Gli anni d’oro di Topolino 35

15 NOV 2010
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Il volume si apre con una delle storie più famose di Mickey “Topolino alla caccia del bandito Pipistrello“, che corrisponde all’incontro con uno dei più originali cattivi della serie: Don Jollio, che con un costume nero addosso si trasforma nel pericoloso bandito Pipistrello: da notare la peculiarità del travestimento, dato che il più famoso Batman nascerà solamente nel 1939. Particolarmente divertente è la scena dello scontro finale tra Mickey e Don Jollio, parodia degli atteggiamenti assunti da alcuni attori dei film western di quel periodo.
La storia seguente “Topolino e l’elefante” si inserisce nello stesso filone di quella di Piedidolci, dello struzzo Oscar e della leonessa Lea: Topolino di trova a dover affrontare una serie di disastri causati dall’improvvisa apparizione nella sua vita quotidiana di un elemento perturbatore, questa volta rappresentato da un elefante acquistato per errore ad un’asta. Fa la sua prima apparizione Eli Squick, un personaggio destinato ad essere uno dei “cattivi” più famosi contro i quali Mickey dovrà? battersi, anche se non verrà? quasi mai utilizzato dagli autori italiani: ricordiamo una sua apparizione ne L’Inferno di Topolino di Guido Martina e Angelo Bioletto.
Topolino nel paese dei califfi” è una divertente avventura di Topolino nel lontano oriente, ma non in quello reale, bensì nella versione dell’oriente tipicamente hollywoodiana, più simile a quella delle Mille ed una Notte o a I viaggi di Sinbad piuttosto che a quella della realtà? di un paese islamico degli anni trenta. Spesso alcuni atteggiamenti di Topolino nei confronti degli orientali (o degli indigeni nelle storie che si svolgono in Africa, come abbiamo visto in “Topolino e il gorilla Spettro”) sono stati erroneamente considerati come razzisti, senza considerare che non si tratta di un oriente (o di un’Africa) reale, ma “di una Hollywood di cartapesta, dove un paese islamico è reso contaminando gli scenari di un’Arabia ipotetica con quelli degli USA roosveltiani, pieni ancora di infiniti personaggi succosi, divertenti, attraenti, proprio come quelli che costituiscono la folla delle Mille e una Notte(1). Questa è forse l’ultima storia della saga di Mickey ad avere i frenetici ritmi dei cartoon dell’epoca, da questo punto in poi Topolino di distaccherà? definitivamente da quegli schemi per divenire un personaggio sempre più votato all’avventura “vera”.

(1) Da Antonio Faeti: “In trappola con il Topo”, Einaudi, 1986. pag. 276.

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!