Topolino 3224
Introdotta dall'allegra copertina, prende il via in questo numero la storia scritta a quattro mani da Vito Stabile e Pietro Zemelo, due tra i giovani sceneggiatori più promettenti in circolazione attualmente su Topolino. La prima parte di Zio Paperone e il deposito sotto a.s.s.e.d.i.o. (disegnata da Federico Franzò) introduce in modo leggero ma convincente all'avventura che verrà nei prossimi numeri, presentando un cast che sembra abbastanza corposo in cui spicca un superlativo Paperone che si destreggia agevolmente tra il nuovo e il vecchio (davvero molto ben riuscite e per nulla forzate le citazioni ai precedenti depositi e alle avventure passate).
Indiana Pipps e il tesoro di Re Artù (Venerus/Soffritti) è invece una storia di stampo che più classico non si può che non spicca particolarmente, complice anche un ritmo che sembra abbastanza compresso.
La sezione comica invece ha per protagonista Enrico Faccini in veste di autore completo, alle prese questa volta col duo Paperino/Gastone: in Paperino e il raggio del dominio i due cugini interagiscono in un modo forse un po' insolito rispetto a come ci si aspetterebbe, ma a conti fatti con una buona caratterizzazione, il che si traduce in una storia piacevole da leggere. Cosa che invece non si può dire per la storia di Sio, che continua a trascinarsi senza coinvolgere.
Trama invece abbastanza prevedibile per Amelia e la scuola delle fattucchiere (Figus/Asaro) che, spiace dirlo, non brilla neanche sotto l'aspetto grafico.
Presente anche una breve della serie X-Mickey – Mestieri impossibili (Macchetto/Vian), che, come le precedenti, si rivela essere niente altro che una gag lunga sei pagine. Una formula più breve (una o massimo due tavole) renderebbe sicuramente meglio.
A corredo anche un articolo sull'iniziativa del plastico di Paperopoli, che prende il via questa settimana.