’idea era di promuovere il famigerato n. 26 della Definitive Collection, che chiuse poco dopo.

Il n. 500 del gennaio 2022 è un’altra occasione per realizzare un numero celebrativo, con copertina variant di Andrea Freccero. La foliazione maggiorata a 228 pagine permette una discreta selezione e, soprattutto, una lunga galleria di omaggi disegnati e scritti da autori e collaboratori, tra cui il nostro Francesco Gerbaldo. Il numero successivo, oltre a vedere un aumento di prezzo a 3,70 €, propone una storia speciale, con un piccolo articolo di introduzione, che diventa un appuntamento fisso. Al contrario delle storie da incorniciare, si tratta di storie un po’ più vecchie ma con nulla di particolarmente rilevante rispetto alle altre proposte. Un articoletto viene dedicato anche alle storie inedite, che spesso sono due storie straniere da quattro strisce per pagina, tra le 4 e le 14 tavole l’una.

Conclusioni

Da quasi 40 anni Paperino è ormai una presenza fissa in edicola, un classico capace di attraversare i tempi con pochissimi cambiamenti. È, nei fatti, l’ultimo scoglio dell’edicola disneyana cui il lettore può aggrapparsi con sicurezza, dato che risulta sempre uguale e identico a se stesso.

L’assenza di varietà, in qualche modo simile a quello che accade a Disney Big, è forse proprio la chiave del successo della testata. Infatti, senza cambi, non puoi sicuramente deludere i clienti. Certo, è vero anche il contrario, e non puoi neanche sorprenderli. Ma, evidentemente, il lettore è soddisfatto cosi, con buona soddisfazione di tutti, clienti e editore.

Non possiamo quindi che augurare ancora tanti anni ad una pubblicazione (fin troppo) fedele a se stessa.

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  • In questa tabella schematizziamo i vari cambi di testata, prezzo e formato di Paperino Mese, dal 1986 fino ad oggi.
    TestataNumero di Pagine PrezzoNumero del cambio
    Paperino Mese 148 2800lire 67 di Gennaio 1986
    Paperino Mese 148 3000lire 81 di Marzo 1987
    Paperino Mese 262 3000lire 87 di Settembre 1987
    Paperino Mese 262 3200lire 93 di Marzo 1987
    Paperino Mese 292 3500lire 102 di Dicembre 1988
    Paperino Mese 292 3800lire 114 di Dicembre 1990
    Paperino Mese 262 3800lire 134 di Agosto 1991
    Paperino Mese 244 3800lire 146 di Agosto 1992
    Paperino Mese 244 4000lire 156 di Giugno 1993
    Paperino 244 4300lire 183 di Settembre 1995
    Paperino 228 4300lire 185 di Novembre 1995
    Paperino 228 4500lire 194 di Agosto 1996
    Paperino 228 4800lire 224 di Febbraio 1999
    Paperino 228 4900lire 254 di Agosto 2001
    Paperino 228 4900lire/2,53€ 259 di Gennaio 2002
    Paperino 228 2,6€ 266 di Agosto 2002
    Paperino 228 2,7€ 290 di Agosto 2003
    Paperino 228 2,8€ 306 di Dicembre 2005
    Paperino 244 2,8€ 309 di Marzo 2006
    Paperino 228 2,8€ 320 di Febbraio 2007
    Paperino 228 2,9€ 338 di Agosto 2008
    Paperino 196 2,9€ 353 di Novembre 2009
    Paperino 196 3€ 386 di Agosto 2012
    Paperino 196 3,2€ 455 di Aprile 2018
    Paperino 196 3,5€ 469 di Giugno 2019
    Paperino 196 3,7€ 501 di Febbraio 2022
    Paperino 196 3,9€ 518 di Luglio 2023
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    Autore dell'articolo: Amedeo Badini

    Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.