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Testate Regolari / Le Serie Imperdibili n°9 - Paperbridge Le Origini di Fantomius Vol.1
« il: Lunedì 19 Giu 2023, 12:07:17 »
Recensione Le Serie Imperdibili n°9 - Paperbridge Le Origini di Fantomius Vol.1
La copertina inedita realizzata sempre da Marco Gervasio.
La collana Le Serie Imperdibili, deputata alla raccolta di specifici cicli di storie raggruppate in base al tema e agli autori, dedica il nono volume alla prima stagione della saga di Paperbridge, disegnata e sceneggiata da Marco Gervasio, poliedrico autore e disegnatore disneyano così innamorato del personaggio di Paperinik da aver dato il via ad un ciclo di storie prequel dedicate a Fantomius, il ladro gentiluomo da cui il Diabolico Vendicatore di Paperopoli eredita i marchingegni e il desiderio di giustizia.
Paperbridge può definirsi come un spin-off della saga di Fantomius, improntato a mostrare com’era Lord Quackett prima di indossare le vesti del famoso ladro. I primi cinque episodi, originariamente pubblicati su Topolino, dal 3379 al 3383 nell’arco del 2020, vengono riuniti in un primo volume tematico in cui è l’autore stesso a presentarci le origini e l’evoluzione della storia e dei personaggi, mentre fanno il loro ingresso all’interno del College che dà il nome all’intera saga.
Come Marco Gervasio racconta all’interno dei redazionali che arricchiscono l’albo, Paperbridge è strutturato come un teen drama, ambientato nell’Inghilterra dei primi del 900, in cui si svolgono eventi importantissimi che porteranno alla nascita di Fantomius. Uno splendido romanzo di crescita e formazione, che interessa tanto il protagonista quanto i comprimari che lo circondano, primo tra tutti Tommy Ducket, di cui sin dalle prime pagine viene sottolineata la differente estrazione sociale, uno dei punti cardine ai fini dell’evoluzione di Lord Quackett.
Andando avanti con la lettura, è facile comprendere come Paperbridge sia una saga unica nel suo genere, nella quale si è osato nel cercare di rappresentare senza mezzi termini tematiche come la povertà, le tempeste ormonali tipiche dell’adolescenza, il bullismo e lo snobbismo, il tutto nella maniera più diretta e meno edulcorata possibile, privando così il contesto di quell’ingenuità di fondo che in altre opere è stata impiegata per cercare di sdrammatizzare le atmosfere.
Alex Bertani, nell’interessante prefazione del volume, racconta come, quando Gervasio gli propose il progetto di questa serie, la sua parte istintiva “partì a razzo (…) intravvedendo la possibiità di approcciare sul settimanale riflessioni, tematiche importanti, legate al difficile passaggio tra infanzia e età adulta“. È questa la vera chiave di lettura di questa saga, e a confermarlo è anche Alessandro Sisti nella concisa, ma decisamente profonda, analisi della saga e dell’autore.
Le differenze sociali si sottolineano sin dal primo ingresso nell’istituto.
Quella di Paperbridge non è una “partenza a razzo”: le prime cinque storie hanno un approccio graduale nel mostrare Lord Quackett intento ad affrontare vicende che cambieranno radicalmente la sua vita e il suo carattere. Il protagonista, da viziato rampollo dell’alta società, finirà col mitigare la spavalderia e la faccia tosta che lo contraddistinguono, sviluppando quel senso di giustizia e di rivalsa nei confronti dei soprusi, che lo porterà a divenire il primo Diabolico Vendicatore, ossia il ladro gentiluomo Fantomius. Un procedimento di crescita molto riflessivo, che interessa tanto il protagonista quanto i comprimari che lo circondano, primo tra tutti l’amico Tommy Ducket.
L’episodio che scatena in Quacky il cambiamento.
Anche il thrilling e la componente investigativa seguono un approccio maturo: lo sviluppo della trama segue un crescendo verticale, nel quale vediamo i personaggi maturare, affrontando sia problematiche tipicamente adolescenziali, come l’inserimento in un nuovo ambiente scolastico e l’accettazione di persone di differente classe sociale, che questioni ben più complesse e pericolose, come associazioni segrete, complotti, doppi giochi, la rinuncia ai privilegi di famiglia e moltissimi altri aspetti che rendono Paperbridge un’opera complessa, capace di essere fruita secondo molteplici livelli di lettura.
Al di là della componente avventurosa e investigativa, dominata peraltro da atmosfere per lo più cupe e tenebrose, in Paperbridge è sempre presente un aspetto profondamente psicologico. Sovente i protagonisti sono portati a compiere profonde riflesisoni introspettive, interrogandosi su ciò che sia corretto fare. Difatto è questo il meccanismo su cui si struttura il percorso di crescita pensato dall’autore, che chiama ripetutamente, tanto nel bene quanto nel male, protagonisti e comprimari ad affrontare un percorso di evoluzione basato sulle rispettive ambizioni di ognuno.
Si tratta del medesimo escamotage utiizzato anche dalla scrittrice J. K. Rowling nella saga di Harry Potter, e lo stesso Gervasio non fa mistero del fatto che Paperbridge sia in parte ispirata a Hogwarts tanto da averlo portato a inserire il maldestro studente di estrazione proletaria Tommy Ducket che, al pari del famoso Ron Weasley, sfoggia una bella chioma rossiccia .
I primi cinque episodi della saga, oltre ad essere funzionali ad introdurre i protagonisti e gli ambienti, danno il via a degli eventi molto importanti per il prosieguo delle vicende, che culmineranno nelle storie della seconda raccolta. Questo primo ciclo serve infatti a far conoscere uno dei principali villain e ad introdurre uno personaggio già noto a tutti i lettori e inserito con un coup de théâtre che genera aspettative, al pari di una scena post credit delle produzioni hollywoodiane.
Atmosfere cupe e misteriose sono una costante in Paperbridge.
Il volume è arricchito da numerosi contributi dell’autore che, di volta in volta, affronta argomenti diversi e interessanti. Il primo e copioso extra è dedicato proprio a cosa sia Paperbridge e come esso sia nato. Gervasio racconta la nascita del suo racconto di formazione attraverso curiosità e aneddoti che lo hanno portato a sviluppare un progetto immediatamente assimilato da Alex Bertani. Il contributo di Bertani è stato fondamentale perchè, sottolinea Gervasio, è grazie alla sua “mente aperta al rischio” che si è potuta cogliere la novità dell’idea e raggiungere l’obiettivo della sua concretizzazione. Si deve poi sempre a Bertani la scelta del nome della serie e sempre sua è l’idea di non svelare subito chi sia il protagonista delle vicende narrate ma di far arrivare il lettore a scoprirlo episodio dopo espisodio.
La prima identità segreta di Quacky è un po’ raffazzonata…
Un altro interessante, seppur decisamente più breve, contributo aggiuntivo riguarda alcuni piccoli ritocchi e precisazioni che l’autore ha voluto effettuare in occasione della raccolta delle storie. Gervasio definisce infatti il volume come una sorta di director’s cut, in quanto è intevenuto con alcune modifiche su testi, vignette e perfino sulla colorazione. Finezze davvero piccolissime, come quelle legate all’uso dei latinismi ai quali è dedicato altro specifico approfondimento, che fanno comprendere quanto l’autore abbia a cuore la coerenza e la credibilità della sua opera e di come abbia voluto a tutti i costi presentare al lettore proprio ciò che costituisce il “suo Paperbridge“.
Al pari degli altri volumi che compongono la collana, il nono numero de Le Serie Imperdibili si presenta curato sotto tutti i dettagli. La splendida copertina inedita, sempre opera di Gervasio e alla quale è dedicato un ulteriore specifico contenuto extra, si fonde con la grafica della quarta pagina donando al volume una veste austera e istituzionale perfettamente in linea con le atmosfere della serie. Il formato 18×24 cm permette di apprezzare le tavole dell’autore secondo una dimensione più ampia, che restituisce bene il senso di magnificenza degli spendidi edifici che compongono il college, ognuno disseminato di particolari e dettagli. L’impiego di una carta di ottima qualità consente infine di apprezzare il clima retrò che la particolare colorazione che Gervasio ha voluto dare alla saga contribuisce a trasmettere. La ricchezza e la cura di contenuti fortunatamente non è andata a scapito del prezzo che, nonstante la foliazione importante, rimane in linea con il volume precedente.
La scuola di Paperbridge non serve solo a fornire insegnamenti accademici.
Paperbridge ha il grande pregio di essere un’opera tanto fresca quanto matura, nella quale è possibile entrare secondo differenti livelli di profondità a seconda dell’età e della sensibilità del lettore. Qualunque sia l’approccio con cui viene affrontato questo percorso di formazione, difficilmente si rimarrà delusi.
Editore: Panini Comics – Autori: Marco Gervasio, Alex Bertani – Uscita: 25 maggio 2023 – Pagine: 121 – Formato: Cartonato 18×24,5 – Prezzo: € 11,50 – ISBN 9 772283 857008
Voto del recensore: 4/5
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La copertina inedita realizzata sempre da Marco Gervasio.
La collana Le Serie Imperdibili, deputata alla raccolta di specifici cicli di storie raggruppate in base al tema e agli autori, dedica il nono volume alla prima stagione della saga di Paperbridge, disegnata e sceneggiata da Marco Gervasio, poliedrico autore e disegnatore disneyano così innamorato del personaggio di Paperinik da aver dato il via ad un ciclo di storie prequel dedicate a Fantomius, il ladro gentiluomo da cui il Diabolico Vendicatore di Paperopoli eredita i marchingegni e il desiderio di giustizia.
Paperbridge può definirsi come un spin-off della saga di Fantomius, improntato a mostrare com’era Lord Quackett prima di indossare le vesti del famoso ladro. I primi cinque episodi, originariamente pubblicati su Topolino, dal 3379 al 3383 nell’arco del 2020, vengono riuniti in un primo volume tematico in cui è l’autore stesso a presentarci le origini e l’evoluzione della storia e dei personaggi, mentre fanno il loro ingresso all’interno del College che dà il nome all’intera saga.
Come Marco Gervasio racconta all’interno dei redazionali che arricchiscono l’albo, Paperbridge è strutturato come un teen drama, ambientato nell’Inghilterra dei primi del 900, in cui si svolgono eventi importantissimi che porteranno alla nascita di Fantomius. Uno splendido romanzo di crescita e formazione, che interessa tanto il protagonista quanto i comprimari che lo circondano, primo tra tutti Tommy Ducket, di cui sin dalle prime pagine viene sottolineata la differente estrazione sociale, uno dei punti cardine ai fini dell’evoluzione di Lord Quackett.
Andando avanti con la lettura, è facile comprendere come Paperbridge sia una saga unica nel suo genere, nella quale si è osato nel cercare di rappresentare senza mezzi termini tematiche come la povertà, le tempeste ormonali tipiche dell’adolescenza, il bullismo e lo snobbismo, il tutto nella maniera più diretta e meno edulcorata possibile, privando così il contesto di quell’ingenuità di fondo che in altre opere è stata impiegata per cercare di sdrammatizzare le atmosfere.
Alex Bertani, nell’interessante prefazione del volume, racconta come, quando Gervasio gli propose il progetto di questa serie, la sua parte istintiva “partì a razzo (…) intravvedendo la possibiità di approcciare sul settimanale riflessioni, tematiche importanti, legate al difficile passaggio tra infanzia e età adulta“. È questa la vera chiave di lettura di questa saga, e a confermarlo è anche Alessandro Sisti nella concisa, ma decisamente profonda, analisi della saga e dell’autore.
Le differenze sociali si sottolineano sin dal primo ingresso nell’istituto.
Quella di Paperbridge non è una “partenza a razzo”: le prime cinque storie hanno un approccio graduale nel mostrare Lord Quackett intento ad affrontare vicende che cambieranno radicalmente la sua vita e il suo carattere. Il protagonista, da viziato rampollo dell’alta società, finirà col mitigare la spavalderia e la faccia tosta che lo contraddistinguono, sviluppando quel senso di giustizia e di rivalsa nei confronti dei soprusi, che lo porterà a divenire il primo Diabolico Vendicatore, ossia il ladro gentiluomo Fantomius. Un procedimento di crescita molto riflessivo, che interessa tanto il protagonista quanto i comprimari che lo circondano, primo tra tutti l’amico Tommy Ducket.
L’episodio che scatena in Quacky il cambiamento.
Anche il thrilling e la componente investigativa seguono un approccio maturo: lo sviluppo della trama segue un crescendo verticale, nel quale vediamo i personaggi maturare, affrontando sia problematiche tipicamente adolescenziali, come l’inserimento in un nuovo ambiente scolastico e l’accettazione di persone di differente classe sociale, che questioni ben più complesse e pericolose, come associazioni segrete, complotti, doppi giochi, la rinuncia ai privilegi di famiglia e moltissimi altri aspetti che rendono Paperbridge un’opera complessa, capace di essere fruita secondo molteplici livelli di lettura.
Al di là della componente avventurosa e investigativa, dominata peraltro da atmosfere per lo più cupe e tenebrose, in Paperbridge è sempre presente un aspetto profondamente psicologico. Sovente i protagonisti sono portati a compiere profonde riflesisoni introspettive, interrogandosi su ciò che sia corretto fare. Difatto è questo il meccanismo su cui si struttura il percorso di crescita pensato dall’autore, che chiama ripetutamente, tanto nel bene quanto nel male, protagonisti e comprimari ad affrontare un percorso di evoluzione basato sulle rispettive ambizioni di ognuno.
Si tratta del medesimo escamotage utiizzato anche dalla scrittrice J. K. Rowling nella saga di Harry Potter, e lo stesso Gervasio non fa mistero del fatto che Paperbridge sia in parte ispirata a Hogwarts tanto da averlo portato a inserire il maldestro studente di estrazione proletaria Tommy Ducket che, al pari del famoso Ron Weasley, sfoggia una bella chioma rossiccia .
I primi cinque episodi della saga, oltre ad essere funzionali ad introdurre i protagonisti e gli ambienti, danno il via a degli eventi molto importanti per il prosieguo delle vicende, che culmineranno nelle storie della seconda raccolta. Questo primo ciclo serve infatti a far conoscere uno dei principali villain e ad introdurre uno personaggio già noto a tutti i lettori e inserito con un coup de théâtre che genera aspettative, al pari di una scena post credit delle produzioni hollywoodiane.
Atmosfere cupe e misteriose sono una costante in Paperbridge.
Il volume è arricchito da numerosi contributi dell’autore che, di volta in volta, affronta argomenti diversi e interessanti. Il primo e copioso extra è dedicato proprio a cosa sia Paperbridge e come esso sia nato. Gervasio racconta la nascita del suo racconto di formazione attraverso curiosità e aneddoti che lo hanno portato a sviluppare un progetto immediatamente assimilato da Alex Bertani. Il contributo di Bertani è stato fondamentale perchè, sottolinea Gervasio, è grazie alla sua “mente aperta al rischio” che si è potuta cogliere la novità dell’idea e raggiungere l’obiettivo della sua concretizzazione. Si deve poi sempre a Bertani la scelta del nome della serie e sempre sua è l’idea di non svelare subito chi sia il protagonista delle vicende narrate ma di far arrivare il lettore a scoprirlo episodio dopo espisodio.
La prima identità segreta di Quacky è un po’ raffazzonata…
Un altro interessante, seppur decisamente più breve, contributo aggiuntivo riguarda alcuni piccoli ritocchi e precisazioni che l’autore ha voluto effettuare in occasione della raccolta delle storie. Gervasio definisce infatti il volume come una sorta di director’s cut, in quanto è intevenuto con alcune modifiche su testi, vignette e perfino sulla colorazione. Finezze davvero piccolissime, come quelle legate all’uso dei latinismi ai quali è dedicato altro specifico approfondimento, che fanno comprendere quanto l’autore abbia a cuore la coerenza e la credibilità della sua opera e di come abbia voluto a tutti i costi presentare al lettore proprio ciò che costituisce il “suo Paperbridge“.
Al pari degli altri volumi che compongono la collana, il nono numero de Le Serie Imperdibili si presenta curato sotto tutti i dettagli. La splendida copertina inedita, sempre opera di Gervasio e alla quale è dedicato un ulteriore specifico contenuto extra, si fonde con la grafica della quarta pagina donando al volume una veste austera e istituzionale perfettamente in linea con le atmosfere della serie. Il formato 18×24 cm permette di apprezzare le tavole dell’autore secondo una dimensione più ampia, che restituisce bene il senso di magnificenza degli spendidi edifici che compongono il college, ognuno disseminato di particolari e dettagli. L’impiego di una carta di ottima qualità consente infine di apprezzare il clima retrò che la particolare colorazione che Gervasio ha voluto dare alla saga contribuisce a trasmettere. La ricchezza e la cura di contenuti fortunatamente non è andata a scapito del prezzo che, nonstante la foliazione importante, rimane in linea con il volume precedente.
La scuola di Paperbridge non serve solo a fornire insegnamenti accademici.
Paperbridge ha il grande pregio di essere un’opera tanto fresca quanto matura, nella quale è possibile entrare secondo differenti livelli di profondità a seconda dell’età e della sensibilità del lettore. Qualunque sia l’approccio con cui viene affrontato questo percorso di formazione, difficilmente si rimarrà delusi.
Editore: Panini Comics – Autori: Marco Gervasio, Alex Bertani – Uscita: 25 maggio 2023 – Pagine: 121 – Formato: Cartonato 18×24,5 – Prezzo: € 11,50 – ISBN 9 772283 857008
Voto del recensore: 4/5
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