I Grandi Classici Disney (Prima Serie)
Introduzione
Nel 1980 l’edicola disneyana non era particolarmente ricca. Si trattava di altri tempi, in cui non era necessario occupare multipli spazi sugli scaffali editoriali e alla Mondadori bastava un pugno di testate per avere lettori e profittevoli inserzionisti pubblicitari. Come raccontato in questo articolo, gli anni Ottanta vedono poche pubblicazioni regolari: chiudono l’Almanacco Topolino e gli Albi di Topolino, arriva il Mega, si stabilizzano i Classici Disney (seconda serie). A questo pugno di testate, si aggiungono i Grandi Classici Disney, destinati a diventare una delle pubblicazioni Disney più longeve.
Storia

Semplice immagine promozionale che sottolinea l’alto numero di storie (n. 87 del febbraio 1994).
Nell’edicola disneyana degli anni Ottanta, i volumi con maggiore foliazione erano i Classici Disney, che raggiungevano le 260 pagine e alternavano pagine a colori con pagine in bianco e nero. Le altre uscite erano tutte più piccole. Mancava insomma un contenitore che puntasse tutto sul formato e sulla colorazione: nascono così i Grandi Classici Disney (da qui in poi GCD).
La redazione crea una testata che, fin dalla copertina, recita “448 pagine” e, dal terzo numero, “456 pagine – Tutto colore” (a volte viene indicato l’alto numero di storie presenti: 11, 12 o 13).

Semplice immagine promozionale per il n. 90 del maggio 1994.
Un chiaro messaggio per il lettore: tante storie ad un prezzo corrispondente. E, in effetti, l’importanza che viene data alla testata è proprio quella sul contenitore, piuttosto che il contenuto. La copertina sottolinea numero di pagine, quantità di storie, la colorazione completa, mentre all’interno vengono pubblicate soprattutto storie recenti del decennio precedente. Si tratta dell’inizio di un approccio che si riproporrà nel 2008 con Disney Big, ovvero volumi da oltre 500 pagine con varie ristampe.
Ovviamente, GCD vuole porsi su di un livello qualitativo più alto, a partire dal nome. Il richiamo ai Classici Disney significa proprio porsi nella stessa scia, ovvero pubblicare tante grandi storie, tutte insieme. Interessante come il primo numero riproponga, per la prima volta, l’intera saga del Totem Decapitato, oppure il settimo ristampi Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi con copertina dedicata. Il quarto numero viene dedicato alle grandi parodie. Insomma, la ricca foliazione viene sfruttata a dovere.
Nel corso degli anni c’è anche qualche tentativo di provare a pubblicare in maniera organica ed integrale alcune serie, come le storie di Ok Quack o di Topolino Kid, ma non c’è una cura attenta, dato che le ristampe non vengono completate oppure proposte in maniera continuativa per favorire un legame duraturo con il lettore.
La testata non nasce in maniera autonoma, ma come supplemento ad altre testate, con una cadenza del tutto irregolare. All’inizio è annuale, poi semestrale, passa a trimestrale (vengono pubblicati solo 15 numeri in 5 anni, dal 1980 al 1984) per poi stabilizzarsi ogni due mesi nel luglio 1985 e diventare finalmente mensile nel dicembre 1990, dieci anni dopo.

Immagine promozionale con il nuovo corso post 2005. Nuovo claim che punta sempre sul lettore generico.
La testata prosegue la sua vita editoriale senza particolari scossoni, con un approccio placido. Gli indici propongono quasi sempre storie di Rodolfo Cimino, Guido Martina e Giorgio Pezzin, mentre il lato americano è coperto da Paul Murry e Tony Strobl. Se all’inizio sono soprattutto le storie anni 70 ad essere presenti, con il tempo la scelta spazia anche a storie anni 60. Ogni tanto la copertina viene dedicata ad una storia presente all’interno dell’albo (numero 25 oppure 31), e spesso abbiamo come apertura una vicenda di Paperinik, segno di come già all’epoca fosse un richiamo per i lettori.
Il numero 49 del dicembre 1990 cambia alcune carte in tavola: la periodicità diventa mensile e il colore di copertina viene metallizzato, cercando di rimandare forse alla preziosità delle storie contenute.
È interessante anche notare come il volume sia una ristampa parziale del primo numero, a partire dalla copertina di Marco Rota (anche il n. 53 sarà una ristampa parziale del n. 3). Alcune immagini promozionali sottolineano la presenza di numerose storie (almeno 13, in linea con quanto era promosso in copertina fin dai primi numeri). La testata nel frattempo comincia a ristampare sé stessa, dato che vengono pubblicate di nuovo numerose storie già proposte in numeri precedenti. Inoltre, vengono pubblicate anche storie del Jaime Diaz Studio, che diventeranno una presenza fissa per parecchio tempo, e non proprio un sinonimo di classico. Infatti, dal numero 75 circa la testata si stabilizza nel pubblicare soprattutto storie di cinque o sei anni prima alternando a storie più vecchie in un mix sapiente tra vecchio e nuovo. Vengono proposte anche alcune delle ultime storie di Carl Barks e qualche volta viene pubblicata, in maniera più o meno consapevole, alcune saghe complete (come la spada di ghiaccio di Massimo De Vita o le due storie di ser Soldano di Luciano Bottaro).

Immagine promozionale con il nuovo corso post 2005 con un leggero cambio di grafica (scompare la sagoma di Topolino di sfondo). Claim semplice ma efficace, che non punta sul collezionismo.
La vita editoriale della testata non rende giustizia all’altisonante nome che porta, fino al numero 209 dell’aprile 2004. In quel numero, a partire dalla copertina dedicata e dallo strillo che recita “Storie preziose”, Luca Boschi cura un’intera sezione della testata, con un articolo dedicato. Il critico disneyano seleziona due o tre storie rare, particolari, mai ristampate, con i loro colori originali, creando percorsi tematici tra le vicende, e scrive una o due pagine di approfondimento (dal n. 260 diventano due, e dal n. 303 diventano 3). Anche i due numeri successivi hanno una copertina dedicata a questa sezione che, posta al centro dell’albo, rende la testata un’ideale porta d’ingresso al mondo della filologia disneyana. Fino ad allora, gli articoli e gli approfondimenti critici sul fumetto disney erano appannaggio di testate dichiaratamente dedicate ai collezionisti, come Zio Paperone o I Maestri Disney (a parte la breve esperienza delle “Storie da incorniciare” su Paperino Mese). L’idea di inserirli in una pubblicazione più generalista era decisamente intelligente, perché è un modo di fornire strumenti ai lettori comuni per approfondire la storia del fumetto disneyano.

Altra immagine promozionale con nuovo claim.
Nel maggio 2005 il n. 222 propone uno stravolgimento grafico decisamente positivo: la cornice che soffocava il disegno di copertina scompare, per lasciare spazio ad un disegno di Giorgio Cavazzano che diventa il copertinista fisso. Il risultato è più pulito e armonico, con la testata che occupa maggiore spazio con la sagoma di Topolino di sfondo. Il nuovo corso della testata risulta decisamente vincente, sia all’esterno che all’interno. La selezione è fatta con una certa coerenza, numero dopo numero. Le storie di Dick Kinney e Al Hubbard sono una presenza costante, così come quelle di Floyd Gottfredson. Le ristampe sono scelte usando le prime edizioni italiane, con il lettering antico, le imperfezioni e gli eventuali tagli dell’epoca. A partire dal 2014 anche il ventaglio temporale si amplia, proponendo storie anni 90 e primi 2000, con anche la presenza di storie brasiliane. Addirittura, vengono riproposte storie inizialmente pubblicate per la prima volta su testate diverse da Topolino, come Topomistery.
Forte della copertina e delle rarità proposte da Boschi, la testata diventa un nuovo punto di riferimento per gli appassionati disneyani. Con il passaggio a Panini Comics nel 2013, le pubblicazioni per collezionisti come Tesori Disney e Disney Anni d’Oro vengono chiuse. GCD diventa così l’unico appoggio per i lettori esigenti e la chiusura, o meglio, la trasformazione, coglie tutti di sorpresa. Con il n. 350 del gennaio 2016 la testata chiude. Panini Comics intende creare una seconda serie, ripartendo dal numero uno, con un formato più ampio, una foliazione minore e la sottolineatura che tutte le storie saranno colorate (quasi un ritorno all’approccio promozionale all’inizio della serie). Due pagine di redazionale presentano il nuovo corso. Non sappiamo se sia stata una scelta improvvisa, ma sicuramente l’approccio resta lo stesso (tanto che il ciclo di Reginella si dipana tra gli ultimi due numeri della prima serie e i primi cinque della seconda): un ideale ponte tra le due serie.
Conclusioni
Per 36 anni GCD ha occupato uno spazio fisso in edicola, proponendo raccolte voluminose di storie Disney. Se per parecchi anni è risultato un contenitore buono ma senza una linea editoriale precisa, a partire dal 2004 è diventato un punto di riferimento per i collezionisti, proponendo storie rare e percorsi critici tra i diversi numeri, valorizzando grandi autori, italiani e stranieri. La chiusura nel 2016 è per fortuna solo un passaggio per rinascere come seconda serie che, al netto di alcuni cambi tipografici, mantiene lo stesso rigore critico e la particolare cura editoriale, per la gioia dei lettori.
Curiosità
Sono stati vari i copertinisti della collana. Si inizia con Marco Rota, che all’epoca realizzava quasi tutte le copertine di tutte le testate disneyane e che disegna graficamente la testata. Poi sono presenti anche Giovan Battista Carpi, Roberto Santillo, Lorenzo Pastrovicchio, Stefano Turconi, Enrico Faccini e Donald Soffritti. Gli ultimi quattro si alternano tra di loro, per brevi o lunghi periodi. Alcune copertine sono rielaborazioni di altri disegni. Questo approccio erratico si fermerà con l’arrivo di Cavazzano, che realizzerà copertine dedicate alla storia di apertura tranne nel numero 234, dove viene sostituito da Alessandro Pastrovicchio.
Il numero 100 è un vero volume celebrativo, dato che l’indice propone solo storie pubblicate su numeri di Topolino con almeno due zeri (100, 200, 300…). Invece, sia il n. 200 che il n. 300 non avranno nulla di particolare, a parte la copertina dedicata.
Tre numeri della testata vennero ristampati in formato cartonato, ad un prezzo notevolmente maggiore, probabilmente per entrare nel circuito delle librerie. Un approccio che verra usato anche dai Maestri Disney Oro.
100 numeri furono ristampati nelle raccolte. Si trattava di rilegare insieme i resi e riproporli in un unico volume a prezzo minore.
Numero e data del cambio | Prezzo (in lire fino a settembre 2001) | Numero di Pagine | Altre informazioni |
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1 (giugno 1980) | 1500 | 448 | Supplemento a CD 42 |
2 (giugno 1981) | 1500 | 448 | Supplemento a CD 54 |
3 (gennaio 1982) | 2000 | 460 | Supplemento a CD 61 |
4 (aprile 1982) | 2000 | 460 | Supplemento ad Albo della Rosa 1430, dedicato alle Grandi Parodie |
5 (luglio 1982) | 2000 | 460 | Supplemento a Topolino 1389 |
6 (novembre 1982) | 2500 | 460 | Supplemento a Super Almanacco Paperino 29 |
7 (marzo 1983) | 2500 | 460 | Supplemento a CD 75, dedicato a Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi |
8 (giugno 1983) | 2500 | 460 | Supplemento a CD 78 |
9 (settembre 1983) | 2500 | 388 | Supplemento a Super Almanacco Paperino 39, con 13 storie |
10 (novembre 1983) | 2500 | 388 | Supplemento a CD 83, con 12 storie |
11 (marzo 1984) | 2500 | 388 | Supplemento a CD 87, con 11 storie |
12 (luglio 1984) | 2500 | 388 | Nessuna indicazione di supplementi, con 12 storie |
13 (settembre 1984) | 2500 | 388 | Supplemento a CD 89, con 11 storie |
14 (novembre 1984) | 3000 | 388 | L’indicazione di supplemento scompare, 12 storie presenti |
15 (marzo 1985) | 3000 | 388 | 10 storie indicate in copertina |
16 (luglio 1985) | 3000 | 388 | Primo numero ad essere bimestrale, con ufficializzazione nel n. 19 del gennaio 1986 |
20 (marzo 1986) | 3500 | 388 | N/A |
28 (luglio 1987) | 3800 | 388 | N/A |
31 (gennaio 1988) | 4000 | 388 | N/A |
35 (settembre 1988) | 4000 | 388 | Primo numero edito da Disney Italia |
37 (gennaio 1989) | 4500 | 388 | N/A |
43 (gennaio 1990) | 4800 | 388 | N/A |
45 (maggio 1990) | 4800 | 388 | Restyling grafico con cambio testata (testa di Topolino al posto del puntino sulla “i”) |
49 (dicembre 1990) | 5000 | 388 | Primo numero mensile, ristampa parziale del n. 1, inizio della doratura in copertina |
53 (aprile 1991) | 5000 | 388 | Ristampa parziale del n. 3 |
79 (giugno 1993) | 5000 | 388 | Per la prima volta compaiono i nomi degli autori delle storie italiane |
80 (luglio 1993) | 5500 | 388 | N/A |
108 (novembre 1995) | 5800 | 356 | Cambio prezzo e riduzione di foliazione |
141 (agosto 1998) | 6000 | 356 | N/A |
151 (giugno 1999) | 6000 | 356 | Restyling grafico con cambio testata (testa di Topolino stilizzata) |
165 (agosto 2000) | 6300 | 356 | N/A |
178 (settembre 2001) | 6300/3,25euro | 356 | N/A |
189 (agosto 2002) | 3,40 | 356 | N/A |
209 (aprile 2004) | 3,40 | 356 | Arrivano le Storie Preziose curate da Luca Boschi, con copertina dedicate anche per i successive due numeri |
213 (agosto 2004) | 3,50 | 356 | N/A |
222 (maggio 2005) | 3,50 | 356 | Restyling grafico con cambio testata e Cavazzano alla copertina |
233 (aprile 2006) | 3,60 | 356 | N/A |
261 (agosto 2008) | 3,70 | 356 | N/A |
276 (novembre 2009) | 3,70 | 324 | Riduzione di foliazione |
285 (agosto 2010) | 3,80 | 324 | N/A |
297 (agosto 2011) | 3,90 | 324 | N/A |
309 (agosto 2012) | 4,00 | 324 | N/A |
324 (novembre 2013) | 4,00 | 324 | Primo numero edito da Panini Comics |
350 (gennaio 2016) | 4,00 | 324 | Ultimo numero della prima serie |