Paperinik Appgrade 14

05 NOV 2013
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Questo numero 14 di Paperinik Appgrade si particolareggia, innanzi tutto, per la presenza di una sua versione “variant” con copertina speciale, formata da una base in cartone cui sovrapporre una copertina in plastica trasparente che permette di creare l'illusione di un'altra immagine, o per meglio dire la stessa immagine ma con Paperinik al posto di Paperino: ad oggi l'unico esperimento di cover variant proposto dalla Panini in una testata Disney diversa dal settimanale.
Da notare, comunque, la cover di tutto rispetto di cui si fregia la versione standard, con un Paperinik che si aggira furtivo nelle fognature, spiato da ratti dallo sguardo torvo e, grazie alla metallizzazione, anche lucido.
All'interno, dopo un'editoriale dove si sponsorizza- appunto – la versione variant, si passa alle storie: l'inedita Paperinik e l'effetto rewind è una storia ben strutturata che, pur basandosi su di una tematica già sfruttata quale quella dei paradossi temporali, riesce ad essere godibile; la trama è intrigante e l'avversario non cosi scontato come altre volte accade, per cui si colloca, a buon diritto, tra le migliori inedite apparse su questa testata.
Proseguendo, La notte dei due Paperinik (alla sua seconda ristampa) è un'altra storia di buon livello, che gioca principalmente sul dualismo (e sulle differenze) tra un Paperinik-robot “vendicatore di torti” e quello in piume ed ossa “eroe”; da segnalare una delle battute finali: “E' stato Paperino a fermarlo? No, è stato il vero Paperinik!”.
Molto bella anche la successiva Paperinik e il genio del secolo, con i testi di un Artibani in splendida forma: una storia ricca d'azione ed una serie di battute davvero esilaranti (i due “Razioncini” sono da sbellicarsi), con un avversario non banale e ben caratterizzato.
Il numero prosegue con due storie di livello leggermente inferiore rispetto alle precedenti: Paperinik e l'aiuto dal futuro, dove il nostro papero, dopo aver inutilmente tentato di raccogliere fondi per un parco giochi, viene trasportato in un arido futuro a combattere cyborg prodotti da due ricconi di quel tempo, molto simili a due miliardari paperopolesi; Paperinik e il tempotronic sono quindici tavole per una storia che mette in risalto il lato sfigato, molto paperinesco, del papero mascherato.
Solo discrete, entrambe alla loro prima ristampa dopo l'esordio sul Cult, sono le due successive: Paperinik e l'appuntamento con il mistero è un titolo altisonante che promette molto pù di quanto poi non mantenga: nella storia compare il Bassotto I-176 che progetta il solito elaborato piano ai danni di Paperone servendosi di un Paperinik-robot; in Paperinik e il guaio da rimediare troviamo Paperino che, servendosi dei congegni di Paperinik, deve rimediare all'aver consegnato per errore la n.1 ad Amelia: come la precedente, anche questa è una storia banale e molto facile da dimenticare.
Si arriva cosi alla tanto attesa storia cult: questa volta si tratta di Zio Paperone ed il demone del gioco: credo sia la prima di Paperinik a non avere Martina come autore, ma la storia si particolareggia, più che altro, per il ruolo marginale del papero mascherato; il vero protagonista, infatti, è senza ombra di dubbio ZP, attorniato, nello sviluppo della vicenda, da vari comprimari. La trama ruota intorno ad un problema, quello della dipendenza dal gioco d'azzardo, che ai nostri giorni risulta attuale forse più che ai tempi in cui uscì questa storia; i co-protagonisti principali possono essere considerati Rockerduck e Brigitta, i quali si “alleano” – ognuno con le proprie motivazioni – per tendere una trappola a Paperone e farlo perdere nel vizio del gioco d'azzardo. Riescono nel loro intento ma, quando Rockerduck vuole esagerare, una Brigitta fino a quel momento disposta quasi a tutto, si pente ed innesca l'azione che porterà al riscatto dal demone del gioco e ad un finale dove ad essere punito è Rockerduck, con l'intervento finale di Gastone (il quale, stranamente, condividerà il finale amaro di Rockerduck pur non avendo avuto alcun ruolo negativo, anzi).
Si tratta di una cult molto atipica, comunque ricca di battute e gag divertenti, come lo scambio tra Brigitta e RK all'inizio o il “sogno” di Paperone, e con un Paperinik che gioca un ruolo assolutamente marginale.
In sintesi, questo numero 14 si può ritenere abbastanza ben riuscito, dall'inedita alla cult si sussiegono storie che non scendono mai al di sotto della sufficienza – forse con la sola eccezione costituita da un paio, ma comunque non pessime – ed il tutto esaltato da una copertina davvero bella e d'effetto. Meritato il voto di assoluta sufficienza!

Autore dell'articolo: Gancio