Topolino 3316

12 GIU 2019
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E' il numero celebrativo dei cinquant'anni di Paperinik, nato nel 1969 da Guido Martina ed Elisa Penna per le matite di G.B. Carpi.
La storia che celebra questa ricorrenza è affidata a Marco Gervasio, che con la sua Paperinik, tutto cominciò così ci offre la sua personale visione dei fatti che già  ci vennero narrati cinquant'anni fa. Il compito di riprendere il personaggio degli esordi, vessato in ogni modo dal parentame e dalla mala sorte è senza dubbio arduo, e l'autore sceglie di illustrare quanto accaduto dal punto di vista di Fantomius, che viaggiando nel tempo sembra manovrare i fili che portano Paperino a diventare Paperinik, non sappiamo ancora bene se più diabolico vendicatore o ladro gentiluomo anche lui, visto che, a quanto afferma lo stesso Lord Quackett, c'è bisogno di un Fantomius in ogni epoca. Il risultato finale non sembra essere convincente fino in fondo, dato che viene a mancare quella componente di rivalsa di Paperino che chi ha letto la storia originale ha ben presente.
L'argomento comunque meriterebbe una disgressione più approfondita, che ci auspichiamo di trattare separatamente nei prossimi giorni.
A seguire abbiamo Zio Paperone e il guazzabuglio linguistico (Panaro/Ermetti), storia di stampo classico e per la verità non troppo originale, con zio Paperone e nipoti in trasferta per accaparrarsi un affare e l'inciampo nei soliti malviventi che lo rapiscono per ottenere un riscatto: una risoluzione che all'interno dell'intera trama sembra alquanto deboluccia e la sensazione è che il finale sia arrivato all'improvviso.
Le due centrali, Gambadilegno e la fuga domestica (Zemelo/Del Conte) e Paperoga e l'invadente rampicante (Salati/Gatto), sono due storie brevi “allungate” però su più pagine di quanto forse sarebbe stato sufficiente. Quella con Gambadilegno è poco più di una gag allungata, e la seconda con Paperoga, per quanto più articolata, sembra veramente troppo portata per le lunghe.
Topolino, Pippo e l'invenzione del cucù (Deninotti/Vian) è invece una storia che rientra nel filone della macchina del tempo e dei paradossi temporali ad essa collegati. Questa volta Topolino e Pippo si recano nella Foresta Nera e dovranno evitare che un paradosso temporale cancelli l'esistenza degli orologi a cucù.
A chiudere il numero ci pensa Paperino e il segreto della 313 (Michelini/De Vita). La storia, originariamente apparsa nel 1995, viene qui riproposta (e per l'occasione divisa in due puntate) per accompagnare il gadget abbinato a Topolino in questo e nel prossimo numero, e si presenta fresca e piacevole come lo era anni fa. Vediamo qui raccontate le origini della 313 ai tempi in cui Paperino si trovava – come ci racconta lui stesso – in Messico per girare un film, situazione che ricalca quella di uno dei corti più famosi del nostro, Don Donald, uscito nel 1937.
A corollario delle storie, una breve intervista a Francesco Artibani che ci anticipa la storia della prossima settimana in cui torneranno due vecchie conoscenze: Gancio e Bruto.

Autore dell'articolo: Valentina Corsi

Ho imparato a leggere a 4 anni con Topolino e non l'ho più abbandonato. È stata anzi la molla che mi ha portato a scoprire l'amore per la lettura, in tutte le sue declinazioni. Dalle strip dei Peanuts ai Bonelli (sono una texiana incallita), ad Asterix, ai romanzi e a molte altre declinazioni, la lettura è sempre stata una mia compagna fissa. Sono sul Papersera dal 2006, oltre che alla moderazione del forum collaboro alla gestione della pagina Facebook, mi occupo delle recensioni settimanali di Topolino e, tempo permettendo, contribuisco a supportare le varie iniziative dell'Associazione, sia attraverso lo schermo, sia dal vivo in occasione di fiere e raduni.