Le Grandi Saghe 20 – L’Isola del Mito

09 MAG 2023
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Copertina inedita di Alessandro Perina.

La “quarta stagione” di Zio Paperone (2000-2008, per maggiori informazioni consigliamo questo articolo), la fortunata testata Disney Italia che riproponeva storie sui Paperi a cavallo degli anni ’80 e ‘00, era stata caratterizzata dalla presenza di alcune storie a puntate di importazione estera (prevalentemente danese), che hanno destato vario interesse tra i lettori. Oltre ad alcune sparute puntate della serie Time Machine, ritroviamo la saga tedesca Abenteuer aus Onkel Dagoberts Schatzruhe (di cui furono pubblicati solo i primi cinque episodi), la serie Dragonlords (già pubblicata di recente in queste Grandi Saghe), About Donald, e L’Isola del Mito. In tutti questi casi, la proposta editoriale su una testata così prestigiosa è stata azzeccata, soprattutto per permettere un accostamento tra le nuove storie e quelle classiche o autorevoli di Barks, quale autore principale delle storie dei paperi, e quelle di Don Rosa, che solo qualche anno prima aveva visto la sua comparizione con la Saga famigerata.

Questo accostamento, poi, non solo permetteva di evidenziare come alcuni autori o disegnatori potessero avere stili e narrative simili all’Uomo dei paperi o a chi aveva razionalizzato la vita di Paperone, ma anche permetteva di cogliere immediatamente come il personaggio si mostrasse in diverse fattezze e prospettive se calato in differenti contesti, di ambientazione e editoriali. Un esempio è dato proprio dalla saga riproposta qui per intero in unico volume, L’isola del Mito.

Concepita dai coniugi MacGreal con il soggetto di Per Hedman e i disegni di un ormai maturo Cesar Ferioli-Pelaez, la storia narra di un’isola misteriosa, che appare all’improvviso in mezzo al mare di nebbia e sulla quale vivono (e non poteva essere diversamente) vari personaggi della mitologia. E qui la prima intuizione: l’isola ospita personaggi di diversi miti (classici, celtici, britannici, asiatici in generale) che, pur in lotta per mantenere la propria parte di isola, riescono poi a convivere pacificamente; progressivamente, la stessa isola comincia sempre più a ridursi e scomparire, connotando il principale problema della storia. Saranno proprio i nostri eroi, tra mille difficoltà, battibecchi e incomprensioni che risolveranno il problema e salveranno l’isola.

Piccole differenze nella storia: l’approccio immediato alle meraviglie e alla presenza di personaggi dei miti sull’isola..

La storia in sé è ovviamente una metafora, e qui sta la seconda intuizione: la lettura dei miti, la tradizione della conoscenza e la comprensione degli stessi permettono la loro sopravvivenza; l’importante messaggio è comprensibile già dalle prime tavole, e viene completamente esternato alla fine della saga. Complessivamente parlando, la storia prova a introdurre una trama didascalica (che intende insegnare, appunto) e lo fa anche in maniera piuttosto accelerata verso il finale, quando cioè tutti i personaggi Disney sono presenti sull’Isola e la situazione comincia a precipitare notevolmente.

Inoltre, un’ultima intuizione è data dal fatto che si tratta di una storia che potremmo definire corale per la presenza almeno dei principali personaggi delle due “famiglie” Disney, ma dove quello che avrebbe dovuto essere il protagonista iniziale, Paperone, ha finito per essere progressivamente messo sullo sfondo e considerato meramente nella sua accezione tradizionale di papero attaccato agli affari e ai beni materiali. Emergono, invece, i classici protagonisti (Topolino e Paperino), che recuperano addirittura gli alterchi originali da animazione classica e che di recente anche Paul Rudish ha riproposto nelle sue serie.

Uno dei primi alterchi tra Topolino e Paperino, che torneranno frequenti nella storia.

I disegni di Ferioli-Pelaez, maestro catalano ben conosciuto anche da noi, si connotano di un certo manierismo, muovendosi tra Barks e i modelli classici dell’animazione disneyana, senza però mai strafare e soprattutto rendendo perfettamente la scena, il dinamismo della stessa e il pathos (cioè la sofferenza) che i protagonisti provano nel cercare di risolvere il problema generale.

Il volume è infine connotato da un apparato editoriale essenziale di Davide Del Gusto, dove si ripropongono sia una ricostruzione della pubblicazione della saga, sia un interessante prospetto finale sulle diverse edizioni straniere, denotando sempre come tali saghe non solo hanno avuto diffusione e apprezzamento qui da noi, ma anche all’estero.

In definitiva, la storia e il volume ben si prestano a questa collana. Da un lato abbiamo chiaramente un esempio di saga di recente fattura che svolge dignitosamente il suo compito di intrattenere e di descrivere la trama; dall’altro, il volume (unico, come pochi in questa collana) riesce a interessare il lettore, sia quello che aveva già letto sulla mitica serie bianca di Zio Paperone, sia chi ha deciso di recuperare ora la storia per la prima volta. Come ogni volume di questa collana, l’apparato editoriale è comunque essenziale per avere un minimo di background della produzione e della pubblicazione della saga proposta. Un buon risultato, tutto sommato.

Autore dell'articolo: Luigi Sammartino

Giurista, accademico e nerd, sono un Pker dormiente della prima ora, ridestatosi assieme alla mia passione per il fumetto Disney. Anche se l'ultimo arrivato, mi piace avere comunque un piglio analitico sui prodotti della nona arte. Sperimentatore perenne, sono sempre disponibile a parlare di tutto.

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