Topomistery

25 LUG 2022

Introduzione

Può una testata nascere grazie all’impulso di una sola storia? È possibile che l’influenza, lo stile, l’atmosfera di 52 tavole siano sufficienti a varare una collana che, fin da subito, assume un’identità ben precisa? La risposta è affermativa, come vedremo seguendo la vita editoriale di Topomistery.

Storia

Due immagini promozionali dei primi anni della testata. Si nota quanto sia minimale quella a sinistra, che conferma la mensilità.

Nel maggio 1991 esce il primo numero di Topomistery (da qui in poi TM), un albo 18.5×13.5cm di 244 pagine che risulta perfetto per essere comprato velocemente in edicola e letto dove si preferisce.

Dal 1988 Disney Italia gestisce direttamente le pubblicazioni, e comincia un allargamento del parco testate. Nel dicembre 1990 ritorna nelle edicole Zio Paperone, mentre continuano la loro presenza I Classici Disney, I Grandi Classici Disney, Mega Almanacco e Paperino Mese. Ma TM si rivela la prima testata nuova, pensata appositamente per raggiungere un segmento di lettori nuovo e molto specifico, ovvero quelli interessati ai racconti gialli e del mistero, come il nome stesso indica. Si tratta di una novità per la strategia editoriale disneyana, e che si dispiegherà in altre iniziative, come Minni & Company (pubblico femminile), Giovani Marmotte (target ambientale/ecologico) o PaperFantasy (storie fantastiche e spaziali). La strategia, insomma, è creare un contenitore per un pubblico specifico, limitato ma comunque redditizio, lasciando al settimanale Topolino l’ossatura del pubblico generico.

Lo slogan invita il lettore e richiama alla voce spezzata: non certo un caso.

TM nasce non solo come contenitore di classiche storie gialle di Topolino, ma anche sulla spinta di una singola storia, come abbiamo anticipato nell’introduzione. Topolino e il mistero della voce spezzata (gennaio 1991) è una storia rivoluzionaria per il fumetto Disney e sicuramente anticipatrice di molti filoni che si vedranno negli anni successivi. Silvano Mezzavilla ai testi e Giorgio Cavazzano ai disegni realizzano una trama noir, con una Topolinia perennemente sotto la pioggia e un Topolino, solo con il fedele cane Pluto e indosso l’impermeabile, che cerca di risolvere un complesso caso. Le atmosfere quasi claustrofobiche, la tensione persistente in ogni vignetta, il mistero che aleggia nell’aria sono i biglietti da visita che la testata si ripropone di consegnare al lettore ogni mese.

Altra immagine promozionale per la testata, molto semplice ma efficace con l’impronta digitale e con la domanda diretta.

Il legame tra TM e questa storia viene reso esplicito dal fatto che i disegni di Cavazzano vengono usati come copertina dei primi due numeri, mentre sei vignette vengono riciclate per riempire seconde e terze di copertina di altrettanti numeri, oppure come pagina introduttiva all’albo. Un riconoscimento decisamente inusuale per una storia così recente, ma che aveva colpito come un fulmine (tanto per restare in tema). Sul capolavoro di Mezzavilla ci limitiamo a condividere l’importanza che ha avuto per il grande fumettista Zerocalcare e l’intervista e l’articolo che il Papersera ha realizzato per il trentennale della storia.

Immagine promozionale per un’iniziativa gialla tra Topolino e Clementoni. Anche se non presente, sono evidenti i richiami a TM.

All’inizio la testata si limitava a proporre solo ristampe di materiale italiano dei 40 anni precedenti. Non possiamo dire che si tratti sempre di ottimi gialli, anzi. Buona parte delle trame propongono lo stereotipo del Topolino perfettino, quello capace con scioltezza di risolvere il caso che l’inutile Basettoni non capisce e con il quale lo sciocco Pippo non sa come raccapezzarsi. Si nota fin troppo una certa ingenuità nelle storie di Martina, Dalmasso, Barosso scritte spesso con un certo automatismo. Nonostante il rifarsi alla voce spezzata, la testata non propone capolavori (anche perché non ce ne sono a iosa).

Immagine promozionale per TM e Paperinik, che erano collegate come marketing, pensando ad un target affine.

I primi quattro numeri presentano il dorso di colore rosso, che cambia in altre gradazioni per i numeri dal 5 all’8, per infine stabilizzarsi al nero a partire dal numero 9. I primi 13 numeri hanno una frequenza bimestrale, anche se con qualche irregolarità (con alcuni numeri ogni tre mesi e altri mensili). Sono numeri in cui non c’è alcun apparato redazionale, con qualche copertina riciclata e con degli urli in copertina esageratamente enfatici tipo ‘Oltre l’impossibile’ o ’24 ore di brivido!’. Anche la testata ha qualche cambio (dal n. 10 al n. 14 è presente un cappello tipo Borsalino, come nella voce spezzata, e una torcia che, con un fascio di luce sorregge la testata). Dal n. 14 la testata diventa mensile e assume un aspetto definitivo: la copertina gialla o di altri colori con un grande cerchio che racchiude l’immagine si ispira chiaramente agli storici Gialli Mondadori, fungendo da perfetto richiamo per gli appassionati (il quindicesimo numero mostra la testata pulita, senza torce e cappelli).

Dal n. 15 e fino al n. 29 è presente la rubrica in due pagine “i grandi investigatori”, curata da Franco Fossati, che si occupa di approfondire nell’ordine Miss Marple, il Tenente Colombo, il Commissario Maigret, Charlie Chan, l’Ispettore Clouseau, l’Uomo Mascherato, Nero Wolfe, Hercule Poirot, Sherlock Holmes e Dick Tracy. Insomma, si costruisce qualcosa che vada oltre la mera ristampa. Ovviamente, oltre ai gialli vengono pubblicate storie di generica avventura, di ambientazione esotica, cercando di dare un ventaglio ampio, sempre con protagonista Topolino.

La testata, però, forse comincia ad avere qualche problema e vengono create nuove iniziative per corroborarla. Ad esempio, dal gennaio 1995 è possibile abbonarsi sia a TM che a Paperinik (testata con cui spesso saranno realizzate iniziative di coppia), ricevendo in omaggio il “Topo Secret”, un orologio da detective con lente di ingrandimento, normografo, mini notes e righello. Inoltre, spesso le due testate vengono promosse insieme, con pubblicità in comune. Vista la lunghissima storia editoriale del papero mascherato, è probabile che l’obiettivo fosse trainare il topo detective.

Nel luglio 1995, in contemporanea al periodo vacanziero, comincia la ‘serie speciale’ di TM con il n 38. Quattro numeri, contraddistinti da questo sottotitolo, che modificano ampiamente la struttura interna della testata. L’intenzione è quella di rilanciare la testata dando un prodotto più variegato, e infatti il prezzo varia da 3500 lire (ancora inalterato rispetto al primo numero) a 3800lire. Non più solo ristampe casuali, ma un menù composto da diversi pezzi.

Immagine promozionale per il gioco Clementoni, che presentava mini gialli inediti scritti da Carlo Chendi. Si noti come sia tutto in sintonia con la testata.

Innanzitutto due novità dal lato fumetti: una storia inedita in ogni numero tra le 30 e le 60 tavole in media e l’introduzione a metà albo della sezione “Yellow Story”, ovvero la ristampa in bianco e nero delle più belle storie gialle dei tempi d’oro di Floyd Gottfredson, partendo dalle sceneggiature di Bill Walsh (e un paio di Merril De Maris). La rassegna è contraddistinta dal colore giallo delle pagine e dalla particolare stampa in orizzontale delle strisce (al ritmo di due per pagina), che costringe il lettore a capovolgere l’albo, evitando il fastidioso rimontaggio delle vignette, avvenuto in altre pubblicazioni. Si tratta di un’iniziativa decisamente filologica e piuttosto curata, nonostante non segua un approccio cronologico (il ritorno di Gottfredson in striscia avverrà solo nel 2010 con Gli anni d’oro di Topolino). Prima di ogni storia una breve presentazione a cura di Fabio Michelini in alternanza con Tito Faraci, che muove quindi i primi passi in Disney su questo mensile. È evidente come, utilizzando i capolavori del maestro dello Utah, TM volesse darsi una patina di credibilità e di maggior forza, fornendo un prodotto di più alta qualità.

La serie speciale propone anche il primo vero gadget della testata (dopo la lente in allegato al n. 18, copia identica a quella inclusa nel gioco da tavolo Clementoni, in uscita in quel periodo): il Mistery Decoder, un gadget componibile in quattro parti composto da detector, video-rivelatore,  cripto-decoder e macchina della verità. Uno di questi pezzi serviva anche per trovare delle parole segrete all’interno della storia inedita di apertura, che andavano raccolte insieme a quelle degli altri tre numeri, da utilizzare poi per scrivere una storia a soggetto giallo che sarebbe finita sul mensile, nell’ambito di un grande concorso per aspiranti giallisti.

Infine, in ogni numero compare ora una sezione enigmistica, che coinvolge anche l’intero albo, da spulciare alla ricerca di parole utili per uno dei giochi. La parte di enigmistica viene rafforzata da quattro tavole a fumetti, spesso sceneggiate da Sergio Tulipano (e un paio di da Faraci e Bruno Enna) e disegnate da Claudio Sciarrone e Luca Bonardi.

Immagine promozionale per il Mistery Decoder e il lancio del nuovo corso.

In sintesi, un grosso sforzo per rendere il periodico più corposo. Questi sforzi però non ripagheranno del tutto. Il n. 42 porta la foliazione a 228 pagine, proprio il numero successivo alla conclusione della serie speciale, mentre il n. 46 (marzo 1996) vede l’aumento a 4000 lire. Infine, il n. 54 del dicembre 1996 è il primo ad essere bimestrale.

Il format della testata continua a restare stabile e non vede grossi scossoni, se non nelle storie inedite, che diventano spesso di provenienza straniera e con mordente minore. Con il n. 58 (agosto 1997) il prezzo aumenta a 4300 lire, per passare infine a 4500 lire con il n.64 nell’agosto 1998. Date queste premesse, la testata si avvita su un percorso di inesorabile conclusione.

Immagine promozionale per i gialli di Topolino, tutta giocata sulle ombre e sul buio.

Il n. 73 di febbraio 2000 chiude infatti la testata, durata quasi dieci anni. Tutto è nella norma: inedita, Gottfredson, storia gioco. Troviamo però una particolarità, richiamata dallo strillo in copertina ‘Con Topomistery il mitico MM # 0′. Infatti l’albo era uscito, allo stesso prezzo in copia blisterata, con il primo numero dell’esplosiva Mickey Mouse Mistery Magazine. All’interno una pagina di editoriale saluta i lettori, raccontando come la nuova testata, uscita a maggio 1999 e arrivata al quinto numero, risulti essere “il Topomistery del futuro”, una collana maggiormente in linea con i gusti dei lettori.

Si sottolinea la presenza di “casi sempre più difficili e con nemici… di tutto rispetto!” e “il formato, le storie, la colorazione, tutto è pensato per assicurarvi ancora più emozione e divertimento!”.

Risulta un po’ straniante trovare come allegato omaggio il primo numero, definito “introvabile”, ma forse si trattava di eliminare delle rese di magazzino e creare una nuova iniziativa promozionale per una testata che avrebbe comunque chiuso l’anno successivo. Comunque era un ideale passaggio di testimone e un modo intelligente, seppur tardivo, per portare ad un pubblico affine un prodotto decisamente congeniale.

Immagine promozionale per la ristampa dei Gialli di Topolino. Nello sfondo compaiono i 17 numeri originali ma ne usciranno solo 14. A destra viene promosso il numero estivo come trilogia, primo esperimento di legare il giallo all’estate.

Dal punto di vista delle copertine, vi sono stati diversi autori. Fino al n. 25 le ha realizzate Roberto Santillo, coadiuvato da Giovan Battista Carpi, che al tempo dirigeva l’accademia Disney e coordinava tutti i lavori grafici. Nei numeri non appare però nessun accredito ufficiale, che comincia solo con il n. 26. Si alternano Marco Ghiglione, Fabrizio Petrossi, Stefano Turconi e Corrado Mastantuono, con i colori di Max Monteduro, che realizza svariati esperimenti grafici in maniera simile a quanto fatto su Paperinik (esperienza che porterà poi alla rivoluzione di PKNA). I soggetti hanno sempre per protagonista Topolino, in situazioni non solo gialle e noir, ma decisamente variegate e sorprendenti, tra alieni, serpenti giganti e aspetti fantasy.

Sul fronte delle inedite, la qualità risulta altalenante. Non mancano storie comunque estremamente valide come la Scomparsa di Tip oppure Ombre nella giungla, ristampate anche in altre testate.

TM ha generato svariati eredi. Se MMMM ovviamente prende i toni del noir per creare una storia adulta e matura, il tema del giallo è perfetto per creare raccolte o collane che raccolgano varie ristampe da proporre in edicola con poca spesa e buoni ricavi. Ecco perché nel 2005 esce la collana I gialli di Topolino, 17 volumetti mensili con ristampe a tema noir, alcuni articoli e copertine inedite. Una particolarità è spezzare la storia di apertura con il finale in fondo all’albo, in modo di permettere al lettore di provare a indovinare il colpevole. Le copertine sono tutte realizzate da Davide Cesarello con i colori di Federico Bertolucci e soggetti piuttosto maturi.

Nel 2017 la testata viene ristampata in maniera quasi integrale (14 numeri su 17). Era un momento in cui la redazione proponeva numerose testate dalla vita assai breve e sconnessa, e questa ristampa non fa eccezione. Infatti, dal n. 11 la collana passa da 228 a 196 pagine, bloccando i propositi di ristampa completa. Nel 2018 esce per i tipi di GEDI una collana estiva settimanale di 24 numeri allegati ai quotidiani in edicola: Disney Noir.

Immagine promozionale per i romanzi brevi, sempre a tema giallo.

TM come testata ritorna come Topomystery nel maggio 2019. L’idea di Panini è sfruttare un marchio vintage (al netto della doppia y) come mero contenitore di ristampe. La collana vuole coprire solo i mesi estivi, infatti la prima serie esce per quattro numeri (da maggio ad agosto 2019), mentre la seconda consta di tre numeri (da giugno ad agosto 2020), per complessivi sette numeri. Questo approccio da miniserie permette al lettore di avere buone letture durante l’estate con una piccola spesa e la soddisfazione di avere qualcosa di completo. Il trait d’union con i gialli è il fatto di avere sempre Davide Cesarello come copertinista inedito.

Questa modalità è continuata da Panini anche per le estati successive, con la testata Topolino in Giallo (che nel 2022 propone anche storie inedite), uguale nell’impostazione e con Cesarello alla copertina. Una tradizione che lega l’estate al noir.

Infine, ricordiamo con piacere una testata non a fumetti ma di narrativa, promossa anche sulle pagine di TM. Edita da Disney Libri, Disney Mystery presentava romanzi brevi in cui Topolino si trovava coinvolto in qualche mistero, con copertine e illustrazioni realizzate da Lorenzo Pastrovicchio.

Conclusioni

TM è una testata storica, che ha inaugurato il ricco filone di collane realizzate su un tema unico per soddisfare un target ben preciso. La spinta data dall’innovazione di una singola storia ha permesso la creazione di una collana omogenea e generalmente curata, con una buona selezione e la realizzazione di valide inedite. Inoltre, aver ristampato in maniera filologica Gottfredson, seppur incompleto, rivela una passione degna di menzione.

Il ricordo della testata ha generato svariati eredi, che mantengono saldo il rapporto tra Topolino e il giallo, con buoni risultati.

Visualizza le informazioni relative a Topomistery sull’INDUCKS

Immagine promozionale che riprende quella dei gialli, usato in ugual modo per il breve revival di Topomistery e poi per Topolino in giallo. ‘Collezionali tutti’ invoglia a completare la miniserie, i cui volumi appaiono nello sfondo.

Le nostre recensioni

NumeroVoto del recensoreVoto medioForumInducks
I Gialli di Topolino 1 33.0
I gialli di Topolino 1 (ristampa) 32.5
I gialli di Topolino 3 (ristampa) 32.8

Altri libri di narrativa a tema giallo con Topolino.

Le nostre recensioni

NumeroVoto del recensoreVoto medioForumInducks
Disney Noir 1 - Miss Torple 43.7
Disney Noir 2 - Daisy Holmes 43.5
Disney Noir 3 - Topalbano 43.3

Immagine promozionale per Disney Avventura, altri libri a tema giallo.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.