Alla ricerca delle “varianti” (perdute e non) delle edizioni Disney Nerbini

15 GEN 2007

La splendida produzione Disney Nerbini (1933 – 1935) non smette mai di stupire chi colleziona con passione. E soprattutto chi unisce alla passione collezionistica ed estetica uno spirito di ricerca, uno sguardo attento alla storia editoriale ed alla ricostruzione filologica delle varie edizioni. Gli appassionati più attenti avranno di certo potuto notare la grande confusione che ancora affligge persino gli studiosi più esperti quando si accingono a stilare una cronologia davvero esaustiva delle ristampe Nerbini anteguerra. Mi riferisco in particolare ai famosi nove albi di Topolino, che la casa editrice fiorentina ristampò più volte nel periodo tra il 1934 e il 1936 (anche quando i diritti sul pubblicato Disney erano già da tempo in mano a Mondadori).

L’impresa di compilare un elenco definitivo è già stata tentata da Gianni Bono (sulla sua ottima guida) e da Leonardo Gori1, che però ha ammesso di esser giunto, suo malgrado, ad un elenco solo parziale, incompleto per limiti oggettivi. Il primo limite è l’effettiva possibilità di avere tra le mani gli albi originali per effettuare i confronti: chiunque affrontasse il problema si troverebbe a fermarsi agli albi in proprio possesso e a quelli dei collezionisti conosciuti e disponibili a mostrarli.

Il trafiletto pubblicitario pubblicato sul IV° supplemento al giornale Topolino (30 luglio 1933)

Un secondo limite è implicito al tipo di ricerca che si tenta di compiere: se teoricamente fosse possibile avere in visione da tutti i collezionisti d’Italia i loro albi originali, questo non escluderebbe comunque l’esistenza di altre copie “sommerse”, magari in mano a collezionisti sconosciuti o, fenomeno ormai raro ma ancora possibile, nascoste in qualche remota soffitta inesplorata (il sogno di tutti noi!). Un ultimo limite invalicabile sta nella constatazione che Mario Nerbini non andava molto per il sottile quando si trattava di ristampare o apportare variazioni alle sue pubblicazioni, quindi non sarà mai possibile essere sicuri di aver circoscritto in modo esauriente tutto il suo pubblicato: infatti, chi ci dice che una particolare edizione, magari stampata in pochissime copie, non sia andata distrutta per sempre?

Topolino contro Wolp

Prendiamo ad esempio il caso del mitico (o meglio, mitizzato) albo Topolino contro Wolp, il primo storico albo Disney pubblicato in via Faenza e datato 15 ottobre 1933, da sempre introvabile sul mercato antiquario. Riporto integralmente quanto Leonardo scriveva in un suo intervento pubblicato sul catalogo di un noto studio bibliografico torinese nel 1996:

Intorno al leggendario Topolino contro Wolp, il terribile brigante del West, c’è un piccolo ma affascinante mistero. In una lontana intervista a Franco De Giacomo (su Linus negli anni Sessanta2), Mario Nerbini raccontò che l’albo fu realizzato nella primavera-estate del 1933, ma che andò quasi completamente invenduto. Fu poi rimesso in circolazione a ottobre e fu allora che ebbe successo. Giorgio Salvucci, in un suo pregevole studio pubblicato su Il Fumetto, data l’albo Giugno 1933, inserendolo fra l’altro – erroneamente – fra i Supplementi di Topolino. Una nostra piccola indagine fra i collezionisti, per ora, non ha trovato traccia di tale edizione primaverile di Wolp: tutte le copie dell’albo, consultate da noi direttamente o indirettamente, sono datate 15 ottobre 1933. C’è da dire che sul quarto Topolino Supplemento del 30 luglio 1933, in prima pagina appare un trafiletto pubblicitario che recita così: “Prossimamente Topolino pubblicherà il suo più bel supplemento: Topolino contro Wolp, il terribile brigante del West (…). Sul settimanale, invece, niente fino ad ottobre, quando appare un analogo annuncio. A sfavore dell’esistenza di due distinte edizioni dell’albo, a parte la memoria – ahimè – zoppicante di Mario Nerbini, c’è il fatto che assai difficilmente un albo andato invenduto viene ristampato per essere rimesso in commercio qualche mese dopo: semmai vengono ridistribuite le rese. Comunque, anche in questo caso, la “caccia” è aperta…

Sono passati esattamente 10 anni dalla pubblicazione di queste parole, ma l’edizione estiva del Wolp resta a tutt’oggi “fantomatica”. Eppure nulla ci vieta di ipotizzare che la prima edizione di cui parla l’anziano Mario Nerbini sia stata tirata magari in pochi esemplari, oggi andati tutti perduti. La carta delicatissima e il formato che contribuivano a far rovinare facilmente l’albo, la presenza di due pagine non pinzate (che verosimilmente potevano andare smarrite, rendendo incompleto l’albo), le peripezie della guerra, i bombardamenti, le stufe di quei tragici anni, voraci di palle cartacee, e, non ultima, la consuetudine di buttare via le cose ritenute inutili (e tali venivano giudicati i fumetti), hanno letteralmente falcidiato gran parte del materiale anteguerra.

Topolino contro Wolp il terribile brigante del West (15 ottobre 1933). Un albo leggendario, vero e proprio ‘mito’ collezionistico.

Basti pensare a quanto è già rara l’edizione di ottobre, che a dire di Nerbini fu “un successo”: da una tiratura iniziale di qualche migliaio di copie, oggi rimane nelle mani dei collezionisti un numero di esemplari molto probabilmente compreso tra i 15 e i 40 pezzi3. Se mai se ne reperisse una copia datata giugno 1933, sarebbe probabilmente l’albo più raro ed ambito di tutto il collezionismo Italiano, Disneyano e non!
Per rimanere sugli albi di Topolino Nerbini, un discorso analogo a quello fatto per il Wolp si può estendere ad altri due albi che lo stesso Leonardo Gori, sempre nell’articolo sopra citato, segnalava come “leggende” dall’esistenza solo “presunta”. Termini decisamente appropriati per due fascicoli che fino ad oggi nessuno ha ancora potuto dimostrare di possedere: l’edizione di Topolino aviatore stampata su fondo giallo e l’edizione senza copertina, con la prima pagina a colori (in sostanza simile al Piedidolci e al Castello Incantato in prima edizione), di Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante.

La leggenda di “Topolino Aviatore”

Per quanto riguarda Le avventure eroicomiche di Topolino aviatore su fondo giallo, come già si è detto per Mario Nerbini, anche qui si entra nel campo incerto della memoria. Esiste infatti una testimonianza verbale di una persona nota, sicuramente al di sopra di ogni sospetto, che ricordava con nostalgia di aver avuto tra le mani un Aviatore con il fantomatico sfondo non in bianco e nero, come è invece conosciuto l’albo nella sua rara prima edizione del Natale 1933. In sostanza quell’albo avrebbe pubblicato il Mickey avventuroso con i disegni in nero impressi su sfondo giallo, così come apparvero su Topolino a metà del 19334. Si possono fare diverse ipotesi in proposito. La prima fa riferimento alla fallacità dei ricordi, che il tempo e la nostalgia tendono facilmente a distorcere, pur mantenendo per certa la buona fede di colui che ricorda. Spesso questa distorsione asseconda dei nostri desideri profondi, il pensiero prende la forma che noi razionalmente gli diamo, un po’ come quando raccontiamo un sogno “romanzandolo”. Possiamo ad esempio immaginare che chi da bambino abbia visto le fascinose strip di Mickey pilota postale pubblicate su Topolino5 non abbia potuto dimenticare l’impatto dato dal caratteristico colore degli sfondi; e poi magari abbia mescolato quel ricordo “cromatico” con un’altra esperienza altrettanto piacevole, come quella di aver avuto tra le mani l’edizione classica in bianco e nero dell’albo da 70 centesimi, uscito solo pochi mesi dopo. Ed ecco prendere forma, nel tempestoso mare dei ricordi, il mitico fascicolo a sfondo giallo! Un’ipotesi che ritengo meno plausibile è quella che Nerbini abbia effettivamente confezionato un albo a partire dalle rese del Topolino giornale, prima tagliando6 e poi scopertinando i fascicoli, quindi pinzando gli interni tra loro, trasversalmente come nelle edizioni a quinterni. Operazione piuttosto laboriosa e che presupponeva comunque di buttare letteralmente via metà dei fascicoli di resa, in quanto il cosiddetto “guscio” (le 4 pagine esterne) sarebbe stato inservibile e non più commercializzabile. Una terza ipotesi è che qualcuno abbia potuto immettere sul mercato una copia artatamente “contraffatta”, pinzando fra loro gli interni dei cinque Topolino in questione e aggiungendovi la copertina, allo scopo di avere un albo davvero unico e quindi giustamente costoso. Ritengo poco plausibile anche questa terza possibilità, benché il mercato ci abbia abituato negli anni a vedere falsi di vario genere, anche in campo non Disneyano.

Topolino poliziotto

Passando al Topolino poliziotto dobbiamo constatare che le notizie in proposito sono molto vaghe. Anche per questo albo non c’è nessuna prova tangibile, solo voci ed ipotesi. Una nota7 riportata puntualmente dai meticolosi indexers dell’INDUCKS ci fornisce una pista di indagine assai affascinante.

Pubblicità di un’ipotetica edizione senza copertina rigida di Topolino poliziotto sul Topolino Supplemento n.87 (26 agosto 1934)

I curatori del database disneyano indicano che sul Topolino Supplemento n.87 del 26 agosto 1934 appare pubblicizzata una possibile prima edizione dell’albo. Effettivamente, in fondo a pagina 5, compare la solita pubblicità degli albi, definiti “Supplementi a Topolino”. Insieme a quelli del Topolino aviatore, Castello Incantato, Piedidolci e altri due albi non Disney, leggiamo, buon ultimo, il seguente annuncio: “Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante!! Cose dell’altro mondo! Le imprese poliziesche dei nostri amici vi faranno fremere d’emozione… e ridere a crepapelle!… – Prezzo cent. 50”. Siamo nell’agosto 1934, ancora nel pieno del periodo in cui Nerbini stampava i suoi albi privi di copertina; non è menzionata alcuna coperta in cartoncino rigido; il prezzo indicato è di centesimi 50, lo stesso delle prime edizioni degli altri albi. Tutti questi elementi ci porterebbero decisamente a pensare che qualcosa sia davvero uscito in quella lontana estate.

In attesa di maggiori approfondimenti, resto però piuttosto scettico sulla possibilità che l’albo in questione sia mai esistito. Anzi, se prendiamo a prova dell’uscita di questa mitica edizione il trafiletto sopra citato, allora dobbiamo prestare attenzione anche ad un secondo trafiletto pubblicitario, che invece ci fornirebbe una storia alquanto diversa, una prova che questa volta giocherebbe decisamente a sfavore di chi sostiene che il fascicolo senza copertina sia stato pubblicato. Essa si trova in fondo alla prima pagina del magnifico Topolino Supplemento n.107-b del 13 gennaio 1935, ben in evidenza.

Pubblicità di Topolino poliziotto con copertina in cartoncino sul Supplemento n.107b (13 gennaio 1935)

Uno dei tipici strilli della casa editrice fiorentina recita testualmente: “Un altro Album arricchirà la vostra collezione: TOPOLINO POLIZIOTTO E PIPPO SUO AIUTANTE – Questa eroicomica avventura sarà in vendita la prossima settimana (…)”. A sinistra si può leggere l’eloquente dicitura: “300 quadretti di WALT DISNEY, coperta a colori stampata su solido cartoncino. Prezzo: LIRE UNA”.
Basta una semplice analisi del testo per convincersi che la prima edizione comunemente conosciuta, quella appunto del gennaio 1935 con copertina di Giove Toppi, non è stata affatto preceduta da alcun’altra edizione. Si dice infatti che un altro album sarebbe andato ad arricchire la collezione degli albi già editi fino a quel momento8 (corsivo mio) e che tale album sarebbe uscito la settimana successiva, quella del 20 gennaio. Quindi un nuovo fascicolo, un titolo chiaramente ancora inedito, e non una riedizione! Inoltre si fa espressamente menzione della coperta a colori su solido cartoncino ed anche il prezzo di lire 1 è tipico delle edizioni con la copertina in cartoncino pesante. Fino a che non spunterà una copia del Topolino poliziotto senza copertina (e sarebbe una scoperta eccezionale!), rimango dell’idea che la pubblicità dell’estate 1934 non abbia poi avuto un effettivo seguito editoriale. Un po’ quello che potrebbe essere successo con l’annunciata edizione di giugno 1933 del Wolp.

Piedidolci cavallo da corsa… disperazione di Topolino e Minnie…

Le tre prime edizioni di “Piedidolci”, la prima con il prezzo in blu, poi con il prezzo in rosso ed infine senza prezzo in copertina.

Per chiudere il discorso sugli Album di Topolino accennerei alle poco note differenze che si riscontrano solo soffermandosi sulla prima edizione di Piedidolci cavallo da corsa… disperazione di Topolino e Minnie…, quella senza copertina del 1934.

Non sono caratteristiche macroscopiche che possano costringere il collezionista evoluto alla ricerca della completezza a tutti i costi (questi ultimi, in termini strettamente economici, sarebbero elevatissimi, se si volessero reperire più copie del Piedidolci, considerata l’estrema rarità dei fascicoli in questione!). Per quello che le mie ricerche mi hanno portato a concludere, posso affermare che esistono almeno tre (!) prime edizioni del Piedidolci. E non escludo che possano saltarne fuori altre. Credo sia impossibile stabilire oggi quale copia sia uscita per prima, in quanto le differenze riguardano la posizione e il colore del prezzo in copertina. In una di queste il prezzo (cent. 50) è stampato in blu sotto la P grande del titolo, vicino alle zampe del celebre ronzino9. Un Piedidolci recentemente apparso sul mercato, da me personalmente esaminato, riporta invece il prezzo scritto in rosso e posizionato appena dietro alle orecchie di Mickey a destra del titolo. Una terza variante10, incredibilmente, non riporta alcun prezzo in copertina ed il rosso che campeggia nel titolo e colora il tetto della biglietteria nella prima vignetta in basso a sinistra è chiaramente magenta, mentre nelle due edizioni “prezzate” è scarlatto.



 Topolino Supplemento bis

Il Supplemento a Topolino n.107b (13 gennaio 1935). Il n.108-b uscì nella medesima veste, con data del 20 gennaio 1935.

Ho prima citato il maestoso Topolino Supplemento, in particolare il primo numero uscito nel 1935, il 107-b del 13 gennaio.
Quanti sanno che uscì una riedizione del suddetto numero, uguale al 107-b, ma riportante il numero 108-b e la data di solo una settimana successiva (20 gennaio 1935)? 
Circa due anni fa un raro 108-b comparve (per brevissimo tempo) sul catalogo di un noto ed esperto commerciante fiorentino, che mi spiegò l’arcano. Come considerare tale numero? Pezzo integrante della collezione o semplice curiosità? Di certo il fatto che riporti il n.108-b fa pensare alla prima eventualità, ma la constatazione che in fondo esso sia identico al 107-b fa propendere più verso la seconda considerazione. E qui entra in gioco la personale e diversa sensibilità di ogni collezionista.



Avventure di caccia

Confronto fra le due varianti del Supplemento n.82 del Topolino (21 luglio 1934).

Sempre la splendida collezione del Topolino Supplemento annovera almeno altre due sconosciute piccole varianti, nelle quali per caso mi sono imbattuto. Esse riguardano due numeri del 1934 in formato grande, in n.82 e il n.94.
Il sedicesimo fascicolo della serie, il n.82 del 21 luglio 1934, è uscito in due versioni assolutamente identiche, ma con il titolo della storiella in prima pagina scritto a caratteri diversi.

L’edizione che ho riscontrato essere di gran lunga la più comune riporta il titolo “Avventure di caccia” in stampatello grande, mentre l’altra, di cui ho potuto vedere per ora solo la copia in mio possesso, riporta il medesimo titolo in stampatello leggermente più piccolo e soprattutto con i caratteri obliqui. Non esiste nessun mistero in questo caso: molto probabilmente il cliché in zinco della prima versione deve essersi usurato e i tecnici della Vallecchi, la tipografia cui dobbiamo lo splendore di queste meravigliose pubblicazioni, hanno ben pensato di sostituirlo con ciò che avevano a disposizione. Ecco spiegata dunque la rarefazione sul mercato delle copie con il titolo obliquo, che sarebbero solo un cosiddetto “rabbocco di tiratura”, una seconda versione venuta dopo una probabile alta tiratura di questo numero estivo, che ha portato all’inevitabile usura del primo cliché utilizzato. Pare che queste sostituzioni fossero abbastanza frequenti alla Vallecchi, in particolar modo per quanto riguarda l’Avventuroso, che tirava, si dice, oltre 500.000 copie e rendeva spesso esausti per l’usura i preziosi cliché in zinco. 
La “stanchezza” di un cliché si può notare osservando i tratti fini dei disegni, che diventano meno precisi e più spessi. O, nel nostro caso, eventuali spazi bianchi non ben coperti dalle campiture colorate (per noi il blu del titolo). Confrontando le foto del Supplemento n.82 è facile notare come la prima denunci un forte logorio del cliché del titolo, elemento che ha probabilmente indotto ad operare una sostituzione.

Supplemento n.94

Confronto tra le due differenti intestazioni del Supplemento a Topolino n.94 (14 ottobre 1934).

Un caso diverso, ma non meno interessante, è quello del Supplemento n.94 del 14 ottobre 193411. Il Supplemento a Topolino ha avuto periodicità e formato piuttosto variabili nella sua storia editoriale. Lo stesso si può dire anche per le intestazioni apposte sopra la storica testata rosso scarlatto. L’ormai introvabile Primo Supplemento del maggio 1933 uscì in formato lenzuolo (40 cm x 56 cm), riportando in alto a sinistra la scritta in verde “Supplemento di Maggio al Giornale:”. Dal secondo al quinto numero i fascicoli furono contraddistinti dai numeri romani ( II°, III°, IV°, V° ) e ad iniziare dal terzo vennero ridotti il formato (35 cm x 52 cm circa) e il prezzo (da 50 a 30 centesimi). A partire dall’ottobre 1933 la dicitura indicò il mese di pubblicazione: Supplemento di ottobre a Topolino, Supplemento di novembre… e così a seguire, fino al 30 giugno 1934. In quel mese uscirono ben due supplemento di giugno e probabilmente Nerbini, per non avere altri “doppioni” in futuro, dal mese successivo decise di cambiare l’indicazione in copertina, richiamando il numero di Topolino che parallelamente si trovava in edicola. 

Così nel luglio 1934 uscì il Supplemento al n.82 del Topolino, poi i numeri 87, 89, 91 e 94. Ma proprio con il n.94 l’editore pensò di apporre per semplicità una lettera “b” dopo il numero, eliminando definitivamente la dicitura Supplemento, e lo fece… in corso di stampa! A riprova di ciò, esiste una prova inconfutabile: ho potuto fortunatamente reperire il fascicolo in due versioni differenti, se pur assolutamente identiche nei contenuti. La prima delle due edizioni riporta la dicitura Suppl. al N.94 del Topolino, mentre la seconda vanta la nuova e più breve intestazione (Topolino N.94b)! Con il supplemento successivo furono eliminate le parentesi e la formula divenne definitiva sino al 141-b, numero con il quale Mondadori decise di chiudere la storica testata.

Topolino Giornale n. 40

Terminata la lunga disamina sulle pubblicazioni parallele a Topolino, eccomi giunto alla vera notizia-scoperta che rivoluziona quanto fino ad oggi si conosceva sulla collezione principe di casa Nerbini. E’ già nota in ambiente collezionistico l’esistenza di un prezioso n.1 di Topolino del 1932 con una vignetta diversa a pagina 8, ma nessuno ha mai parlato di un numero della rarissima annata 1933 edito addirittura in doppia versione, con la storia in copertina e gli interni completamente diversi!

Il Topolino n.40 variante (30 settembre 1933) con “Topolino naturalista” in apertura al posto di “Pisellino furbettino”.

Grazie alla preziosa segnalazione dell’amico Francesco De Giacomo12sono riuscito a reperire una copia, naturalmente originale, del n.40 di Topolino, datata regolarmente 30 settembre 1933, con in prima ed ultima pagina la storia di Mickey Mouse “Topolino naturalista”13. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che tale storia è nota per essere quella di apertura… del Topolino n.39 (!) del 23 settembre 1933, mentre il n.40 “ufficiale” riporta in apertura “Pisellino furbettino” di Buriko. Anche l’anastatica che Pichierri si prodigò a stampare con cura filologica nel 1977 annovera i due numeri 39 e 40 nella versione che qui definisco “ufficiale”.

Passando ad esaminare le pagine interne, possiamo vedere come questo numero “fantasma” non sia propriamente una ristampa frettolosa. Pare infatti essere stato confezionato con attenzione consapevole. Ad esempio sono pubblicate insieme addirittura due puntate della storia “Le avventurose gesta di Stangone e Barilotto” di F.Scarpelli, per la precisione gli episodi ottavo e settimo, originariamente pubblicati, secondo le cronologie ufficiali, rispettivamente sul n.40 e sul n.39 di Topolino. Ho scritto “ottavo e settimo” nell’ordine proprio perché in questa sequenza compaiono, il primo a pagina 2, il secondo a pagina 3 (sic!), entrambi con i rimandi all’episodio precedente o successivo correttamente inseriti dai redattori. 
Questa scoperta apre a molte considerazioni, non ultima quella che possano esistere altri numeri “fantasma” del primissimo Topolino giornale. Ci si chiede intanto il perché di questa vera e propria doppia edizione e che senso abbia avuto nell’economia di una testata così importante come Topolino. Tra le ipotesi che lo stesso De Giacomo tenta, interessante è quella che vedrebbe il fascicolo edito a scopo propagandistico.

Resta il fatto che il prezzo di 20 centesimi è regolarmente stampato in rosso in alto a destra della testata. 
Si potrebbe pensare anche a qualche grave problema agli impianti, che abbia costretto a ricostruire il n.40 di Topolino partendo da cliché già utilizzati. In tal caso quelli della settimana precedente, magari perché subito disponibili. 
Forse, nel ristampare quel numero di Topolino per chissà quale motivo, Nerbini pensò che il Mickey d’oltreoceano in prima pagina potesse vendere di più che il nostrano e tutto sommato poco attraente Pisellino di Burattini.
Difficile mi sembra poter avallare l’ipotesi che Nerbini abbia ristampato a più riprese il Topolino giornale: questo specialmente perché per tutto il 1933, prima della pubblicazione delle strip giornaliere di Cino e Franco, la testata non fu proprio quello che potremmo definire un grande successo editoriale.

Da collezionista appassionato – un po’ accanito per la verità – mi sento di affermare che sarebbe filologicamente corretto inserire la variante (chiamiamolo n.40 bis, o n.40 variante) a pieno titolo nella raccolta del Topolino giornale. Personalmente sono già a “caccia” del n.40 con Pisellino, che attualmente manca alla mia collezione! Non ho ancora chiaro quale dei due numeri 40 sia il più raro, dato che è difficile censire pezzi così fortemente rarefatti sul mercato come i fascicoli del 1933 di Topolino.

Chissà che a partire da questo articolo non vengano alla luce nuove sorprese. Quando c’è di mezzo Mario Nerbini le sorprese non finiscono mai, statene certi.

Note

  1. L’idea di questo mio articolo nasce in parte proprio dalle lunghe e piacevoli conversazioni con l’amico Leonardo in merito alle difficoltà di circoscrivere le edizioni Disney Nerbini entro una cronologia soddisfacente e comprendente tutte le varianti conosciute. Si vedano di Leonardo Gori le cronologie pubblicate in appendice su AA.VV., I fumetti Nerbini della Marucelliana, Firenze, Nerbini, 1994 e nell’articolo “I nove albi di Topolino Nerbini” su Collezionare fumetti e libri per l’infanzia n.2, ediz. Little Nemo, 1999.
  2. L’intervista fu pubblicata su Linus n.12 del marzo 1966.
  3. Questa stima, che non si prefigge pretese (visto l’ampio margine tra il limite inferiore e quello superiore) nasce dall’incrocio di più stime fatte da vari amici, che collezionano da oltre trent’anni, e da noti commercianti. 
  4. Topolino Nerbini dal n.24 del 10 giugno 1933 al n.28 dell’ 8 luglio 1933.
  5. Era la prima volta che su Topolino si stampava una continuity di Mickey Mouse
  6. Come è noto, il Topolino Nerbini veniva stampato su un unico foglio, che veniva poi piegato in quattro e messo in vendita. Era consuetudine tagliarlo nella parte alta per poterlo leggere più agevolmente. Oggi, sul mercato, si trovano ancora piuttosto comunemente copie “da tagliare”.
  7. Si veda http://coa.inducks.org/issue.php/x/it/ANA+++7
  8. Cioè fino a Topolino contro il pirata e contrabbandiere Gambadilegno, che, secondo le indicazioni pubblicitarie apparse su Topolino n.104 e n.105 del dicembre 1934, sarebbe uscito in prima edizione con coperta in solido cartone al prezzo di L.1,50 proprio nell’ultimo mese del 1934. Ciò indicherebbe quindi un’uscita di poco precedente di questo album rispetto al Topolino poliziotto, nonostante tutte le cronologie, anche dell’epoca, riportino un elenco numerato che farebbe pensare il contrario. Anche sulla prima edizione effettiva di Topolino contro il pirata e contrabbandiere Gambadilegno esistono dei nodi da sciogliere. Sicuramente esistente è la rara versione in formato ridotto a 16 pagine da L.1,50 in quanto ne possiedo personalmente una copia.
  9. E’ l’edizione ristampata nel 2003 da G.Bono (Epierre) nel suo elegante cofanetto, in occasione dei 70 anni dall’uscita del primo album della serie, Topolino contro Wolp.
  10. Ho potuto personalmente esaminare anche questa copia, rimasta a lungo in vendita sul catalogo di un noto commerciante romano.
  11. Una data storica, questa, che vide l’uscita nelle edicole del primo numero de l’avventuroso, il “grande settimanale per tutti” che rivoluzionò l’immaginario dei ragazzi italiani e che fu forse il più grande successo a fumetti di tutti i tempi. Il Supplemento a Topolino n.94 riporta a pagina 6 una splendida pubblicità a colori per l’uscita de l’avventuroso n.1, riproducente l’immaginifica tavola della prima avventura del Gordon di Alex Raymond “La distruzione del mondo!!”.
  12. De Giacomo ci ha già piacevolmente abituato a scoperte nel campo delle rarità-curiosità, come le versioni senza prezzo di copertina dei primi numeri degli Albi d’Oro dopoguerra (si veda IF n.3, Epierre, maggio 1995, pp. 46-48).
  13. Tratta dalla tavola domenicale del 13/8/1933 disegnata dall’inarrivabile Floyd Gottfredson.

Autore dell'articolo: Claudio Gioda

Nato a Torino nel 1975, già nel 1979 legge Topolino. Gli capita tra le mani il Classico n.s. N.7 "I Gialli di Topolino" ed è la folgorazione! Poco tempo dopo sua madre aliena quasi tutti i suoi fumetti e lui, colto da profonda nostalgia, comincia la ricerca di arretrati, dando inizio ad una precoce passione collezionistica. Attraverso un affinamento del gusto estetico, tale passione prosegue ancor oggi, con una propensione per l'anteguerra Disney. Un'altra folgorazione lo coglie nel 2001, quando lascia il suo posto in banca per laurearsi in Scienze della Formazione Primaria. Oggi insegna felicemente nelle scuole elementari.