Topolino 3565

20 APR 2024
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C’era una volta la Banda Bassotti, una (disneyanamente parlando) efferata gang criminale, il cui solo nome bastava a riempire di sgomento Paperon de’ Paperoni. Con il passare degli anni, e tanti indecorosi fallimenti, quelli che erano dei malviventi temuti e rispettati avevano assunto, però, la parvenza di una combriccola sgangherata e priva di credibilità. Ora è tempo di rinnovare gli antichi fasti.

Nelle due parti di Zio Paperone e la terribile Banda Bassotti, Vito Stabile si diverte a… destabilizzare il suo personaggio preferito, in una sorta di ritorno alle origini. All’inizio vediamo che ormai lo Zione si permette addirittura di salutare i Beagle Boys con aria impertinente mentre, diretto al parco, incede davanti alla loro roulotte. È qui che Nonno Bassotto, ferito nell’orgoglio, ha un’idea diabolica. Nel giro di qualche giorno, lui e i nipoti, assieme a parecchi dei loro cugini, danno reiterato sfoggio di comportamenti virtuosi, molto apprezzati dalla cittadinanza paperopolese e finanche all’interno del Club dei Miliardari.

Sembrano altre persone, ma sarà davvero così? Paperone non ne è affatto convinto, e i sorrisi inquietanti che i fuorilegge (o ex tali?) gli rivolgono costantemente lo mandano in tilt. Temendo che stiano per sferrare un attacco in grande stile alle sue ricchezze, Scrooge, in preda alla paranoia, si barrica nel deposito, tenendo sempre d’occhio la Collina Ammazzamotori. È attanagliato dall’insonnia e, quando finalmente riesce a vincerla, lo tormentano atroci incubi.

Il finale rimette logicamente a posto le cose per il grintoso tycoon, ma al contempo non ne sminuisce i rivali, lasciando presagire un imminente rilancio dei Bassotti come antagonisti insidiosi e plausibili, sulla falsariga di quanto avvenuto a Topolinia con Macchia Nera (e, chissà, magari a breve toccherà a Gambadilegno) ma con maggiore attenzione filologica.

Lo sguardo di Nonno Bassotto

Il lavoro meticoloso dell’autore richiama esplicitamente atmosfere e suggestioni barksiane (una vignetta doppia riproduce una celebre scena de La disfida dei dollari), con una spruzzata martiniana: in tal senso, viene in mente il panico dello Zione, raffigurato da un sontuoso Massimo De Vita, in avvio di Paperinik e la banda dei dodici, quando scopre dal giornale che i banditi sono evasi.

Stabile delinea una storia atipica, nella quale in sostanza non accade granché, ma il senso di pericolo incombente è tangibile e fa restare incollati alle pagine. Senza la necessità di addentrarsi in introspezioni a buon mercato, lo sceneggiatore ci regala dei personaggi vividi, intriganti e ottimamente caratterizzati. Lo coadiuva un Carlo Limido ispiratissimo, capace di accrescere il pathos con magnifici primi piani che fanno risaltare la vasta gamma di espressioni degli interpreti.

Ad aprire il numero, introdotta dalla copertina di Davide Cesarello (che ritrae Topolino Tomorrow in mezzo a una variopinta vegetazione, con un enorme occhio minaccioso che lo scruta alle spalle), è Profondo blu, penultimo episodio della serie La ciurma del Sole Nero. Il precedente, Cuore nero, era stato pubblicato quasi un anno e mezzo fa, sul n. 3495 del novembre 2022, e, seppure la prima tavola ci rammenti nomi e volti dei personaggi, manca una pagina riepilogativa degli ultimi accadimenti, sullo stile di quelle curate da Marco Nucci: in questo caso, visto il tempo trascorso, si sarebbe rivelata utile. A ogni modo, l’avventura risulta comprensibile anche a chi non abbia fissato con esattezza nella memoria l’intero background.

Nel loro peregrinare per il cosmo, il comandante Tomorrow e l’equipaggio del Sole Nero entrano nell’orbita di un pianeta sconosciuto, potenzialmente abitabile dai terrestri. Assieme al capo, scendono per una rapida perlustrazione (hanno cinque ore per rientrare alla base, altrimenti saranno abbandonati lì) Pippo Pillow, Orazio Orbit e Clarabella Claim. L’accoglienza non è delle migliori: inseguiti da un gruppo di enormi lucertoloni, riescono a salvarsi addentrandosi in una caverna. Qui conoscono quattro pippidi alieni, con i quali provano a stringere un’alleanza per contrastare i comuni nemici.

Un inatteso autoctono

Marco Gervasio, nelle vesti di autore completo, amalgama due tra le sue passioni, la fantascienza alla Star Trek e il mondo preistorico alla Jurassic Park, allestendo una storia gradevole e movimentata. Solo le fasi conclusive, a partire dal colpo di scena che ribalta la prospettiva, appaiono leggermente affrettate: per sviluppare la situazione sarebbe stato utile disporre di qualche pagina in più. In ogni caso, questo buon episodio contribuisce ad alimentare l’attesa per il gran finale, che andrà in scena tra due settimane con Rapsodia in verde, epilogo annunciato di una saga valida, la cui fruizione è stata penalizzata dalla cadenza altamente irregolare delle uscite.

Abbiamo poi La mappa del tesoro, per la nuova serie Paperino Paperotto – Un magico mondo alla fattoria. Qui, portando alle estreme conseguenze uno stile di narrazione ben noto agli estimatori delle vicende di Quack Town, Davide Aicardi incentra tutto il racconto sulle fantasie del giovane Donald, alternandole, con effetto teneramente comico, a cosa sta accadendo nella realtà. L’impressione, però, è che lo spunto non regga il peso di una storia intera e che sia meglio centellinare le fantasticherie, disseminandole con oculatezza nell’ambito di avventure dal respiro più ampio, come spesso ha fatto mirabilmente Bruno Enna.

In questo caso, il protagonista, affiancato dal fido Louis, s’immedesima in un capitano di vascello cui un malvagio pirata (lo spaventapasseri) ha sottratto una mappa del tesoro e da lì ha inizio una serie di peripezie. I disegni di Giada Perissinotto, da sempre a proprio agio con Paperino Paperotto, sono dinamici e rendono bene l’idea di un’immaginazione a briglia sciolta.

Tutti pazzi per il padel…

Al centro di Paperina, Paperino e il club della racchetta di Giulio Gualtieri e Marco Mazzarello è il padel, disciplina emergente che dalle nostre parti vanta molti estimatori, sulla quale troviamo poi un approfondimento redazionale. Dopo un breve prologo in cui Pico de Paperis ce ne illustra le norme essenziali, scopriamo che più o meno tutta Paperopoli è stata contagiata dalla febbre per il nuovo sport: perfino Paperone, impegnato nel torneo dei miliardari in coppia con Battista.

La struttura della storia richiama, per certi versi, le promozionali realizzate da Massimo Marconi negli anni Ottanta e Novanta: manca, però, un guizzo in grado di lasciare il segno e tutto scorre in maniera piatta. L’utilizzo dei personaggi ricalca quello divenuto abituale: le classiche rivalità sono sbiadite, tanto che nel finale, anziché beffarsi odiosamente di lui, Gastone mostra un invidiabile fair play nei confronti di Paperino.

Chiudono Test e Incontri, due one page della serie Battista maggiordomo esistenzialista, con Roberto Gagnor e Simone Tempia ai testi e ancora Carlo Limido alle matite.

Tra i servizi spicca quello dedicato all’illusionista Harry Houdini, il cui profilo, a centocinquanta anni dalla nascita, è tratteggiato da Massimo Polidoro. Quanto alla rubrica Fumettando, per la prima volta si occupa di un villain, Pietro Gambadilegno: è Francesco D’Ippolito a insegnarci come disegnarne il volto.



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Autore dell'articolo: Fabrizio Fidecaro

A cinque anni cominciai a leggere Topolino, a sette fui travolto dal vento del sud. Da allora il fumetto Disney ha sempre fatto parte della mia vita. Amo lo sport (da spettatore), i libri di John Fante e Simenon, i film di Hitchcock e Wes Anderson. Il Papersera mi ha dato l'opportunità di incontrare grandi autori e nuovi amici.