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Post - Piumo Anatracci

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Commenti sugli autori / Re:Giorgio Pezzin
« il: Lunedì 22 Lug 2019, 19:59:06 »
Quando mi capitano tra le mani le "visioni" di Pezzin penso sempre che sarebbe potuto divenire uno di quei geniacci multimiliardari alla Elon Musk se avesse collocato le sue lungimiranze altrove e non su Topolino.

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Commenti sugli autori / Re:Roberto Gagnor
« il: Lunedì 22 Lug 2019, 19:56:17 »
Come nel tennis: si é visto l'energumeno sparare una cannonata e l'avversario, il nostro Gagnor, rispondere con un backspin liftato che ha delicatamente rimbalzato in maniera beffarda appena oltre la rete lasciando il bruto con un'espressione ebete mentre subiva il punto. Bravo!

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Commenti sulle storie / Re:Storie natalizie
« il: Sabato 15 Dic 2018, 09:48:47 »
Topolino e la notte dei Babbi Natale (TL2352): non so se definirla una delle migliori storie natalizie di sempre, tuttavia è una delle storie natalizie più divertenti mai scritte (e disegnate!). Il tratto di Camboni,  - qui in una delle rarissime occasioni in cui Silvio disegna... la propria sceneggiatura - è perfetto per quelle situazioni istantanee in cui la frase o il breve dialogo vanno a braccetto tramite un'espressione del volto, un gesto. Questione di una o due vignette, non di più, che se ben realizzate rimangono dopo anni. Qui ne sono passati 18, la storia è maggiorenne, e la conversazione a tre tra Topolino, Minni e un epocale Pippo non ha perso smalto. Tre pagine in cui l'umore inizialmente è quello del "prepariamoci a stare tutti insieme allegramente" e alla fine si è trasformato nella solitudine prima iraconda e poi malinconica di ogni personaggio. L'equivoco creato da Pippo porta ad una concatenazione di eventi grotteschi e al coinvolgimento di altri interpreti che, in maniera - diciamo così - non propriamente articolata ricreeranno lo "stare insieme" perduto. Insieme ma ognuno per conto suo, o quasi, al fine di rimediare al patatrac e risolvere la tristezza creatasi.
Il finale, gradevole, contiene un secondo riferimento - dopo l'omaggio di metà storia - ad un'altra natalizia di poco precedente a questo gioiellino camboniano. Una storia che è bello ritrovare sotto l'albero non solo per l'allegria che diffonde ma per il suo realismo. Natale è un bel periodo per chi ama festeggiarlo e/o lo sente molto ma è anche un momento che conduce inquietudini, induce stress, scatena anche dissapori. Ciò che Pippo crea in buona fede è ciò che accade anche al di qua del fumetto: i parenti che non vorremmo vedere ma che vedremo, le tensioni trasversali all'interno di una famiglia allargata, organizzare o partecipare a una cena tra colleghi (*) pur non avendone alcuna voglia, sfidare deliranti assembramenti e grovigli di veicoli nei parcheggi degli outlet. Ciò che tutti fanno per metterci una pezza non è sdolcinatezza gratuita, temporalmente collocabile solo a Natale. Camboni ha descritto "amore" autentico scampando il pericolo infimo della caduta rugiadoso. Bravo, anzi bravissimo!

(*) Una nazione civilizzata e democratica dovrebbe proibirle nell'articolo 1 della Costituzione. Fondamenti democratici, diritti umani e civili sono importanti ma vengono dopo la necessità di sconfiggere la potente lobby, infiltratasi in ogni ganglio della società civile, delle cene di Natale tra colleghi.   



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Con Valentina De Poli è stato un bel cammino, mi è sempre sembrata una persona amante del suo lavoro e a suo modo idealista: disse di Faccini che "prendeva il caffè con Paperoga e aveva il numero di cellulare di Topolino". Nel suo caso, direi che era Topolino ad avere il numero di Valentina e che la chiamasse per sapere come stava. O che, addirittura, Valentina stesse a Topolino come Reginella stava a Paperino.
Tale cammino si interruppe qualche anno fa, riprendendo saltuariamente, perché qualcosa si è spezzato. Qualcosa come... "io e te, Valentina, abbiamo la stessa meta e gli stessi gusti ma è il selciato, il circostante ad essere differente. Ci piaceva camminare tra i negozietti del centro e ora ci siamo ritrovati con un mondo in cui la passeggiata è tra i marmi di bassa qualità di un centro commerciale". Colloco l'entrata nel centro commerciale nel 2013, non una data a caso. E oggi, al centro commerciale, mi capita di andare quando sono disperato.
E ci rimango fregato, come quando spendo 2.70 euro per avere cinque pagine di lettura, che faranno 10.80 euro per venti pagine di lettura. Fregato perché di fregatura si tratta, di abuso del consumatore e della sua faciloneria.
Avrei licenziato la Panini, non la De Poli. Ma tant'è, così va il mondo. Magari ci ritroveremo per caso in un negozietto. O a un qualche 25 Aprile, come narrò Valentina qualche anno fa. Mise il 25 Aprile su Topolino e lo fece in prima persona. Per questo non sarò mai grato a sufficienza: mise dei valori nelle mani dei bambini (perché noi siamo bambini grandi ma il destinario primario sarebbe il bambino bambino) e impegnò lo ieri nell'oggi per il domani.
Se passerai di qua, Valentina, leggiti il mio abbraccio e il mio più affettuoso buona fortuna per il tuo futuro umano e professionale.

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Cinema, musica e letteratura / Re:Torna X-Files
« il: Domenica 14 Gen 2018, 08:07:15 »

My Struggle III
Spoiler: mostra
in sostanza era tutto finto, di nuovo. Gli eventi della stagione 10 erano una visione dell'avvenire di Scully.
Era finto il figlio di Mulder e Scully, perché in realtà è di CGB Spender e Spender (nessuna violenza carnale, eh! Ci ha pensato la scienza, mentre Scully era sotto cloroformio in En Ami, a ingravidare la donna): personalmente la famigliola mi ha sempre lasciato indifferente se non addirittura infastidito avendo reso le stagioni 8 e 9 grottesche, tuttavia amo pensare alle migliaia di fanciulle shipperine, oggi prossime ai quaranta, in lacrime davanti alla rivelazione. 
. In compenso ci sono Erika Price e Mr. Y che spiegano a Mulder che la nuova cospirazione non porterà alla colonizzazione del pianeta da parte di alieni perché a questi ultimi la Terra non serve più (riscaldamento globale ed esaurimento delle risorse hanno fatto cambiare loro idea). Il nuovo progetto porterà gli uomini a colonizzare mondi alieni!
Questa sì che è una rivelazione! Episodio più brutto di tutti i tempi, se la gioca con Babylon e gli altri My Struggle.


This
Spoiler: mostra
Questo invece è un bell'episodio. Si vede una penna diversa (Glen Morgan e non Chris Carter), si vede una regia diversa, si rivede X-Files. Nonostante la necessità di rimanere sui binari posati sulla massicciata dal creatore (Chris Carter appunto) e quindi di mostrare nuovamente Erika Price, l'episodio resuscita un personaggio deceduto in maniera non pacchiana: Ringo Langly è morto e non ritorna come fantasma, non ritorna come uno che è rimasto nascosto per quindici anni. Ritorna come simulazione mentale (hey! sembra quasi Topolino contro il Nemico nella favolosa saga di Pezzin!) perché il Nuovo Nuovo Consorzio ha catturato e riprodotto le menti più brillanti del mondo, tra cui quella di Langly, trasformandole in vita eterna.
Una realtà virtuale di cervelli sopraffini, tra cui Steve Jobs e Michael Crichton (e il primo nome spiega la morale dell'episodio), che domani contribuiranno allo sviluppo dell'umanità e al progresso. Una realtà virtuale in cui Langly vive nell'illusione dei Ramones, della pizza, ma in cui lui stesso è prigioniero. E' lui ad implorare a Mulder e Scully di disattivare tutto e di liberarlo. Operazione effettuata con simpatico richiamo a 2001 Odissea Nello Spazio.
Un episodio che riporta letteralmente indietro di vent'anni. La sua morale? Il mondo di Langly, illusoriamente bello con quello che gli viene virtualmente concesso, tragicamente claustrofobico, è il mondo descritto da Richard Stallman nel suo "necrologio" su, per l'appunto, Steve Jobs...
 



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Topolino / Re:Topolino 3239
« il: Giovedì 28 Dic 2017, 07:26:22 »
Quando a Lucca la De Poli parlò di un nuovo Canto di Natale, con zio Paperone alle prese coi social eppure perfettamente credibile nella parte oggi come 70 anni fa, devo dire che ero poco convinto della bontà delle sue affermazioni. Due mesi dopo, sono qui non solo a ricredermi, ma a fare i complimenti alla coppia Bosco Ziche per questo Canto di Natale 2017.
La trama è tutto sommato semplice, ma proprio partendo dalla semplicità dell'assunto di base del Canto di Natale, viene perfettamente innestato un contesto attuale che, guardando agli odierni rapporti umani che intercorrono via social, appare meno banale e più ricco di spunti di quanto potrebbe sembrare alla prima occhiata.
Mi sento di condividere ogni tua parola, virgola, spazio.

In prima lettura mi aveva colpito pochino e lasciato un senso di nostalgia verso i bei tempi andati e la magia del Natale e "eeeh, noi che abbiamo vissuto gli anni '80" e "ohccom'erabelloTopolinounavolta" (plausibile che io sia ormai divenuto un vecchio scarpone inacidito), in seconda la rivisitazione assume un suo perché.
Forse si poteva essere meno concisi durante i viaggi nel tempo che fu, che è e che sarà, rendendo la narrazione meno frenetica, allungando la storia (non il brodo).
Immagino che per avere una sessantina di tavole la Panini avrebbe diviso la storia in un prologo di una pagina, una prima parte, una seconda parte in modo da vendere tre copie anziché una. Strano che non ci abbiano pensato...

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Commenti sugli autori / Re:Carlo Panaro
« il: Lunedì 25 Dic 2017, 19:39:01 »
"Gambadilegno e il Natale speciale" è una storia che fa sempre sognare. Grazie a Carlo per avercela messa sotto l'albero!

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Off Topic / Re:Gli amanti del caffè
« il: Venerdì 20 Ott 2017, 07:29:06 »
Non so perché sto scrivendo qui alle 7:10 del mattino.

Caffè a colazione ma solo in versione caffellatte. Durante il giorno è valido per situazioni di emergenza: turno di lavoro che si protrae per 15 ore, colpo di sonno in arrivo (ma questo secondo me è autoconvincimento che si può stare svegli con la mora bevanda), desiderio di svicolare per tre minuti.

Pur essendo cresciuto con due genitori caffeinomani non mi hanno trasmesso l'abitudine. In realtà l'espresso mi piace relativamente, ossia poco. Trovo abbastanza fastidioso il caffè ingurgitato in tre secondi netti in piedi al bar. Un po' di esperienze personali mi hanno fatto apprezzare il caffè bevuto in forma rituale, e allungata:
1) Tre anni di vita in Grecia: caffè ellinikò, che poi è turco, in compagnia con l'attesa che si depositi sul fondo la polvere (durata minima dell'assunzione: un'ora) oppure frapè estivo con 40 gradi che ti accarezzano la faccia (durata minima assunzione: due ore);
2) Consorte serba: vedasi sopra, cambia solo il nome. E non c'è la versione estiva (o non è così tradizionalizzata);
3) Lungo viaggio in Canada: caffè americano diluito e sostanziamente ripugnante (durata minima dell'assunzione: trenta minuti), non male anche la versione da viaggio con bicchierone nello scomparto del cruscotto (durata dell'assunzione: caliibrata in funzione della lunghezza del viaggio). Fa abbastanza film scemo. Interessante la versione "Canadiano" della Costa Ovest con aggiunta di sciroppo d'acero;
4) Vacanze in Francia: caffè lungo anche lunghissimo.

In sostanza vedo il caffè come momento rilassante, non una roba da bere insieme a dieci sconosciuti in piedi al bancone del bar con quello accanto che tossisce nella tua tazzina o ha il mento ricoperto delle briciole della brioche surgelata o finge di essere un intellettuale che si interessa alle notizie dal mondo e si fionda a cercare nelle pagine sportive de La Stampa l'ultima intervista ad Allegri. Il caffè espresso (moka) aggregativo domestico non mi attira, sto convertendo diverse persone che vengono a casa mia alle usanze balcaniche o Yankee/Maple Leafs.

Però ho notato una cosa strana: spesso al bar si vede gente che lo prende amaro tuttavia mescola la tazzina in cui non ha messo lo zucchero. Qualcuno qui fa la stessa cosa? In caso di risposta affermativa, perché?
A proposito del punto 4): un paio d'anni fa ho fatto una gita in Francia con un amico, ci fermiamo a prendere un caffè: il gestore capisce la nostra provenienza e si presenta con due tazzine enormi contenenti mezzo millilitro di liquido marrognolo accompagnate dalle parole, in italiano "italiani, caffè piccolo piccolo!" e un gran sorriso. Era stato gentilissimo pensandoci amanti del ristretto. Ci sono rimasto male ma ho apprezzato la cortesia.

9
Ovviamente offeso dall'assenza di Paperino e la vacanza a prezzo stracciato e del pedante ornitologo Piumo Anatracci!
Vero che l'ho tra le mani in questo momento quindi si può ovviare, però anche Un bel rompicapo avrebbe meritato uno spazio.
Di Paperino e l'autocontrollo massacrante avete detto tutto voi.
In sostanza il volume avrebbe dovuto avere più pagine di It.

10
Testate Speciali / Re: Storie d'America
« il: Martedì 28 Mar 2006, 23:45:04 »
L'albo è effettivamente di 384 pagine. Tuttavia sono curioso di sapere quale logica ha portato ha determinate scelte: d'accordo, Oliver Pipp & Arianna può essere inosservata... ma una buona metà della saga vive sulla vicenda Topolino-Clementina, come tralasciare l'inizio della medesima? Colui che ha già letto su Topolino libretto si ritrova la delusione, all'eventuale neofita viene negata una parte fondamentale dell'intera vicenda. Per non parlare della storia di Fort Alamo, tra l'altro bellissima.

Spero finisca in best-seller Mondadori, come "Topolino e la Guerra dei Mondi". Il "C'era una volta... in America", per quanto eccessivamente buonista e in parte reazionario, ha rappresentato uno dei momenti migliori del Topo negli anni '90 (se non il migliore).

Ciao, GF

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Testate Speciali / Storie d'America
« il: Martedì 28 Mar 2006, 19:12:37 »
Ho comprato alcuni giorni fa il volume "Storie d'America" (SuperDisney n.22, Settembre 2001), divorandolo appena giunto a casa.

Si tratta della raccolta delle storie firmate Pezzin e pubblicate su "Topolino" negli anni '90. Ero entusiasta dell'acquisto, tuttavia... procedendo nella lettura ho constatato alcune grosse mancanze, rimanendo profondamente deluso dal prodotto. Notare che avevo già letto sul settimanale tutte le storie.

Il volumetto contiene:
1. Topolino e il tesoro della Mayflower
2. Topolino e i trafficanti di Boston
3. Topolino e il grande cielo
4. Intervista a George Washington
5. Topolino e la bella del fiume
6. Topolino e la febbre dell'oro
7. Il cavallo di ferro
8. Topolino e la legge del Far West
9. Topolino e il lungo sentiero
10. Topolino e l'ultimo cowboy
11. Topolino e il sogno americano

Mi sono accorto delle storie mancanti quando ad un certo punto viene fatto un riferimento ad Arianna, la ragazza pellerossa di cui Oliver Pipp si è innamorato, tuttavia manca la storia con il loro incontro.

La collana "C'era una volta... in America" dovrebbe contenere le seguenti storie:
1. Topolino e il tesoro della Mayflower (T-1996)
2. Topolino e i trafficanti di Boston (T-1999)
3. Topolino e il grande cielo (T-2015)
4. Intervista a George Washington (T-2025)
5. Topolino e il penultimo dei mohicani (T-2055)
6. Topolino e la bella del fiume (T-2059)
7. Topolino e la battaglia di Alamo (T-2156)
8. Topolino e la via dell'Oregon (T-2162)
9. Topolino e la febbre dell'oro (T-2177)
10. Topolino e il cavallo di ferro (T-2195)
11. Topolino e la legge del Far West (T-2210)
12. Topolino e il lungo sentiero (T-2223)
13. Topolino e l'ultimo cow-boy (T-2236)
14. Topolino e il sogno americano (T-2275)

Ho cercato una spiegazione logica, e in un primo momento ho pensato che le tre storie mancanti fossero quelle non disegnate da Massimo De Vita, ipotesi decaduta tuttavia con "Topolino e la via dell'Oregon". A questo punto mi sono arreso. Tra l'altro nella storia "Topolino e la legge del Far West" un dialogo tra Topolino e lo sceriffo è stato modificato ("Però col fucile ci sai fare", "Mi insegnò un amico anni fa, sigh", "Mi dispiace, non...", "Già, ma questa è un'altra storia"; su Topolino Libretto invece veniva menzionato Fort Alamo).

A cosa è dovuta questa scelta editoriale? Tra le storie mancanti, oltre all'episodio di Fort Alamo, mancano quella dell'incontro Oliver Pipo Arianna e soprattutto quella dell'incontro tra Topolino e Clementina. Troppo pretenzioso io, oppure questa raccolta è una delle peggio riuscite della Walt Disney italiana?

Saluti, GF

(Spero di non aver aperto un post già presente, la funzione "cerca" non ha dato riscontri in proposito).



12
Topolino / Re: Topolino 3226
« il: Mercoledì 27 Set 2017, 07:58:44 »
Nuovamente questa discussione surreale che si ripresenta ogni tanto: il topolino di oggi contro quello di ieri.
Questo è un classico, soprattutto quando hai uno ieri da comparare. A occhio direi che qui siamo in larga parte maturi: scrivessimo su un forum di musica saremmo qui a dibattere su quanto bella fosse quella degli anni '80 rispetto a quella odierna; e vuoi mettere se fossimo calcioscriventi quanto fosse più affascinante la domenica con "Tutto il calcio minuto per minuto" ascoltando da gracchiante radiolina con la schedina in mano rispetto alle duecento partite alla settimana in alta definizione? Per non dire poi di come oggi il calcio sia tutto fisico e una volta tutto tecnica. In realtà siamo tutti, noi maturi, umarell di fronte ai cantieri: una volta era meglio. Ci sta.

Citazione
Anzitutto direi che si dovrebbe definire quale "ieri", visto che il giornale ha quasi settant'anni alle spalle e ovviamente diverse fasi. Ognuno di noi ha il suo "ieri", chi gli anni 50, chi i 60, chi il periodo capelli, chi (il cielo lo perdoni) quello muci....
Appunto, i nostri coetanei diacronici degli anni '80 (per dire), negli anni '80 dicevano "ah, però nei '60 c'erano i Beatles e oggi gli Spandau Ballet" e "com'era bello il calcio quando dietro c'erano mediani come Flavio Emoli: altro che Oriali!".

Ignoro il processo mentale dietro tutto questo: plausibile si tratti della nostalgia della gioventù o di una gioventù relativa all'età attuale. Comprensibile, in effetti (io sono uno di questi, fronte estremista: rivorrei la Renault 4, nonostante il fatto che se io fossi stato al volante di una Renault 4 e non di un'auto che ha superato ogni test di sicurezza qualche anno fa plausibilmente ora suonerei l'arpa su un cumulo bianco e non scriverei vaccate su un forum).

13
Topolino / Re: Topolino 3219
« il: Venerdì 4 Ago 2017, 07:33:25 »
Per certi versi Enna e Perissinotto sono da ammirare: prendere carta e penna e affrontare Reginella, per due persone che fanno il loro lavoro, è come per Klaus Dibiasi tuffarsi in una piscina infestata da squali. Il rischio, enorme, c'era sin dall'inizio: ripescare un personaggio che va ben oltre l'essere storico e riprendere un discorso interrotto venticinque anni fa e - purtroppo - non riprendibile ormai dall'autore-ideatore.
Enna e la Perissinotto avrebbero potuto fare come Bronn, rinunciare al duello contro la Montagna, e risparmiarsi l'inevitabile valanga di commenti che il confronto con Cimino-Cavazzano avrebbe originato. Non l'hanno fatto. Hanno combattuto, senza perdere.

Il confronto era impari, e non perché Cimino-Cavazzano sono più bravi/più belli/più simpatici/più fighi. Molto semplicemente Reginella è una figlia di Cimino, la sua creatura più peculiare. Noi lettori conosciamo questa fanciulla/sovrana che abbiamo conosciuto, amato, interpretato nel corso di una ventina d'anni, aspettando il suo ritorno per analogo periodo di tempo. Cimino se ne è andato, i due racconti sono rimasti nel cassetto, eravamo tutti consapevoli che una Reginella di ritorno non sarebbe stata più la stessa (pur sognando tale riproposizione) e che avremmo provato una certa delusione.

Ma non perché Enna sia un pessimo autore. Enna è un meraviglioso autore con una sua poesia interiore di altissimo livello, ma non è Cimino. Non è peggiore o migliore di Cimino, semplicemente è diverso da Cimino. Probabilmente non avremmo apprezzato le saghe paperottiane se Cimino si fosse "intromesso" dopo la Strada per Quacktown a scriverne partendo dall'idea e dalla poesia di Enna. Perché Cimino non è Enna e Paperotto è la modulazione dell'arte di Enna.

Tutto qui. Avrei personalmente evitato di commissionare tale ritorno e continuato a sperare che Reginella, la nostra sovrana, facesse il suo ritorno nelle due storie che attendono da anni che qualcuno apra quel cassetto.


14
Topolino / Re: Topolino 3000
« il: Lunedì 27 Mag 2013, 15:13:23 »

Da Paperoga e l'isola a motore di Pezzin e Cavazzano:
(scusandomi per la cattiva qualità dell'immagine)[/img]
Grazie... una delle mie storie preferite.  Vado a inginocchiarmi sui ceci.

15
Topolino / Re: Topolino 3213
« il: Domenica 25 Giu 2017, 08:39:00 »
Non so se sia un caso o meno, tuttavia Pippo nella storia di Faccini
Spoiler: mostra
si lamenta del fatto che la chitarra sia scordata dopo l'unica nota disegnata onomatopeicamente in maniera corretta (tutte le altre, ad eccezione dell'ultima prima dell'arrivo di Gambadilegno, sono balenghe e stortignaccole)
.
Trattandosi di Faccini non credo molto alla casualità: Pippo
Spoiler: mostra
suona e canta come un cane, azzecca una nota, pensa che la chitarra sia scordata.
Magnifico.

Il trio in viaggio continua a lasciarmi tendenzialmente freddo, forse sarà per l'insipida e rimbambita Paperetta, forse sarà perché non sembra esserci un autentico fine per questo viaggio. Poiché la coppia d'autori mai ha deluso, confido sempre in un gran finale.
A mio parere questa storia ha la debolezza di non creare la giusta empatia con i protagonisti, forse perché troppo diversi dal ruolo che normalmente interpretano (Archimede e Paperina), a differenza di avventure sulla strada nelle quali il lettore diveniva egli stesso parte del viaggio: in tal senso mi viene in mente Paperino Paperotto e la strada per Appaloosa come apogeo. Oltretutto le due storie hanno due punti comuni molto forti (personaggi che siamo abituati a vedere come "adulti" in un contesto di "infanzia" o "gioventù" e vicende che non hanno una grande componente di plausibilità) quindi il raffronto sia a livello tecnico sia a livello emotivo giunge quasi naturale.
Ma viene anche naturale comparando l'intera saga di Pippo Reporter - un viaggio per quanto sui generis - con gli attuali paperi e papere sulla strada: Radice e Turconi hanno la capacità di toccare il profondo dell'anima, questa volta il dardo delle emozioni non sembra aver centrato il bersaglio.


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