I Grandi Classici Disney 15

25 MAR 2017
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Non molti i guizzi di questo numero primaverile dei Grandi Classici in cui a farla da padrone è tuttavia la gran varietà di situazioni e di personaggi all'opera: in un mare di storie provenienti da diversi decenni spiccano in primis le cinque Superstar, come sempre da anni il fiore all'occhiello della testata.
Per il mese di aprile la tematica scelta naviga dunque da un’isola all'altra, mettendo i principali character disneyani alle prese con eccentrici comprimari e paesaggi esotici e tribali. Pur tradendo il tema della sezione monografica e spostando l’attenzione su un ambiente semplicemente balneare, l’unica italiana del lotto, Topolino e il pescatore solitario di Martina e Capitanio, è un gialletto con un suo perché e con una risoluzione pressoché bizzarra. Interessante – seppur ancora fortemente naïf – la prova del disegnatore veneziano, qui alle prime armi con i Topi: sono chiari ad esempio alcuni riferimenti stilistici al Gottfredson degli anni ’40, ampiamente utilizzati per raffigurare personaggi secondari e comparse come Madama Sbrinz, ricalcata fisicamente sulla facoltosa e corpulenta Mrs. Van Astorocks vista in Love Trouble. Le altre quattro Superstar provengono invece da Oltreoceano e, tra alti e bassi, rappresentano una perfetta panoramica dello spirito degli autori americani degli anni ’50 a partire dal Barks straordinario dell’Isola misteriosa: 22 tavole per raccontare con la solita ironia e con un ritmo narrativo eccellente una delle prime, memorabili sfide tra Paperino e Gastone, in questo caso a zonzo tra le isole del Pacifico per ritrovare il disperso Paperone. Ad accompagnare l’avventura barksiana vi sono poi Il segreto dell’isola di Drake, disegnata da un Murry classicissimo, Il naufrago dell’isola dei coccodrilli, con un insolito incontro tra Pippo, il Grillo Saggio e Capitan Uncino e, soprattutto, L’isola Tam-Tam in cui tornano a far capolino due personaggi delle strisce giornaliere: quel Giovedì che tanto trambusto aveva portato nella tranquilla vita di Topolino nel 1940 e suo fratello Venerdì, già visto come spalla di Robinson Crusoe nel 1939; la storia nel complesso non è affatto un capolavoro imprescindibile, ma si fa ricordare per il fatto di essere in tutto e per tutto un corto d’animazione su carta.
Davvero piacevole e per nulla monotono il finale dell’albo grazie agli ineffabili Barosso Bros (La strega antistrega e L’anello nel lavello) e Carlo Chendi (Il fiore fatale): classiche commedie condite anche con un certo gusto slapstick, in cui l’elemento comico è al servizio di trame ben congegnate da alcuni dei migliori realizzatori di brevi mai apparsi su Topolino. Grazie al sapiente utilizzo da parte loro dei temi della tradizione disneyana, i due fratelli liguri riprendono nella prima storia alcuni elementi evidentemente barksiani per la caratterizzazione di Amelia e rispolverano Nocciola in un’insolita alleanza con Paperone, il tutto purtroppo disegnato da un Perego forse più sproporzionato del solito in molte inquadrature e assai poco ispirato nella raffigurazione di alcuni personaggi; nell’Anello nel lavello sono invece in scena Topolino e Pippo, in una divertente comica disegnata da Asteriti che può essere interpretata come una sorta di seguito degli Aggiustatori scatenati del 1963.
Il fiore fatale di Chendi e De Vita senior rappresenta invece un ottimo esempio di come si possano scrivere intrecci gradevoli senza esagerazioni né stravaganze utilizzando i lati più assurdi del carattere di Paperone, la cui psicologia contorta è inoltre protagonista assoluta in La giornata storta di Michelini, Del Conte e Scarpa: così come in alcune memorabili avventure di Barks, anche qui il vecchio papero sembra avere tra i suoi principali nemici le proprie angosce e manie di persecuzione, raccontate attraverso varie analessi a un pool di improbabili strizzacervelli dai nomi assai eloquenti.
Infine, superate anche le due brevi brasiliane con il Club dei Supereroi e il loro improbabile Basettoni baffuto, non rimane che la storia di apertura dell’albo, quel Segreto di Sport Goofy di Marconi e Cavazzano in cui l'atletico consanguineo di Pippo, monumento vivente di Topolinia, scende in campo per promuovere didascalicamente il minibasket come attività perfetta per iniziare i bambini allo sport.

Autore dell'articolo: Davide Del Gusto

Sono cresciuto a pane, letteratura, storia e fumetti. Paperseriano dal remoto 2004, colleziono, leggo, recensisco e mi diverto con l'editing di questo sito. I miei indiscussi numi tutelari tra i fumettari sono Carl Barks, René Goscinny e Albert Uderzo, Floyd Gottfredson, Hergé, Vittorio Giardino, in rigoroso ordine sparso.