Paperinik Appgrade 49

04 OTT 2016
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (10 voti) Esegui il login per votare!

La solita bella cover d'effetto di Andrea Freccero presenta un numero che, a fine lettura, si dimostrerà  alquanto sottotono, ma andiamo con ordine.
L'inedita Paperinik e la gloria volante (Moscato/Castellani) è una storia dal sapore “classico”, che punta su elementi tradizionali quali la rivalità  fra i cugini Paperino e Gastone, con quest'ultimo chiamato a svolgere un ruolo di mera (ed inetta) comparsa, il cinismo affaristico di Paperon de' Paperoni ed un Paperinik che, nel risolvere la situazione, prende le difese del vessato Paperino, riabilitandolo agli occhi della cittadinanza; pur nel ristretto spazio a disposizione, Roberto Moscato costruisce una storia lineare e gradevole, che restituisce quasi la sensazione del Paperinik “vendicatore” dei tempi che furono.
La selezione delle ristampe si apre con Paperinik e Captain Duck in: Il costume fa il supereroe? (Monteforte Bianchi/Gula), storia piena di luoghi comuni (come la solita Paperina egocentrica e “farfallona”), banalità  (un vecchio supereroe che continua a combattere lo storico nemico, quasi incarnando la lotta fra bene e male, seppur poi finisca tutto a “tarallucci e vino” fra i due attempati) e qualche incertezza logica (come fa Captain Duck e conoscere l'identità  segreta di Paperinik? Cosa spinge ad agire Bad Bad Boy? Come fa Paperino a possedere avanzate competenze tecniche relative al funzionamento della centrale eletrica?), con un finale che, senza ragioni apparenti, chiama in causa un altro supercattivo quale Mad Ducktor. Meglio passare oltre con Paperinik senza… Paperino (Russo/Barozzi), una sorta di commedia degli equivoci dove Paperinik dimentica la sua reale identità  e, per aiutare un amico, ricerca – inutilmente – Paperino per tutto il giorno, criticandone amicizie ed interessi, salvo poi recuperare improvvisamente la memoria guardandosi allo specchietto della 313X: si tratta di una storiella senza troppe pretese, che trova le uniche ragion d'essere nelle critiche di Paperinik allo stile di vita dell'amico Paperino.
Una delle storie migliori dell'albo è la seguente Paperinik e lo schermo dimensionale (Panaro/Arcuri), dove la mano di Carlo Panaro è evidente in una storia che mantiene sino alla fine un ritmo coinvolgente, quasi da thriller, riuscendo a non rendere troppo facilmente intuibile la causa di quanto di strano accade a Paperopoli; ambientazione prevalentemente notturna, un senso di pericolo incombente ed un pizzico di fantascienza, sono gli elementi che la rendono fra le migliori del numero. Per accorgersene basta leggere la successiva Paperinik e il terribile alleato (Concina/Rigano), il cui titolo altisonante presenta, invece, l'ennesima storia sui problemi di Paperinik nella gestione del suo armentario e dei suoi gadget: una trama insulsa e dei disegni scadenti fanno di questa forse la storia meno riuscita del numero, e di certo qualcosa di facile da dimeticare.
Si prosegue con Paperinik per un giorno (Marconi/Dossi), storia che se da un lato ripresenta la solita tematica degli “aiutanti” di Paperinik, dall'altro propone come co-protagonista addirittura il bassotto 176-176, il quale rivela che, in segreto, avrebbe voluto “vestire i panni del difensore della legge”: chiaramente la storia punta tutto sull'effetto comico di un bassotto al servizio della legge, effetto ancor più accentuato dall'incauto tentativo di Paperinik di condizionare mentalmente il bassotto 176-176 incrementandone conoscenza e senso di rispetto della legge.
La cd. storia guest è Paperinik e il magico eroe (Ambrosio/Cavazzano/Zemolin), che non si accontenta di presentare l'ennesimo VIP (il Mago Casanova) paperizzato (Mago Papernova), ma che si spinge sino ad ipotizzarne una sua identità  segreta supereroica (Papermagic), in lotta con un altro personaggio a suo modo “quasi magico” quale Spectrus, l'ipnotizzatore criminale: la storia si inserisce in quella corrente di pensiero che vede in ogni personaggio un possibile supereroe, con la semplice aggiunta di un costume stravagante ed uno pseudonimo “da battaglia”, e a restituirle serietà  non basta certo la presenza di uno dei migliori super-antagonisti di Paperinik (peraltro non solo reso graficamente nella versione Ultraheroes, quindi meno slanciato e più tozzo, ma anche con un'insolita abilità  tecnica che gli consente di costruire suoi sosia-robot); la sensazione è quella di una storia che tenta di mescolare assieme troppi ingredienti eterogenei, ma stavolta la somma sembra non fare il totale e l'unico motivo realmente valido per leggerla restano i disegni di Cavazzano.
L'albo si conclude con la storia cult Paperinik e la lotta “dietetica” (Pezzin/De Vita), divertente satira sulla dilagante (specie al momento della prima pubblicazione) ed ossessiva attenzione alla “linea”, intesa quale forma fisica, in una civiltà  dell'immagine dove conta sempre di più l'apparire rispetto all'essere, e dove trovano terreno fertile imbonitori e venditori di inutili prodotti “dimagranti”; come sempre in questo genere di storie, i paperopolesi assumono, enfatizzandoli, comportamenti diffusi nella società , e stavolta a farne le spese sono gli uomini, mariti o fidanzati, vessati dalle manie dimagranti delle loro mogli e compagne: toccherà  dunque a Paperinik far rientrare la situazione nei binari della normalità , anche se poi il povero Paperino continuerà  a patire le intransigenze della fidanzata.
In conclusione: un numero decisamente sottotono, con la sola cult, l'inedita ed una delle ristampe (Paperinik e lo schermo dimensionale) ad emergere tra il generale piattume, con in più la nota negativa della seconda ristampa di questa one-page, già  vista sul numero 38, che induce a ritenere una scarsa cura editoriale della testata, troppo poco anche per la sola sufficienza.

Autore dell'articolo: Gancio