Topolino Story 1983

17 MAR 2015
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Il quarto volume di Topolino Story comincia con un’introduzione che accantona riferimenti a cultura, cronaca e attualità, dedicandosi quasi totalmente agli avvenimenti disneyani dell’anno, primo fra i quali l’uscita del Canto di Natale di Topolino, che sancisce il ritorno al cinema di Mickey Mouse dopo un’assenza di tre decenni.
Ad aprire il numero è Zio Paperone e l’operazione foglia (Michelini/Cavazzano), che segna l’esordio su Topolino dello sceneggiatore campano Fabio Michelini, all’epoca giovanissimo, e tutt’ora in forza al settimanale. La storia, che avrà in futuro due seguiti (Zio Paperone e l’operazione cactus e Zio Paperone e l’operazione fungo), lungo un arco temporale complessivo di ben 30 anni, ha il pregio di lanciare un certo tipo di avventure “didattico-ecologiche”, ma lo fa con intenti istruttivi sin troppo espliciti, risultando a tratti artificiosa, e con scarso mordente, in un mix fra “Viaggio allucinante” (film del 1966) e la serie a cartoni animati di fine anni ottanta “Siamo fatti così”. A sollevarne le sorti è la creatività di Cavazzano, che ci mostra a modo suo imponenti scenari vegetali e bizzarri esseri di tutti i tipi, abitanti nella foglia esplorata dai Paperi.
Topolino in… E.B. l’extraterrestre (Payne/Asteriti) è una parodia cinematografica leggera, che trae ispirazione da quell’E.T. campione di incassi nell’anno precedente, di Steven Spielberg. Inevitabile la riproposizione della scena “cult” della bicicletta volante, alzata in volo grazie ad un congegno dell’uomo del 2000.
Super Pippo e il cavallone gigante (Alvarado) e
Archimede e i fagioli giganti (Nofziger/Strobl), sono le centrali del volume, senza infamia e senza lode, che hanno il merito di continuare la rotazione di personaggi protagonisti, stavolta con degli episodi di quotidianità del supereroe in pigiama e di Nonna Papera, affiancata da un Archimede ineditamente cinico.
Si termina con un grande classico poco ristampato, qui per la prima volta comprensivo di entrambe le tavole di apertura: Topolino e il diabolico dottor Talos, scritta e disegnata da Giulio Chierchini, che fa esordire lo scienziato pazzo che dà il titolo alla storia, apripista di un trittico. La vicenda si basa su un’espediente narrativo già usato in passato da altri grandi autori come Martina e Missaglia (Topolino e la rivolta delle ombre e Topolino e i ladri d’ombre), ovvero l’idea che le ombre degli abitanti di Topolinia possano staccarsi dal corpo per vivere autonomamente, venendo usate per scopi malvagi. Il solito spruzzo di atmosfere horror, tipiche del Maestro ligure, è garantito anche dal tetro maniero sulla costa, nascondiglio e centro operativo del tenebroso villain, che ha per assistente un “Igor” in versione paperesca.
In conclusione, anche questo numero rivela una selezione non palese (una parodia, una storia d’esordio di un autore e un grande classico), ma ben evidente nelle intenzioni, e che si dimostra vincente nel presentare, tra le altre, la prima delle pubblicabili con foliazione consona arrivata in cima alle preferenze dei nostri “Topo Oscar”, a conferma della sintonia degli utenti del Papersera con le scelte dei curatori. Unica pecca la carenza redazionale, con un unico approfondimento, invece dei consueti due, riservato per di più alla mania dell’aerobica che imperversava in quel periodo.

Autore dell'articolo: Roberto Fabbricatore

Sulla carta di identità figuro come Roberto, ma per tutti "Pacuvio" è il mio vero nome. Il pallino per Topolino e il fumetto Disney mi accompagna sin dalla tenera età, al punto tale da farmi stilare con costanza, già dai 10 anni, un archivio delle mie storie preferite su un quadernetto, accantonato dopo la scoperta del Papersera nel 2005. Nel tempo libero guardo film e serie tv, mi diletto con la grafica e gestisco la "rassegna stampa" della pagina Facebook del Papersera, per tenere sempre informato chi ci segue.