Mickey Mouse Mystery Magazine
Introduzione
Il 1997 fu un anno significativo per il panorama fumettistico disneyano, in Italia. Da un lato la testata PKNA – Paperinik New Adventures conosceva pieno successo dopo il positivo avvio nei mesi precedenti, consolidandosi e acquisendo uno zoccolo duro di lettori; dall’altro, sul settimanale Topolino, uno sceneggiatore agli esordi iniziava ad esplorare con decisione e passione, senza dimenticare una chiave ironica riuscita e moderna, il genere poliziesco nelle sue avventure con Topolino. Si trattava di Tito Faraci, che raccoglieva idealmente il testimone dell’approccio noir applicato da Silvano Mezzavilla a inizio decennio, arricchendolo con un linguaggio più fresco e con la geniale intuizione di dare maggior spazio all’ispettore Manetta e alla realtà del commissariato di Topolinia.
La commistione di eventi e occasioni portò alla nascita di un progetto che raccogliesse e rilanciasse quelle istanze di stampo hard-boiled, mettendo al centro Topolino e sfruttando la scia vincente di PKNA, e nel 1999 uscì in edicola il numero zero di MM – Mickey Mouse Mystery Magazine, dopo due anni di studi preparativi.
Storia
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Immagine promozionale che giocava con parole e aggettivi che iniziavano per M. Questa impostazione è stata usata fino alla fine.
Tanto come formato (spillato da 17×25,5cm) quanto come spunto di partenza, MM ricalcava il modello pikappico: si trattava infatti in entrambi i casi di uno spillato analogo a quelli dei supereroi Marvel e DC, con una storia inedita per numero che si attestava sulla settantina di tavole, e sia per Paperinik che per Topolino venne ideato un pretesto narrativo che in qualche modo desse al personaggio una nuova realtà in cui agire, con nuovi comprimari e nuovi avversari.
Così, nella prima storia della serie, Topolino dovette recarsi nella metropoli di Anderville – che dà il titolo alla storia stessa – dopo aver scoperto di essere a sua insaputa socio di uno studio di investigazioni, il cui titolare, suo vecchio amico, risultava scomparso.
Anderville è quanto di più lontano ci possa essere da Topolinia: una città moderna, industrializzata e uscita direttamente dall’America più losca e sporca, caratterizzata da grattacieli, strade frenetiche e quartieri malfamati. Qui la polizia non è tenera e, per riuscire a ottenere risultati, si fa meno scrupoli ad interpretare la legge nel modo che le è più comodo, e di certo non ha tempo e voglia di essere rassicurante e sorridente.
Il confine tra buoni e cattivi è labile e sfumato, una caratteristica con cui Topolino capì di dover convivere fin da subito visto che già da questa storia si ritrovò a collaborare con un cartello criminale locale per incastrare un sicario esterno.
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Altra immagine promozionale, per il quinto numero. La descrizione mostra anche una piccola sinossi del numero.
La sceneggiatura di Tito Faraci non faceva sconti e in poche decine di pagine sradicò Mickey dalla sua consolidata realtà per catapultarlo in un altro mondo, con altre regole. Nel farlo, si è ispirato direttamente alle origini fumettistiche del personaggio – il Topolino delle strisce anni Trenta disegnate da Floyd Gottfredson era spesso alle prese con situazioni ad alto tasso di rischio e dove le risoluzioni non erano sempre immediate – e ai romanzi e film hard-boiled classici, come il ciclo dell’87° Distretto di Ed McBain, tradizione da cui ha mutuato anche le didascalie di pensiero in prima persona, con un taglio riflessivo e ironico molto azzeccato, che caratterizzarono buona parte della serie guidando il lettore nelle vicende.
La città di Anderville non si limita a fare da scenario alle storie di Mickey, ma con le sue architetture è un elemento determinante della narrazione.
Giorgio Cavazzano ai disegni tracciò la “bibbia” estetica di MMMM, dando una connotazione grafica alla città , ai locali e soprattutto ai personaggi, che riuscivano a mantenere una fisionomia disneyana pur possedendo alcuni aspetti capaci di gettare ombre e ambiguità su di loro. Il tratto rassicurante che l’artista aveva ormai adottato da alcuni anni trovò nuovo slancio e vigore, con richiami estetici anche al suo Casablanca per quanto riguarda le pose del protagonista, e riuscì a fornire la giusta impronta al progetto anche grazie all’ottima colorazione, che giocava molto sulle luci e sulla loro assenza. Tale estetica fu seguita abbastanza fedelmente dai disegnatori degli albi successivi, in particolar modo da Alessandro Perina.
Nei numeri successivi si alternarono alla sceneggiatura Faraci e Francesco Artibani, per un ciclo di storie in qualche modo collegate tra loro e che vedevano al centro gli intrighi di potere di tre ricchi individui e il processo nel quale era implicato uno di loro, nel quale Topolino avrebbe dovuto testimoniare per l’accusa. Nel mentre il detective, senza possibilità di lasciare Anderville, approfondiva la conoscenza con i perditempo di una tavola calda e con Jan Clayton e Patty Ballestreros della polizia, e iniziava a capire le regole della città . Un Mickey così tosto non si vedeva da anni e, libero dai limiti della testata ammiraglia, poté vivere veri e propri thriller, dagli esiti quasi mai scontati.
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Immagine promozionale dedicata al volume MM – Le Origini, contenente le prime tre storie, con alcuni articoli e contenuti inediti. Uscito sia in versione brossurata da edicola, che cartonata da libreria, che cartonata numerata in 4000 copie.
A un certo punto gli albi si arricchirono di alcune storie brevi di stampo prettamente comico e di un apparato editoriale approfondito, che mostrava ampliamenti narrativi di quanto letto nella storia tramite fittizi articoli di giornale e file del commissariato, permettendo al lettore di entrare maggiormente nello spirito della serie. Entrambi accorgimenti mutuati, ancora una volta, dall’esperienza di PKNA, con ancor più ampio realismo e accuratezza.
Attorno alla metà della serie, con la chiusura della macrotrama del processo, MM proseguì con alcuni numeri autoconclusivi, sempre di alta qualità , anche nelle due storie scritte da Augusto Macchetto e Riccardo Secchi, ma si avvertiva che qualcosa era cambiato nell’assetto del giornale, ora privo di una precisa direzione come appariva invece nei numeri precedenti. Il #11 segnò la conclusione della serie, peraltro con una storia non particolarmente significativa e alla quale sembravano state attaccate in modo posticcio le tavole finali, nelle quali Topolino decide all’improvviso di tornare a Topolinia, salutando velocemente tutti gli amici conosciuti ad Anderville.
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L’approccio con le parole che iniziano per M fu usato per tutti i numeri della testata, a volte dando luogo a risultati sopra le righe.
La testata fu certo coraggiosa, sotto certi aspetti ancora più di PK: innanzitutto il genere supereroistico poteva far presa più facilmente sul grande pubblico rispetto al poliziesco, soprattutto nella fascia di lettori più giovani, e in secondo luogo evolvere in tal modo la figura di Mickey Mouse, icona del XX secolo che la Disney stessa presenta sotto una luce giocosa e rassicurante, era molto più rischioso che farlo con Paperinik: MM pagò evidentemente queste difficoltà , non riuscendo magari ad arrivare ad un pubblico più maturo che avrebbe potuto apprezzarlo maggiormente, e questo portò alla sua fine.
CuriositÃ
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Immagine promozionale per il penultimo numero.
- Il numero zero della serie venne distribuito in omaggio anche con l’ultimo numero della testata Topomistery, il 73 del febbraio 2000, in un’unica copia blisterata.
- Dopo le uscite originali, nel novembre del 1999 vennero ristampate le prime tre storie in un volume speciale cartonato e numerato in 4000 esemplari chiamato Le origini, poi ristampato in versione brossurata da edicola a settembre 2001, poco dopo la conclusione della serie.
- Come è già noto dai redazionali alla fine del #0 di MM, quando il progetto era ancora in stato embrionale si era pensato di affiancare a Topolino Badge Casey, fratello di Manetta, che ha poi lasciato il posto al personaggio di Sonny Mitchell, mentre in origine il suo look avrebbe dovuto ricordare l’attore Walter Matthau.
- Il numero 0 ebbe un intenso lavoro di modifiche e cambiamenti. L’inseguimento finale prevedeva all’inizio un Topolino armato di pistola e un’intensa sparatoria in luogo pubblico.
Anderville, come storia a sé, ha visto inoltre la luce sull’Oscar Mondadori La Nera di Topolino, volume dedicato a una selezione di storie poliziesche firmate da Tito Faraci. - Si è dovuto aspettare il 2015/2016 per una ristampa completa della serie – pur prive delle storie brevi – in due volumi della testata Disney Omnibus creata da Panini Comics (che dopo aver riproposto MM e la prima saga di W.I.T.C.H. non ha più dato notizie di sé…).
- Nel luglio 2018 esordisce infine in edicola la collana tematica Disney Noir che, con cadenza settimanale, ripropone fumetti Disney a tema giallo-thriller. In ogni numero viene ospitata una storia di MM, contenuta in una sezione monotematica dedicata.
- Nel Giugno 2021 Panini Comics decide di ristampare la serie in sei volumi bimestrali cartonati da due albi l’uno, con uno speciale settimo volume dedicato alle storie brevi e un cofanetto per contenere tutto. Redazionali quasi completamente assenti.
- Nel 2002 nacque X-Mickey, nuovo spillato disneyano che sembrava potesse in qualche modo proseguire l’idea di dare maggior lustro a Topolino, nonostante il genere di affiliazione fosse stavolta l’horror, ma in realtà i toni più infantili e in linea con il tenore del settimanale Disney in quegli anni resero presto il paragone inadeguato.
Statistiche
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Immagine promozionale per la ristampa in sette volumi cartonati editi da Panini.
- Tito Faraci e Francesco Artibani si contendono lo scettro di maggior presenza sulla testata, il primo con 6 storie all’attivo, il secondo con 4 (a cui vanno però aggiunte le sue sceneggiature per 2 storie brevi).
- Gli unici altri sceneggiatori al lavoro sulle storie lunghe di MM sono stati Augusto Macchetto e Riccardo Secchi con 1 storia ciascuno, mentre delle brevi in coda agli albi si sono occupati, oltre ad Artibani, Silvia Ziche (1), Davide Catenacci (2) e Bruno Enna (2).
- Ezio Sisto compare come co-ideatore del soggetto di 2 storie.
- Per quanto riguarda i disegnatori, Alessandro Perina ha illustrato 2 storie, così come Claudio Sciarrone e Giuseppe Zironi (il quale ha però disegnato anche 2 storie brevi). Giorgio Cavazzano, Corrado Mastantuono, Stefano Turconi, Paolo Mottura , Marco Palazzi e Silvio Camboni hanno disegnato 1 storia per ciascuno, mentre Silvia Ziche ha lavorato su 5 storie brevi.
- La saga completa (quella composta dalla storia principale del numero) si compone di ben 761 pagine, la più corta delle quali è Estrelita di sole 60 pagine, segue The Link con 61, mentre tutte le altre sono di 64 pagine.
- Le storie brevi contano 40 pagine totali per le avventure di Chester Soup e solamente 16 per Anderville Confidential