Ridi Paperoga 2

27 GIU 2017
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Il secondo numero di Ridi Paperoga prosegue sulla falsariga del primo, offrendo quindi quel mix di fumetti e rubriche accomunate dalla comicità tipicamente nonsense.
Rispetto all’albo precedente, si riscontrano pro e contro nel menù del nuovo numero: la “storia inedita”, che vede ai testi ancora Tito Faraci mentre alle matite Silvia Ziche, è in realtà una collezione di 6 tavole autoconclusive, dal tono spigliato e dissacrante, ma comunque slegate le une dalle altre. L’ironia si trova quindi anche nel formato in cui il fumetto viene presentato, oltre che per le gag presenti nelle vignette – e ben lo esemplifica in tal senso lo strillo in copertina – ma resta il fatto che in questo modo si ottengono tanti “flash” e poca sostanza, presente invece nella storia del mese scorso, oltre che tavole riuscite meglio e altre meno.
Si tratta comunque di una mossa nuova e disarmante, e denota il tentativo di stupire il lettore invece che ricalcare gli stessi schemi, giocoforza non più rivoluzionari, già visti su Ridi Topolino.
Il tratto fluido e veloce di Silvia Ziche aiuta molto, regala dinamicità e soprattutto espressività a Paperino e Paperoga: soprattutto quest’ultimo gode dell’estetica zichiana, apparendo particolarmente curato.

La rubrica principale, il Temone, è invece più convincente di quanto non fosse nello scorso numero: l’assurdo “depliant” dell’improbabile Canimarca, con tanto di coordinate geografiche, politica e prodotti tipici, investe il lettore con una quantità di assurdità effettivamente potente, riuscendo a divertire di più del Temone sulle vacanze, un po’ troppo generico.
Rendere la Canimarca il filo rosso che lega anche le altre rubriche, come per esempio le recensioni, appare infine funzionale e azzeccato e crea un humus vincente (come il tormentone del canguro, che inizia a serpeggiare, a mò di nuovo Baldo l’Allegro Castoro), così come l’estetica patchwork che fa da sfondo a tutti i redazionali e i tanti disegnini di Marco Bolla che affollano ogni spazio disponibile.
Se i giochi e la posta (a parte un paio di risposte) appaiono con meno mordente, ci pensano le due pagine con i fumetti di Sio a riportare in alto il tasso di umorismo: l’autore ci insegna a modo suo come si realizza un fumetto, esplorando due generi narrativi e riassumendone le fasi principali, divertendo anche grazie al funzionale disegno stilizzato di Sio.
Menzione d'onore anche per le battute spiegate, tratte direttamente da alcune storie Disney del passato.

La one-pages ristampate non colpiscono particolarmente: sarebbe forse stato preferibile sceglierle tutte dalla serie Allenatori… poco in palla invece di includere quelle con l’alter ego di Arturo Brachetti, buone ma non eccezionali; va meglio per la storia riproposta, Paperino e la casa digitale, che grazie alla verve di Rudy Salvagnini si presenta come divertente e in linea con l’umorismo proposto dalla testata, pur non raggiungendone gli estremi.
Apprezzabile che le ristampe siano tutte disegnate dalla Ziche, così come il mese scorso fu per Enrico Faccini: si conferma la volontà di dedicare ogni numero a un autore disneyano contraddistintosi per le sue doti umoristiche, una visione certamente apprezzabile.

Autore dell'articolo: Everett_Ducklair