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Post - sandrinobipbip

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Testate Regolari / Re:Topolino Gold - Discussione Generale
« il: Sabato 15 Ott 2022, 10:14:55 »
Recensione Topolino Gold 8 - Reginella le altre storie di Rodolfo Cimino


La bellissima cover inedita del volume di Giorgio Cavazzano.

 A distanza di un anno dalla precedente uscita dedicata a Reginella, l’ottavo numero della Collana Topolino Gold riprende la saga dedicata alla sovrana del Pianeta Pacificus proponendo le ultime due storie sceneggiate dal compianto Rodolfo Cimino, cui aggiunge due rare perle sino ad oggi inedite.

 Prima che il rapporto tra Paperino e Reginella virasse verso quella che, in modo alquanto risibile, è stata definita una semplice e profonda “amicizia” – poi recentemente riaffrancata in un sentimento più profondo grazie all’ultima storia apparsa sul settimanale TopolinoRodolfo Cimino non ha mai fatto mistero della sbandata presa da Paperino nei confronti della dolcissima aliena e del grande dilemma che tale rapporto ha causato nel suo rapporto con Paperina.

 Consapevole del grande punto di rottura che questo triangolo amoroso avrebbe causato nella routine di eterno fidanzato del protagonista, l’autore ha sempre inquadrato il rapporto tra Paperino e Reginella come un amore eterno ma impossibile, e anche gli episodi presenti in questa raccolta non fanno eccezione su tale punto.

 
Il villain senza nome, dalle tipiche fattezze suine di barksiana memoria, della quarta storia sceneggiata da Cimino.

 La prima storia raccolta all’interno del volume, Reginella e la Minaccia Terrestre, è affidata alla matita di Giorgio Cavazzano. L’artista veneziano, già occupatosi delle prime tre apparizioni della sovrana del pianeta Pacificus (nella prima con un tratto molto differente da quello cui siamo oggi abituati, perché ancora legato al ruolo di inchiostratore del suo Maestro Romano Scarpa), riesce a padroneggiare molto bene le immagini, esagerando alla perfezione tutte le situazioni, attribuendo la corretta caratterizzazione ad ogni personaggio.

 Cimino porta in scena una storia in cui la quiete del pianeta Pacificus è minacciata da un magnate senza scrupoli (di cui non viene mai rivelato il nome) che, scoperto per caso l’armonioso regno e il fatto che in esso il tempo scorre molto più lentamente che sulla Terra, avvia prepotentemente la costruzione di un villaggio turistico che possa permettergli di speculare al massimo sui pacchetti vacanza.

 Per ottenere il consenso degli ingenui abitanti del Pianeta il tycoon, anzichè intraprendere intenti belligeranti, attua un piano più subdolo mandando ingenti quantitativi di inutili, ma essenziali, prodotti di largo consumo, con cui si ingrazia il popolo di Reginella. Fortunatamente l’arrivo di Paperino, finanziato senza troppi indugi nel viaggio da Zio Paperone, rimetterà a posto gli equilibri del pianeta, ma ciò costerà l’ennesimo sacrificio della regina e la separazione tra i due amati.

 
L’amore intenerisce anche i cuori più duri…

 Rispetto alle precedenti storie sceneggiate da Cimino, in cui l’elemento di rottura con la quiete degli abitanti del pianeta Pacificus era la violenza, il tema che prevale in questo racconto è quello del consumismo. La sceneggiatura “pecca” del fatto che nei due episodi in cui si dipana la trama, il ruolo di Paperino appare marginale. L’incontro con l’amata sovrana avviene nel terzo atto e, sebbene ciò sia funzionale alla trama, la presenza di Paperino appare quasi fine a sé stessa rispetto al modo in cui viene risolto il problema dell’invasione commerciale e turistica del pianeta da parte della Sovrana. Lo sviluppo della vicenda è incentrato per lo più sul ruolo del cattivo di turno e sulla progressiva corruzione degli abitanti del pianeta. Probabilmente l’esigenza di dover contenere le pagine ha portato a sacrificare altri aspetti rendendo così il finale della storia, in cui un rassicurante Paperone sembra saperne più del dovuto riguardo al fazzoletto che la sovrana ha donato a Paperino, vago e sbrigativo.

 
I malinconici pensieri di Paperino.

 L’inconfondibile tratto di Cavazzano riesce a catturare alla perfezione le espressioni di ingenuità degli indigeni e, nel contempo, dà il giusto ruolo caricaturale al villain di turno e rappresenta al meglio anche il dramma della sofferenza di Paperino e Reginella. Nonostante ciò, straspare in generale una certa “piattezza” delle linee grafiche. Del resto, si tratta di una storia realizzata nel 1992 in cui si percepisce un modo differente di approcciarsi alla colorazione delle vignette, anche tramite l’impiego di lettering digitale che non sempre appare perfettamente integrato.

 In Paperino, Reginella e il Terribile Vampirione (pubblicata per la prima volta nel 1993 in Brasile su Disney Big n. 23 e da noi arrivata l’anno successivo sulle pagine di Mega n. 456), il tratto è affidato al disegnatore spagnolo Antoni Bancells Pujadas.

 Come per la precedente storia, e in linea anche con le dinamiche già affrontate nel 1987 in Paperino e il Matrimonio di Reginella, il racconto di Cimino, più che essere improntato al romanticismo, appare strutturato come una classica storia d’azione incentrata attorno alla figura della sovrana di Pacificus.

 
Il particolare tratto di Antoni Bancells Pujadas.

 Reginella, sebbene coadiuvata dal proprio amato, accorso sul suo pianeta nuovamente grazie all’intervento del ricco Zio, riesce ad eliminare la minaccia del perfido Vampirione senza riuscire a sottrarsi al tragico destino cui lo sceneggiatore ci ha abituati negli episodi precedenti.

 Nonostante l’assenza di grossi elementi di novità, l’avventura riesce comunque a suscitare l’interesse del lettore. Il singolare tratto di Pujadas, decisamente diverso da quello di Cavazzano, potrebbe far storcere il naso a chi è abituato alla rotondità e al dinamismo del Maestro Veneziano, ma l’enorme eterogeneità che si percepisce nell’inevitabile raffronto tra i due artisti ha il pregio di rappresentare la dinamica del rapporto tra Paperino e Reginella in un modo che appare profondamente diverso.

 Il vero punto di forza del volume è costituito dalla presenza di contenuti inediti di assoluto interesse. A chiusura delle storie troviamo una breve intervista a Vittorio Cimino, figlio di Rodolfo, che racconta alcuni piacevoli aneddoti sul padre e su come era solito lavorare. Nelle due colonne che compongono l’extra scopriamo la passione rivolta da Rodolfo nell’uso del lessico e ci viene data anche la speranza che dal suo armadio pieno di appunti e storie possa in futuro uscire qualcosa di inedito da affidare allo sviluppo di qualche artista.

 
La prima tavola dello storyboard di Cimino.

 A proposito di inediti, a chiusura del volume troviamo lo storyboard originale di Paperino e le Tentazioni di Reginella, sesta storia sceneggiata da Cimino – mai pubblicata – dedicata alla sovrana di Pacificus, qui proposta mediante la scansione delle bozze delle 51 tavole che lo sceneggiatore aveva a suo tempo realizzato, affiancate dalla trascrizione dei dialoghi delle vignette e con l’aggiunta di note utili alla lettura.

 Non si può che apprezzare il lavoro che Panini ha dedicato a quest’opera. Sebbene le scansioni dei disegni a matita risultino davvero piccole e sbiadite, la lettura della sceneggiatura, coadiuvata dai dettagli più grandi di alcune vignette isolate, riesce ugualmente a risultare piacevole e a restituire al lettore, oltre ad una storia interessante di cui si rimpiange la mancata pubblicazione, anche l’incredibile lavoro che c’è dietro la scrittura della sceneggiatura di un fumetto.

 L’ultima perla che conclude l’ottavo volume della collana Disney Extra è un altrettanto inedito soggetto di Cimino: Reginella e la Giravolta Spaziale. In questa storia si torna a parlare del fazzoletto ricamato che la sovrana ha dato in dono al proprio amato. Come in Paperino e il Matrimonio di Reginella, anche in quest’ultima apparizione della sovrana Cimino tira di nuovo in ballo le sue nozze con il sovrano di un altro pianeta.

 Purtroppo alcuni passaggi del soggetto, scritto di pugno da Cimino e riproposto nelle quattro pagine scansionate pubblicate alla fine del volume, non risultano sempre perfettamente leggibili. Pur apprezzando la scelta di aver voluto pubblicare lo scritto originale dell’autore, sarebbe sicuramente stato utile trascriverne il contenuto, visto che la grafia di Cimino appare molto piccola e talvolta poco leggibile.

 
L’omaggio a Francesco Gerbaldo.

 Il volume, venduto singolarmente o nella versione cofanetto insieme al numero 4 della stessa collana, ha infine un’ultima splendida chicca: l’omaggio in apertura al grande giornalista ed esperto Disney Francesco Gerbaldo scomparso a soli 42 anni a febbraio di quest’anno, cui viene dedicato il volume. Gerbaldo o “Gerbaldone” faceva parte dell’Associazione Papersera ed è esemplare il contributo che questo grande professionista ha dato alla diffusione della cultura Disney in Italia e nel mondo, essendo uno dei membri più importanti del progetto I.N.D.U.C.K.S. e probabilmente il maggior contributore di tale progetto con oltre 7.000 pubblicazioni indicizzate.

 Tirando le somme di questa ultima uscita della collana Topolino Gold, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una pubblicazione che, con giusto un paio di pagine in più, dedicate ala trascrizione del soggetto dell’ultima storia, avrebbe potuto strappare una valutazione più alta. Del resto sono proprio i contenuti extra a dare quel valore aggiunto a due storie che godono già di ristampa (ad esempio nel primo numero di Tesori Disney in un volume integrale con tutte e cinque le storie).



Voto del recensore: 3,5/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2022/10/15/topolino-gold-8-reginella-le-altre-storie-di-rodolfo-cimino/

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Testate Speciali / Topolino Neon Edition - Giorgio Cavazzano
« il: Giovedì 6 Ott 2022, 09:23:11 »
Recensione Topolino Neon Edition - Giorgio Cavazzano


 Con il numero 96, la collana Grandi Autori Disney si arricchisce di un volume interamente dedicato al Maestro Giorgio Cavazzano, qui celebrato sia in veste di disegnatore che di sceneggiatore.

 Sette racconti che permettono di apprezzare la versatilità del Maestro veneziano, capace di realizzare un connubio perfetto tra il tratto dimanico e ricco di dettagli che da sempre lo caratterizza e la sua capacità di raccontare attraverso il disegno ispirazioni e passioni, ma anche i luoghi cui è affezionato, con grande umorismo, sensibilità e rispetto.

 Nelle storie raccolte è ricorrente l’attaccamento a Venezia, la città di Cavazzano, che l’artista ritrae attraverso gli scorci e le persone che la abitano mostrando tutto il talento e la passione per le architetture e i paesaggi. Una città che ha permesso a Cavazzano di incontrare Romano Scarpa e di diventare suo allievo, tanto da omaggiarne espressamente il nome nella storia dedicata alla Mostra del Cinema con un paio di vignette che sono puro metafumetto.

 
L’omaggio a Scarpa tra cinema e metafumetto.

 In cinema è un tema molto caro al Maestro che da sempre, all’interno delle sue vignette, sperimenta la propria ”regia fumettistica”, proponendo inquadrature mai banali, frutto di costruzioni audaci dell’immagine, che permettono sempre di restituire di volta in volta sensazioni diverse al lettore. Di esempi a riguardo se ne potrebbero fare moltissimi, e questa raccolta permette davvero di trovare larga soddisfazione a riguardo.

 
Quando le sparatorie non erano censurate!

 In Zio Paperone e il cambio della guardia, pubblicata il 4 agosto 1985 su Topolino n°1549, Cavazzano affronta il tema del ribaltamento dei ruoli. Paperone, stanco delle continue incursioni notturne dei Bassotti, decide di lasciare volontariamente il deposito nelle mani della gang criminale. Ben presto però, l’improvvisato gruppo di neo miliardari capisce che gestire una simile ricchezza non è così semplice come ci si aspetta.

 Il “cambio della guardia” dà l’occasione all’autore di calare i Bassotti nel nuovo ruolo di arricchiti, dando sfoggio di tutto il cattivo gusto con cui i criminali cercano di abbellire il proprio aspetto e godere al meglio della ricchezza appena acquisita.

 
Imprevisti della giungla.

 Zio Paperone e i miliardari in vacanza (Topolino n°1588 del 4 maggio 1986) propone il tema tanto caro a Cavazzano delle avventure esotiche. Per cercare di risollevare dalla crisi la propria agenzia di viaggi, Paperone si inventa dei tour per miliardari. Con Paperino obbligatoriamente ingaggiato come guida, e Rockerduck in veste di sabotatore, i guai non tardano ad arrivare.

 In questa storia il Maestro regala ampie vedute della giungla ricche di dettagli: tra palme, ponti sospesi e tifoni tropicali, ogni vignetta è una gioia per gli occhi ed è capace di portare il lettore perfettamente all’interno delle situazioni raccontate.

 
Anche l’allora Ministro De Michelis è sgomento.

 Zio Paperone alla conquista del leone d’oro (Topolino 1605 del 31 agosto 1986) vede Paperone lanciarsi nel mondo del cinema per conquistare il famigerato Leone d’Oro. La particolare “attenzione” al budget porta inevitabilmente alla realizzazione di un’opera decisamente economica, ma permette alla famiglia dei paperi di partecipare alla kermesse e di incontrare tantissimi volti noti del cinema.

 Nella prima storia del volume dedicata all’universo cinematografico, l’autore omaggia moltissimo la settima arte. Tra le vignette spuntano volti illustri come quelli di Verdone, Celentano, Fellini, tutti ritratti con il tipico stile dell’autore. I riferimenti a Venezia e all’Italia permettono anche di inserire personaggi al tempo noti come ministri del Governo di allora, giornalisti e direttori artistici che non tutti sapranno riconoscere, ma dimostrano l’attenzione maniacale che Cavazzano riversa nelle proprie opere.

 
Una partenza col botto.

 In Zio Paperone e la sfida velistica (Topolino n°1611 del 12 ottobre 1986), il Club dei Miliardari di Paperopoli si contende con una regata la partecipazione come sponsor alla Coppa America. Tra imbarcazioni “al risparmio”, sabotaggi di Rockerduck e arrembaggi dei Bassotti, la conquista della vittoria è il pretesto per un susseguirsi di gag incalzanti.

 La storia si apprezza, oltre che per una comicità esagerata, anche per il contesto velistico, che offre a Cavazzano l’opportunità di sperimentare inquadrature interessanti con visioni prospettiche dall’alto delle imbarcazioni, in cui spicca la profondità del tratto. Gli inseguimenti in barca sono resi avvincenti da un’ottima regia fumettistica, nella quale le scene di azione si alternano perfettamente a continue gag comiche improvvise che rendono piacevolissima la lettura.

 
Suonala ancora Sam!

 Topolino e Minni in “Casablanca” (Topolino 1657 del 30 agosto 1987) è una delle opere più significative del Maestro. Scritta assieme a Rudy Salvagnini, la storia “cala” letteralmente ogni personaggio nel ruolo di attore all’interno di un remake in chiave Disney della pellicola di Michael Curtiz.

 Si tratta di uno dei primi “palesi” esperimenti cinematografici che l’artista ha realizzato, in cui gli stessi personaggi al termine della storia rompono la quarta parete, per raccontare al lettore l’esperienza vissuta dopo essersi calati in ruoli inediti.

 In questa storia Cavazzano mostra tutta la sua capacità artistica attraverso un uso del bianco e nero ricco di profondità che rievoca la pellicola originale. Il racconto si sviluppa attraverso un perfetto connubio tra comicità e dramma. Il duo di sceneggiatori riesce infatti a catturare in maniera meticolosa tutte le scene chiave e le atmosfere del film originale. senza rinunciare ad inserire nella trama continui momenti di humor, che risultano sempre ben bilanciati all’interno del contesto.

 
Il bestio spaventoso!

 In Paperino e l’insolito remake (Topolino 1672 del 13 dicembre 1987), torna nuovamente il tema del cinema: un famoso regista recluta Topolino Pippo e Paperino per girare il remake di “Topolino Giornalista” (storia del 1935 di Floyd Gottfredson). Paperino cerca goffamente di modificare il copione per dare più risalto al suo personaggio…

 Ancora metafumetto dunque, in questa storia che, più che omaggiare la settima arte, celebra il fumetto Disney d’epoca, rendendo omaggio ad uno degli autori americani più caro al Maestro. Una storia che si fa apprezzare sia per le assurde situazioni che si vengono a creare, per lo più per mano di Paperino, che per le rappresentazioni in chiave classica dei protagonisti che Cavazzano andrà poi a riprendere più volte negli anni a venire (come nell’omaggio a “La Strada” di Federico Fellini).

 
Altro che Cannavacciolo!

 Infine, in Zio Paperone e il debito d’onore (Topolino 1779 del 30 dicembre 1989), un vecchio amico dei tempi del Klondike si ripresenta da Paperone per chiedere una mano…

 Probabilmente si tratta della storia più semplice presente nel volume, un classico racconto in stile Disney con il tipico colpo di scena finale, che offre comunque lo spunto per raccontare un episodio inedito della giovinezza di Paperone regalando al lettore un finale romantico e decisamente toccante!

 Il volume presenta anche due interventi in apertura e chiusura da parte di Luca Raffaelli e Marco Nucci, ognuno dei quali, attraverso una visione assolutamente personale, illustra in maniera cristallina le sensazioni che si possono percepire attraverso la lettura di queste storie. Pur trattandosi di contributi molto brevi, in linea col formato del volume, ciascun autore dà una lettura davvero interessante dell’approccio alla sceneggiatura.

 Considerata la notorietà di Cavazzano è difficile pensare che i lettori Disney non possiedano già i racconti raccolti nel volume. Al di là di tale aspetto, quel che realmente penalizza la collezione è il fatto di aver voluto riproporre Topolino e Minni in ”Casablanca”, sceneggiata a quattro mani con Salvagnini e più volte pubblicata sia in differenti formati che in raccolte dedicate a Cavazzano, ma non la divertentissima Zio Paperone e l’Incognita Spaziale (Topolino 1572), che sicuramente avrebbe avuto più senso includere in quanto anch’essa scritta unicamente dal Maestro. Per questi motivi il voto complessivo non può superare le tre stelle.

 Bisogna però sottolineare che si tratta pur sempre di una raccolta che, nel rispetto dell’originario formato di pubblicazione, celebra l’autore in una veste non nota a tutti e l’acquisto può essere l’occasione per portarsi a casa un insieme di storie di tutto rispetto, da sfogliare di tanto in tanto, giusto per apprezzare tutta la passione ed il talento che traspare dalle vignette.

 Sicuramente chi leggerà queste 7 perle per la prima volta non ne rimarrà deluso, ma si tratta di un’opera che, con un leggero contributo alla numerazione delle pagine, si sarebbe potuta realizzare con maggior completezza.

 



Voto del recensore: 3/5
Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2022/10/06/topolino-neon-edition-giorgio-cavazzano/

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Testate Speciali / Disney De Luxe n°37 - Paperino e il Vento del Sud
« il: Lunedì 26 Set 2022, 16:43:12 »
Recensione Disney De Luxe n°37 - Paperino e il Vento del Sud


La bellissima cover del volume ad opera di Ivan Bigarella e Andrea Cagol

 La collana Disney De Luxe, con il 37mo volume, ripropone una delle più illustri parodie letterarie e cinematografiche che la scuola Disney Italiana ha realizzato per il tramite di due autori decisamente illustri quali Guido Martina e Giovan Battista Carpi.

 Paperino e il Vento del Sud è la rivisitazione in chiave Disney del grande classico Via Col Vento, romanzo della scrittrice Margaret Mitchell edito nel 1936 cui è seguita, appena tre anni dopo, una delle pellicole più famose e romantiche del panorama cinematografico. Ancora oggi il film di Victor Fleming è oggetto di parodie, citazioni, e riferimenti in ogni dove ed è pertanto normale che anche la Disney abbia voluto celebrare quest’immensa opera con una rivisitazione tutta particolare, che ha visto la luce per la prima volta nel settembre 1982 in una storia divisa in cinque puntate pubblicate su Topolino 1396-1400.

 A quarant’anni dalla loro prima uscita, i cinque episodi dell’opera vengono così riproposti all’interno della collana Disney De Luxe, permettendo di apprezzare i disegni di Carpi in un formato decisamente più ampio e arricchendo per l’occasione le tavole con una nuova colorazione digitale.

 Un’operazione di “restauro” frutto di un notevole studio preliminare e realizzata da un pool creativo: partendo dalla quadricromia originale delle tavole del 1982, il team ha dapprima separato i colori dal tratto e, successivamente, dopo aver eseguito ricerche sul periodo storico, ha cercato di dare profondità e spessore alla colorazione strutturando le tinte su più livelli, in modo da creare sfumature, ombre e punti di luce capaci di restituire una visione più profonda e complessa di numeroso dettagli.

 
Un esempio dell’opera di restauro e ricolorazione

 Abiti, ambienti, paesaggi e personaggi appaiono decisamente più ricchi in questa nuova veste grafica. Un lavoro certosino svolto dal Team GFB con la consulenza di Alex Bertani, la direzione artistica di Andrea Freccero e la supervisione di Luana Ballerani, cui è dedicato un approfondimento nell’extra “Dietro le quinte” pubblicato alla fine del volume. Peccato non vi sia anche un approfondimento sulla storia stessa, o qualche copertina relativa a precedenti pubblicazioni.

 Prima ancora di Topolino e Minni in Casablanca (realizzata nel 1987 dal Maestro Cavazzano e recentemente raccolta all’interno dell’volume Grandi Autori n°96 – Topolino Neon Edition), il duo Martina/Carpi ha rielaborato in modo a dir poco perfetto l’opera letteraria e cinematografica originale, riuscendo a calare ciascun personaggio all’interno della propria parte in maniera audace, realizzando un’opera per il tempo indubbiamente innovativa.

 
Il soldato di (s)ventura Paper Butler

 Le vicende di Paper Butler e Paperella O’Hara sono narrate a seguito del ritrovamento da parte di Paperino di un vecchio album di fotografie di famiglia risalenti alla guerra di secessione. Lo sfogliare delle pagine dà il pretesto per raccontare ai nipotini la storia del loro antenato Butler, alter ego di Paperino, soldato scansafatiche della guerra civile. Espulso dall’accademia di West Point, Paper Butler viene ripudiato dal proprio padre e decide di recarsi in Georgia per chiedere aiuto economico al ricco zio Paper Mac Paper che, ovviamente, si rifiuta. obbligando il giovane a rivolgersi al losco banchiere Rock Jeffrey. L’incontro con la bellissima (e viziatissima) Paperella O’Hara e l’invasione da parte delle truppe nordiste porteranno il giovane a trovare il coraggio necessario per salvare la propria amata conquistandone il cuore.

 L’adattamento di Guido Martina, pur prendendosi le doverose licenze rispetto l’opera originale – necessarie a dare coerenza ai personaggi disneyani calati nelle parti dei vari protagonisti – risulta decisamente coerente con il contesto storico/letterario presentando un’America scossa dai tumulti della guerra civile in cui fame e povertà sono un problema. Censurare aspetti come l’uso delle armi o del tabacco, così come il connotato di razzismo che trapela dai contesti aristocratici in cui gli indiani d’america vengono impiegati come servitù, avrebbe significato distruggere completamente un’opera che, di fatto, non fa altro che dare una fedele rappresentazione della realtà del tempo in cui è ambientata.

 
L’opera di Martina e Carpi affronta anche il tema della morte dei propri cari

 Un’aspetto non semplice per l’odierna tendenza della Disney di edulcorare il più possibile la violenza e i riferimenti alle armi dalle proprie opere e che fa apprezzare ancora di più il rispetto che è stato dato all’opera di Carpi e di Martina (in apertura al volume è presente un disclaimer a riguardo).

 La nuova colorazione realizzata in occasione del 40° anniversario dalla pubblicaizone è un aspetto assolutamente soggettivo, che potrebbe creare un certo disagio ai fan della vecchia guardia che, abituati alle inchiostrazioni e alle retinature di un tempo, potrebbero trovarsi spiazzati nel vedere i tratti di Carpi accompagnati da così tante sfumature e ombre realizzate per il tramite di un indubbio apporto digitale.

 
L’evoluzione di Paper Butler…

 Ulteriore aspetto che potrebbe rendere quest’opera non fruibile da tutti è il genere parodistico della stessa, filone anch’esso soggetto al gusto personale, ancor’più in considerazione del contesto storico americano di riferimento, a sua volta assoggettato a personale apprezzamento a seconda dei gusti.

 Al di là di tali aspetti, quel che rimane oggettivo è l’impegno di Guido Martina nel realizzare una sceneggiatura assolutamente coerente ai tratti principali dell’opera originaria, in cui le caratteristiche dei personaggi Disney riescono a trovare il proprio spazio e fondersi nella trama. Ciò porta ad un’interessante crescita ed evoluzione dei protagonisti laddove, da un lato Paper Butler trova il coraggio di difendere la propria amata e, dall’altro, Paperella O’Hara, da capricciosa donzella che ambisce le attenzioni del nobile Gaston Wilkes, mostra tutta la sua sensibilità mettendosi a disposizione per aiutare la propria Patria.

 
…e quella di Paperella O’Hara

 Altro aspetto indubbiamente apprezzabile è il tratto di Giovan Battista Carpi che, a 40 anni di distanza, risulta ancora fresco e moderno, nonostante l’ambientazione assai datata della storia. La fisicità e l’espressività del grande Maestro dei Paperi italiano spicca in ogni vignetta, e il contesto di abiti ed ambienti d’epoca esalta ancora di più la bravura del compianto artista.

 A rendere ancora più interessante questa riedizione è l’eccellente cornice in cui viene presentata: un volume di 140 pagine di grande formato interamente a colori il cui unico difetto è il prezzo che, ahimé, complice l’aumento delle materie prime, ha subito un leggero incremento (17,90 € complessivi).

 Un volume di indubbio pregio, soggetto, per i molteplici fattori sopra elencati, al solo limite del gusto personale, al quale si dovrebbe dare ugualmente una chanche, solo per il duo di illustri autori che gli ha dato la firma.



Voto del recensore: 4/5
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https://www.papersera.net/wp/2022/09/26/disney-de-luxe-n37-paperino-e-il-vento-del-sud/

19
Testate Regolari / Humour Collection 1 - Papernovela di Silvia Ziche
« il: Martedì 23 Ago 2022, 13:22:51 »
Recensione Humour Collection 1 - Papernovela di Silvia Ziche


 C’erano davvero pochi dubbi riguardo al fatto che toccasse a Silvia Ziche con la sua Papernovela a fare da apripista a Humour Collection, la nuova collana dedicata ai maestri della comicità Disney (che per ora si concentrerà sull’autrice veneta). Questa lunghissima saga fumettistica, pubblicata in ventiquattro puntate da giugno a novembre del 1996 su Topolino 2115-2138, è uno splendido esempio di come una scrittura intelligente e ironica, affiancata da una satira ben posata, riesca a risultare attuale e divertente anche a distanza di ventisei anni.

 Nel corso della propria carriera l’autrice ha saputo conquistare il cuore dei lettori grazie al suo tratto fresco ed immediato, capace di regalare espressività e plasticità ai protagonisti ritratti, e alla sottile ironia con cui le sue storie si pongono perfettamente in equilibrio tra il comico e il satirico senza mai eccedere.

 Papernovela rappresenta la perfetta consacrazione delle consolidate doti della Ziche: un’epopea comica che fa da specchio ad una società al tempo teledipendente e consumista e che oggi più che mai, con l’avvento del “protagonismo da social” e del “bingewatching” offerto dalle piattaforme di streaming, permette al lettore di ritrovarsi, sorridere e riflettere dinanzi le tematiche affrontate dall’autrice.

 Per cercare di risollevare i catastrofici ascolti del proprio network televisivo, “inspiegabilmente” ignorato dai paperopolesi nonostante vengano trasmessi H24 scatti fotografici in bianco e nero di Paperopoli, Paperone, spinto dal successo della seguitissima soap opera Bruttiful, decide di realizzare la propria telenovela: Il Papero del Mistero. Con un cast di dilettanti, scenografie riciclate ed un copione assolutamente improvvisato, il vecchio spilorcio riesce immediatamente a conquistare i palinsesti e la sua trasmissione, sempre più infarcita di altrettanto improvvisati spot di prodotti P.d.P., diventa lo spunto per lanciare un improbabile concorso a premi capace di richiamare all’interno del cast della soap perfino alcuni storici arcinemici.

 Il continuo crescendo di gag e situazioni al limite del folle trova passiva e mesta giustificazione da parte di un sempre più dipendente popolo di ascoltatori. Silvia Ziche si diverte a rappresentarlo tramite una tipica famiglia media paperopolese (moglie, marito e figlio piccolo) che, oltre a non perdersi nessun episodio della serie, trova continua giustificazione alle palesi assurdità in cui si va dipanando l’improvvisata trama. Lo sceneggiato conquista il cuore dei cittadini che, sempre più catturati dai continui colpi di scena e misteri che si susseguono di episodio in episodio, finiscono preda dell’ennesimo tranello architettato da Paperone.

 
L’immancabile iniziativa commerciale associata allo sceneggiato

 In questa saga l’autrice dimostra di saper perfettamente conoscere il mezzo mediatico e il pubblico a cui è destinato il prodotto oggetto di parodia. La stessa Ziche, nella splendida intervista raccolta nel volume, racconta che ad ispirare il proprio lavoro è stata la sua infanzia. Intenta a fare i compiti in salotto, l’autrice dava le spalle alla televisione mentre sua madre guardava le telenovele sudamericane. Questa “assimilazione osmotica” dei (per lo più improbabili) dialoghi ha permesso all’autrice di comprendere le dinamiche di un particolarissimo genere di sceneggiato televisivo, fatto di un continuo susseguirsi di colpi di scena, di apparizioni e sparizioni improvvise di personaggi che, riportate all’interno del panorama paperopolese, ha offerto lo spunto per agganciare una moltitudine di gag.

 Come prima opera scritta e disegnata da Silvia Ziche, Papernovela merita senza dubbio un posto d’onore all’interno del panorama delle storie Disney d’autore sia per la comicità che per la grande attualità che conserva. Ciò è merito della congenita dote dell’autrice, da sempre capace di osservare con garbo la quotidianità catturandone con intelligenza e sensibilità gli aspetti comici che riversa nelle vignette che dal 2007 aprono il settimanale Topolino all’interno della rubrica Che aria tira a….

 
Un interrogativo che attanaglia da ventisei anni!

 Oltre a riproporre la storia, ristampata in precedenza solo in volumetti da edicola in minor formato, il volume dedica ampio spazio all’approfondimento grazie alla prefazione di Alex Bertani e ai ricchi contenuti extra che beneficiano della esperta collaborazione di Davide Del Gusto, penna decisamente nota tra le pagine del Papersera.

 Visto l’enorme successo che l’opera di Silvia Ziche ha saputo conquistare e mantenere nell’arco di quasi trent’anni, è facile che molti lettori la conoscano e possiedano già una raccolta dei ventiquattro episodi in cui si articola Il mistero del Papero del Mistero, ma la nuova edizione proposta da Panini, oltre a presentarsi in un’elegante formato cartonato, contiene un’interessante ed articolata intervista all’autrice, e le varie appendici affrontano un’approfondita analisi dell’opera e di come l’influenza dei media si sia andata ad affermare all’interno delle storie Disney nel corso degli anni. A chiusura del volume una digressione sul successo internazionale di Papernovela e sulle varie pubblicazioni italiane e straniere che si sono susseguite negli anni.

 Unico difetto, di certo non imputabile all’autrice e a chi ha curato i contenuti del volume, è costituito dal sesto episodio di cui si presume siano state smarrite le tavole originali, visto che pare essere stato inserito scansionando pagine già rilegate, e si presenta con una colorazione meno brillante rispetto al contenuto generale.

 Una pecca tutto sommato perdonabile che, unitamente al prezzo (14,90 €) non proprio a buon mercato, non va ad inficiare il punteggio pieno che questa pubblicazione si merita.

 Papernovela rimane una di quelle storie che non possono in alcun modo mancare all’interno della biblioteca di ogni appassionato Disney in quanto rappresenta la genialità di un’autrice che, durante gli anni Novanta in cui il soffio della sperimentazione attraversava le pubblicazioni Disney italiane, ha saputo cogliere l’attimo e riversare all’interno della propria opera un perfetto spaccato di costumi, manie e debolezze del nostro Paese che oggi più che mai si presenta attuale ed è capace di divertire e far riflettere.

 

 



Voto del recensore: 5/5
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https://www.papersera.net/wp/2022/08/23/humour-collection-1-papernovela-di-silvia-ziche/

20
Testate Regolari / Re:Topolino Extra - Discussione Generale
« il: Martedì 9 Ago 2022, 10:27:17 »
Recensione Topolino Extra n°10 - Paperinikland


 A circa un anno dall’uscita del quarto volume (Paperinik – L’eroe dietro la Maschera, edito il 17 giugno 2021), il decimo volume della collana Topolino Extra ripropone due intertessanti storie sceneggiate da Marco Gervasio e disegnate da Giorgio Cavazzano. Gli autori tornano a raccontare le gesta del Vendicatore Mascherato all’interno di una continuity improntata a rievocare le atmosfere con cui Guido Martina aveva concepito e contestualizzato il personaggio assieme a Giovan Battista Carpi.

 Paperinikland raccoglie due interessanti storie che si pongono l’una in continuità rispetto all’altra e hanno il pregio di introdurre e delineare un nuovo villain, l’astuto Red Duckan, scaltro industriale capace di imporsi sugli arcimiliardari più famosi di Paperopoli grazie al suo acuto senso per gli affari. Un villain dall’approccio decisamente più sottile rispetto ai due arcirivali di sempre Paperone e Rockerduck, che dimostra sin dal principio grande abilità nel gestire gli aspetti legali che possono scaturire da un personaggio come Paperinik.

 
Dalle ceneri di Villa Rosa si erge uno spettrale Paperinik

 Nella prima storia della raccolta, Paperinik e il segreto dell’identità segreta pubblicata in origine nel dicembre 2019 su Topolino 3342 e 3343, assistiamo ad una vicenda più volte raccontata nelle storie del Vendicatore Mascherato, ossia la necessità di far coesistere in un unico evento sia Paperino che Paperinik. Spetta ovviamente ad Archimede trovare la soluzione per gestire l’inghippo e, sebbene tutto si risolva per il meglio, il finale volutamente aperto lascia un dettaglio in sospeso che, oltre a dare un’inedita luce sul rapporto che lega l’inventore di Paperopoli al Diabolico Vendicatore, permette di dare sviluppo alla trama della storia seguente che dà anche il nome al volume.

 
L’ambizioso progetto di Red Duckan viene illustrato alle autorità paperolesi

 In Paperinikland, storia in tre episodi pubblicata nel febbraio e marzo 2020 su Topolino n°3352 e seguenti, viene introdotto per la prima volta Red Duckan, ricco magnate paperolese che intende realizzare un parco divertimenti a tema Paperinik. Sin dalle prime pagine si capisce come il tycoon sia disposto a tutto pur di perseguire il proprio scopo, coinvolgendo perfino l’amministrazione della città e registrando a proprio nome il marchio Paperinik.

 In questo secondo racconto di questo volume, assistiamo ad un’interessante evoluzione del personaggio di Paperinik, che per la prima volta si trova a combattere una nuova forma di crimine, molto più subdola e contemporanea rispetto a quelle del passato, il tutto nel pieno rispetto dei più classici stratagemmi che da sempre hanno caratterizzato le gesta del Vendicatore Mascherato.

 L’ottima sceneggiatura di Marco Gervasio riesce ad unire due racconti apparentemente slegati tra loro grazie ad un susseguirsi di vicende mondane, politiche e perfino giudiziarie – sempre raccontate in piena conformità ai dettami dello stile Disney – capaci di causare enormi e inedite difficoltà a Paperinik. In tutto ciò si instaura il plot twist che ruota intorno alla figura di Archimede, che rende la vicenda ancora più complessa e difficile da gestire per il malcapitato protagonista.

 Il semplice collegamento inserito fra le due storie raccolte in questo volume funziona molto bene: sebbene ad una prima lettura Paperinik e il segreto dell’identità segreta possa apparire una semplice “storiella” paperolese, che ha comunque il pregio di riportare alla luce quel modo di agire più vendicativo di Paperinik tipico delle storie degli anni 70, il raffronto con il racconto che segue porta pian piano alla luce una serie di intrecci, di rapporti e di situazioni inedite capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso.

 Al di là della sapiente scrittura che caratterizza le storie sceneggiate da Marco Gervasio, merito va anche al Maestro Giorgio Cavazzano, consolidata garanzia nel panorama artistico disneyano, che dirige le gesta del Diabolico Vendicatore con inquadrature piene di dinamismo, nelle quali non fa mistero del grande amore che nutre nei confronti del personaggio e dei vari marchingegni da sempre impiegati per combattere le ingiustizie.

 
Il tratto del Maestro Cavazzano regala scene altamente suggestive

 Questo connubio artistico ha il pregio di creare un lungo racconto sospeso tra tradizione e innovazione che, grazie ai sapienti punti sospesi volutamente lasciati in sede di sceneggiatura e alle bellissime atmosfere catturate nelle tavole, porta il lettore ad una piacevole rilettura . E’ splendido potersi soffermare tanto sui dettagli con cui Cavazzano arricchisce le sue vignette, tra architetture, macchinari e gesta eroiche degne di un fumetto Marvel, quanto sui vari intrecci e colpi di scena, oltre che richiami e grandi omaggi al passato che Gervasio dissemina ogni dove all’interno della trama.

 Paperinikland è uno splendido lavoro realizzato da un team illustre che dimostra di conoscere a fondo e di saper rispettare il personaggio di Paperinik. Un progetto ambizioso, e certo non semplice da realizzare, capace di ricontestualizzare le vecchie atmosfere di Martina e Carpi all’interno di una realtà più contemporanea e insidiosa.

 Un volume cartonato di assoluto pregio tanto nei contenuti che nel formato, come sempre ben curato nell’edizione Topolino Extra. Si presenta con un’inedita copertina ed è arricchito da una breve ma interessante prefazione di Stefano Petruccelli, e si conclude in bellezza con una doppia intervista agli autori e con una splendida galleria di bozzetti che permette di apprezzare l’incredibile talento del Maestro Veneziano.

 Un acquisto doveroso per tutti i fan di Paperinik che, in piena linea con la direzione intrapresa da Marco Gervasio, riesce a rispolverare le atmosfere delle prime avventure del Vendicatore Mascherato dando comunque un tocco di innovazione.



Voto del recensore: 4,5/5
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Testate Speciali / Disney De Luxe n°36 - Topodissea
« il: Sabato 30 Lug 2022, 13:34:03 »
Recensione Disney De Luxe n°36 - Topodissea


La splendida cover di Ivan Bigarella

 Proprio in concomitanza dell’uscita sul settimanale Topolino della Paperiliade, la collana Disney De Luxe, a quattro anni dalla prima pubblicazione, ripropone Topodissea, parodia in chiave Disney del primo vero romanzo della storia, qui presentata in una nuova edizione di grande formato ricca di contenuti extra.

 L’eccellente duo di autori coinvolti in questa parodia, Robero Gagnor alla sceneggiatura e Donald Soffritti ai disegni, dimostra grande competenza, riuscendo a realizzare un’opera perfettamente equilibrata nella quale comicità ed epicità si susseguono senza sosta fino al romantico epilogo.

 Il racconto, suddiviso in due libri (episodi), originariamente pubblicati nell’agosto del 2018 su Topolino n°3272 e 3273, si sussegue freneticamente narrandando, per il tramite del maldestro e smemorato Pippomero, le gesta di Topodisseo che, accompagnato dal fido amico Paperiloco, sfida le furie degli dei per raggiungere la sua amata Minnelope contesa fra i pretendenti al trono di Itaca.

 Come nell’opera originale, il più classico trio disneiano di improbabili eroi deve fare ritorno presso l’amata patria attraverso i mari della Grecia Papera affrontando avventue e peripezie di ogni tipo.

 
Una parte dei protagonisti della storia

 Il lavoro di sceneggiatura è quanto di più millimetrico ci si potesse aspettare per un simile prodotto: Roberto Gagnor si diverte a smontare e rimontare l’opera originale dimostrando di avere una grande padronanza del proprio mestiere e riuscendo a caratterizzare ciascun personaggio senza cadere in inutili cliché.

 In questa rivisitazione comico avvenurosa del primo vero romanzo della storia, ciascun perotagonista e comprimario appare perfettamente diviso tra le caratteristiche del personaggio letterario e quelle della sua controparte fumettistica. Zeus Paperonio, potente “zione di tutti gli Dei” dallo smaccatto approccio capitalista, vede minacciata la propria autorità dal dio dei mari Rockerione che non vuole essere secondo a nessuno. Tra i cattivi meglio caratterizzati spiccano la sexy maga Circelia e il terribile Gambadifemo, ma il ruolo più divertente è sicuramente quello assegnato al messaggero degli Dei, Ermes Paperogo munito di calzari alati equipaggiati di gps che fornisce informazioni piuttosto approssimative.

 
Pippomero dà inizio alla sua opera

 Il tratto di Donal Soffritti, perfettamente in equilibrio tra vecchia scuola italiana e stile moderno, permette di realilizzare ambientazioni dettagliate in cui le espressività dei personaggi spiccano e talvolta si staccano profondamente da quel che si è solitamente abituati a vedere sulle pagine di Topolino, contribuendo così a creare un’atmosfera unica, sospesa nel tempo, che non stanca mai il lettore.

 Nota di merito va ai personaggi inediti come le sirene o Scilla e Cariddi, realizzati con una dovizia di particolari ed uno stile originale che esalta in pieno le caratterisctiche di ognuno senza apparire fuori contesto.

 
Uno svogliato Zeus Paperonio presiede in Consiglio dei Numi

 Ad arricchire oltremodo quesa splendida edizione cartonata troviamo una serie di interessanti contenuti exta: una prefazione di Stefano Petruccelli introduce il lettore all’opera mentre, in chiusura del volume, troviamo due interessanti interviste agli autori, una sezione dedicata allo studio dei personaggi e ai bozzetti preparatori e un breve intervento di Ivan Bigarella, autore della copertina.

 Che siate appassionati di opere classiche o meno, che abbiate studiato l’opera di Omero a scuola o l’abiate letta per conto vostro, Topodissea è un’opera che trapela passione da tutti i pori e arricchisce il panorama delle parodie Disney. L’unico limite all’apprezzamento di un simile prodotto è dato dal gusto del lettore per questo tipo di opere e dal prezzo, non proprio economico, ma totalmente giustificato dal numero di pagine e dal formato extralarge del volume.

 



Voto del recensore: 4/5
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22
Testate Regolari / Disney Collection n°6 - Super Mickey
« il: Mercoledì 20 Lug 2022, 11:57:58 »
Recensione Disney Collection n°6 - Super Mickey


 L’uscita n°6 della collana Disney Collection è dedicata ad uno dei più eclettici autori fiamminghi del panorama fumettistico, che entra a gamba tesa nell’immaginario Disney/Glénat con Super Mickey, singolarissimo fumetto muto dai toni e dalle atmosfere talmente semplici e scanzonate da risultare difficile nella sua comprensione.

 Per poter apprezzare quest’opera è necessario conoscere il suo autore: Pieter de Poortere, classe 1976, esordisce nel 2001 con Dickie, fumetto dal tratto stilizzato, caratterizzato dall’assenza di dialoghi e da uno humor tanto diretto quanto cinico. L’opera porta il giovane autore a guadagnarsi nello stesso anno il premio per il miglior album in lingua olandese e la sua serie d’esordio prosegue inintettottamente fino ad oggi guadagnandosi anche una trasposizione animata in onda sul canale Adult Swim.

 Il marchio di fabbrica di de Poortere è un umorismo crudo, cattivo, fatto di scene estremamente dirette e talvolta anche violente, ma sempre realizzate con uno stile grafico infantile ed innocente, capace di creare un evidente contrasto che spiazza ancora di più l’occhio del lettore.

 
il particolare humor di de Poortere

 Può quindi comprendersi che, affidare ad un autore come de Poortere la realizzazione di un fumetto Disney sia una grandissima scommessa. E riguardo la riuscita di questo arduo esperimento, a parere dello scrivente, il risultato appaga solo in parte. Dovendo comunque sottostare alla rigidità del mondo Disney, in cui i concetti di morte e sofferenza, tanto enfatizzati dall’autore nelle proprie opere originali, non possono esprimersi in modo diretto, l’impatto dell’opera sul lettore è più moderato. L’assenza di dialogo, unitamente all’estrema semplicità del tratto e delle situazioni in cui i protagonisti sono inseriti, spiazza ugualmente il lettore che, ad una prima occhiata, potrebbe pensare di trovarsi dinanzi ad un libro per bambini.

 Anche il soggetto è alquanto semplice ed immediato, degno davvero di un’avventura destinata all’infanzia. Superpippo e Topolino si trovano loro malgrado a gestire la fuga degli animali dallo zoo, occasione che Gambadilegno cerca di sfruttare per il proprio tornaconto personale.

 In realtà Super Mickey, come tutte le opere di de Poortere, maschera con un’ingenuità apparente elementi e situazioni indubbiamente forti che, se colte, risultano capaci di colpire l’animo del lettore, nonostante risultino smussate da questo stile essenziale ma sempre ricco di un’incredibile quantità di contenuti.

 
Una delle tante scene corali a doppia tavola presenti nell’albo

 La vera essenza dell’autore viene infatti evocata solo in determinati momenti. Nel continuo gioco di contrasti che caratterizza il suo stile, de Porteere si diverte a giocare con l’occhio del lettore, disseminando microscopiche citazioni e riferimenti a personaggi, luoghi e film, abbattendo perfino la quarta parete. Vero pezzo forte dell’opera sono le grandi scene corali, realizzate su tavola doppia, che l’autore inserisce volutamente al centro di ogni capitolo in modo da sfruttare al meglio l’impaginazione e dare perfetta continuità all’immagine, che appare come un’unica grande illustrazione.

 All’intero di questi “poster centrali”, prende vita una miriade di personaggi, ognuno impegnato in un’azione o un mestiere, un po’ come nelle opere di Richard Scarry, che porta il lettore ad andare oltre alla semplice storia e lo induce a giocare alla ricerca del personaggio principale di questa scena collettiva, che fa da chiave di lettura dell’intera immagine.

 E’ indubbio che l’autore ami il divertimento: il racconto è strutturato come un semplice susseguirsi di gag interrotte solo dalla suddivisione in capitoli, ciascuno realizzato come un albo a fumetti singolo con tanto di copertina iniziale e, vero tocco di classe, giochi enigmistici e strisce di barzellette in quarta di copertina.

 
Il tipico contrasto di atmosfere che contraddistingue l’autore

 Al di là dell’enorme limite dato da un’opera così ricca di stile, il più grande difetto che si ravvisa in questo volume è la totale assenza di un editoriale o di qualsiasi extra che possa permettere al lettore di comprenderne in pieno la giusta chiave di lettura.

 Super Mickey, lo ripeto, è un’opera tanto semplice nell’aspetto quanto difficile nella comprensione. Solo lo stile grafico può valere l’acquisto ma, se si è alla ricerca di contenuti, dubito che questo albo possa dare soddisfazioni a lungo termine.

 Personalmente, ritengo che il giusto modo per apprezzare Super Mickey sia quello di considerarlo un ibrido tra il mondo dell’infanzia e quello degli adulti, capace di suscitare tanta curiosità e di stimolare l’osservazione del lettore attraverso un continuo susseguirsi di gag e di personaggi disseminati in ogni pagina, un po’ come nel celebre “Where’s Wally” di Martin Handford, ma che all’improvviso è capace di interrompere quest’aura di leggerezza e divertimento con immagini più forti.

 Un’opera di nicchia, decisamente non per tutti, che va comunque ad arricchire il panorama degli autori d’oltralpe proposti da Glenàt in un modo indubbiamente originale e ricercato.

 



Voto del recensore: 3,5/5
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23
Testate Regolari / Re:Topolino Extra - Discussione Generale
« il: Lunedì 4 Lug 2022, 15:57:06 »
Recensione Topolino Extra 9 - Gli Italici Paperi


 La Storia d’Italia vissuta dagli occhi dei personaggi Disney torna in un’edizione di tutto rispetto all’interno della collana Topolino Extra la cui nona uscita è dedicata a Gli Italici Paperi.

 In concomitanza della conclusione del secondo capitolo della saga, intitolato Gli Urbani Paperi, pubblicato sul settimanale Topolino tra aprile e maggio di quest’anno, Panini ripropone in una prestigiosa raccolta la prima parte del viaggio attraverso i secoli sceneggiato da Matteo Venerus, con la collaborazione di Alex Bertani, e disegnata da Emmanuele Baccinelli.

 Nella sua prima apparizione la tribù degli Italici Paperi espande i propri orizzonti sotto la guida dall’intraprendente Paperonoro, commerciante smanioso di fare affari, disposto a tutto pur di costruire il proprio impero economico. L’incontro tra la tribù dei pennuti più famosi di sempre, serenamente intenti a vivere in un villaggetto relegato in cima ad un colle, con l’ambizioso Impero Romano, storicamente intento ad espandere i propri confini in ogni dove, è il pretesto per raccontare in modo parodistico i passaggi fondamentali della storia del nostro Paese.

 
Un banchetto che rievoca celebri fumetti d’oltralpe

 In questa prima avventura si percepiscono molte affinità con le opere del duo Goscinny/Uderzo. Il modesto contesto urbano in cui vive la tribù dei paperi ricorda molto il villaggio di Asterix e gli stessi protagonisti vengono calati in un ruolo specifico al pari dei Galli. Si tratta di un riferimento assolutamente voluto, peraltro in maniera minore già visto anche nella precedente saga Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi, cui inevitabilmente quest’opera più recente deve qualcosa.

 

 Nonostante i ripetuti ammiccamenti e citazioni (compreso un gioco di parole sul motto S.P.Q.R.), l’opera prende sin dal principio una direzione precisa conducendo il lettore attraverso un excursus storico ricostruito con la dovuta perizia e la giusta attenzione per i particolari. Fatti e accadimenti storici verificatisi nei trascorsi del nostro Paese vengono raccontati attraverso le gesta di Paperazio, Gastonio, Archimedio, Brigittide e tutte le altre controparti dei cittadini paperolesi qui reinterpretate, in una ricchezza di dettagli che dà spazio a tante nozioni di numismatica, costume, abbigliamento e, naturalmente storia e geografia.

 
La rivisitazione de Il Trionfo di Marco Aurelio

 Un’opera dall’indubbio valore storico, e in primis artistico, raccolta all’interno di un volume curato sotto ogni punto di vista. Ad un’interessante prefazione a cura di Alex Bertani, nella quale viene subito svelata la fonte di ispirazione per questa saga, seguono in chiusura alcuni interessanti contenuti extra. Al sintetico, ma comunque dettagliato, redazionale dedicato allo studio della copertina e ai bozzetti alternativi scartarti, segue un’interessante intervista doppia a Matteo Venerus e Emmanuele Bsaccinelli che svela i retroscena di tutto il faticoso lavoro di ricostruzione dietro a questa saga in costume ancora in divenire. Infine, a conclusione del volume, troviamo una galleria dedicata allo studio dei personaggi davvero splendida e interessante.

 
Un esempio del grande lavoro alla base dell’opera

 Lo stile di Baccinelli fresco e moderno, è dotato di un’identità precisa, volutamente staccata dagli archetipi dei vecchi maestri Disney (Romano Scarpa fra tutti) che in passato hanno permesso di apprezzare altre saghe particolarmente ispirate.

 L’unico limite di quest’opera è dato dal gusto del lettore. L’ambientazione storica e la ricontestualizzazione dei personaggi, pur essendo qualcosa di ricorrente all’interno del panorama Disney, da sempre avvvezzo a reinterpretazioni di ogni genere, non è una scelta che può far gola a tutti.

 Per questi motivi non è possibile assegnare il punteggio pieno a questa saga che, al di là delle premesse appena espresse, merita di entrare di diritto all’interno del vasto panorama di parodie già occupato da altre bellissime opere della vecchia scuola italiana che, al pari di quella qui recensita, sono divenute immortali grazie ai riferimenti storici in esse contenute.

 



Voto del recensore: 4/5
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