Le storie “a bivi” disegnate da Sergio Asteriti

12 DIC 2003

Nella prima metà degli anni Ottanta, il prolifico sceneggiatore disneyano Bruno Concina propose al direttore di Topolino Gaudenzio Capelli una serie di storie molto particolari, le cosiddette “storie a bivi“: avventure in cui non viene dato un solo scioglimento della vicenda ma una serie di finali multipli cui il lettore giunge operando una serie di scelte intermedie. Il successo immediato, specie presso i più piccoli, favorì la pubblicazione di questo tipo di storie (quasi sempre su Topolino) fino al Febbraio 1997.

Le tre “fate gentili” illustrate da Asteriti.

Le prime tre avventure “a bivi” furono disegnate da Giorgio Cavazzano, poi il testimone passò a Luciano Gatto e Sergio Asteriti: quest’ultimo disegnò la quinta, sesta e settima storia. Vale la pena di esaminare da vicino la produzione “a bivi” di Asteriti perché in qualche modo queste tre storie risultano esemplificative di tutto il genere e delle possibili contaminazioni.

La prima storia, Pippo e Nocciola: sfida all’ultima magia è uscita sul numero 1614 di Topolino del 2 Novembre 1986. Questa avventura ha una struttura tipicamente complessa, nella quale ogni scelta porta a scelte successive così da avere fino a tre biforcazioni in sequenza. Può accadere veramente di tutto a seconda delle strade scelte dal lettore: che si parta per il paese delle streghe o che la scopa magica si esaurisca (e impedisca il viaggio) o addirittura che Nocciola si addormenti e perda la grande occasione di convincere Pippo; che si giunga al paese delle streghe o a quello delle fate, e che a quel punto le fate si dimostrino gentili oppure scortesi.

L’unica cosa certa è che ovviamente, rispettando la tradizione, Pippo non si convincerà affatto che Nocciola è davvero una strega; perché, come si accennava all’inizio, le storie a bivi possono inserirsi in generi già sperimentati (in questo caso, la saga di Pippo e Nocciola introdotta negli anni Cinquanta dal duo Bottaro-Chendi, con la quale peraltro Asteriti stesso si era già ripetutamente confrontato a partire da Pippo e la strega Ufo). Dal punto di vista iconico, è interessante osservare come Asteriti si rifaccia per raffigurare le “fate gentili” all’archetipo di Flora, Fauna e Serena dal film Disney La Bella Addormentata.

McAngus è un fantasma…

Dopo Pippo e Nocciola: sfida all’ultima magia, i lettori devono aspettare quasi due anni, cioè fino al 24 luglio 1988, per leggere una nuova “storia a bivi”: Topolino agente… immobiliare, ancora sceneggiata da Bruno Concina, ancora disegnata da Sergio Asteriti, ma in realtà con una struttura estremamente più semplice della precedente. Le biforcazioni successive sono qui in realtà un piccolo bluff, perché in sostanza su una provocazione iniziale (come mai i due clienti dell’agenzia immobiliare di Topolino e Pippo si interessano tanto alla fattoria del vecchio signor Mac Angus?) si innestano “semplicemente” quattro possibili sviluppi.

..oppure un alieno?

Poco importa che si giunga alla rivelazione finale decidendo di aspettare domani prima di contattare Mac Angus, oppure decidendo di non chiedere a Minni l’auto in prestito, oppure scegliendo la mulattiera piuttosto che la strada statale: dalla situazione di partenza parte un unico tronco e da questo si diramano quattro diversi ma immediati sviluppi: nel primo risulterà che Mac Angus è uno spettro (figura 2); nel secondo si scoprirà che nel suo terreno è sepolto il frutto di una vecchia rapina; nel terzo Mac Angus si rivelerà un alieno (figura 3); nel quarto i due clienti scopriranno di essere stati raggirati da Mac Angus che gli ha venduto il terreno facendo credere che contenesse minerali preziosi.

Sviluppi, come si vede, incompatibili, che dimostrano chiaramente la natura delle “storie a bivi”: le scelte del lettore, infatti, non sono vere “decisioni operative” dell’eroe che lo portano ad affrontare per strade alternative un’unica realtà esterna; ma piuttosto corrispondono alle “biforcazioni creative” dello sceneggiatore, che ha qui la possibilità di proporre narrazioni diverse (e assolutamente fra loro non collegate) che si innestano su uno stesso intreccio iniziale.

Pochi mesi dopo (su Topolino numero 1713 del 25 Settembre 1988) esce una nuova “storia a bivi” (Topolino e i futuri futuribili). Anche qui la struttura è estremamente semplice, ed anzi in qualche modo particolare: possiamo distinguere una linea narrativa principale sulla quale si inseriscono tre possibili “uscite anticipate”, due semplici (cioè senza bivi successivi) ed una complessa (contenente un ulteriore bivio) per un totale di 4 finali diversi da quello della linea narrativa principale. 

Zapotec e Marlin convocano Topolino affinché si presti a sperimentare una versione migliorata della “Macchina del tempo”. Siamo dunque all’interno del ciclo inventato da Bruno Concina e Giorgio Pezzin: questo è uno dei tre casi di intersezione delle due serie, le cui tematiche sono del resto da sempre strettamente connesse nella letteratura di fantascienza.

Topolino incontra il suo nipote del futuro.

A causa di un imprevisto, Topolino finisce in un lontano futuro in cui l’umanità fa largo uso dei robot. Lungo la linea narrativa principale, Topolino scoprirà l’esistenza di un suo bis-bis-bis-nipote che lo aiuterà a tornare a casa con la sua macchina del tempo portatile. Ci sono altri 4 possibili finali. Il primo prevede semplicemente il ritorno di Topolino nel suo tempo, con gag finale dovuta allo spavento di “atterrare” nel ripostiglio. C’è poi un futuro in cui gli umani si ribellano ai robot, che li hanno sostituiti in tutto, perché desiderano riprogrammarli per lavorare un po’. Il terzo finale alternativo ci mostra un pianeta terra “custodito” da robot perché tutti gli uomini sono partiti per le stelle. Infine, nell’ultimo epilogo, un Topolino turista temporale resterà deluso di un XXVI secolo uguale all’oggi, senza sapere di aver visitato una perfetta ricostruzione della Topolinia del suo tempo.

Questa storia si presta bene anche a qualche considerazione grafica. Sergio Asteriti, classe 1930, approda al fumetto disneyano dal mondo dell’illustrazione e di questa conserva il gusto per la decorazione, i chiaroscuri ed i dettagli. La sua passione per il Topolino di Gottfredson lo porta a quel suo stile caratteristico, che Boschi, Gori e Sani hanno felicemente definito “Disney Old Fashioned“, fatto di continui riferimenti all’iconografia Disney più classica.

Così la Topolinia ricostruita che Topolino scambia per la città futura, è la classica cittadina di provincia dell’America anni ’50, tanto cara anche a Scarpa, e non ad esempio, la metropoli moderna e pulsante che Cavazzano delinea in Il mistero della voce spezzata

Topolino alle prese con gli abitanti del futuro.

In realtà del futuro si vede ben poco. A parte i robot e le loro astronavi, si intravedono solo delle costruzioni sullo sfondo, che provocano comunque un senso di straniamento decisamente inferiore rispetto al futuro visualizzato da Gottfredson, ad esempio in Topolino e la macchina Toc-Toc. Perfino il bis-bis-bis-nipote risulta praticamente uguale a Topolino, vestito allo stesso modo e con gli stessi colori ma con un vistoso cravattino (figura 4). C’è anche un curioso particolare, che potrebbe sembrare un errore di logica: a pag. 19 è chiaramente visibile un comunissimo bidone per la spazzatura rovesciato in terra, certamente poco compatibile con un lontano futuro ipertecnologico (figura 5).
E non possiamo neppure considerarlo come parte della “perfetta” ricostruzione della Topolinia del Novecento, visto che questa ricostruzione si trova su una biforcazione alternativa della realtà.

Topolino e i futuri futuribili, eccezionalmente, non è di Bruno Concina: un suo collega, Alessandro Sisti, aveva, infatti, voluto cimentarsi in questo particolare tipo di narrazione.

La diversa mano dello sceneggiatore spiega quindi la particolare struttura di cui si diceva. Narra la leggenda che Sisti trovò piuttosto difficile gestire le varie biforcazioni, e sappiamo comunque con certezza che né lui né nessun altro (tranne Concina) ha più pubblicato “storie a bivi” disneyane in Italia. Bruno Concina invece ha proseguito proponendo ancora una quindicina di sceneggiature di questo tipo; le ultime sono ancora inedite perché nel 1997 la Walt Disney Company Italia ha deciso di chiudere questa esperienza. Sono uscite in Italia in tutto 20 “storie a bivi”, delle quali soltanto tre disegnate da Sergio Asteriti 

Qui di seguito riportiamo l’elenco completo di queste storie. 

DataTitoloCodice I.N.D.U.C.K.S.AutoreDisegnatore
1985-11-24Topolino e il segreto del CastelloI TL 1565-ABruno ConcinaGiorgio Cavazzano
1986-04-13Paperino e gli incontri ravvicinati di 5 tipiI TL 1585-ABruno ConcinaGiorgio Cavazzano
1986-08-10Zio Paperone e l’anfora enigmaticaI TL 1602-ABruno ConcinaGiorgio Cavazzano
1986-08-17Qui, Quo, Qua e le vacanze… a biviI TL 1603-ABruno ConcinaLuciano Gatto
1986-11-02Pippo e Nocciola: sfida all’ultima magiaI TL 1614-BBruno ConcinaSergio Asteriti
1988-07-24Topolino agente… immobiliareI TL 1704-BBruno ConcinaSergio Asteriti
1988-09-25Topolino e i futuri futuribiliI TL 1713-AAlessandro SistiSergio Asteriti
1988-12-04Topolino e Pippo eroi del giorno primaI TL 1723-ABruno ConcinaLuciano Gatto
1989-07-16Zio Paperone e Rockerduck e il tesoro in societàI TL 1755-ABruno ConcinaComicup Studio
1990-06-24Paperinik e il mistero del tempio AztecoI TL 1804-ABruno ConcinaMaurizio Amendola
1991-05-19Paperino e le quattro strade della fortunaI TL 1851-ABruno ConcinaComicup Studio
1991-07-14Paperino e la città westernI TL 1859-ABruno ConcinaGiuseppe Dalla Santa
1991-08-18Topolino e il mutevole uomo delle neviI TL 1864-ABruno ConcinaMaurizio Amendola
1993-03-21Zio Paperone, Brigitta e il tesoro… a biviI TL 1947-ABruno ConcinaRoberto Santillo
1993-07-25Topolino e il mostro del LagoI TL 1965-ABruno ConcinaMaurizio Amendola
1995-02-07Archimede e Pico nemici provvisoriI TL 2045-2Bruno ConcinaRoberto Marini
1995-09-26Paperino & Paperoga odissea… a bivi!I TL 2078-5Bruno ConcinaCarlo Limido
1995-12-12Tutti insieme… a biviI TL 2089-1Bruno ConcinaLuciano Gatto
1996-06-01Paperinik e il nemico numero unoI PK 33-1Bruno ConcinaGiulio Chierchini
1997-02-04I Bassotti e i bivi del crimineI TL 2149-1Bruno ConcinaLuciano Gatto

Autore dell'articolo: Marco Barlotti

Fiorentino al 100%, nato nel 1953, professore associato di Matematica presso l'Universita' di Firenze dal 1988, sposato (1978) con due figli (1981 e 1988), molto soddisfatto sia del lavoro che della famiglia. Ha imparato a leggere (a 5 anni) su "Topolino", l'inglese (a 12 anni) sui "Peanuts", e a scrivere di fumetti (a 48 anni) per "Fumo di China". Hobby non fumettistici: giochi (di carte, di dadi, di tavoliere, di carta e penna, ecc. ecc.), origami e cinema (regista di gran lunga preferito: Billy Wilder). Appassionato da sempre di Barks, Bottaro e Scarpa (in quest'ordine), ha poi imparato ad apprezzare Ziche, Cavazzano ed altri giovani autori. In campo non disneyano predilige Jacovitti, Schulz ed Eisner, ma negli ultimi mesi sta imparando ad apprezzare King e fa indigestione di "Gasoline Alley".