Intervista ad Andrea Freccero

21 DIC 2022

Per festeggiare l’uscita del numero 3500 di Topolino, Panini Comics ha voluto realizzare due copertine, di cui una – relativa all’edizione regular disponibile in edicola – affidata alle matite di Andrea Freccero, celebre disegnatore del panorama Disney, che da sempre si distingue con il suo stile delicato e particolarmente espressivo.

Le cover del numero 3500 di Topolino: a sinistra la regular di Freccero e a destra la versione variant di Ivan Bigarella.

Durante la passata edizione di Lucca Comics & Games 2022, è stato possibile incontrare l’artista che, tra esordi, ispirazioni e ricordi, ha raccontato la sua carriera e l’approccio creativo con cui affronta la realizzazione di una copertina. Qui di seguito l’intervista.

A.M. – Mi puoi raccontare come sei approdato in Disney?

A.F. – Eh… dobbiamo fare un bel passo indietro nel tempo di oltre trent’anni. Era la fine degli anni 80 e non avevo ancora compiuto la maggiore età. La fortuna ha voluto che, grazie ad alcuni amici comuni, sia riuscito a conoscere Giovan Battista Carpi, mio concittadino e grandissimo artista Disney. Grazie a quell’incontro, e alla pazienza di Giovan Battista, ho iniziato a vagare da casa mia a casa sua. Il venerdì era un appuntamento fisso per mostrargli i miei lavori, i miei progressi. Andavo lì con il mio blocco di pagine, e immancabilmente me ne tornavo a casa con le pive nel sacco… è stato un maestro severissimo. Da buon ligure, aveva la peculiarità di parlare poco. Certo, qualche indicazione la forniva, ma per lui la strada maestra era quella di lavorare tanto. È un insegnamento che mi ha trassmesso, che mi è servito e che continuo a perseguire ancora oggi. Se non sono soddisfatto di un lavoro, lo rifaccio e ricomincio da zero cercando di migliorarlo. È lo stesso metodo che Carpi applicava ai suoi lavori: nel suo studio era possibile vedere la stessa tavola, magari rifatta tre volte, solo con una leggera modifica. Carpi nutriva un amore ed un rispetto viscerale per la bellezza della tavola, anche come oggetto in sé, per questo motivo pretendeva che fosse perfetta e questo è l’insegnamento che mi lo porto dentro ancora oggi. Ho iniziato da lì, dallo studio di questo grande maestro, e da allora non mi sono più fermato, continuando a lavorare con costanza su un mondo che ho amato e che amo tutt’oggi infinitamente. Una grande fortuna e una grandissima gioia che vivo ogni giorno.

A.M. – Sei un fiero appartenente della scuola ligure del fumetto Disney. Che cosa ne pensi di Luciano Bottaro che, perdona il gioco di parole, ha segnato uno standard al di fuori di qualunque standard per la Disney?

A.F. – Bottaro è stato un grandissimo disegnatore, recentemente celebrato a Rapalloonia con una bella mostra di tavole originali. Quando guardi i suoi disegni dal vivo, ti puoi rendere conto dell’amore che riversava in ogni singolo tratto delle sue opere. Una ricerca visiva incredibile, moderna ancora oggi seppur legata al passato. Da Bottaro si può ancora imparare per quel che riguarda la cura dell’immagine, la gestione dei pieni e dei vuoti: un maestro eterno.

A.M. – Rimanendo su Bottaro, credo che sia stato capace di esprimere il concetto di caos ordinato meglio di chiunque altro. Le sue creature sono un guazzabuglio di linee e di forme che, nell’insieme, danno vita a geometrie complessissime ma sempre ordinate. Mi sono sempre chiesto a che cosa si ispirasse per realizzare delle immagini così particolari.

A.F. – Sai, in Liguria abbiamo il Pigato, il Vermentino… ora sto scherzando 🙂 Bottaro, come dici tu, è un emblema della creatività ma con un rigore grafico assoluto, per cui qualsiasi immagine come quelle delle battaglie medievali sono gestite con una maestria inarrivabile. Il ciclo paperingio è uno dei più grandi capolavori fumettistici di tutti i tempi.

Lo sketch a matita realizzato da Freccero durante il nostro incontro.

A.M. – Torniamo a parlare di te, Andrea. In questi 30 anni di carriera come disegnatore Disney, dove ti senti arrivato e dove vorresti arrivare?

A.F. – Bella domanda… non sai mai dove vorresti arrivare, cerchi sempre di dare il meglio che puoi per dare un piccolo contributo ad un universo che è immensamente più grande di te per cui, quando lavori per molto tempo, confrontandoti quotidianamente con tanti Maestri di oggi ma, soprattutto, con Maestri di ieri, ti rendi conto di quanto siano complessi e difficili questo universo e i suoi personaggi. Cerchi sempre di raggiungere una perfezione delle forme che non trovi mai e capita che, quando osservo disegni e tavole che ho realizzato un anno prima, mi danno l’impressione di essere già deficitarie. Questo è un meccanismo che sento raccontare più o meno da tutti i miei colleghi. Di fatto ti direi che non sono arrivato, ma ho capito cosa voglio continuare a fare.

A.M. – Ti sei sempre distinto per uno stile raffinato. Le tue copertine, al di là dei colori, hanno sempre un valore aggiunto che si trova nell’espressività dei personaggi che ritrai. Da dove nasce questa tua capacità di imprimere la sensazione di ciò che prova il personaggio?

A.F. – Ti ringrazio molto per quel che dici riguardo l’espressività dei personaggi, anche perché, lavorando sulle copertine, si ha la possibilità di un “colpo unico” per imprimere qualcosa di significativo per il lettore. Sostanzialmente è quasi un messaggio pubblicitario, l’immediatezza deve cogliersi dall’espressione, dallo sguardo dei personaggi e dal contesto in cui sono calati. Riuscire a trasmettere la sensazione di ciò che prova il soggetto al centro del disegno, che talvolta coincide con ciò che prova lo stesso disegnatore, in un lavoro così rifinito come la copertina, non è semplice. Bisogna comunque dare grande merito a Andrea Cagol, ma anche a Mario Perrotta, che riescono a resituire un immaginario che, per come la vedo io, sul Topolino degli ultimi anni ha raggiunto un traguardo importante a livello grafico.

Potrà sembrare una risposta scontata ma, secondo me, tutto nasce dall’amore che ho per questi personaggi, un sentimento che parte dal cuore, passa per il braccio e arriva sulla carta. Poi le ispirazioni non sono cero mancate, anzi… devo dire che ho attinto da ogni fonte possibile “rubacchiando” tutto ciò che mi ispirava, perchè credo che sia comunque il modo migliore per perfezionarsi. E poi, in generale, riprendo l’insegnamento di Carpi: per quel che mi riguarda, il segreto è fare tante copertine e affrontare il lavoro con la massima calma, in modo da capire bene ciò che si vuole raccontare con una sola immagine.

Autore dell'articolo: Alessandro Mercatelli

Ho iniziato a “guardare le figure” dalle pagine di Topolino quando non sapevo ancora leggere. Le vignette di Scarpa, Carpi, Cavazzano e De Vita accompagnano la mia vita da sempre e mi hanno portato ad affrontare la lettura del fumetto sotto molteplici punti di vista. Amo alla follia la nona arte e adoro analizzarla in tutte le sue sfaccettature. Questa passione mi ha permesso di diventare giornalista e di collaborare con svariate emittenti e testate: dopo diversi anni passati a scrivere per alcuni quotidiani locali, da 11 anni scrivo su Leganerd, e da 25 faccio lo speaker radiofonico. Sono sempre pronto a mettermi in gioco per cercare di analizzare, condividere e confrontare le mie idee riguardo il meraviglioso mondo Disney e tutto il panorama di artisti che vi ruota attorno. Il mio sogno? Una casetta in Via dei Platani e una bella amaca in giardino!